803 resultados para Contração uterina
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This study determined roller massager (RM) effectiveness on ankle plantar flexors’ recovery after exercise-induced muscle damage (EIMD) stimulus. Two experiments were conducted. The first experiment (n=10) examined functional [i.e., ankle plantar flexion maximal voluntary isometric contraction (MVIC) and submaximal (30% of MVIC) sustained force; ankle dorsiflexion maximal range of motion and resistance to stretch; and pain pressure threshold] and morphological [medial gastrocnemius (MG) cross sectional area, thickness, fascicle length, and fascicle angle] variables, before and immediately, 1h, 24h, 48h, and 72 after EIMD. In the second experiment (n=10), changes in MG deoxyhemoglobin concentration kinetics (velocity and amplitude) during a submaximal sustained force test were observed before and 48h after EIMD. Participants performed both experiments twice, with and without (NRM) the application of a RM (6 × 45 seconds with 20 seconds rest between sets). RM intervention did not alter plantar flexors’ strength and flexibility impairment after EIMD, as well the MG morphology and oxygenation kinetics (p>0.05). On the other hand, a strong tendency for an acute (within 1 hour) change of ipsilateral (post-effects: RM=+19%, NRM=-5%, p=0.032) and contralateral (p=0.095) MG pain pressure threshold was observed. In conclusion, the present results suggest that a roller massager has no effect on muscular performance, morphology, and oxygenation recovery after EIMD, except for muscle pain pressure threshold (i.e., a soreness). Thus, RM may have potential application in recovery for people with increased muscle soreness, if performed immediately before a physical task.
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Tese de Doutoramento em Ciências Veterinárias na Especialidade de Ciências Biológicas e Biomédicas
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The Human Papillomavirus (HPV) infection is the major sexually transmitted disease all over the world. There are many factors associated to infection and the virus persistency in the organism. This study aims to evaluate the women's knowledge, attitudes and practice about the Papanicolaou test (Pap), as well as analyze the HPV and Chlamydia trachomatis infections prevalences in sexually active women from the city of São José do Mipibu/RN/Brazil. This research was divided in two steps (step I and step II), using different methodologies and samples each. The samples collected in each step, even socio-demographic or from uterus cervix, are from different patients e were analyzed separated. In step I was evaluated 267 rural and urban zone women s knowledge, attitudes and practices about the Pap by home interview. In the step II were included 605 women with age ranged from 15 to 71 years old, with mean of 33,5 years old and from each one were collected two cervical samples, one for Pap and other for molecular biology, beside the epidemiological interview to investigate the correlation between prevalence of HPV infection and risk factors. To molecular analyses, the samples were processed using a mammal rapid DNA extraction technique protocol. For C. trachomatis DNA detection were used the CP24/27 primers, and GP5+/GP6+ to HPV. PCR products were analyzed by electrophoresis on 8% polyacrylamide gels, followed by silver staining. The results of the step I showed that, in spite of only 46,1% of the interviewed women they have demonstrated to possess appropriate knowledge on the Pap test, the attitude and practice proportions were significantly larger, 63,3% and 64,4% respectively. The largest education degree presented association with adaptation of the knowledge, attitudes and practice, while neglect, lack of solicitation of the exam for the doctor and shame, came as main barriers for the accomplishment of the exam. In the stage II the HPV general prevalence was 28,9%, being 26,7% in the women with normal cytology or benign alterations, 26,7% in the ones that had atypical squamous cells of undetermined significance (ASC-US) and 80% in those with Low grade squamous intraepithelial lesion (LSIL). the HPV infection prevalence was larger in the patients with up to 30 years of age and in the unmarried women, and those that had more than one sexual partner presented larger infection risk. The results show that the sexual relationship with multiple partners increased the infection risk for HPV and consequently the possibility of the occurrence of lesions uterine cervix
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Projeto de Graduação apresentado à Universidade Fernando Pessoa como parte dos requisitos para obtenção do grau de Licenciado em Fisioterapia
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Projeto de Graduação apresentado à Universidade Fernando Pessoa como parte dos requisitos para obtenção do grau de Licenciado em Fisioterapia
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Obiettivi dello studio: valutare con l’ecografia transvaginale la peristalsi uterina in fase periovulatoria in donne con adenomiosi isolata, confrontandola con un gruppo di controllo e, secondariamente, valutare il grado di accordo tra gli sperimentatori nella descrizione dei pattern di contrattilità. Disegno dello studio: studio osservazione prospettico condotto presso il Policlinico S. Orsola- Malpighi di Bologna, Italia. Materiali e Metodi: sono state reclutate pazienti afferenti al Centro per valutazione ambulatoriale, suddivise sulla base dei criteri di inclusione ed esclusione nei gruppi A (adenomiosi) e B (controlli) e sono state sottoposte da un unico ecografista esperto a ecografia transvaginale con registrazione di un video della durata di 180 secondi della scansione sagittale dell’utero. La registrazione è stata rivalutata off line da due sperimentatori esperti ecografisti, non a conoscenza della storia clinica delle pazienti e in cieco l’uno rispetto all’altro, che hanno descritto il pattern contrattile. È stata stimata una numerosità campionaria di 18 pazienti per gruppo per ottenere una differenza del 20% nell’obiettivo primario con una significatività del 5% (power 80%). Risultati: di 51 pazienti reclutate nello studio, a seguito di drop out 36 sono state sottoposte alla videoregistrazione ecografica (18 per gruppo). Il pattern peristaltico nel gruppo A è risultato alterato in maniera statisticamente significativa rispetto al gruppo B con un p value= 0,02. Sono stati osservati un pattern retrogrado nel 27,8% vs 72,2%, anterogrado del 11,1% vs 16,7%, opposto 38,9% vs 5,6% e random nel 22,2% vs 5,6%, rispettivamente nel gruppo A e B. Il calcolo dell’accordo interosservatore ha portato a un κ value di 0,92. Conclusioni: l’adenomiosi isolata è associata a disperistalsi uterina, che concorrerebbe nello sviluppo dei sintomi tipici dell’adenomiosi. L’ecografia transvaginale rappresenta uno strumento accessibile e utile nella valutazione della contrattilità uterina in quanto il grado di accordo tra gli sperimentatori è ottimo.
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I miomi uterini sono la neoplasia uterina più comune e colpiscono fino al 30% delle donne in età fertile. Nonostante l’elevata prevalenza, pochi studi in Letteratura hanno analizzato i fattori di rischio per la crescita dei miomi uterini, mostrando spesso dei risultati contrastanti. Nel nostro studio osservazionale prospettico sono state arruolate pazienti che rispettassero i criteri di inclusione e di esclusione, con diagnosi di miomi uterini evidenziati mediante ecografia eseguita presso i nostri ambulatori, a partire da giugno 2017. A partire da gennaio 2019, sono state ricercate mensilmente le pazienti precedentemente arruolate che erano tornate presso i nostri ambulatori per esecuzione di ulteriore ecografia, a distanza di 24 ± 5 mesi, fino a raggiungere il campione designato, cioè 450 pazienti totali. È stato, quindi, valutato il tasso di crescita annuo del mioma di maggiori dimensioni ed è stato utilizzato l'approccio polinomiale frazionario multivariabile per selezionare i fattori di rischio anamnestici ed ecografici legati all’incremento volumetrico. Circa la metà dei miomi uterini analizzati ha mostrato stabilità dimensionale nel corso del follow-up (crescita ≤10%), mentre la restante metà ha mostrato una crescita > 10%. Il solo fattore di rischio associato alla crescita volumetrica dei miomi uterini è risultato essere il volume del mioma durante l’ecografia di arruolamento (P = 0.001), quindi miomi di piccole dimensioni presentano un tasso di crescita maggiore rispetto ai miomi di grandi dimensioni. Lo studio ha raccolto la più ampia casistica in Letteratura nella valutazione del naturale andamento di modifica dimensionale dei miomi uterini. Sebbene siano necessari ulteriori studi con campione più ampio, questi dati possono fornire un utile supporto per eseguire un adeguato counselling con le pazienti nella pratica clinica quotidiana.
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Anche se l'isteroscopia con la biopsia endometriale è il gold standard nella diagnosi della patologia intracavitaria uterina, l'esperienza dell’isteroscopista è fondamentale per una diagnosi corretta. Il Deep Learning (DL) come metodica di intelligenza artificiale potrebbe essere un aiuto per superare questo limite. Sono disponibili pochi studi con risultati preliminari e mancano ricerche che valutano le prestazioni dei modelli di DL nell'identificazione delle lesioni intrauterine e il possibile aiuto derivato dai fattori clinici. Obiettivo: Sviluppare un modello di DL per identificare e classificare le patologie endocavitarie uterine dalle immagini isteroscopiche. Metodi: È stato eseguito uno studio di coorte retrospettivo osservazionale monocentrico su una serie consecutiva di casi isteroscopici di pazienti con patologia intracavitaria uterina confermata all’esame istologico eseguiti al Policlinico S. Orsola. Le immagini isteroscopiche sono state usate per costruire un modello di DL per la classificazione e l'identificazione delle lesioni intracavitarie con e senza l'aiuto di fattori clinici (età, menopausa, AUB, terapia ormonale e tamoxifene). Come risultati dello studio abbiamo calcolato le metriche diagnostiche del modello di DL nella classificazione e identificazione delle lesioni uterine intracavitarie con e senza l'aiuto dei fattori clinici. Risultati: Abbiamo esaminato 1.500 immagini provenienti da 266 casi: 186 pazienti avevano lesioni focali benigne, 25 lesioni diffuse benigne e 55 lesioni preneoplastiche/neoplastiche. Sia per quanto riguarda la classificazione che l’identificazione, le migliori prestazioni sono state raggiunte con l'aiuto dei fattori clinici, complessivamente con precision dell'80,11%, recall dell'80,11%, specificità del 90,06%, F1 score dell’80,11% e accuratezza dell’86,74% per la classificazione. Per l’identificazione abbiamo ottenuto un rilevamento complessivo dell’85,82%, precision 93,12%, recall del 91,63% ed F1 score del 92,37%. Conclusioni: Il modello DL ha ottenuto una bassa performance nell’identificazione e classificazione delle lesioni intracavitarie uterine dalle immagini isteroscopiche. Anche se la migliore performance diagnostica è stata ottenuta con l’aiuto di fattori clinici specifici, questo miglioramento è stato scarso.
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O objeto começa explicando que o puerpério é o período que inicia logo após a expulsão total da placenta e das membranas ovulares e se estende até o retorno das condições normais pré-gravídicas, durando em torno de seis a oito semanas ou mais, dependendo da duração da lactação. Lembra que as unidades de saúde devem desenvolver práticas educativas e de assistência que promovam o aleitamento materno. Convida a revisitar conteúdos acerca dos fenômenos regressivos do puerpério (involução uterina e loqueação), fenômeno progressivo (lactação) e também sobre as modificações locais e sistêmicas, decorrentes da gestação e recuperação do parto, e tempo de recuperação e cuidados no puerpério. Destaca que as Equipes de Saúde da Família devem conhecer as políticas públicas e a situação nacional e local da prevalência e da duração do aleitamento materno, além de estar devidamente capacitados para o manejo clínico da amamentação. Finaliza lembrando que o Ministério da Saúde tem publicado materiais abordando as diferentes dimensões dessa prática, todos podendo ser localizados na biblioteca virtual do MS e faz uma recapitulação da Rede Amamenta Brasil. Unidade 5 do módulo 6 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família.
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Paciente com atraso menstrual e aumento do volume abdominal vai a consulta.
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Este objeto destaca que os profissionais de enfermagem exercem papel extremamente significativo no pré-natal. Reforça a atuação da equipe de saúde, que deve estar sintonizada com novas propostas, experiências e técnicas e, principalmente, apta a reconhecer o protagonismo da gestante na condução do processo. Lembra que além da primeira consulta os exames realizados possuem divisões entre físico geral e físico-obstétrico, detalhando a característica de cada um deles. Explica a importância de fazer-se a verificação da ausculta obstétrica e apresenta outros procedimentos indispensáveis de serem realizados pela equipe de enfermagem no pré-natal. Aborda exames complementares e fatores que precisam ser considerados, como o IMC e medida da altura uterina. Termina ressaltando a preparação para o parto, sinais do verdadeiro trabalho de parto e características de urgência. Unidade 5 do módulo 6 que compõe o Curso de Especialização em Saúde da Família. Arquivo .zip contendo página html com recursos de texto, imagens e animações em flash.
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Exercícios objetivos sobre sangramento uterino que visam a revisar o conteúdo proposto no módulo e avaliar o aluno que fez o módulo.
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Material utilizado no Curso Autoinstrucional de Capacitação em Atenção Integral à Saúde Sexual e Reprodutiva II, produzido pela UNA-SUS/UFMA. O material aborda o sangramento uterino disfuncional e seu tratamento.
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Material utilizado na unidade 3 do Curso Autoinstrucional de Capacitação em Atenção Integral à Saúde Sexual e Reprodutiva II, produzido pela UNA-SUS/UFMA e voltado para os médicos que atuam na Atenção Básica. Este material aborda a cervicite causada por clamídia e/ou gonococo, apresentando sintomas e métodos para diagnóstico.
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Trata das condutas que devem ser adotadas por profissionais da área de enfermagem e/ou agentes comunitários de saúde frente a pacientes com sangramento uterino excessivo (>80 mL/ciclo), conhecido como menorragia, ou prolongado (>7 dias). Esse é um das queixas ginecológicas mais comuns, acometendo todas as faixas etárias, desde a adolescência até a perimenopausa. A história anterior da paciente, suas características menstruais, que constituem o seu padrão individual de sangramento, é o que leva a definição do padrão do sangramento como normal ou anormal.