990 resultados para Tumores da fossa craniana posterior
Resumo:
Extrastriate visual cortex of the ventral-posterior suprasylvian gyrus (vPS cortex) of freely behaving cats was reversibly deactivated with cooling to determine its role in performance on a battery of simple or masked two-dimensional pattern discriminations, and three-dimensional object discriminations. Deactivation of vPS cortex by cooling profoundly impaired the ability of the cats to recall the difference between all previously learned pattern and object discriminations. However, the cats' ability to learn or relearn pattern and object discriminations while vPS was deactivated depended upon the nature of the pattern or object and the cats' prior level of exposure to them. During cooling of vPS cortex, the cats could neither learn the novel object discriminations nor relearn a highly familiar masked or partially occluded pattern discrimination, although they could relearn both the highly familiar object and simple pattern discriminations. These cooling-induced deficits resemble those induced by cooling of the topologically equivalent inferotemporal cortex of monkeys and provides evidence that the equivalent regions contribute to visual processing in similar ways.
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Il tatto assume un'importanza fondamentale nella vita quotidiana, in quanto ci permette di discriminare le caratteristiche fisiche di un oggetto specifico, di identificarlo e di eventualmente integrare le suddette informazioni tattili con informazioni provenienti da altri canali sensoriali. Questa è la componente sensoriale-discriminativa del tatto. Tuttavia quotidianamente il tatto assume un ruolo fondamentale durante le diverse interazioni sociali, positive, come quando abbracciamo o accarezziamo una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo e negative, per esempio quando allontaniamo una persona estranea dal nostro spazio peri-personale. Questa componente è la cosiddetta dimensione affettiva-motivazionale, la quale determina la codifica della valenza emotiva che l'interazione assume. Questa componente ci permette di creare, mantenere o distruggere i legami sociali in relazione al significato che il tocco assume durante l'interazione. Se per esempio riceviamo una carezza da un familiare, questa verrà percepita come piacevole e assumerà un significato affiliativo. Questo tipo di tocco è comunente definito come Tocco Sociale (Social Touch). Gli aspetti discriminativi del tatto sono stati ben caratterizzati, in quanto storicamente, il ruolo del tatto è stato considerato quello di discriminare le caratteristiche di ciò che viene toccato, mentre gli aspetti affettivi sono stati solo recentemente indagati considerando la loro importanza nelle interazioni sociali. Il tocco statico responsabile dell'aspetto discriminante attiva a livello della pelle le grandi fibre mieliniche (Aβ), modulando a livello del sistema nervoso centrale le cortecce sensoriali, sia primarie che secondarie. Questo permette la codifica a livello del sistema nervoso centrale delle caratteristiche fisiche oggettive degli oggetti toccati. Studi riguardanti le caratteristiche del tocco affiliativo sociale hanno messo in evidenza che suddetta stimolazione tattile 1) è un particolare tocco dinamico che avviene sul lato peloso delle pelle con una velocità di 1-10 cm/sec; 2) attiva le fibre amieliniche (fibre CT o C-LTMRs); 3) induce positivi effetti autonomici, ad esempio la diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca; e 4) determina la modulazione di regioni cerebrali coinvolte nella codifica del significato affiliativo dello stimolo sensoriale periferico, in particolare la corteccia insulare. Il senso del tatto, con le sue due dimensioni discriminativa e affiliativa, è quotidianamente usato non solo negli esseri umani, ma anche tra i primati non umani. Infatti, tutti i primati non umani utilizzano la componente discriminativa del tatto per identificare gli oggetti e il cibo e l'aspetto emotivo durante le interazioni sociali, sia negative come durante un combattimento, che positive, come durante i comportamenti affiliativi tra cui il grooming. I meccanismi di codifica della componente discriminativa dei primati non umani sono simili a quelli umani. Tuttavia, si conosce ben poco dei meccanismi alla base della codifica del tocco piacevole affiliativo. Pur essendo ben noto che i meccanorecettori amilienici C-LTMRs sono presenti anche sul lato peloso della pelle dei primati non umani, attualmente non ci sono studi riguardanti la correlazione tra il tocco piacevole e la loro modulazione, come invece è stato ampiamente dimostrato nell'uomo. Recentemente è stato ipotizzato (Dunbar, 2010) il ruolo delle fibre C-LTMRs durante il grooming, in particolare durante il cosiddetto swepping. Il grooming è costituito da due azioni motorie, lo sweeping e il picking che vengono eseguite in modo ritmico. Durante lo sweeping la scimmia agente muove il pelo della scimmia ricevente con un movimento a mano aperta, per poter vedere il preciso punto della pelle dove eseguire il picking, ovvero dove prendere la pelle a livello della radice del pelo con le unghie dell'indice e del pollice e tirare per rimuovere parassiti o uova di parassiti e ciò che è rimasto incastrato nel pelo. Oltre il noto ruolo igenico, il grooming sembra avere anche una importante funzione sociale affiliativa. Come la carezza nella società umana, cosi il grooming tra i primati non umani è considerato un comportamento. Secondo l'ipotesi di Dunbar l'attivazione delle C-LTMRs avverrebbe durante lo sweeping e questo porta a supporre che lo sweeping, come la carezza umana, costituisca una componente affiliativa del grooming, determinando quindi a contribuire alla sua codifica come comportamento sociale. Fino ad ora non vi è però alcuna prova diretta a sostegno di questa ipotesi. In particolare, 1) la velocità cui viene eseguito lo sweeping è compatibile con la velocità di attivazione delle fibre CT nell'uomo e quindi con la velocità tipica della carezza piacevole di carattere sociale affiliativo (1-10 cm/sec)?; 2) lo sweeping induce la stessa modulazione del sistema nervoso autonomo in direzione della modulazione del sistema vagale, come il tocco piacevole nell'uomo, attraverso l'attivazione delle fibre CT?; 3) lo sweeping modula la corteccia insulare, cosi come il tocco piacevole viene codificato come affiliativo nell'uomo mediante le proiezioni delle fibre CT a livello dell'insula posteriore? Lo scopo del presente lavoro è quella di testare l'ipotesi di Dunbar sopra citata, cercando quindi di rispondere alle suddette domande. Le risposte potrebbero consentire di ipotizzare la somiglianza tra lo sweeping, caratteristico del comportamento affiliativo di grooming tra i primati non umani e la carezza. In particolare, abbiamo eseguito 4 studi pilota. Nello Studio 1 abbiamo valutato la velocità con cui viene eseguito lo sweeping tra scimmie Rhesus, mediante una analisi cinematica di video registrati tra un gruppo di scimmie Rhesus. Negli Studi 2 e 3 abbiamo valutato gli effetti sul sistema nervoso autonomo dello sweeping eseguito dallo sperimentatore su una scimmia Rhesus di sesso maschile in una tipica situazione sperimentale. La stimolazione tattile è stata eseguita a diverse velocità, in accordo con i risultati dello Studio 1 e degli studi umani che hanno dimostrato la velocità ottimale e non ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs. In particolare, nello Studio 2 abbiamo misurato la frequenza cardiaca e la variabilità di questa, come indice della modulatione vagale, mentre nello Studio 3 abbiamo valutato gli effetti dello sweeping sul sistema nervoso autonomo in termini di variazioni di temperatura del corpo, nello specifico a livello del muso della scimmia. Infine, nello Studio 4 abbiamo studiato il ruolo della corteccia somatosensoriale secondaria e insulare nella codifica dello sweeping. A questo scopo abbiamo eseguito registrazioni di singoli neuroni mentre la medesima scimmia soggetto sperimentale dello Studio 2 e 3, riceveva lo sweeping a due velocità, una ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs secondo gli studi umani e i risultati dei tre studi sopra citati, ed una non ottimale. I dati preliminari ottenuti, dimostrano che 1) (Studio 1) lo sweeping tra scimmie Rhesus viene eseguito con una velocità media di 9.31 cm/sec, all'interno dell'intervallo di attivazione delle fibre CT nell'uomo; 2) (Studio 2) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina una diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca se eseguito alla velocità di 5 e 10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 1 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina l'aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della variabilità di questa, quindi il decremento dell'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; 3) (Studio 3) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina l'aumento della temperatura corporea a livello del muso della scimmia se eseguito alla velocità di 5-10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 5 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina la diminuzione della temperatura del muso; 4) (Studio 4) la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia insulare posteriore presentano neuroni selettivamente modulati durante lo sweeping eseguito ad una velocità di 5-13 cm/sec ma non neuroni selettivi per la codifica della velocità dello sweeping minore di 5 cm/sec. Questi risultati supportano l'ipotesi di Dunbar relativa al coinvolgimento delle fibre CT durante lo sweeping. Infatti i dati mettono in luce che lo sweeping viene eseguito con una velocità (9.31 cm/sec), simile a quella di attivazione delle fibre CT nell'uomo (1-10 cm/sec), determina gli stessi effetti fisiologici positivi in termini di frequenza cardiaca (diminuzione) e variabilità della frequenza cardiaca (incremento) e la modulazione delle medesime aree a livello del sistema nervoso centrale (in particolare la corteccia insulare). Inoltre, abbiamo dimostrato per la prima volta che suddetta stimolazione tattile determina l'aumento della temperatura del muso della scimmia. Il presente studio rappresenta la prima prova indiretta dell'ipotesi relativa alla modulazione del sistema delle fibre C-LTMRs durante lo sweeping e quindi della codifica della stimolazione tattile piacevole affiliativa a livello del sistema nervoso centrale ed autonomo, nei primati non umani. I dati preliminari qui presentati evidenziano la somiglianza tra il sistema delle fibre CT dell'uomo e del sistema C-LTMRs nei primati non umano, riguardanti il Social Touch. Nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune discrepanze tra i risultati da noi ottenuti e quelli invece ottenuti dagli studi umani. La velocità media dello sweeping è di 9.31 cm / sec, rasente il limite superiore dell’intervallo di velocità che attiva le fibre CT nell'uomo. Inoltre, gli effetti autonomici positivi, in termini di battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca e temperatura a livello del muso, sono stati evidenziati durante lo sweeping eseguito con una velocità di 5 e 10 cm/sec, quindi al limite superiore dell’intervallo ottimale che attiva le fibre CT nell’uomo. Al contrario, lo sweeping eseguito con una velocità inferiore a 5 cm/sec e superiore a 10 cm/sec determina effetti fisiologici negativo. Infine, la corteccia insula sembra essere selettivamente modulata dallo stimolazione eseguita alla velocità di 5-13 cm/sec, ma non 1-5 cm/sec. Quindi, gli studi sul sistema delle fibre CT nell’uomo hanno dimostrato che la velocità ottimale è 1-10 cm/sec, mentre dai nostri risultati la velocità ottimale sembra essere 5-13 cm / sec. Quindi, nonostante l'omologia tra il sistema delle fibre CT nell'umano deputato alla codifica del tocco piacevole affiliativo ed il sistema delle fibre C-LTMRs nei primati non umani, ulteriori studi saranno necessari per definire con maggiore precisione la velocità ottimale di attivazione delle fibre C-LTMR e per dimostrare direttamente la loro attivazione durante lo sweeping, mediante la misurazione diretta della loro modulazione. Studi in questa direzione potranno confermare l'omologia tra lo sweeping in qualità di tocco affiliativo piacevole tra i primati non umani e la carezza tra gli uomini. Infine, il presente studio potrebbe essere un importante punto di partenza per esplorare il meccanismo evolutivo dietro la trasformazione dello sweeping tra primati non umani, azione utilitaria eseguita durante il grooming, a carezza, gesto puramente affiliativo tra gli uomini.
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INTRODUÇÃO: Tumores indutores de osteomalácia (TIOs) são raros, geralmente apresentam origem mesenquimal, têm produção excessiva de fosfatoninas sendo a mais comum o FGF23 (Fibroblast Growth Factor 23) que, em níveis elevados, provoca osteomalácia hipofosfatêmica. A cura dos TIOs envolve a remoção completa do tumor, o que torna essencial sua localização. OBJETIVOS: (1) caracterizar nove pacientes com TIO ao diagnóstico e avaliá-los evolutivamente em longo prazo; (2) avaliar a eficácia da cintilografia com Octreotida (Octreoscan®) e a da cintilografia de corpo inteiro com Mibi (MIBI) na detecção dos TIOs. MÉTODOS: O acompanhamento dos pacientes consistiu na avaliação clínica, na avaliação laboratorial com ênfase no metabolismo ósseo e na realização de exames de imagem para caracterização das deformidades esqueléticas. Para a localização dos TIOs, os pacientes foram submetidos a exames de Octreoscan®, MIBI, ressonância magnética (RM) e tomografia computadorizada (TC). RESULTADOS: O período de observação dos pacientes variou de dois a 25 anos. Ao diagnóstico, todos exibiam fraqueza muscular, dores ósseas e fraturas de fragilidade. Em relação à avaliação laboratorial, apresentavam: hipofosfatemia com taxa de reabsorção tubular de fosfato reduzida, fosfatase alcalina aumentada e níveis elevados de FGF23. O Octreoscan® permitiu a identificação dos TIOs nos nove pacientes e o MIBI possibilitou a localização dos TIOs em seis pacientes, sendo que ambos os exames foram concordantes entre si e com os exames topográficos (RM ou TC). Os achados histopatológicos das lesões dos nove pacientes confirmaram tratar-se de oito tumores mesenquimais fosfatúricos (PMTs) benignos e um PMT maligno. Após a primeira intervenção cirúrgica para a remoção dos TIOs, quatro pacientes encontram-se em remissão da doença e cinco evoluíram com persistência tumoral. Dos cinco, quatro foram reoperados e um aguarda nova cirurgia. Dos que foram reoperados, um paciente se mantém em remissão da doença, um foi a óbito por complicações clínicas, uma teve doença metastática e o último apresentou recidiva tumoral três anos após a segunda cirurgia. Deformidades ósseas graves foram observadas nos pacientes cujo diagnóstico e/ou tratamento clínico foram tardios. O tratamento da osteomalácia foi iniciado com fosfato e perdurou até a ressecção tumoral, tendo sido reintroduzido nos casos de persistência/recidiva tumoral. Quatro pacientes que fizerem uso regular desse medicamento por mais de seis anos evoluíram com hiperparatireoidismo terciário (HPT). CONCLUSÕES: O estudo revelou que tanto o Octreoscan® como o MIBI foram capazes de localizar os TIOs. Por isso, incentivamos a realização do MIBI nos locais onde o Octreoscan® não for disponível. Uma equipe experiente é indispensável para o sucesso cirúrgico visto que os tumores, embora benignos, costumam ser infiltrativos. Recomendamos o seguimento por tempo indeterminado em função do risco de recidiva tumoral. Assim como o FGF23, consideramos o fósforo um excelente marcador de remissão, persistência e recidiva dos TIOs. O diagnóstico e o tratamento precoce são fundamentais para a melhora dos sintomas podendo minimizar as deformidades esqueléticas e as sequelas ósseas. O uso prolongado do fosfato no tratamento da osteomalácia hipofosfatêmica foi associado ao desenvolvimento do HPT
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La neuralgia del trigémino (NT) es un síndrome doloroso facial caracterizado por un dolor neuropático paroxístico irradiado al territorio sensitivo del nervio trigémino. A lo largo de las últimas décadas la creciente evidencia experimental y clínica ha contribuido a establecer la teoría de una compresión neurovascular (CNV) del nervio trigémino como causa fundamental de este trastorno. Esta teoría apoya el tratamiento quirúrgico de la NT mediante una descompresión microvascular (DMV). Actualmente la DMV es aceptada como la primera opción de tratamiento quirúrgico de la NT refractaria a tratamiento médico. Pese a la cantidad de trabajos que analizan la utilidad de la RM preoperatoria con secuencias de alta resolución volumétricas potenciadas en T2 (RM 3DT2), no hay unanimidad respecto a la precisión de estas secuencias de RM para el diagnóstico y la caracterización de una posible CNV en pacientes con NT refractaria candidatos a tratamiento mediante DMV...
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Tradicionalmente, la literatura ha evidenciado debilidades en el sistema de revisión por pares en el ámbito de los artículos publicados en revistas. Hasta la fecha apenas se ha dedicado atención a estas debilidades en el campo de los congresos. Este trabajo examina los factores determinantes de las evaluaciones por pares que reciben las comunicaciones de los congresos a partir de las características de sus autores y del propio manuscrito. Asimismo, analiza la relación existente entre el grado de aceptación/rechazo de las comunicaciones y la calidad de las publicaciones posteriores que se derivan de las mismas. Los resultados obtenidos en un congreso de marketing evidencian que la orientación cuantitativa, las referencias bibliográficas y las notas a pie de página influyen en la evaluación por pares de las comunicaciones. Además, se detecta que aquellas comunicaciones que son aceptadas para su presentación en el congreso, posteriormente resultan publicadas en revistas de mayor calidad.
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Presentamos un caso de pérdida de agudeza visual unilateral no explicable por factores corneales o retinianos en el que se detecta un lenticono posterior mediante tecnología de cámara Scheimpflug. En concreto, se trata de una paciente de 7 años de edad que acude con una disminución de la agudeza visual del ojo derecho desde hacía tres años. La agudeza visual del ojo derecho en lejos es de 0,3 con la mejor corrección y de cerca de 0,8. Se observaron reflejos retinoscópicos en tijera, así como la presencia de una pequeña opacidad lenticular polar posterior mediante biomicroscopía. No tenía antecedentes de patología ocular ni presentaba ninguna alteración compatible con el síndrome de Alport o el síndrome de Morning Glory, así como tampoco presentaba ningún tipo de alergia. Mediante un análisis con un sistema basado en tecnología de cámara Scheimpflug se pudo detectar un encurvamiento de la cara posterior del cristalino, confirmando el diagnóstico de lenticono posterior. La pérdida visual puede ser debida a que el lenticono se encuentra en la zona paracentral del cristalino, pudiendo también contribuir la opacidad congénita del cristalino. En conclusión, el ópticooptometrista, como primer eslabón en la atención visual primaria, puede pensar en el potencial diagnóstico de lenticono cuando no existe una pérdida de agudeza visual sin causa corneal, retiniana o refractiva que lo justifique, siendo la tecnología de cámara Scheimpflug muy útil para la confirmación del diagnóstico.
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Purpose To evaluate visual, optical, and quality of life (QoL) outcomes and intercorrelations after bilateral implantation of posterior chamber phakic intraocular lenses. Methods Twenty eyes with high to moderate myopia of 10 patients that underwent PRL implantation (Phakic Refractive Lens, Carl Zeiss Meditec AG) were examined. Refraction, visual acuity, photopic and low mesopic contrast sensitivity (CS) with and without glare, ocular aberrations, as well as QoL outcomes (National Eye Institute Refractive Error Quality of Life Instrument-42, NEI RQL-42) were evaluated at 12 months postoperatively. Results Significant improvement in uncorrected (UDVA) and best-corrected distance (CDVA) visual acuities were found postoperatively (p < 0.01), with significant reduction in spherical equivalent (p < 0.01). Low mesopic CS without glare was significantly better than measurements with glare for 1.5, 3, and 6 cycles/degree (p < 0.01). No significant correlations between higher order root mean square (RMS) with CDVA (r = −0.26, p = 0.27) and CS (r ≤ 0.45, p ≥ 0.05) were found. Postoperative binocular photopic CS for 12 cycles/degree and 18 cycles/degree correlated significantly with several RQL-42 scales. Glare index correlated significantly with CS measures and scotopic pupil size (r = −0.551, p = 0.04), but not with higher order RMS (r = −0.02, p = 0.94). Postoperative higher order RMS, postoperative primary coma and postoperative spherical aberration was significant higher for 5-mm pupil diameter (p < 0.01) compared with controls. Conclusions Correction of moderate to high myopia by means of PRL implantation had a positive impact on CS and QoL. The aberrometric increase induced by the surgery does not seem to limit CS and QoL. However, perception of glare is still a relevant disturbance in some cases possibly related to the limitation of the optical zone of the PRL.
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Background To analyze and compare the relationship between anterior and posterior corneal shape evaluated by a tomographic system combining the Scheimpflug photography and Placido-disc in keratoconus and normal healthy eyes, as well as to evaluate its potential diagnostic value. Methods Comparative case series including a sample of 161 eyes of 161 subjects with ages ranging from 7 to 66 years and divided into two groups: normal group including 100 healthy eyes of 100 subjects, and keratoconus group including 61 keratoconus eyes of 61 patients. All eyes received a comprehensive ophthalmologic examination including an anterior segment analysis with the Sirius system (CSO). Antero-posterior ratios for corneal curvature (k ratio) and shape factor (p ratio) were calculated. Logistic regression analysis was used to evaluate if some antero–posterior ratios combined with other clinical parameters were predictors of the presence of keratoconus. Results No statistically significant differences between groups were found in the antero–posterior k ratios for 3-, 5- and 7-mm diameter corneal areas (p ≥ 0.09). The antero–posterior p ratio for 4.5- and 8-mm diameter corneal areas was significantly higher in the normal group than in the keratoconus group (p < 0.01). The k ratio for 3, 5, and 7 mm was significantly higher in the keratoconus grade IV subgroup than in the normal group (p < 0.01). Furthermore, significant differences were found in the p ratio between the normal group and the keratoconus grade II subgroup (p ≤ 0.01). Finally, the logistic regression analysis identified as significant independent predictors of the presence of keratoconus (p < 0.01) the 8-mm anterior shape factor, the anterior chamber depth, and the minimal corneal thickness. Conclusions The antero-posterior k and p ratios are parameters with poor prediction ability for keratoconus, in spite of the trend to the presence of more prolate posterior corneal surfaces compared to the anterior in keratoconus eyes.
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Implantation of phakic intraocular lenses (pIOLs) is a reversible refractive procedure, preserving the patient’s accommodative function with minimal induction of higher order aberrations compared with corneal photoablative procedures. Despite this, as an intraocular procedure, it has potential risks such as cataracts, chronic uveitis, pupil ovalization, corneal endothelial cell loss, pigmentary dispersion syndrome, pupillary block glaucoma, astigmatism, or endophthalmitis. Currently, only two models of posterior chamber pIOLs are commercially available, the implantable collammer lens (STAAR Surgical Co.) and the phakic refractive lens (PRL; Zeiss Meditec). The number of published reports on the latter is very low, and some concerns still remain about its long-term safety. The present article reviews the published literature on the outcomes after PRL implantation in order to provide a general overview and evaluate its real potential as a surgical refractive option.
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Presentamos un caso de ambliopía unilateral en una paciente de 7 años, no existiendo alteraciones refractivas, corneales o retinianas que lo justifiquen. La exploración mediante tecnología de cámara Scheimpflug permitió el diagnóstico de un Ienticono posterior asociado a una pequeña catarata congénita polar posterior. El estudio aberrométrico reveló la importancia óptica de dicha condición como causante de la ambliopía en este caso.
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Purpose: To evaluate the correlation of the magnitude of corneal toricity and power vector components of both corneal surfaces measured with a Scheimpflug photography-based system. Methods: A total of 117 healthy normal eyes of 117 subjects selected randomly with ages ranging from 7 to 80 years were included. All eyes received an anterior segment and corneal analysis with the Sirius system (CSO) evaluating the anterior and posterior mean toricity for 3 and 7 mm (aAST and pAST). The vector components J0 and J45 as well as the overall strength blur (B) were calculated for each keratometric measurement using the procedure defined by Thibos and Horner. Results: The coefficient of correlation between aAST and pAST was 0.52 and 0.62 and the mean anteroposterior ratio for toricity was 0.46 ± 0.39 and 0.57 ± 0.75 for 3 and 7 mm, respectively. These ratios correlated significantly with aAST, anterior corneal J0, and manifest refraction J0 (r ≥ 0.39, P < 0.01). The coefficient of correlation was 0.69 and 0.81 between anterior and posterior J0 for 3 and 7 mm, respectively. For J45, the coefficients were 0.62 and 0.71, respectively. The linear regression analysis revealed that the pAST and power vectors could be predicted from the anterior corneal data (R2 ≥ 0.40, P < 0.01). Conclusions: The toricity and astigmatic power vector components of the posterior corneal surface in the human healthy eye are related to those of the anterior and therefore can be predicted consistently from the anterior toricity and astigmatic power vectors.
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Purpose: To evaluate the correlation of the mean curvature and shape factors of both corneal surfaces for different corneal diameters measured with the Scheimpflug photography–based system in keratoconus eyes. Methods: A total of 61 keratoconus eyes of 61 subjects, aged 14 to 64 years, were included in this study. All eyes received a comprehensive ophthalmologic examination including anterior segment and corneal analysis with the Sirius system (CSO): anterior and posterior mean corneal radius for 3, 5, and 7 mm (aKM, pKM), anterior and posterior mean shape factor for 4.5 and 8 mm (ap, pp), central and minimal corneal thickness, and anterior chamber depth. Results: Mean aKM/pKM ratio around 1.20 (range, 0.95–1.48) was found for all corneal diameters (P = 0.24). Weak but significant correlations of this ratio with pachymetric parameters were found (r between −0.28 and −0.34, P < 0.04). The correlation coefficient between aKM and pKM was ≥0.92 for all corneal diameters. A strong and significant correlation was also found between ap and pp (r ≥ 0.86, P < 0.01). The multiple regression analysis revealed that central pKM was significantly correlated with aKM, central corneal thickness, anterior chamber depth, and spherical equivalent (R2 ≥ 0.88, P < 0.01) and that 8 mm pp was significantly correlated with 8 mm ap and age (R2 = 0.89, P < 0.01). Conclusions: Central posterior corneal curvature and shape factor in the keratoconus eye can be consistently predicted from the anterior corneal curvature and shape factor, respectively, in combination with other anatomical and ocular parameters.
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La subsidencia del terreno es un riesgo natural consistente en el hundimiento de la superficie terrestre que genera importantes pérdidas económicas y gran alarma social. La subsidencia del terreno puede deberse a numerosas causas, entre ellas la extracción de agua de un acuífero, que se manifiestan en la superficie del terreno mediante deformaciones verticales que pueden variar desde pocos milímetros hasta varios metros a lo largo de periodos de tiempo que varían desde minutos hasta años. El presente trabajo muestra el caso real de un edificio de sótano, bajo y cinco plantas situado en el casco urbano de Murcia (España), seriamente afectado por asientos diferenciales inducidos por la subsidencia del terreno por descenso del nivel piezométrico. El edificio, construido entre 1983 y 1986, está cimentado por medio de una losa de hormigón armado que apoya sobre un estrato de arcillas limosas de consistencia blanda. Los primeros daños se manifiestan en 1995, coincidiendo con la sequía que aquejó a la vega de Murcia entre 1991 y 1995 y que produjo descensos generalizados del nivel freático del orden de 8 m de media y que en el presente caso alcanzan los 10 m, lo que se traduce en importantes asientos de consolidación que han afectado sensiblemente a la estructura. Con objeto de estabilizar la estructura se realizó un recalce de la cimentación mediante micropilotes. Un posterior seguimiento de la estructura mediante un plan de auscultación, ha puesto de manifiesto la validez del refuerzo proyectado.
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Trabalho Final do Curso de Mestrado Integrado em Medicina, Faculdade de Medicina, Universidade de Lisboa, 2014