812 resultados para Bonet, Carmelo
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Quando si parla di shelf life di un prodotto alimentare si fa riferimento al periodo di tempo durante il quale un prodotto mantiene le sue caratteristiche qualitative nelle normali condizioni di conservazione/utilizzo e di conseguenza può essere consumato in totale sicurezza. Gli alimenti, infatti, sono prodotti facilmente deperibili che subiscono modifiche a carico della loro composizione a causa dell’innesco di una serie di reazioni sia di tipo microbiologico che chimico-fisico, con i conseguenti rischi per la sicurezza igienico sanitaria del prodotto. Nei prodotti ittici la degradazione biologica risulta essere una delle prime cause di deterioramento dell’alimento ciò perché essi stessi sono caratterizzati dalla presenza di microrganismi provenienti principalmente dalle materie prime impiegate e dal processo di produzione/preparazione utilizzato. Durante la conservazione e lo stoccaggio del prodotto ittico, in particolare sono tre i meccanismi che determinano il deterioramento e quindi la riduzione della shelf life, ovvero: l’autolisi enzimatica (post mortem e che modifica la consistenza del tessuto muscolare favorendo inoltre la crescita microbica ed il rilascio di ammine biogene); l’ossidazione (che riduce le qualità organolettiche del prodotto alterando gli acidi grassi poliinsaturi); la crescita microbica (con produzione di metaboliti come ammine biogene, acidi organici, solfiti, alcool, aldeidi e chetoni che causano i cattivi odori) (Jiang et al. 1990, Koohmaraie M., 1996, Koutsoumanis& Nychas, 1999, Aoki et al., 1997; Bremner, 1992). Risulta quindi strategico, il poter determinare la conservabilità di un alimento verificando dal punto di vista quantitativo, come tutti i fattori che contribuiscono all’alterazione della qualità del prodotto e all’incremento del processo degradativo (popolazione microbica, attività enzimatiche, variazioni chimiche) varino nel tempo.
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Tra le più importanti risorse alieutiche di molte regioni del Mar Mediterraneo vi sonole acciughe (Engraulisencrasicolus, Linnaeus, 1758), piccoli pesci pelagici appartenenti alle famiglie degli Engraulidae. Dati IREPA del 2009, hanno di fatto reso noto che in Italia, la pesca di E. encrasicolusha rappresentano in media il 26% circa del pescato totale. Questa specie viene continuamente monitorata e grazie a tali programmi è stato evidenziato che vi sono delle fluttuazioni inter-annuali molto pronunciate (Cergoleet al., 2002; Cingolani, 2004), le cui cause possono essere molteplici, da fattori antropicicome l’elevato sforzo di pesca a fattori naturali (Borjia et al., 1996). Va però posta molta attenzione sulle dinamiche biologiche ed ambientali che influiscono sulla sopravvivenza dei primi stadi di vita di questa specie, che ricadendo sul successivo reclutamento, possono essere una delle cause fondamentali delle contrazioni e degli incrementi annuali dello stock adulto (Thikonova et al., 2000; James et al., 2003; Cuttitta et al., 2003, 2006).Lo studio delle fasi ittioplanctoniche e delle sue relazioni con l’ambiente e gli altri organismi, risulta quindi di primaria importanza nell’ambito delle conoscenze necessarie per il corretto sfruttamento delle risorse alieutiche.
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dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.
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Il progetto DIVIN, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia Tunisia, è coordinato dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.
Development of a simple and fast “DNA extraction kit” for sea food identification and marine species
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Seafood products fraud, the misrepresentation of them, have been discovered all around the world in different forms as false labeling, species substitution, short-weighting or over glazing in order to hide the correct identity, origin or weight of the seafood products. Due to the value of seafood products such as canned tuna, swordfish or grouper, these species are the subject of the commercial fraud is mainly there placement of valuable species with other little or no value species. A similar situation occurs with the shelled shrimp or shellfish that are reduced into pieces for the commercialization. Food fraud by species substitution is an emerging risk given the increasingly global food supply chain and the potential food safety issues. Economic food fraud is committed when food is deliberately placed on the market, for financial gain deceiving consumers (Woolfe, M. & Primrose, S. 2004). As a result of the increased demand and the globalization of the seafood supply, more fish species are encountered in the market. In this scenary, it becomes essential to unequivocally identify the species. The traditional taxonomy, based primarily on identification keys of species, has shown a number of limitations in the use of the distinctive features in many animal taxa, amplified when fish, crustacean or shellfish are commercially transformed. Many fish species show a similar texture, thus the certification of fish products is particularly important when fishes have undergone procedures which affect the overall anatomical structure, such as heading, slicing or filleting (Marko et al., 2004). The absence of morphological traits, a main characteristic usually used to identify animal species, represents a challenge and molecular identification methods are required. Among them, DNA-based methods are more frequently employed for food authentication (Lockley & Bardsley, 2000). In addition to food authentication and traceability, studies of taxonomy, population and conservation genetics as well as analysis of dietary habits and prey selection, also rely on genetic analyses including the DNA barcoding technology (Arroyave & Stiassny, 2014; Galimberti et al., 2013; Mafra, Ferreira, & Oliveira, 2008; Nicolé et al., 2012; Rasmussen & Morrissey, 2008), consisting in PCR amplification and sequencing of a COI mitochondrial gene specific region. The system proposed by P. Hebert et al. (2003) locates inside the mitochondrial COI gene (cytochrome oxidase subunit I) the bioidentification system useful in taxonomic identification of species (Lo Brutto et al., 2007). The COI region, used for genetic identification - DNA barcode - is short enough to allow, with the current technology, to decode sequence (the pairs of nucleotide bases) in a single step. Despite, this region only represents a tiny fraction of the mitochondrial DNA content in each cell, the COI region has sufficient variability to distinguish the majority of species among them (Biondo et al. 2016). This technique has been already employed to address the demand of assessing the actual identity and/or provenance of marketed products, as well as to unmask mislabelling and fraudulent substitutions, difficult to detect especially in manufactured seafood (Barbuto et al., 2010; Galimberti et al., 2013; Filonzi, Chiesa, Vaghi, & Nonnis Marzano, 2010). Nowadays,the research concerns the use of genetic markers to identify not only the species and/or varieties of fish, but also to identify molecular characters able to trace the origin and to provide an effective control tool forproducers and consumers as a supply chain in agreementwith local regulations.
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The peaches and nectarines are highly appreciated by consumer, but it is climacteric fruits, with availability in the market in small time. It is necessary to invest to obtain genotypes with fruit quality and small perishability or that it presente less physiological disorders after storage. The aims of this work were i) to evaluate the genetic divergence among 40 peach and nectarine trees genotypes based on postharvest quality and select posible parents; ii) to evaluate the susceptibility to chilling injury in peaches and nectarines after cold storage; iii) to evaluate divergence of peaches and nectarines on the basis in the susceptibility for chiling injury and select superior genotypes; iv) evaluate the correlations between quality and susceptibility to chilling injury of peaches and nectarines v) select parents with the combination of lower susceptibility to chilling injury and higher quality fruit. The study was carried out in EEAD-CSIC, Zaragoza - Spain, during the production cycle 2013/2014. A total of 40 peaches and nectarines genotypes from germplasm collection were evaluated. The quality characteristics as flesh firmness, total soluble solids, titratable acidity, pH, rippining index and flesh color parameters were evaluated. The fruits were submitted to cold storage at 0 °C and 5 °C, with 95% average relative humidity. The evaluations were after 14 and 28 days, it being observed the presence of symptoms, such as wooliness through mealiness, flesh grainy, leatheriness and flesh color changes, through browning, bleeding and off flavor. As a selection parameter was adopted 20% of genotypes that had a higher frequency of superiority for quality characteristics, susceptibility to chilling injury and the combining of both. For quality characteristic presented greater divergence the ‘Queen Giant’, ‘Sudanel Blanco’ and ‘Borracho de Jarque’. Based on the quality the eight genotypes were selected, ‘Andross’, ‘San Jaime’, ‘San Lorenzo’, ‘Borracho de Jarque’, ‘Sudanell 1’, ‘Carson’, ‘Baby Gold 6’ and ‘Stanford’. All genotypes studied exhibited susceptibility to one or more symptoms caused by cold storage during 28 days, independent of temperature. For 14 days, the ‘Baby Gold 6’, ‘Flavortop’ and ‘Queen Giant’ genotypes did not show any physiological disorder caused by cold. In general, the temperature of 0 °C favored fruit postharvest conservation, it have a lower incidence and severity of symptoms caused by cold storage. The storage for 14 days contributed for the lower incidence of damage in the genotypes fruits studied. For 14 days, with both temperatures, it was observed divergence for ‘Queen Giant’, ‘Sudanell Blanco’, ‘Baby Gold 6’ ‘GF3’, ‘Baby Gold 8’, ‘Campiel’ and ‘Campiel Rojo’ genotypes. For 28 days, in the 5 °C condition, ‘Queen Giant’, ‘Big Top’, ‘Flavortop’ and ‘Redhaven’ genotypes were divergents. Based on susceptibility to chilling injury at 0 °C, the eight genotypes were selected, it being these, ‘Queen Giant’, ‘Keimoes’, ‘Flavortop’, ‘Big Top’, 'Redhaven', 'Sudanell 3', 'Bonet I' and ‘Carson’. The quality parameters as rippining index, soluble solids, firmness and titratable acidity presented correlation among them. These, also it had correlation with woolines and bowning, what it indicate that fruits with more ripening can have this symptoms more easily. The browning, mealiness, flesh grainy and off flavor variables were correlationed with the time period and temperartures, what it confirm that these symptoms are the main disorders caused by cold storage. The quality characteristics together susceptibility to chilling injury allowed selected ‘Baby Gold 6’, ‘Sarell’, ‘Keimoes’, ‘GF3’ ‘San Jaime’, ‘Big Top’, ‘Sudanell 1’, ‘Carson’, ‘Baby Gold 8’, and ‘San Lorenzo’ genotypes.
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La casa de Bernarda Alba, obra de teatro de Federico García Lorca, fue llevada al cine por Mario Camus en 1987, en un momento en que la Ley Miró favorece un cine literario que huye del entretenimiento fácil. En este artículo tratamos de hacer un análisis de las diferencias y similitudes entre la película y la obra de teatro, además de mostrar el momento que vive el cine español en los años 80 del siglo XX.
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The study of ichthyio-plankton stages and its relations with the environment and other organisms is therefore crucial for a correct use of fishery resources. In this context, the extraction and the analysis of the content of the digestive tract, is a key method for the identification of the diet in early larval stages, the determination of the resources they rely on and possibly a comparison with the diet of other species. Additionally this approach could be useful in determination on occurrence of species competition. This technique is preceded by the analysis of morphometric data (Blackith & Reyment, 1971; Marcus, 1990), that is the acquisition of quantitative variables measured from the morphology of the object of study. They are linear distances, count, angles and ratios. The subsequent application of multivariate statistical methods, aims to quantify the changes in morphological measures between and within groups, relating them to the type and size of prey and evaluate if some changes appear in food choices along the larvae growth.
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Objetivo: averiguar la prevalencia de infecciones por Staphylococcus aureus (S. aureus) y S. aureus resistente a meticilina (MRSA) en los cultivos de heridas crónicas en atención primaria de la región sanitaria de Lleida y valorar la prescripción de antibioterapia oral según resultado del antibiograma. Diseño: estudio transversal retrospectivo. Muestra: cultivos realizados en heridas crónicas de enero de 2010 a diciembre 2012. Resultados: se estimó una prevalencia de cultivos positivos a Staphylococcus aureus resistente a meticilina de 3,77% (intervalo de confianza IC al 95%: 2,1-5,5) y de S. aureus no resistente a meticilina de 8,79% (IC 95%: 1,1-6,1) calculado sobre el número total de cultivos registrados en este periodo. Conclusiones: la prescripción de antibióticos respecto al antibiograma es más precisa al tener como respuesta un MRSA que un cultivo de S. aureus.
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164 p.
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Aunque hemos avanzado notablemente en el desarrollo de recursos preventivos y especialmente, en la eficacia de los tratamientos psicológicos que intentan paliar los trastornos mentales, estamos aún lejos de la situación óptima. Este trabajo se centra en dos grandes cuestiones que consideramos retos y necesidades fundamentales en este ámbito: (a) la necesidad de mejorar y extender la prevención, la intervención temprana y la promoción de la salud mental y (b) la necesidad de una mayor divulgación de los tratamientos psicológicos eficaces, el desarrollo de nuevas intervenciones y la mayor comprensión de los mecanismos de acción de los tratamientos psicológicos. El objetivo es promover la discusión entre los agentes implicados y reflexionar sobre las líneas de trabajo que creemos prioritarias.
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Part 7: Cyber-Physical Systems
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La reforma estructural de las pensiones de la seguridad social es un tema de debate internacional y América Latina ha sido pionera en dicha reforma, tiene una experiencia acumulada de dos décadas y ha ejercido una influencia importante en otras regiones del mundo. Este artículo recopila información legal y estadística sobre dicha reforma en diez países latinoamericanos, con el fin de acometer tres tareas: (I) analizar los tres modelos generales diversos seguidos y apuntar las características de las reformas entre los países;(II) evaluar el desempeño de la reforma contrastándola con nueve supuestos convencionales sobre sus efectos (en la cobertura, el pago de las cotizaciones, la competencia y el costo administrativo, el impacto en el ahorro nacional, el rendimiento de la inversión, etc); y (III) extraer lecciones de estas reformas que sean útiles para la región y otros países.