922 resultados para Auteur cinema
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In the early 1960s, after his experience as a film critic in the Jornal da Bahia, the young Glauber Rocha began his collaboration in the Suplemento Artes e Letras of Diário de Notícias in Salvador. Inserting itself the symbolic disputes in defense of a film art of authentic Brazilian nuance, the activity of the critic Glauber Rocha represents a voice that demarcates the internal tensions of the field of cinema in Bahia and outlines, in the form of genesis, his most famous manifesto, “An esthetic of hunger” (1965). For this analysis were focused mainly two critics: “Experiência ‘Barravento’: confissão sem moldura”, published December 25-26, 1960, and “Luz Atlântica, 1962”, published in December 31, 1961.
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The purpose of this article is to assess Federico Fellini’s adaptation of an Edgar Allan Poe story for the screen. The film “Spirits of the Dead” is Fellini’s adaptation of Poe’s story “Never Bet the Devil your Head”, but it is very far from being a faithful rendering. The “infidelity” of the Italian film director to the American writer occurred in the context of the enormous prestige enjoyed by what was known as “authorism”, a phase which the film industry was going through at the end of the 1960s, whereby great value was placed on the aesthetic idiosyncrasies of individual film directors.
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Pós-graduação em Comunicação - FAAC
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Pós-graduação em Psicologia - FCLAS
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Pós-graduação em Letras - FCLAS
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Pretendemos examinar a relação entre cinema, música e história do período silencioso. Será abordada a produção referente aos chamados filmes cantantes (1908 1911), propondo recortes temáticos mais amplos do que os adotados pela historiografia clássica no cinema nacional
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Em 1924, Blaise Cendrars, em meio a um projeto ambicioso de realização de um “filme de propaganda sobre o Brasil”, em parceria com Oswald de Andrade, teve a oportunidade de testemunhar a eclosão da Revolução de 1924, reprimida com violência pelo governo federal. A experiência marcou a sua imaginação e sepultou os planos de realizar um filme no Brasil, baseado em episódios da história paulista. Um dos elementos que aproximaram Oswald e Cendrars foi o desejo comum de se tornarem cineastas-cavadores
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The thesis reconstructs the cinema’s experience of Italian missionaries during the XX century in a historical-pragmatic key. Italian missionaries, who started producing movies around the Twenties, have used cinema as a helpful instrument for religious propaganda. They have considered the rules of the Catholic Church, the political and social context and the audience’s expectations. Each chapter (1-4) analyses the phenomenon inside the context constituted by the Italian colonial experiences, the relationship between Catholic Church and images during the Evangelization, the history of cinema and the history of missions. A specific chapter (chapter 5) is dedicated to the archives of missionary’s cinema and to the value to be assigned to this film production (in terms of social memory and archive’s memory). At the end of the first part, the thesis presents a proposal about the relationship between missionary’s cinema and visual anthropology. The second part of the thesis includes the film cards of the missionary’s movies preserved in Italy: 339 cards of Italian movies and 149 cards of foreign movies placed in different archives and bureaus.
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La ricerca ha bene analizzato lo stretto rapporto che si instaura fra le Avanguardie Storiche e le tecnologie più innovative dei primi anni del Novecento. Con il Futurismo (argomento trattato nel primo anno di ricerca di dottorato) e, in seguito, con il Dadaismo (principale soggetto di studio del secondo anno di ricerca), la candidata sottolinea i rapporti fra le avanguardie artistiche e la neonata tecnica cinematografica (1895). Il primo capitolo si concentra sugli enormi cambiamenti, sia materiali sia culturali, vissuti dalla nuova società di inizio Novecento. I principali concetti analizzati sono: i molteplici sviluppi tecnologici, la disputa teorica sul cinematografo che, tra il 1905 e il 1907, acquista maggiore rilevanza e la nuova “visione” della realtà. In particolare modo nel primo capitolo si affronta anche il dibattito culturale di fine Ottocento che contribuirà alle avanguardistiche affermazioni futuriste. L’idea di confrontare, in perfetta omologia, la nuova “visione” del cinema e le più importanti scoperte materiali del tempo è un interessante apporto a tutta la ricerca dove l’utilizzo del mezzo cinematografico diventa un mezzo perfetto per analizzare i flussi temporali, non più diacronici bensì sincronici dei fenomeni artistici. Inoltre, si sottolinea come la crescente convergenza fra differenti forme artistiche e il cinema d’avanguardia diventino uno strumento culturale capace di aprire nuovi universi e prospettive. E’ con il Futurismo che si inizia a parlare di contaminazioni fra differenti mezzi di espressione non necessariamente legati alla “rappresentazione” pittorica o scultorea. E’ invece il movimento Dadaista a sviluppare il discorso iniziato dai Futuristi e a concretizzare il binomio arte/cinema al fine di condividere il tempo della registrazione filmica e l’intenzione artistica degli autori presi in esame. Una parte importante del lavoro è stata l’analisi e lo studio dei materiali filmici recuperati sia in ambito futurista sia in ambito dadaista. La stesura di un approfondito indice ragionato ha permesso importanti chiarimenti sull’argomento trattato. La ricerca predisposta dalla candidata si è avvalsa di strumenti metodologici differenti con l’intento di far emergere il complesso degli interventi dei principali artisti operanti all’interno dei due movimenti presi in esame, tracciandone le omologie con le principali innovazioni tecnologiche.