993 resultados para Early La Tène
Resumo:
Quelle est la différence entre un flibustier et un pirate ? Ce projet de recherche est basé sur cette question enfantine. En fait, les historiens contemporains, qui ont consacré de nombreuses pages à la « piraterie » et à la « flibuste » de l’âge moderne, n’ont pas réussi à répondre à cette – apparemment – simple question. Les reconstructions et les théories développées, en fait, ont assimilé ces deux phénomènes, en traitant les deux termes comme de simples synonymes. Mais, si cela peut être considéré comme vrai aujourd’hui, il n'était pas au cours des XVIIème et XVIIIème siècles. À l'époque, pirate était équivalent de « hostis humani generis », et comme tel craint et persécuté. Les flibustiers, au contraire, ont été considérés comme l’un des groupes les plus importants dans les premiers établissements des îles de la Mer des Caraïbes. En outre, le terme flibustier, dans la correspondance des gouverneurs français, se réfère à un élément considéré comme essentiel pour la réussite du processus de construction de la colonie, et également cruciale pour la consolidation des établissements américains. C’est donc la relation spéciale entre les flibustiers et le Nouveau Monde est l’objet de cette thèse. En utilisant une approche historico-culturel, on a essayé de contextualiser le phénomène de la flibuste dans le « processus d’américanisation » des premières communautés européennes en Amérique. La relation étroite entre les colons des établissements français de Saint-Domingue (aujourd’hui Haïti) et les nombreux espaces - économique, militaire, diplomatique, social, humain - des Caraïbes a fait des flibustiers un élément fortement « américanisé ». Grâce à la lecture des documents d'archives et les mémoires des années entre 1684 et 1727, on a reconstruit la dynamique de la relation entre ce groupe et le contexte américain, avec une attention particulière à la dynamique culturelle et sociale.
Resumo:
Negli anni Ottanta si assiste tanto nel vecchio quanto nel nuovo continente alla rinascita del movimento antinucleare. Mentre in Europa l’origine di questa ondata di proteste antinucleari è collegata alla “doppia decisione” NATO del 1979, negli Stati Uniti la genesi si colloca nel contesto dalla mobilitazione dei gruppi ambientalisti in seguito all’incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island. Dopo l’elezione di Ronald Reagan, alle proteste contro le applicazioni pacifiche dell’atomo si affiancarono quelle contro la politica nucleare del Paese. La retorica di Reagan, il massiccio piano di riarmo, unitamente al rinnovato deteriorarsi delle relazioni tra USA e URSS contribuirono a diffondere nell’opinione pubblica la sensazione che l’amministrazione Reagan, almeno da un punto di vista teorico, non avesse escluso dalle sue opzioni il ricorso alle armi nucleari nel caso di un confronto con l’URSS. I timori legati a questa percezione produssero una nuova ondata di proteste che assunsero dimensioni di massa grazie alla mobilitazione provocata dalla Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). Il target della NWFC era l’ampio programma di riarmo nucleare sostenuto da Reagan, che secondo gli attivisti nucleari, in un quadro di crescenti tensioni internazionali, avrebbe fatto aumentare le possibilità di uno scontro atomico. Per evitare lo scenario dell’olocausto nucleare, la NWFC proponeva «un congelamento bilaterale e verificabile del collaudo, dell’installazione e della produzione di armi nucleari». L’idea del nuclear freeze, che era concepito come un passo per fermare la spirale del riarmo e tentare successivamente di negoziare riduzioni negli arsenali delle due superpotenze, riscosse un tale consenso nell’opinione pubblica americana da indurre l’amministrazione Reagan a formulare una risposta specifica. Durante la primavera del 1982 fu, infatti, creato un gruppo interdipartimentale ad hoc, l’Arms Control Information Policy Group, con il compito di arginare l’influenza della NWFC sull’opinione pubblica americana e formulare una risposta coerente alle critiche del movimento antinucleare.
Resumo:
L’oggetto della ricerca è stato il processo di creazione del distretto del Comune di Reggio Emilia tra il XII e l’inizio del XIII secolo, di cui sono stati analizzati diversi aspetti salienti, così come emergono in primo luogo dall’analisi del liber iurium reggiano, il Liber grossus antiquus. L’elaborato è suddiviso in due parti. Nella prima parte si è cercato di ricostruire le vicende, i legami e il patrimonio delle famiglie rurali reggiane nel corso del XII secolo in particolare e gli aspetti caratteristici del Comune cittadino nella sua fase iniziale. Nella seconda parte ci si è concentrati sull’analisi dei caratteri più rilevanti del processo di creazione del distretto comunale reggiano: il rapporto tra i signori del contado, i Comuni rurali e il Comune urbano; la difesa e l’incremento dei Communia cittadini; la fondazione di borghi franchi e nuovi. Il Comune di Reggio Emilia tentò di annettere l’intero territorio diocesano al distretto cittadino, non riuscendoci completamente e adottando una politica territoriale diversificata a seconda dei caratteri delle zone controllate.
Resumo:
Studio storiografico condotto su fonti archivistiche, filmiche e sulla stampa locale e specializzata che ricostruisce dettagliatamente l'ambiente cittadino d'inizio Novecento nel quale si sono diffusi i primi spettacoli cinematografici, determinandone le caratteristiche e tracciandone l'evoluzione fra 1896 e 1925. L'avvento della cinematografia è strettamente connesso a un processo di modernizzazione del volto urbano, degli stili di vita, delle idee e il cinema si salda a queste istanze di rinnovamento, con una precisa ricaduta sull'immagine della città e sull'esperienza dei suoi cittadini appartenenti alle diverse classi sociali.
Resumo:
Questa ricerca indaga come il “caso Ustica” si è articolato nell’opinione pubblica italiana negli anni compresi tra il 1980 e il 1992. Con l'espressione “caso Ustica” ci si riferisce al problema politico determinato dalle vicende legate all’abbattimento dell’aereo civile DC-9 dell’Itavia, avvenuto il 27 giugno 1980 in circostanze che, come noto, furono chiarite solamente a distanza di molti anni dal fatto. L’analisi intende cogliere le specificità del processo che ha portato la vicenda di Ustica ad acquisire rilevanza politica nell’ambito della sfera pubblica italiana, in particolare prendendo in considerazione il ruolo svolto dall’opinione pubblica in un decennio, quale quello degli anni ’80 e dei primi anni ’90 italiani, caratterizzato da una nuova centralità dei media rispetto alla sfera politica. Attraverso l’analisi di un’ampia selezione di fonti a stampa (circa 1500 articoli dei principali quotidiani italiani e circa 700 articoli tratti dagli organi dei partiti politici italiani) si sono pertanto messe in luce le dinamiche mediatiche e politiche che hanno portato alla tematizzazione di una vicenda che era rimasta fino al 1986 totalmente assente dall’agenda politica nazionale. L’analisi delle fonti giudiziarie ha permesso inoltre di verificare come la politicizzazione del caso Ustica, costruita intorno alla tensione opacità/trasparenza del potere politico e all’efficace quanto banalizzante paradigma delle “stragi di Stato”, sia risultata funzionale al raggiungimento, dopo il 1990, dei primi elementi di verità sulla tragedia e all’ampiamento del caso a una dimensione internazionale.
Resumo:
La definizione di «scrittura dell’interpretazione» comprime in una sola locuzione la descrizione dell’oggetto principale del nostro studio, ovvero il problema della trascrizione musicale, descritta, non tanto come un determinato genere musicale, quanto come una ragione di osmosi e interferenze tra il fatto compositivo e quello interpretativo. Ad una traversata di quel territorio ci si appresta incentrando la trattazione intorno alla figura e all’opera del giovane compositore e direttore Bruno Maderna, autore di diverse trascrizioni della cosiddetta musica antica (dall’Odhecaton A, Monteverdi, Viadana, Frescobaldi, Legrenzi, ed altri ancora). Attraverso gli esempi presentati si intende mostrare come l’approccio maderniano alla trascrizione musicale si giustifichi a partire dalla sua stessa teoria e pratica dell’interpretazione musicale, più che in base a concetti forti definiti sul versante della scrittura, quali ad esempio quelli di analisi e parodia. Pari attenzione si offre al contesto storico degli anni in cui egli gravita, opera e si afferma come musicista (1946-1952 circa), dedicando ampio spazio alle figure di Gian Francesco Malipiero, Angelo Ephrikian e Luigi Nono, autori a loro volta di trascrizioni e revisioni di opere del Cinquecento, del Seicento e del Settecento. Intorno ai loro rapporti viene fornita una documentazione significativa, in buona parte inedita o poco conosciuta dagli studiosi, resa disponibile grazie alle ricerche d’archivio di cui si avvantaggia la nostra trattazione.
Resumo:
La tesi ha per oggetto la cultura ebraica cretese nei secoli XIV-XVI e, in particolare, l’influsso esercitato su di essa dalla cultura e dalle tradizioni degli ebrei sefarditi e ashkenaziti che cominciarono a stabilirsi sull’isola a partire dalla metà del Trecento. La tesi si basa da un lato su fonti amministrative e notarili e, dall’altro, sui manoscritti ebraici prodotti o portati a Candia nel periodo considerato. Il primo capitolo tratta della comunità ebraica nel primo Cinquecento e porta nuove notizie a proposito della geografia della zudeca, delle sue sinagoghe, della sua composizione sociale, dell’entità della sua popolazione e della biografia del principale leader spirituale e culturale attivo a Candia a quell’epoca: Elia Capsali. Il secondo capitolo offre una panoramica sull’immigrazione ebraica a Candia nei secoli XIV-XV. Il terzo capitolo esplora alcune particolarità della liturgia sinagogale elaborata dagli ebrei candioti sotto l’influsso della tradizione ashkenazita. Il quarto capitolo tratta di due liste di libri databili alla seconda metà del Quattrocento (Bologna, Biblioteca Universitaria, ms. 3574 B) e suggerisce di considerarle come indicative del peso che ebbero alcuni immigrati ebrei catalani nella diffusione della cultura medica sefardita a Candia. Il quinto capitolo è dedicato al medico, filosofo e astronomo Mosheh ben Yehudah Galiano, il quale visse a Candia tra la seconda metà degli anni Venti del Cinquecento e il 1543. L’ultimo capitolo tratta degli effetti provocati dall’epidemia di peste del 1592-95 all’interno della zudeca di Candia.
Resumo:
A shared code of connection arguably exists between two plays by Lope de VegaEl mayordomo de la duquesa de Amalfi and El perro del hortelanoand the work of Michel de Montaigne. Nevertheless, one cannot but ask: how it can be that in two works produced so close in time, the same situation is resolved so differently? Montaigne can be said to provide an answer in his Essays, explaining that a similar situation can produce wholly different results: how in the first, one is saved', and in the second, one is destroyed. One might imagine, too, that Belflor's countess and her ennobled secretary, who together sustain a lie in a society that lived by the lie, would have been likewise consoled' by a set of interlocking tropes and similitudes' in the words of Stephen Greenblatt, which linked two contemporary and complementary fashioners of human nature, Lope and Montaigne, in a discursive dialogue on how otherwise honest women and men were subject to the vice of lying in their process of self-fashioning, as well as potentially enslaved' by it.
Resumo:
High-resolution multiproxy analyses were performed on a 128 cm section of organic sediments accumulated in a small mountain lake in NW Iberia (Laguna de la Roya, 1608 m asl). The pollen stratigraphy together with radiocarbon dating provided the basis for a chronology ranging from 15,600 to 10,500 cal yr BP. Chironomid-inferred July air temperatures suggest a temperature range from 7 to 13 degrees C, also evidencing two well-established cold periods which may be equivalent to the INTIMATE stages GS-2a and GS-1. Furthermore, a number of short cold events (with summer temperatures dropping about 0.5-1 degrees C) appear intercalated within the Lateglacial Interstadial (possibly equivalent to the INTIMATE cold events GI-1d, GI-1c2 and GI-1b) and the early Holocene (possibly equivalent to the 11.2 k event). The temperature variations predicted by our reconstruction allow explaining the changes in local conditions and productivity of the lake inferred from the biological record of the same sediment core. Furthermore, they also agree with the local and regional vegetation dynamics, and the main oscillations deduced for the vegetation belts. Based on its chronology our multiproxy record indicates a similar temperature development in NW Iberia as inferred by the Greenland delta O-18 record, the marine deep-sea records off the Atlantic Iberian Margin, and other chironomid-based Lateglacial temperature reconstructions from Europe. Nevertheless, the impact of most of the less intense Lateglacial/early Holocene cold events in NW Iberia was most probably limited to very sensitive sites that were very close to ecotonal situations. Particularly, our new pollen record indicates that they were represented as three minor environmental crises occurring during the Lateglacial Interestadial in this area. The Older Dryas event (in our usage corresponding to the Aegelsee Oscillation in Central Europe and event GI-1d in central Greenland) has previously been described in this region, but its age and duration (ca 14,250-14050 cal yr BP) is now better constrained. The two subsequent stages, La Roya I (ca 13,600-13,400 cal yr BP) and La Roya II (ca 13,300-12,900 cal yr BP) have been described for first time in NW Iberia. (C) 2013 Elsevier Ltd. All rights reserved.
Resumo:
IMPORTANCE This study addresses the value of patients' reported symptoms as markers of tumor recurrence after definitive therapy for head and neck squamous cell carcinoma. OBJECTIVE To evaluate the correlation between patients' symptoms and objective findings in the diagnosis of local and/or regional recurrences of head and neck squamous cell carcinomas in the first 2 years of follow-up. DESIGN Retrospective single-institution study of a prospectively collected database. SETTING Regional hospital. PARTICIPANTS We reviewed the clinical records of patients treated for oral cavity, oropharyngeal, laryngeal, and hypopharyngeal carcinomas between January 1, 2008, and December 31, 2009, with a minimum follow-up of 2 years. MAIN OUTCOMES AND MEASURES Correlation between symptoms and oncologic status (recurrence vs remission) in the posttreatment period. RESULTS Of the 101 patients included, 30 had recurrences. Pain, odynophagia, and dysphonia were independently correlated with recurrence (odds ratios, 16.07, 11.20, and 5.90, respectively; P < .001). New-onset symptoms had the best correlation with recurrences. Correlation was better between 6 to 12 and 18 to 21 months after therapy and in patients initially treated unimodally (P < .05). Primary stage and tumor site had no effect. CONCLUSIONS AND RELEVANCE The correlation between symptoms and oncologic status is low during substantial periods within the first 2 years of follow-up. New-onset symptoms, especially pain, odynophagia, or dysphonia, better correlate with tumor recurrence, especially in patients treated unimodally.
Resumo:
OBJECTIVES: Although regular physical exercise clearly reduces cardiovascular morbidity risk, long-term endurance sports practice has been recognized as a risk factor for atrial fibrillation (AF). However, the mechanisms how endurance sports can lead to AF are not yet clear. The aim of our present study was to investigate the influence of long-term endurance training on vagal tone, atrial size, and inflammatory profile in professional elite soccer players. METHODS: A total of 25 professional major league soccer players (mean age 24+/-4 years) and 20 sedentary controls (mean age 26+/-3 years) were included in the study and consecutively examined. All subjects underwent a sports cardiology check-up with physical examination, electrocardiography, echocardiography, exercise testing on a bicycle ergometer, and laboratory analysis [standard laboratory and cytokine profile: interleukin (IL)-6, tumor necrosis factor (TNF)-alpha, IL-8, IL-10]. RESULTS: Athletes were divided into two groups according to presence or absence of an early repolarization (ER) pattern, defined as a ST-segment elevation at the J-point (STE) >/=0.1mm in 2 leads. Athletes with an ER pattern showed significantly lower heart rate and an increased E/e' ratio compared to athletes without an ER pattern. STE significantly correlated with E/e' ratio as well as with left atrial (LA) volume. The pro-inflammatory cytokines IL-6, IL-8, TNF-alpha as well as the anti-inflammatory cytokine IL-10 were significantly elevated in all soccer players. However, athletes with an ER pattern had significantly higher IL-6 plasma levels than athletes without ER pattern. Furthermore, athletes with "high" level IL-6 had significantly larger LA volumes than players with "low" level IL-6. CONCLUSIONS: Athletes with an ER pattern had significantly higher E/e' ratios, reflecting higher atrial filling pressures, higher LA volume, and higher IL-6 plasma levels. All these factors may contribute to atrial remodeling over time and thus increase the risk of AF in long-term endurance sports.
Resumo:
Aims. The OSIRIS camera onboard the Rosetta spacecraft obtained close-up views of the dust coma of comet 67P. The jet structures can be used to trace their source regions and to examine the possible effect of gas-surface interaction. Methods. We analyzed the wide-angle images obtained in the special dust observation sequences between August and September 2014. The jet features detected in different images were compared to study their time variability. The locations of the potential source regions of some of the jets are identified by ray tracing. We used a ring-masking technique to calculate the brightness distribution of dust jets along the projected distance. Results. The jets detected between August and September 2014 mostly originated in the Hapi region. Morphological changes appeared over a timescale of several days in September. The brightness slope of the dust jets is much steeper than the background coma. This might be related to the sublimation or fragmentation of the emitted dust grains. Interaction of the expanding gas flow with the cliff walls on both sides of Hapi could lead to erosion and material down-fall to the nucleus surface.