1000 resultados para Mapa urbano de la sexualidad


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Questa tesi di laurea curriculare si propone come una lettura critica del percorso formativo universitario, attraverso l’analisi di tre diverse esperienze progettuali che affrontano il tema dell’architettura come processo di modificazione e conseguente rigenerazione della realtà urbana esistente. Nella prima parte viene descritto come il “costruire nel costruito” attribuisca notevole importanza ai valori del luogo e della storia, ignorati dal movimento moderno. Vengono trattati i caratteri principali dell’orientamento e la sua affermazione dalla metà degli anni Ottanta ad oggi, mediante l’analisi di tre fonti principali: Casabella- “Architettura come Modificazione”, “Costruire nel Costruito” di Renato De Fusco e l’omonimo libro di Rafael Moneo. Il terzo capitolo descrive tre opere di modificazione che trattano differenti problematiche a scale diverse: la conservazione e il riuso, il vuoto urbano e la riqualificazione del waterfront. L’analisi dei progetti dimostra come la specificità dei casi dia vita a soluzioni particolari, rispettose del contesto, ed evidenzia come sia possibile far coesistire l’invenzione e la preesistenza. Il quarto capitolo esamina il tema dell’architettura come processo di modificazione confrontando i tre casi studio con i lavori svolti all’interno del Laboratorio di Restauro (Prof. Pretelli M.), del Laboratorio di Progettazione Architettonica III (Prof. Gonçalves F.) e del Laboratorio di Progettazione IV(Prof.ssa Barnstone D.A.). La risoluzione delle diverse questioni mette in luce i distinti approcci sperimentati.

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Il sito archeologico della città romana di Suasa, nell’entroterra marchigiano, costituisce l'area di intervento della Tesi di Laurea. Il tema progettuale riguarda la musealizzazione del sito e del relativo scavo nell'ambito marchigiano. Si è stabilito come obiettivo progettuale quello di rievocare, proteggere e conservare le tracce archeologiche e la città nel suo insieme. Il progetto mette in evidenza l’estensione dell’insediamento urbano attraverso la riproposizione in superficie di tutte le tracce rinvenute mediante i sondaggi effettuati dagli archeologi. Particolare attenzione è stata posta a Fòro, Domus dei Coiedii e Decumano, attraverso lo scavo di una finestra archeologica con lo scopo di avvicinare il visitatore alla quota degli scavi. Osservando i resti si è concluso che l’atteggiamento progettuale dovesse differenziarsi a seconda dei casi con interventi mirati e specifici: il Decumano, di cui è evidente un'ampia parte del basolato, è stato preservato dal continuo passaggio dei visitatori mediante l’inserimento di una passerella sopraelevata e traslata rispetto ad esso; L'intento progettuale riguardante il Fòro è quello di rievocarne la forma e la relazione che esso instaurava con la città e col paesaggio circostante. La scelta architettonica è ricaduta sulla riproposizione in volume dell'edificio, attraverso la semplificazione della sagoma e l'utilizzo di tecnologie moderne, senza tuttavia negare i principi compositivi romani. Tale involucro viene posizionato al di sopra del dato preesistente senza punti di contatto con esso, mentre la struttura vi poggia direttamente. Atteggiamento differente è stato adottato per la musealizzazione della Domus dei Coiedii; l’intenzione progettuale è, in questo caso, conseguenza della necessità di coprire e rendere fruibile ed apprezzabile, oltre che proteggere, l'intero scavo, in quanto le tracce risultano essere più consistenti e costituite inoltre da una ricca compagine di elementi musivi in un buono stato di conservazione. Definiti tali obiettivi è risultato necessario studiare un percorso museografico interno.

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ABITARE NUOVI SPAZI tratta della riqualificazione funzionale ed energetica di un edificio residenziale situato all’interno dell’area costruita secondo il Piano per l’Edilizia Economica e Popolare di Bologna durante gli anni ’70 e ’80. Il caso studio si trova nella zona Corticella del quartiere Navile, a nord del centro storico di Bologna. Le principali criticità riscontrate a livello urbano riguardano la frammentazione degli spazi pubblici e la scarsa qualità dei percorsi ciclo-pedonali. Nelle proposte d’intervento è stata quindi prestata particolare attenzione alla qualità degli spazi e ai percorsi esterni, vere e proprie matrici per la riqualificazione del tessuto esistente. È possibile ricondurre tali obiettivi a tre punti fondamentali: liberare, ordinare, e connettere lo spazio. Passando alla scala architettonica, le principali criticità riguardano il taglio degli alloggi, l’illuminazione e le prestazioni energetiche dell’involucro edilizio. Tenendo conto delle preesistenze, l’approccio al progetto è stato quello di conservare ed adeguare, nonché di conferire all’edificio una forte identità attraverso un progetto architettonico che preveda la definizione di nuovi spazi sia all’interno che all’esterno dell’involucro edilizio esistente. Questi si manifestano sia con l’aggiunta di importanti volumetrie che si relazionano con l’edificio come dei veri e propri “parassiti”, sia con demolizioni di alcune parti che permettono all’ambiente esterno di entrare all’interno della struttura.

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"Abitare nuovi spazi" tratta della riqualificazione funzionale ed energetica di un edificio residenziale situato all’interno dell’area costruita secondo il Piano per l’Edilizia Economica e Popolare di Bologna durante gli anni ’70 e ’80. Il caso studio si trova nella zona Corticella del quartiere Navile, a nord del centro storico di Bologna. Le principali criticità riscontrate a livello urbano riguardano la frammentazione degli spazi pubblici e la scarsa qualità dei percorsi ciclo-pedonali. Nelle proposte d’intervento è stata quindi prestata particolare attenzione alla qualità degli spazi e ai percorsi esterni, vere e proprie matrici per la riqualificazione del tessuto esistente. È possibile ricondurre tali obiettivi a tre punti fondamentali: liberare, ordinare, e connettere lo spazio. Passando alla scala architettonica, le principali criticità riguardano il taglio degli alloggi, l’illuminazione e le prestazioni energetiche dell’involucro edilizio. Tenendo conto delle preesistenze, l’approccio al progetto è stato quello di conservare ed adeguare, nonché di conferire all’edificio una forte identità attraverso un progetto architettonico che preveda la definizione di nuovi spazi sia all’interno che all’esterno dell’involucro edilizio esistente. Questi si manifestano sia con l’aggiunta di importanti volumetrie che si relazionano con l’edificio come dei veri e propri “parassiti”, sia con demolizioni di alcune parti che permettono all’ambiente esterno di entrare all’interno della struttura.

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La Editorial de este número, escrita por el Dr. Daniel Nijensohn, expresa las “Reflexiones personales" de un médico que hace 40 años vive en Norteamérica. Forma parte del adéndum de “Reflexiones Personales de Neurocirujanos Argentinos" a la “Cuarta Entrega, Neurocirujanos Argentinos en el Mundo, Nijensohn D y Savastano L" publicada en la Revista Argentina de Neurocirugía. En la sección Artículos Originales, presentamos la investigación inédita “Sexualidad en el personal de salud", ya que la práctica de profesiones relacionadas con la salud, se asocia a agotamiento físico y psicológico capaz de producir alteraciones en el plano de la sexualidad, los investigadores, mediante una encuesta valoraron el grado de satisfacción respecto a la calidad de vida sexual y otros factores relacionados con la misma, en médicos, residentes y enfermeros. En los Artículos de Revisión, publicamos “Adipocitoquinas y síndrome metabólico: rol de la visfatina en la patogenia de enfermedad cardiovascular" y “Análisis de conceptos básicos de memoria y aprendizaje ¿hasta que punto los “dogmas" cognitivos son realmente “dogmas"?" En Casos clínicos compartimos el caso de un varón de 21 años, previamente sano, que consulta con un cuadro clásico de gripe con compromiso hepático, a fin de discutir los probables mecanismos de la injuria hepática relacionados con la gripe en un paciente previamente vacunado. Por último, en el Dossier, la Prof. Dra. Marta Fracapani de Cuitiño, aborda el tema de “Capacitación profesional y su evaluación para mejorar la salud".

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En este trabajo se desarrolla el tema de los diagnósticos tempranos en los que se rotula a un niño como deficitario y de las dificultades de los adolescentes que llegan a esa etapa crítica de la vida portando algún “cartel" que los señala como un “sindrome" o un “trastorno de...". Este estigma suele dificultarles el rearmado narcisista, la relación con el grupo de pares y la salida exogámica. Se habla de la crisis adolescente y de los avatares particulares de la sexualidad en estos casos.

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Quien calla otorga, es un manual realizado en el marco de los Proyectos de Divulgación Científico – Tecnológica 2012–2013 del Consejo Nacional de Investigaciones Científicas y Técnicas (CONICET), una herramienta que acercamos a las y los operadores socio-sanitarios, a fin de promover prácticas garantizadoras de los derechos humanos. Este material proviene de un largo trayecto de investigación-acción donde desde 2011 hasta la actualidad el equipo responsable ha impulsado una serie de formaciones las cuales fueron un punto de desafío y encuentro donde confluyeron trabajadoras/es de la salud procedentes de distintas formaciones e instituciones, personal de áreas mujer, integrantes de organizaciones de la sociedad civil vinculadas a la promoción de derechos ciudadanos para las mujeres, personal judicial, entre otros; donde se pudo reflexionar en forma conjunta en torno a la cuestión de la violencia y la aplicación de la perspectiva de género, pues ella nos enfrenta a la tarea ardua de aprender desaprendiendo los gestos arraigados en la costumbre y la construcción de conocimiento en un mundo en el que es rutina naturalizar las asimetrías, las desigualdades, las relaciones de dominación y explotación en razón de la clase, del color de la piel, del género, de la sexualidad, de la edad. Quien calla otorga, en tanto va dirigido a profesionales y personal socio-sanitario, es también una forma de denunciar los silencios, las omisiones, las reproducciones de la violencia que muchas veces se constatan en y desde la intervención social y en salud. Entendemos que desde la función pública se está llamado/a no sólo a respetar, sino a garantizar los derechos humanos y en particular, el acceso a la salud y a la justicia. Para ello es necesario favorecer prácticas que terminen con el sexismo, el machismo, la discriminación por edad, sexualidad, identidad de género, procedencia étnica y clase social de quienes acuden a los servicios de salud. Así, el material que les acercamos contiene herramientas concretas tanto teóricas como reflexiones en torno a los orígenes, funcionamiento y perpetuación de la violencia de género, así como otras orientadas a la práctica tales como indicadores de detección y atención en mujeres, sus hijos e hijas, panel de recursos de atención especializada a violencia contra las mujeres en la provincia de Mendoza, panel explicativo del circuito legal y sus posibilidades, sugerencias terapéuticas, entre otros.

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A lo largo de la historia, la anticoncepción se remonta al descubrimiento de nuestros antepasados de la asociación de la práctica de relaciones sexuales y heterosexuales y la posibilidad de embarazos en mujeres fértiles, fue entonces que se vio la necesidad de controlar la reproducción y en todo caso de adecuarla al momento más favorable, facilitarla o impedirla, dependiendo de muy variadas circunstancias. Es aquí donde se produce una histórica separación de la sexualidad y la reproducción que tiene su comienzo en el siglo XVIII. Durante el cursado de la carrera de Licenciatura en Enfermería en la Facultad de Ciencias Medicas- Universidad Nacional de Cuyo, se observó que los estudiantes de la Carrera de Enfermería Universitaria, se encontraban en parejas, los cuales cursaban la misma carrera, ya sea en el mismo año o no, además se observó que existía un porcentaje de mujeres con hijos. La temática a investigar consiste en saber si los estudiantes de Enfermería, futuros profesionales de la salud y educadores de la comunidad, tienen información acerca de la importancia del uso de métodos anticonceptivos, de las ventajas y desventajas que éstos tienen, y si se sienten preparados para responder ante una sociedad que demanda información fehaciente acerca de cada uno de estos métodos, y que por distintas causas sociales, culturales, ya sean religiosas, étnicas, etarias no son abordadas con el criterio que cada persona espera, tal vez sea por esto que muchos de los estudiantes, tanto durante el cursado de la carrera como en la sociedad, sean inhibidos a satisfacer sus necesidades de aprender, aclarar los temas relacionados y llevándolos a convivir con estas dudas.

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El presente trabajo ha sido realizado en el Hospital público, Teodoro J. Schestakow, ubicado en el departamento de San Rafael. Los datos para realizar la investigación se tomaron de las consultas al servicio de obstetricia de todas las adolescentes embarazadas de 12 a 19 años. Se indagó acerca de este fenómeno, que es claramente un problema social, ya que a afecta un considerable número de mujeres adolescentes. La sexualidad es una importante dimensión en la vida humana, fuente permanente en la gestión, comunicación, afecto y satisfacción, que influye de manera diferente en el modo y la forma en que se establezca. Sin embargo, los adolescentes no están preparados para asumir una relación responsable y llegan a esta sin haber adquirido los conocimientos y valores suficientes que le aseguren una vida equilibrada y responsable. Estos jóvenes son portadores de una conducta sexual de riesgo, promiscuidad o embarazos no deseados y por último propensos a las infecciones de transmisión sexual entre otras consecuencias, de hecho se convierten en personas inestables tanto emocional como sexualmente. La adolescencia se define como una etapa entre la niñez y la edad adulta que se inicia con cambios pubertades y se caracteriza por profundas transformaciones biológicas, psicológicas y sociales. Etapa que transcurre entre los 10 y 19 años, concretándose en tres etapas, adolescencia temprana, adolescencia media y adolescencia tardía. La maternidad adolescente, es cuando ésta se presenta en dichas etapas considerada también como maternidad precoz. Esta investigación tuvo como finalidad indagar sobre aspectos personales, generales y además sobre los conocimientos sexuales de cada adolescente encuestada. Los puntos principales versaron sobre su situación educativa, religión, estado civil, lugar de procedencia, dependencia económica, lugar de atención médica, edad de la primera regla y relación sexual y conocimientos de métodos anticonceptivos. El impacto del embarazo en la adolescencia es psicosocial y se traduce en deserción escolar en su gran mayoría, desempleo, fracaso en las relaciones de pareja, mayor cantidad de niños prematuros al nacer, bajo peso y/o desnutrición. En San Rafael el incremento del embarazo y partos en edades tempranas, demuestran una creciente evolución que pasa de un 21,9% del total de nacidos en el 2011, al 36,6% en el 2012, según estadísticas cedidas por el hospital Teodoro J. Schestakow, lo que demostró un aumento de un 14,7% a año terminado.

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El proceso de reconocimiento de nuevos derechos que ha tenido lugar en Argentina en torno a temas centrales de la vida social, como lo son la reproducción y la sexualidad, ha tendido cada vez más a tomar la forma de una disputa entre distintas visiones acerca de los significados “legítimos" respecto al cuerpo y rol de la mujer, el matrimonio, la familia y la vida. La dimensión política de este conflicto se evidencia en los ámbitos de las prácticas, las creencias, los valores y las identidades. En este escenario, las posiciones antagónicas más claras son, por un lado, las ocupadas por los distintos grupos del movimiento de mujeres feministas y de minorías sexuales y, por el otro, las de la jerarquía de la Iglesia Católica y sus agrupaciones de la sociedad civil.

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Como parte de mi investigación ligada a prácticas y representaciones sobre sexualidad en jóvenes de clase media, tomo en este caso como objeto de análisis una serie de reflexiones surgidas en el contexto áulico (de un curso de primer año de Polimodal perteneciente a un colegio privado de Necochea) en relación a este tema. A partir de la observación participante, analizare las respuestas de los jóvenes a una serie de preguntas planteadas por el docente en la Clase de "Salud y Adolescencia", las que fueron contestadas individualmente por escrito y luego compartidas en un debate, en el marco de la unidad dedicada al abordaje de la "Sexualidad Adolescente". Se escogieron de entre las preguntas efectuadas aquellas ligadas al significado que adquiere la relación cuerpo/sexualidad/placer. Apuntando a lograr una "descripción integral de los usos culturales del cuerpo", -como ya lo sugería Margaret Mead en la década del 30-, el análisis se complementa con la información surgida de conversaciones informales(1) y observación participante en los distintos encuentros con el grupo. Se recurre a la Teoría de las Representaciones Sociales, enfoque que creemos muy fructífero para el abordaje de cuestiones centradas en el/los cuerpos, su experimentación, significados y vivencias. Rescatamos la noción de experiencia, concebida como un lugar donde la práctica y la representación se unen, adquiriendo un sentido particular, el cual es factible de narrar.

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La línea de investigación de la cual se desprende el presente trabajo se propone enfocar el análisis teórico y empírico en torno al papel que juegan algunas instituciones educativas en la construcción del género, es decir, en la producción, reproducción o transformación de las subjetividades y las identidades sociales y de género en el marco de las nuevas legislaciones que a nivel nacional las interpelan, o deberían hacerlo, para actualizar los aspectos cognitivos, actitudinales y emocionales que, vinculados a este proceso sociocultural, van a incidir en la vida y la salud de las personas, en la democratización de la sociedad y en la prevención y erradicación de las violencias de género, proceso en el cual las autoridades y docentes son sus principales agentes. Este trabajo se pregunta, por lo tanto por el papel de las instituciones educativas en lo que denominamos una 'educación en equidad de género'. Por 'educación en equidad de género' entendemos un proceso educativo integral que incorpora la perspectiva de género en la educación de los alumnos orientada a reducir y eliminar inequidades de género. Esta 'educación en equidad de género' alude a proporcionar elementos cognitivos, morales y simbólicos que desnaturalizan construcciones del sentido común que asocian a las mujeres a la domesticidad, maternidad y subalternidad; a las minorías sexuales con lo abyecto y anormal y a los varones con la agresividad, el dominio y la jerarquía, como sus principales funciones, roles y atributos. Se propone como objetivos indagar acciones, argumentos, y significados asociados a la educación en equidad de género entre docentes y autoridades de instituciones educativas de nivel primario y medio de gestión pública y privada, a fin de analizar cómo estos ámbitos producen y/o reproducen subjetividades e identidades genéricas. También se busca relevar y analizar experiencias realizadas en educación en equidad de género en instituciones educativas a nivel local. Desde el punto de vista metodológico, se realiza una investigación cualitativa que recupera los aportes del enfoque etnográfico, a fin de abordar la diversidad sociocultural implicada en las dinámicas de género Dado que se trata de una investigación en curso se presentan resultados preliminares encontrados en el análisis de discursos y prácticas referidos a ciertas temáticas de género presentes en las escuelas, en las distintas experiencias analizadas en instituciones educativas de nivel medio; entre ellas: las concepciones de sexualidad predominantes que se construyen; debates y experiencias en torno a la 'enseñanza' de la sexualidad y/o educación sexual en la escuela; y aquello que ciertas miradas consideran 'nuevas' prácticas y realidades presentes en las escuelas en la actualidad y que generan diversos posicionamientos, argumentos y estrategias de abordaje ante las mismas, entre ellas la cuestión de la diversidad sexual y de los embarazos de alumnas significados como situaciones que irrumpen la dinámica institucional, que hablan de un atravesamiento del contexto, un desborde hacia el interior de la institución que lo significa como ajeno a sí misma. Como primeras reflexiones a partir de los resultado obtenidos podemos pensar que el marco normativo propuesto desde el estado ha logrado instalar debates al interior de las instituciones educativas que problematizan y tensionan tanto representaciones como prácticas ya instaladas pero aún no se visibilizan cambios en la cultura institucional ni en las concepciones de género y sexualidad que habiliten para los alumno/as nuevas posibilidades de construir ciudadanía en el ámbito escolar

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Reescribir, deconstruir y resignificar el pasado de la tradición heteronormativa es una de las estrategias más usuales de la expresión de la diversidad sexual en los textos culturales. Es interesante plantear lo que ocurre con el historietista Ralf König y sus intervenciones sobre la tradición literaria y cultural de la antigüedad grecolatina clásica. Los modelos canónicos de la sexualidad son confrontados y la literatura y la tradición clásica se vuelven paródicas del binarismo y la normalidad sexual: la tematización de las relaciones intermasculinas en la antigua Grecia, los clásicos greco-latinos, la figura de Alejandro Magno y la historia del mártir san Sebastián, son todos ejemplos de tópicos y tradiciones resignificadas por König en términos queer

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Lacan en la clase 7, del seminario 20, nos presenta las fórmulas de la sexuación para que pensemos el comportamiento sexual humano. Situando cada una de estas fórmulas trataremos de dilucidar cual es la lógica Lacaneana, al momento de leer a Freud. Analizaremos como se produce el pasaje de la naturaleza a la cultura y cuales son las consecuencias de este hecho. Teniendo en cuenta, en primer lugar, a las leyes descriptas por Darwin: la selección natural que determina la supervivencia del más apto. Para que una especie sobreviva es necesario que el macho más poderoso se reproduzca la mayor cantidad de veces, con el objeto de perpetuar su descendencia. Para luego pensar con Freud y Lacan como pudo haber sido la operación lógica que instaura un nuevo orden legal, consensuado, que caracteriza a la cultura. 'Esta sustitución del poderío individual por el de la comunidad representa el paso decisivo hacia la cultura'. En este nuevo orden, a partir de esta operatoria, los nuevos jóvenes deben regular su comportamiento sexual, instaurando la ley de prohibición del incesto, en donde todas las hembras del macho dominante están prohibidas para los hijos. Situaremos también en estas proposiciónes el momento inaugural del sujeto. Un sujeto que es la consecuencia lógica de la inscripción, en una de las dos formas lógicas en la que puede decirse un humano que habita el lenguaje. Existe una legalidad discursiva, donde alguien puede decirse hombre o mujer más allá de los órganos genitales que presente. Se caracterizará el lado que se dice hombre y el lado que se dice mujer, como así también el lado del niño y el lado de la niña. El espíritu de este trabajo es mostrar como las soluciones infantiles a los enigmas de la sexualidad condicionan la vida sexual del adulto y las prácticas que éste despliegue. Cuáles son los obstáculos para poder armar una representación de los órganos genitales femeninos y que consecuencias lógicas traen aparejadas en el comportamiento sexual adulto. Para poder armar una representación del órgano femenino también tienen que estar construidas determinadas categorías mentales que permitan pensar este órgano como un espacio virtual. Ambas posiciones infantiles son asimétricas en relación al falo y ambas son construidas a partir de los significantes de lalengua, una con un significante amo que privilegia la inscripción del que se dice hombre y la otra con la ausencia de un significante privilegiado recurriendo por entero a los significantes de lalengua. Y he aquí, el no toda fálica de quien se dice mujer, la posición femenina es más allá del falo. Teniendo en cuenta que el lenguaje es una mala herramienta para la comunicación, gracias, entre otras cosas, a la polisemia del significante, que deja de manera irreductible la posibilidad del malentendido. Es que la posición sexual humana es indefinida, indeterminada y construible. En conclusión, ésta es una forma de pensar el comportamiento sexual humano como una inscripción lógica, isomórfica con la estructura del lenguaje dado que es un hecho del decir, subordinada a la ganancia de placer y regulada por la ley. Por otro lado, tenemos el planteo del Manual Diagnóstico y Estadístico de Trastornos Mentales. En este esquema, la lógica que se plantea es la de la curva normal. Donde hay una población normal, situada entre el menos un desvío y el más uno, aquí se encuentra la norma. Lo que está por fuera de esta norma es un trastornado, o sea alguien que subvierte un orden preestablecido. Entiendo que ambas lecturas del comportamiento sexual humano son válidas pero contradictorias entre sí. Cada uno de nosotros, como agentes de la salud mental, deberá pensar cual es la respuesta que le resulte más satisfactoria al momento de abordar una problemática como ésta y qué respuesta, por fuera del prejuicio, brindará a quien decida consultarnos por su padecimiento

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El abuso sexual infantil es un dato de nuestra época, su interés mediático sobre un público masivo es expresado en número creciente en las estadísticas de los últimos años como motivo de consulta médica y psicológica, o de indagación jurídico-penal. Las presentaciones actuales vinculadas al ASI resultan insuficientes a la hora de establecer un diagnostico estructural del fenómeno, señalando lo que se ha vuelto un lugar común: hablar del abuso sexual como evento traumático, como stress post-traumático y una banalización conceptual aplicados a la clínica. Las publicaciones recientes sobre el ASI ambicionan presentarlo como un verdadero cuadro clínico. Distinguen las expresiones sintomáticas estrechamente vinculadas y dependientes de un único factor etiológico: el hecho abusivo. La avidez doctrinal y nosológica de la Academia Americana de Pediatría no ofrece continuidad a la hora de hallar el ASI en el breviario de los manuales de Psiquiatría. La significativa ausencia de criterios específicos se traduce en la presencia de manifestaciones sintomáticas que abarcan desde: cambios de conducta, fobias diversas, fugas hasta la evidencia de tendencias suicidas. La sintomatología que se espera encontrar en los protocolos vigentes del ASI resultan Inespecíficos en la medida en que son síntomas que se encuentran en cualquier stress severo, y se lo vincula estrechamente con las manifestaciones clínicas del denominado stress post-traumático. Cuando se examinan las múltiples intervenciones los hallazgos en el campo de la psicopatología infantil definen el abuso sexual como un evento traumático. Se trata de curar lo traumático con una nominación que homogeniza todas las respuestas: síndrome Post Traumático que fija para todos cuales son los síntomas a partir de ese diagnostico, los criterios para su obtención y su perdurabilidad, así como su pronóstico. El trauma sexual es sustituido por la sexualidad infantil con el peso que tiene para la constitución de la estructura y la plasmación de la neurosis y donde el síntoma da cuenta de la práctica sexual de los enfermos. 'El niño es psicológicamente el padre del adulto, y las vivencias de sus primeros años poseen una significación inigualada para toda su vida posterior' El concepto de traumatismo sexual en Freud que se organiza en dos tiempos establece entre ellos la lógica del efecto póstumo del trauma que leemos como resignificación. Desde esta perspectiva discontinuista en el abordaje del trauma, para que una escena abusiva se transforme en traumática y pueda ser intervenida tiene que acompañarse de un segundo momento, que despierta la huella del evento pretérito, resignificándola como tal, es decir otorgándole coloración sexual. Nos proponemos en el presente trabajo abordar un caso de abuso infantil, a la luz de una dicotomía entre conceptos de trauma y traumatismo en el campo del psicoanálisis. Lo que nos interesa retener de la apreciación psicoanalítica acerca del concepto de trauma es de orden estrictamente clínico. En este sentido, proponemos acercar un fragmento clínico que ilustra el efecto de un acontecimiento traumático en la vida de una niña y la manera singular de dar respuesta a tal impacto. En el mismo sentido, es importante señalar el modo en que un sujeto se apropia de lo que 'le' ocurrió, bajo el supuesto que en su modalidad de respuesta se encuentra la cifra de su participación inconsciente