Gestione di un progetto complesso per la transizione verso il consumo sostenibile di acqua nella scuola di Ingegneria e Architettura dell' Università di Bologna

Oggetto di questa tesi è stato quello di investigare il consumo di acqua sostenibile in un’organizzazione complessa come è l’Università di Bologna, con particolare riferimento alla realtà della Scuola di Ingegneria ed Architettura di via Terracini. Successivamente viene analizzato l’approccio della transizione, che comprende modalità e strumenti con cui si realizza il cambiamento all’interno della struttura sociale. Tra questi emerge il modello di cambiamento proposto dalla teoria di Transition Management, che sottolinea il ruolo fondamentale svolto dagli esperimenti di transizione nella realizzazione del cambiamento.Viene perciò proposta la teoria del Project management come vero e proprio strumento con il quale analizzare il progetto "Casa dell'acqua".

Riprogettazione del processo di sviluppo nuovo prodotto - il caso Umbra Cuscinetti S.p.A

Questo lavoro di tesi nasce dall’opportunità di un tirocinio della durata di sei mesi presso Umbra Cuscinetti S.p.A., importante azienda leader nel settore aeronautico e industriale per la realizzazione di Cuscinetti a sfera, Viti a ricircolo di sfere e Attuatori Elettromeccanici (EMA). L’ambito di riferimento è quello del Processo di Sviluppo Nuovo Prodotto per la linea di Business EMA. La linea ha completato la fase “pionieristica” che ne ha segnato l’ingresso in un nuovo settore industriale e, oggi, ha la necessità di procedere ad una razionalizzazione delle proprie attività allo scopo di supportare al meglio i programmi di sviluppo. I prodotti della linea presentano un elevato grado di innovazione e non essendo standardizzati, richiedono una gestione oculata in tutti gli aspetti di costo, tempo e qualità. I progetti finora intrapresi non hanno soddisfatto appieno le aspettative per questa linea, le cui potenzialità sono molto elevate; da qui la necessità di una riprogettazione di tutto il processo. L’analisi è stata condotta mediante la metodologia DMAIC e prevede come obiettivo l’inserimento del Project Management come nuova metodologia di gestione del processo.

Modello di valutazione e selezione delle iniziative commerciali da inserire in portafoglio. Il caso Astaldi Group.

All’interno di questo elaborato di tesi verrà proposto un Modello di Valutazione e Selezione delle Iniziative commerciali, costruito nel corso dell’esperienza di stage presso la società Astaldi. Nella parte iniziale del lavoro, verranno presentati dei concetti teorici che costituiscono il presupposto e la base per la costruzione del Modello. Il background di riferimento è quello di un’azienda che lavora nel mondo delle costruzioni, sviluppando progetti complessi a livello internazionale. Nel primo capitolo, dopo una breve introduzione sul Project Management, si prenderà in esame l’ambiente multiproject, un ambiente nel quale gran parte delle aziende si trova ad operare e nel quale opera anche l’Astaldi. Successivamente, partendo da queste considerazioni legate all’ambiente multi-progetto, verranno descritte le potenzialità ed i vantaggi di un approccio Project Portfolio Management, come evoluzione naturale del Project Management. Nell’ambito del Project Portfolio Management, verrà analizzata l’importanza del processo di selezione dei progetti per la costruzione del portafoglio e le relative tecniche di selezione. Nel secondo capitolo verranno presentate le Misure e gli Indicatori di performance definiti in letteratura. Verranno anche introdotti dei possibili Indicatori di Valutazione, la cui misurazione è particolarmente legata al Project Life Cycle: questi verranno fatti propri all’interno del Modello presentato che darà come output, proprio un Indicatore di Valutazione ex-ante del progetto. Nel terzo capitolo verrà illustrata la società Astaldi al fine di comprendere il più possibile il contesto in cui e per cui si è costruito tale Modello. Nel quarto ed ultimo capitolo sarà analizzato il Modello stesso, descrivendo le modalità con cui è stato realizzato, le modalità operative per la sua applicazione ed alcuni esempi esplicativi del suo utilizzo.

Produktvorstellung „scholarz.net“

Eine neue Forschungs-Plattform bietet erstmals eine Kombination aus privatem Daten- und Literaturmanagement mit sozialen Werkzeugen wie Wikis, Projektmanagement und Netzwerk. „scholarz.net“ überträgt die Erfolgsprinzipien des Web 2.0 auf die Forschung und macht die neuen technischen Möglichkeiten für die Wissenschaft fruchtbar.

Generisches Framework Studi-App

Mit der Idee eines generischen, an vielfältige Hochschulanforderungen anpassbaren Studierenden-App-Frameworks haben sich innerhalb des Arbeitskreises Web der ZKI ca. 30 Hochschulen zu einem Entwicklungsverbund zusammengefunden. Ziel ist es, an den beteiligten Einrichtungen eine umfassende Zusammenstellung aller elektronischen Studienservices zu evaluieren, übergreifende Daten- und Metadatenmodelle für die Beschreibung dieser Dienste zu erstellen und Schnittstellen zu den gängigen Campusmanagementsystemen sowie zu Infrastrukturen der elektronischen Lehre (LMS, Druckdienste, elektronischen Katalogen usw.) zu entwickeln. In einem abschließenden Schritt werden auf dieser Middleware aufsetzende Studienmanagement-Apps für Studierende erstellt, die die verschiedenen Daten- und Kommunikationsströme der standardisierten Dienste und Kommunikationskanäle bündeln und in eine für den Studierenden leicht zu durchschauende, navigationsfreundliche Aufbereitung kanalisiert. Mit der Konzeption eines dezentralen, über eine Vielzahl von Hochschulen verteilten Entwicklungsprojektes unter einer zentralen Projektleitung wird sichergestellt, dass redundante Entwicklungen vermieden, bundesweit standardisierte Serviceangebote angeboten und Wissenstransferprozesse zwischen einer Vielzahl von Hochschulen zur Nutzung mobiler Devices (Smartphones, Tablets und entsprechende Apps) angeregt werden können. Die Unterstützung der Realisierung klarer Schnittstellenspezifikationen zu Campusmanagementsystemen durch deren Anbieter kann durch diese breite Interessensgemeinschaft ebenfalls gestärkt werden. Weiterhin zentraler Planungsinhalt ist ein Angebot für den App-Nutzer zum Aufbau eines datenschutzrechtlich integeren, persönlichen E-Portfolios. Details finden sich im Kapitel Projektziele weiter unten.

RNA binding characteristics and overall topology of the vaccinia virus polyadenylation complex

mRNA 3′ polyadenylation is central to mRNA biogenesis in prokaryotes and eukaryotes, and is implicated in numerous aspects of mRNA metabolism, including efficiency of mRNA export from the nucleus, message stability, and initiation of translation. However, due to the great complexity of the eukaryotic polyadenylation apparatus, the mechanisms of RNA 3 ′ end processing have remained elusive. Although the RNA processing reactions leading to polyadenylated messenger RNA have been studied in many systems, and much progress has been made, a complete understanding of the biochemistry of the poly(A) polymerase enzyme is still lacking. My research uses Vaccinia virus as a model system to gain a better understanding of this complicated polyadenylation process, which consist of RNA binding, catalysis and polymerase translocation. ^ Vaccinia virus replicates in the cytoplasm of its host cell, so it must employ its own poly(A) polymerase (PAP), a heterodimer of two virus encoded proteins, VP55 and VP39. VP55 is the catalytic subunit, adding 30 adenylates to a non-polyadenylated RNA in a rapid processive manner before abruptly changing to a slow, non-processive mode of adenylate addition and dissociating from the RNA. VP39 is the stimulatory subunit. It has no polyadenylation catalytic activity by itself, but when associated with VP55 it facilitates the semi-processive synthesis of tails several hundred adenylates in length. ^ Oligonucleotide selection and competition studies have shown that the heterodimer binds a minimal motif of (rU)2 (N)25 U, the “heterodimer binding motif”, within an oligonucleotide, and its primer selection for polyadenylation is base-type specific. ^ Crosslinking studies using photosensitive uridylate analogs show that within a VP55-VP39-primer ternary complex, VP55 comes into contact with all three required uridylates, while VP39 only contacts the downstream uridylate. Further studies, using a backbone-anchored photosensitive crosslinker show that both PAP subunits are in close proximity to the downstream −10 to −21 region of 50mer model primers containing the heterodimer binding motif. This equal crosslinking to both subunits suggests that the dimerization of VP55 and VP39 creates either a cleft or a channel between the two subunits through which this region of RNA passes. ^ Peptide mapping studies of VP39 covalently crosslinked to the oligonucleotide have identified residue R107 as the amino acid in close proximity to the −10 uridylate. This helps us project a conceptual model onto the known physical surface of this subunit. In the absence of any tertiary structural data for VP55, we have used a series of oligonucleotide selection assays, as well as crosslinking, nucleotide transfer assays, and gel shift assays to gain insight into the requirements for binding, polyadenylation and translocation. Collectively, these data allow us to put together a comprehensive model of the structure and function of the polyadenylation ternary complex consisting of VP39, VP55 and RNA. ^

Hazardous air pollutants and childhood lymphohematopoietic cancer in Southeast Texas, 1995--2004

Southeast Texas, including Houston, has a large presence of industrial facilities and has been documented to have poorer air quality and significantly higher cancer rates than the remainder of Texas. Given citizens’ concerns in this 4th largest city in the U.S., Mayor Bill White recently partnered with the UT School of Public Health to determine methods to evaluate the health risks of hazardous air pollutants (HAPs). Sexton et al. (2007) published a report that strongly encouraged analytic studies linking these pollutants with health outcomes. In response, we set out to complete the following aims: 1. determine the optimal exposure assessment strategy to assess the association between childhood cancer rates and increased ambient levels of benzene and 1,3-butadiene (in an ecologic setting) and 2. evaluate whether census tracts with the highest levels of benzene or 1,3-butadiene have higher incidence of childhood lymphohematopoietic cancer compared with census tracts with the lowest levels of benzene or 1,3-butadiene, using Poisson regression. The first aim was achieved by evaluating the usefulness of four data sources: geographic information systems (GIS) to identify proximity to point sources of industrial air pollution, industrial emission data from the U.S. EPA’s Toxic Release Inventory (TRI), routine monitoring data from the U.S. EPA Air Quality System (AQS) from 1999-2000 and modeled ambient air levels from the U.S. EPA’s 1999 National Air Toxic Assessment Project (NATA) ASPEN model. Further, once these four data sources were evaluated, we narrowed them down to two: the routine monitoring data from the AQS for the years 1998-2000 and the 1999 U.S. EPA NATA ASPEN modeled data. We applied kriging (spatial interpolation) methodology to the monitoring data and compared the kriged values to the ASPEN modeled data. Our results indicated poor agreement between the two methods. Relative to the U.S. EPA ASPEN modeled estimates, relying on kriging to classify census tracts into exposure groups would have caused a great deal of misclassification. To address the second aim, we additionally obtained childhood lymphohematopoietic cancer data for 1995-2004 from the Texas Cancer Registry. The U.S. EPA ASPEN modeled data were used to estimate ambient levels of benzene and 1,3-butadiene in separate Poisson regression analyses. All data were analyzed at the census tract level. We found that census tracts with the highest benzene levels had elevated rates of all leukemia (rate ratio (RR) = 1.37; 95% confidence interval (CI), 1.05-1.78). Among census tracts with the highest 1,3-butadiene levels, we observed RRs of 1.40 (95% CI, 1.07-1.81) for all leukemia. We detected no associations between benzene or 1,3-butadiene levels and childhood lymphoma incidence. This study is the first to examine this association in Harris and surrounding counties in Texas and is among the first to correlate monitored levels of HAPs with childhood lymphohematopoietic cancer incidence, evaluating several analytic methods in an effort to determine the most appropriate approach to test this association. Despite recognized weakness of ecologic analyses, our analysis suggests an association between childhood leukemia and hazardous air pollution.^

Age determination with strontium isotopes on sediment core CRP-1 from the Ross Sea, Antarctica

Strontium isotope stratigraphy was used to date five discrete horizons within CRP-1. Early and late Quaternary (0.87-1.3 Ma and 0-0.67 Ma respectively) age sediments overlie a major sequence boundary at 43.15 meters below sea floor (mbsf). This hiatus is estimated to account for ~16 m.y. of missing section. Early Miocene (16.6-~20.8-25 Ma) age deposits below this boundary are in turn cut by multiple erosion surface representing hiatus is of between 0.2 and 1.2 m.y. Estimated minimum sedimentation rates range between 0.9 and 2.8 cm/k.y. in the Quaternary, and 1.5 and 6.4 cm/ky in the lower Miocene.