949 resultados para Twain, Mark, 1835-1910.


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Oggetto della ricerca è il tema dello spazio delle centrali idroelettriche costruite nella prima metà del Novecento dagli architetti Giovanni Muzio e Piero Portaluppi. L’individuazione del tema sorge dalla volontà di indagare quali siano stati gli sviluppi dal punto di vista architettonico all’interno di un genere così specifico durante un periodo di tempo in cui gli stili architettonici e le tendenze hanno subito stravolgimenti ed evoluzioni che ancora oggi trovano una difficile connotazione e definizione precisa. L’analisi dell’architettura delle centrali idroelettriche, effettuata ripercorrendo le principali vicende del settore idroelettrico dalla fine del secolo scorso al secondo dopoguerra, oltre a considerare il rapporto con il contesto territoriale e culturale del nostro Paese vuole prendere in considerazione anche il particolare rapporto che in più casi si è venuto a creare tra committenti e progettisti. Compito della tesi è rileggere un settore poco indagato finora e capire se vi sia stata effettivamente una evoluzione architettonica dal punto di vista tipologico o se la centrale sia stata sempre affrontata come semplice esercizio di “vestizione” di un involucro precostituito da precise esigenze tecniche. La ricerca infatti si pone come obiettivo lo studio delle centrali non solo dal punto di vista tipologico e spaziale dei suoi principali elementi, ma si pone come obiettivo anche lo studio della loro distribuzione nel sito in cui sono sorte, distribuzione che spesso ha portato alla formazione di una sorta di vera e propria “città elettrica”, in cui la composizione dei vari elementi segue una logica compositiva ben precisa. Dal punto di vista del contributo originale la ricerca vuole proporre una serie di riflessioni ed elaborati inerenti alcune centrali non ancora indagate. Nel caso specifico di Portaluppi l’apporto originale consiste nell’aver portato alla luce notizie inerenti centrali che sono sempre state poste in secondo piano rispetto le ben più note e studiate centrali della Val d’Ossola. Nel caso invece di Muzio il contributo consiste in una analisi approfondita e in una comparazione di documenti che di solito sono sempre stati pubblicati come semplice apparato iconografico, ma che messi a confronto danno una lettura di quelle che sono state le fasi e le elaborazioni progettuali apportate dall’autore. Il tema della ricerca è stato affrontato poi attraverso una lettura delle fonti dirette relative agli scritti degli autori, con una contemporanea lettura di testi, articoli e interventi tratti dalle riviste appartenenti al periodo in esame per comprendere al meglio il panorama culturale e architettonico che hanno fatto da scenario alle esperienze di entrambe le figure oggetto di studio. Infine la ricerca si è concentrata sull’analisi di alcune opere in particolare - due centrali idroelettriche per ciascun autore oggetto della tesi - scelte perché considerate rappresentative sia per impianto spaziale e tipologico, sia per le scelte compositive e stilistiche adottate. La lettura dei manufatti architettonici scelti è stata condotta con l’analisi di copie di elaborati grafici originali, foto d’epoca e altri documenti reperiti grazie ad una ricerca condotta in vari archivi. Le centrali scelte nell’ambito delle esperienze maturate da Muzio e Portaluppi sono state individuate per rappresentare il quadro relativo allo sviluppo e alla ricerca di un nuovo linguaggio formale da adottare nell’ambito dell’architettura di questi manufatti. Per entrambi i protagonisti oggetto della ricerca sono state individuate due centrali in grado di dare una visione il più possibile completa dell’evoluzione della tematica delle centrali idroelettriche all’interno della loro esperienza, prendendo in considerazione soprattutto gli aspetti legati all’evoluzione del loro linguaggio compositivo e stilistico. L’individuazione delle centrali da analizzare è stata dettata prendendo in considerazione alcuni fattori come il tipo di impianto, le relazioni e confronto con il contesto geografico e naturale e le soluzioni adottate.

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According to the latest statistics projections formulated by Eurostat, the proportion of elderly EU-27’s population aged over 65 years old is predicted to increase from 17.5 % in 2011 to 29.5 % by 2060. This "population explosion" makes extremely important to identify the different genetic and molecular mechanisms which underpin the morbidity and mortality along with new strategies able to counteract or slow down its progress. In this scenario fits the European Project MARK-AGE whose aim was to identify a robust set of biomarkers of human ageing able to discriminate between chronological and biological ageing and to derive a model for healthy ageing through the analysis of three populations from different European countries, supposed to be characterized by different ageing rate: 1. Subjects representing the “Normal” or “Physiological” aging. 2. Subjects representing the “successful” or “decelerate” aging 3. Subjects representing the “accelerated” aging. The aim of this work was to recruit and characterize volunteers, to perform an accurate analysis of the health status of elderly recruited subjects (60-79 years) verifying any possible dissimilarity in their aging trajectories, to identify a set of robust ageing biomarkers and investigate possible correlations between ageing biomarkers and health status of recruited volunteers. The model proposed by MARK-AGE Project regarding different ageing trajectories has been confirmed and several ageing biomarkers have been identified.

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It is of interest in some applications to determine whether there is a relationship between a hazard rate function (or a cumulative incidence function) and a mark variable which is only observed at uncensored failure times. We develop nonparametric tests for this problem when the mark variable is continuous. Tests are developed for the null hypothesis that the mark-specific hazard rate is independent of the mark versus ordered and two-sided alternatives expressed in terms of mark-specific hazard functions and mark-specific cumulative incidence functions. The test statistics are based on functionals of a bivariate test process equal to a weighted average of differences between a Nelson--Aalen-type estimator of the mark-specific cumulative hazard function and a nonparametric estimator of this function under the null hypothesis. The weight function in the test process can be chosen so that the test statistics are asymptotically distribution-free.Asymptotically correct critical values are obtained through a simple simulation procedure. The testing procedures are shown to perform well in numerical studies, and are illustrated with an AIDS clinical trial example. Specifically, the tests are used to assess if the instantaneous or absolute risk of treatment failure depends on the amount of accumulation of drug resistance mutations in a subject's HIV virus. This assessment helps guide development of anti-HIV therapies that surmount the problem of drug resistance.

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AIMS: To describe the procedural performance and 30-day outcomes following implantation using the 18 Fr CoreValve Revalving System (CRS) as part of the multicentre, expanded evaluation registry, 1-year after obtaining CE mark approval. METHODS AND RESULTS: Patients with symptomatic severe aortic stenosis and logistic Euroscore > or =15%, or age > or =75 years, or age > or =65 years associated with pre-defined risk factors, and for whom a physician proctor and a clinical specialist were in attendance during the implantation and who collected the clinical data, were included. From April 2007, to April 2008, 646 patients with a mean age of 81 +/- 6.6 years, mean aortic valve area 0.6 +/- 0.2 cm2, and logistic EuroSCORE of 23.1 +/- 13.8% were recruited. After valve implantation, the mean transaortic valve gradient decreased from 49.4 +/- 13.9 to 3 +/- 2 mmHg. All patients had paravalvular aortic regurgitation < or = grade 2. The rate of procedural success was 97%. The procedural mortality rate was 1.5%. At 30 days, the all-cause mortality rate (i.e, including procedural) was 8% and the combined rate of death, stroke and myocardial infarction was 9.3%. CONCLUSIONS: The results of this study demonstrate the high rate of procedural success and a low 30-day mortality in a large cohort of high-risk patients undergoing transcatheter aortic valve implantation (TAVI) with the CRS.

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