L'altro eccezionalismo: William Appleman Williams tra storia, storiografia e impegno civile

La storiografia statunitense, a partire dagli anni Cinquanta, vide l’affermarsi di una nuova interpretazione della politica estera americana. Archiviata la storia diplomatica come storia dei trattati o storia delle interazioni delle élites dominanti, abbandonata una visione incentrata sull’equilibrio di potenza, il dibattito storiografico si arricchì della cosiddetta interpretazione «revisionista», antitetica rispetto a quella che, fino a quel momento, aveva predominato. Soggetto di analisi storica restava sempre lo Stato ma l’enfasi maggiore era posta sui fattori economici che ne influenzavano l’azione: si metteva in rilievo l’interazione tra l’interesse privato e il soggetto statale. Capofila di questa nuova scuola fu William Appleman Williams. Questa ricerca si pone l’obiettivo di delineare il contesto storiografico dal quale emersero gli studi di Williams e di cui egli ne roviesciò alcuni assunti fondamentali. Si intende tracciare il suo percorso intellettuale – storiografico e pubblico – al fine di restituire la complessità di un personaggio che divenne un vero e proprio «intellettuale pubblico». I quesiti, a cui questa ricerca vuole dar risposta riguardano l’evoluzione del percorso intellettuale di Williams tanto in ambito storiografico quanto, più in generale, in quello pubblico; il contributo alla ridefinizione dell’identità statunitense e del suo ruolo internazionale; il lascito della sua riflessione nella storiografia. Prendendo le mosse dall’idea di frontiera proposta da Turner, Williams sostenne che la fine dell’espansione territoriale «interna» aveva obbligato gli Stati Uniti a cercare nuovi mercati per il proprio surplus. Era stata tale necessità a catalizzare la Open Door Diplomacy, guidata da ragioni economiche, che presto identificarono l’interesse nazionale per trasformarsi in una vera e propria ideologia nel XX secolo.L’esito di tale politica estera fu la creazione di un impero non più territoriale ma frutto dell’espansione economica. E proprio questa riflessione sull’impero influenzò, negli anni Sessanta, la protesta studentesca che chiese un ripensamento del ruolo internazionale degli Stati Uniti.

Una applicazione sistematica del metodo CANSLIM di William O'Neil

Applicazione sistematica del metodo CANSLIM sul mercato italiano.

Genetic Variation and Population Structure in Native Americans

We examined genetic diversity and population structure in the American landmass using 678 autosomal microsatellite markers genotyped in 422 individuals representing 24 Native American populations sampled from North, Central, and South America. These data were analyzed jointly with similar data available in 54 other indigenous populations worldwide, including an additional five Native American groups. The Native American populations have lower genetic diversity and greater differentiation than populations from other continental regions. We observe gradients both of decreasing genetic diversity as a function of geographic distance from the Bering Strait and of decreasing genetic similarity to Siberians-signals of the southward dispersal of human populations from the northwestern tip of the Americas. We also observe evidence of: (1) a higher level of diversity and lower level of population structure in western South America compared to eastern South America, (2) a relative lack of differentiation between Mesoamerican and Andean populations, (3) a scenario in which coastal routes were easier for migrating peoples to traverse in comparison with inland routes, and (4) a partial agreement on a local scale between genetic similarity and the linguistic classification of populations. These findings offer new insights into the process of population dispersal and differentiation during the peopling of the Americas.