999 resultados para INDUSTRIA DEL GAS


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È stata studiata la reattività di sistemi catalitici a base di ossidi misti di V e Fe per la reazione di metilazione del fenolo in fase gas con metanolo. Questi sistemi promuovono efficacemente la deidrogenazione del metanolo a formaldeide, ciò conferisce loro una grande attività e non è stata osservata alcuna disattivazione nei tempi di reazione tenuti. I principali prodotti ottenuti sono 2,6-xilenolo e o-cresolo. Il catalizzatore, inizialmente costituito da FeVO4 subisce, durante le prime fasi di reazione, una progressiva riduzione, fino all’ottenimento di una fase spinello stabile costituita da coulsonite FeV2O4 e magnetite.

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A causa delle questioni economiche ed ambientali legate alla sostenibilità dei processi petrolchimici, recentemente l'industria chimica ha focalizzato il proprio interesse nello sviluppo di processi per la produzione di chemicals, che utilizzino materiali di partenza rinnovabili. L'etanolo, prodotto per via fermentativa, sembra essere uno dei bio-building block più promettenti e versatili e può essere utilizzato per numerose applicazioni. È noto da tempo che l’etanolo può reagire su catalizzatori costituiti da ossidi misti con caratteristiche acido-base a dare numerosi composti chimici tra cui acetaldeide, 1,3-butadiene, 1-butanolo e 2-butenale. Nonostante il lungo impiego dell’etanolo nell’industria chimica, il meccanismo di formazione di composti C4 a partire da etanolo è ancora però materia di dibattito. Il meccanismo generalmente accettato si basa sulle seguenti reazioni chiave: deidrogenazione di etanolo ad acetaldeide e condensazione aldolica di due molecole di acetaldeide. Tuttavia in letteratura sono riportate anche altre proposte alternative. In questo lavoro è stato studiato il processo di trasformazione di etanolo su catalizzatori a base di MgO e sistemi misti Mg/SiO, attraverso esperimenti di reattività condotti in un micro-impianto da laboratorio, al fine di fare chiarezza sul meccanismo di formazione di composti C4 a partire da etanolo. In particolare è stato condotto uno studio meccanicistico utilizzando MgO come catalizzatore modello, materiale che possiede esclusivamente proprietà basiche, ritenute essenziali per catalizzare la condensazione di molecole C2. Inoltre, è stata investigata l’influenza delle caratteristiche acido-base del catalizzatore sulla selettività del processo di conversione di etanolo, studiandone la reattività su materiali costituiti da ossidi misti Mg/Si/O, con diverso rapporto atomico tra i due cationi.

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Per massimizzare la quantità di H2 nel gas di sintesi ottenuto dal processo di Steam Reforming (SR) si utilizza la reazione di Water Gas Shift (WGS): CO + H2O ⇆ CO2 + H2 ∆H0298 = - 41,2 KJ/mol Sulla base di sistemi catalitici Cu/Zn/Al si è cercato di modificarne la composizione per ottenere catalizzatori attivi e stabili in un intervallo di temperatura tra 350-450 °C, (High Temperature Shift o HTS), al fine di sostituire i tradizionali sistemi a base di Fe/Cr, in relazione alle limitazioni ambientali all’utilizzo del Cr e per poter operare con valori inferiori del rapporto S/DG. Si sono inoltre studiate le caratteristiche dei catalizzatori e le condizioni di reazione che favoriscono la produzione di metilammine ed alcoli nel processo a temperature intermedie, tra 300-350 °C (Middle Temperature Shift o MTS), in relazione alla disattivazione che questi composti comportano nel processo di SR a seguito del riciclo della fase acquosa dal reattore di WGS.

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Progetto relativo al sistema di ventilazione di un cabinato contenente una centrale di compressione di gas naturale da immettere nella rete nazionale. La centrale è sita a Poggio Renatico. Il progetto è suddiviso in tre parti: - dimensionamento e posizionamento dell'impianto di ventilazione; - valutazione delle atmosfere esplosive, con la Guida CEI 31-35; - studio fluidodinamico interno al cabinato, con Solidworks Flow Simulation.

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Del granulato di ossido di stronzio (anche nella formula carbonato) è stato testato come nuovo possibile materiale di utilizzo per la cattura ad alta temperatura di diossido di carbonio da effluenti gassosi di scarto. Sono stati condotti diversi esperimenti con strumentazioni già preposte, quali test termogravimetrici, microscopia elettronica (SEM) e Xray (XRD). Mentre per la sperimentazione in quantità più rilevanti di materiale è stato costruito un impianto a letto fisso ex novo. Le prove TG hanno evidenziato una capacità media di sorbente parti a circa il 5% in massa di ossido, a temperature tra i 1100°C e i 1200°C, in situazione di regime (dopo numerosi cicli di carb/calc), con una buona conservazione nel tempo delle proprietà adsorbitive, mentre per le prove a letto fisso, si è registrato un calo di valori variabile tra il 3 e il 4%, con un netto miglioramento nel caso di calcinazione in vapore surriscaldato fino al 5%. Il trattamento in vapore ha sortito l’importante effetto di calcinazione del diossido di carbonio dal sorbente, quindi facilmente separabile dal flusso in uscita, misurato tramite cattura in una soluzione di idrossido di bario. Importanti fenomeni di sintering e densificazione hanno portato ad occludere completamente la camera di reazione sviluppando notevoli sovrappressioni interne. Tali fenomeni sono stati approfonditi tramite analisi SEM e XRD. Si è constatato un aumento notevole della grandezza dei granuli in caso di trattamento in vapore con la formazione di legami stabili e con conservazione della porosità. Nel caso di trattamento senza vapore surriscaldato i granuli hanno sinterizzato tramite formazione di legami, ma sempre con conservazione della macroporosità. Il lavoro di tesi è stato inquadrato nel contesto tecnologico al riguardo le tecniche CCS esistenti ed in progetto, con un attento studio bibliografico riguardo lo stato dell’arte, impianti esistenti, costi, metodi di cattura usati, metodologie di trasporto dei gas, metodologie di stoccaggio esistenti e in progetto. Si sono considerati alcuni aspetti economici per sviluppare un modello previsionale di spesa per una possibile applicazione di cattura per un impianto di produzione energetica. Con la progettazione e dimensionamento di un sistema integrato di adsorbimento tramite l’accoppiamento di 2 reattori dedicati ai cicli di carbonatazione e calcinazione del materiale sorbente. Infine si sono considerati gli aspetti salienti dello stoccaggio del diossido di carbonio in reservoir tramite le tecniche di EOR e EGR (Enhanced Oil/Gas Recovery) utilizzando la stessa CO2 come fluido spiazzante degli idrocarburi in posto. Concludendo il lavoro di tesi e di sperimentazione ha contribuito in modo tangibile allo scopo prefissato, andando a caratterizzare un nuovo materiale per la cattura di diossido di carbonio da effluenti gassosi ad alta temperatura, ed andando a verificare un’importante fenomeno rigenerativo non previsto delle capacità sorbitive dei materiali sottoposti a test.

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I rifiuti rappresentano un’opportunità di crescita sostenibile in termini di riduzione del consumo di risorse naturali e di sviluppo di tecnologie per il riciclo di materia ed il recupero energetico. Questo progetto di ricerca si occupa di valutare, attraverso l’approccio dello studio del ciclo di vita, la valorizzazione energetica di una particolare categoria di rifiuti: i fanghi derivanti dalla depurazione delle acque. Si è studiata la valorizzazione dei fanghi attraverso l’applicazione del Thermo Catalytic Re-forming (TCR)®, tecnologia che consente di trasformare i fanghi in un carburante per la produzione di energia elettrica (bioliquido). Le valutazioni sono effettuate per una linea di processo generale e due configurazioni progettuali declinate in due scenari. Il caso di studio è stato riferito al depuratore di S. Giustina (Rimini). Per la linea di processo, per ognuna delle configurazioni e i relativi scenari, è stato compilato il bilancio energetico e di massa e, conseguentemente, valutata l’efficienza energetica del processo. Le regole della Renewable Energy Directive (RED), applicate attraverso lo strumento ‘BioGrace I’, permettono di definire il risparmio di gas serra imputabile al bioliquido prodotto. I risultati mostrano che adottare la tecnologia TRC® risulta essere energeticamente conveniente. Infatti, è possibile ricavare dal 77 al 111% del fabbisogno energetico di una linea di processo generale (linea fanghi convenzionale e recupero energetico TCR®). Questo permette, quindi, di ricavare energia utile al processo di depurazione. La massima performance si realizza quando la tecnologia si trova a valle di una linea di trattamento fanghi priva di digestione anaerobica e se il biochar prodotto viene utilizzato come combustibile solido sostitutivo del carbone. La riduzione delle emissioni imputabile al bioliquido prodotto va dal 53 al 75%, valori che soddisfano il limite definito dalla RED del 50% di riduzione delle emissioni (2017) per ogni configurazione progettuale valutata.

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Actividades realizadas durante el período 2011: a. Reuniones semanales de estudio y discusión grupal sobre algunos postulados generales y compartidos entre las líneas de trabajo del Proyecto y de aspectos metodológicos y procedimentales. b. Desarrollo de líneas investigativas en distintas dimensiones y con referencia a puntos compartidos, en construcción de una trama que articule análisis e interpretaciones. c. Reelaboración de las tramas analíticas en forma de Matrices Discursivas, que sintetizan los aspectos interpretativos relevantes de cada línea del proyecto. d. Balance bibliográfico final del proyecto: distinciones del conjunto consultado y de referencia. e. Indagaciones en cada una de las líneas de trabajo, actualización de reseñas críticas de la serie textual escogida, y exploraciones del corpus. (Informes de cada grupo de trabajo. (ANEXO I) f. Presentaciones de avances en reuniones y congresos. Trabajos en Maestrías. Relatorías académicas de los integrantes. (ANEXO II)

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Actividades desarrolladas durante el período: Discusiones grupales de algunos postulados generales y compartidos entre las líneas de trabajo del Proyecto; indagaciones en cada una de las líneas de trabajo explorando el corpus.(Relatorías y Notas de reflexiones de los integrantes); reseñas críticas de los materiales del corpus en proceso de análisis; mapeo inicial de los géneros discursivos implicados en los LDs. analizados, de los que provienen los sub-córpora; presentaciones de avances en reuniones y congresos; incorporación de nuevos materiales bibliográficos.

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El presente trabajo es una aproximación a los enfoques teóricos trabajados en la tesis de doctorado, Consolidación de cadenas globales y desarrollo de clusters locales: el caso de la maquinaria agrícola en Argentina. El desarrollo del encuadre teórico está vinculado al estructuralismo Latinoamericano articulado con el campo de ideas del evolucionismo económico, que permite introducirnos en el debate sobre crecimiento y desarrollo. Estas teorías son complementadas con las perspectivas de cadenas globales de valor y aglomeraciones territoriales de producción (clusters, distritos industriales), que permiten mostrar las formas espaciales de organización de la producción.

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La investigación de mercado, y más específicamente aquella orientada a la obtención de conocimiento sobre el consumidor, es un campo sumamente fértil a la hora de pensar en la producción de investigación social aplicada. Dicho campo registra en el último tiempo ciertas tendencias que modifican su trastienda, tanto en lo que hace a los abordajes metodológicos como a ?as expectativas sobre los formatos de presentación de hallazgos y aprendizajes. Entre otras, destacan: -Una constante aceleración de los procesos que acercan a la práctica de la investigación a los paradigmas de lean development. -Una búsqueda de oportunidades de experiencias inmersivas en los mundos y realidades de los consumidores, acompañada de una expectativa de un contacto auténtico, genuino y no mediado con los mismos, que revalorizan los abordajes etnográficos y dan lugar a las metodologías se co-creación. -Una revitalizada comodidad de los comisionadores de la investigación con ideas cercanas a los paradigmas de "aguja hipodérmica", acompañada - o impulsada - por el desarrollo de instrumentos biométricos. El presente artículo explorará las manifestaciones concretas de dichas tendencias, reflexionando sobre las implicancias de la misma en el ejercicio profesional de la práctica de investigación

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La división territorial del trabajo nos permite pensar el territorio como actor y no como escenario, es decir en continuo movimiento, un espacio producido a partir de la industria. El objetivo es analizar el medio geográfico de la ciudad de Tandil y la formación de los subespacios industriales, producto de la división territorial del trabajo. Es decir estudiaremos las formas superpuestas de diferentes momentos históricos. La reorganización productiva del territorio, indicando las nuevas manifestaciones de desconcentración industrial, respondiendo al par dialéctico proceso global vs. proceso local. En el período actual enfrentamos una crisis profunda en el año 2001, debido a las contradicciones de la clase dominante ante el agotamiento del patrón de acumulación y de una conflictividad social que se materializó en las manifestaciones masivas y en la aparacición de nuevas formas de trabajo por la creciente desocupación, con el surgimiento de ferias, sistema de trueque y fábricas recuperadas.