985 resultados para interferometric SAR
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Il lavoro svolto è dedicato alla realizzazione ed implementazione di un sistema distribuito "smart" per il controllo degli accessi. Il progetto sviluppato è inquadrato nel contesto di "SPOT Software", che necessita di migliorare il processo aziendale di controllo accessi e gestione presenze al fine di aumentarne usabilità ed efficienza. Saranno affrontate in generale le tematiche di Internet of Things, Smart Building, Smart City e sistemi embedded, approfondendo il ruolo delle tecnologie di comunicazione NFC e BLE, al centro di questo lavoro. Successivamente sarà discussa la progettazione di ognuno dei tre nodi del sistema, motivando le scelte tecnologiche e progettuali: Web application, Smart device e Smartphone app.
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Dengue-Fieber ist eine durch Stechmücken der Gattungen Aedes aegypti und Aedes albopticus übertragene, virale Infektionskrankheit des Menschen, welche eine zunehmende Bedrohung für die Weltbevölkerung darstellt; das Infektionsrisiko betrifft vorwiegend Menschen, die in tropischen und subtropischen Gebieten der Erde (Asien, Afrika, Amerika) leben. Bei dem Erreger handelt es sich um ein Flavivirus, bestehend aus einer positiv polarisierten Einzelstrang-RNA, welches in vier verschiedenen Serotypen existiert. Eine Infektion mit Dengue-Viren zeigt sich durch drei mögliche Krankheitsbilder: Klassisches Dengue-Fieber (DF), hämorrhagisches Dengue-Fieber (DHF) oder Dengue-Schock-Syndrom (DSS). Das Dengue-Virus-Genom codiert eine Serin-Protease mit einer klassischen katalytischen Triade, bestehend aus den Aminosäuren His51, Asp75 und Ser135. Die Funktion der Dengue-Virus-Protease besteht in der post-translationalen, proteolytischen Prozessierung des viralen Polyprotein-Vorläufers, womit sie essentiell für die Virus-Replikation ist und damit einen wichtigen therapeutischen Ansatz für die Entwicklung neuer Wirkstoffe gegen Dengue-Fieber darstellt. Die Ziele der vorliegenden Arbeit bestanden darin, neue potentielle Inhibitoren der Dengue-Virus Typ 2 NS2B-NS3 Protease (DEN-2 NS2B-NS3pro) zu synthetisieren, deren Hemmwirkung sowie den Inhibitionstyp mithilfe fluorimetrischer Enzym-Assays zu bestimmen, Struktur-Wirkungs-Beziehungen (u.a. mithilfe von Molecular Docking-Rechnungen) zu analysieren und die erhaltenen Leitstrukturen zu optimieren. In der vorliegenden Arbeit wurden zwei Substanzklassen und damit zwei Teilprojekte behandelt: Phenylacrylsäureamide im ersten Teilprojekt, Benzothiazole und Diarylthioether zusammen im zweiten Teilprojekt. Im ersten Teilprojekt zeigten einige Phenylacrylsäureamide eine schwache Hemmung der DEN-2 NS2B-NS3pro zwischen ca. 50 und 61 % bei einer Inhibitorkonzentration von 50 µM sowie eine nicht-kompetitive Hemmung, welche jedoch durch vielfältige Derivatisierung kaum verändert oder verbessert werden konnte. Darüber hinaus wurden die endogenen Serin-Proteasen alpha-Chymotrypsin und Trypsin durch einige Phenylacrylsäureamide erheblich stärker gehemmt als die DEN-2 NS2B-NS3pro. Das zweite Teilprojekt befasste sich mit der Synthese und Testung von Diarylthioethern mit hydroxy-substituierten Benzothiazol-Bausteinen sowie der Testung einiger methoxy-substituierter Synthese-Vorstufen der Endverbindungen, um die Relevanz und den Einfluss der einzelnen Bausteine auf die Hemmung der DEN-2 NS2B-NS3pro zu untersuchen. Der in der vorliegenden Arbeit synthetisierte, potenteste Inhibitor der DEN-2 NS2B-NS3pro (Hemmung: 90 % [50 µM]; IC50 = 3.6 +/- 0.11 µM) und der DEN-3 NS2B-NS3pro (Hemmung: >99 % [100 µM]; IC50 = 9.1 +/- 1.02 µM), SH65, ein Diarylthioether-Benzothiazol-Derivat, entstand aufgrund der Vorhersage zweier möglicher Bindungsmodi (kompetitiv und nicht-kompetitiv) mithilfe von Molecular Docking-Experimenten an der Röntgen-Kristall-struktur der DEN-3 NS2B-NS3pro (PDB-Code: 3U1I). Nach experimenteller Bestimmung der IC50-Werte bei unterschiedlichen Substratkonzentrationen erwies sich SH65 jedoch als nicht-kompetitiver Inhibitor der DEN-2 NS2B-NS3pro. Trypsin wurde von SH65 vergleichbar stark gehemmt (96% [50 µM]; IC50 = 6.27 +/- 0.68 µM) wie die beiden getesteten Dengue-Virus-Proteasen, nicht jedoch alpha-Chymotrypsin (nur 21% Hemmung bei 50 µM), wodurch diesem Inhibitor zumindest eine relative Selektivität gegenüber Serin-Proteasen zugeschrieben werden kann. SH65 zeigte lediglich Protease-Hemmung in den Enzym-Assays, jedoch keine antivirale Aktivität bei der Testung an Dengue-Virus-infizierten Zellen, was aber wiederum bei der synthetisierten Vorstufe von SH65, welche anstelle der beiden Hydroxy-Gruppen über Methoxy-Gruppen verfügt, der Fall war. Diarylthioether mit mehrfach hydroxy-substituiertem Benzothiazol-Baustein stellen hiermit eine neue, vielversprechende Wirkstoffgruppe zur Hemmung sowohl der Dengue-Virus Typ 2- als auch der Dengue-Virus Typ 3 NS2B-NS3 Protease dar.
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La galleria del vento "Wintaer" (WINd Tunnel itAER) è una piccola galleria subsonica con flusso incomprimibile utilizzata per scopi didattici, dotata di ventola assiale "Varofoil" a passo variabile per la regolazione della velocità del flusso. Lo scopo di questo elaborato è analizzare la qualità del flusso della galleria al fine di determinare le prestazioni del sistema ed alcune proprietà fondamentali, ovvero l'uniformità spaziale del flusso attraverso l'acquisizione di profili di velocità e l'intensità di turbolenza. Dalla conduzione delle prove sperimentali è emerso che la galleria permette il raggiungimento di un range di velocità compreso tra i 16 m/s e i 43 m/s, ha poca uniformità spaziale e presenta alti livelli di turbolenza. Per quanto riguarda il range di velocità si sono riscontrate problematiche relative all'impossibilità di raggiungere le basse velocità (fino a 7 m/s) a causa, molto probabilmente, di blocchi meccanici che limitano l'intervallo di angoli di calettamento (e quindi il passo) delle pale della ventola, ed è quindi necessario l'intervento della ditta per effettuare un'operazione di revisione della ventola. Relativamente ai profili di velocità, acquisiti con tubo di Pitot, e all'intensità di turbolenza, acquisita con anemometro a filo caldo, è emerso che i risultati sono stati disturbati da errori introdotti a causa dell'instabilità termica della galleria, ovvero un aumento progressivo di temperatura nell'impianto. Tale instabilità può essere risolta rimettendo in funzione l'unità di scambio di calore di cui la galleria è equipaggiata. L'attendibilità dei risultati ottenuti è quindi condizionata dall'instabilità termica, dunque, per una più preciso studio della qualità del flusso è necessario effettuare le prove sperimentali in condizioni di stabilità termica, la quale sarà essa stessa oggetto di analisi una volta rimesso in funzione il sistema di raffreddamento. Infine sono proposte soluzioni per il miglioramento della geometria dell'impianto, poco efficiente, in particolare per quanto riguarda i raddrizzatori di filetti fluidi (honeycombs) e il raccordo tra convergente e camera di prova, per il passaggio dalla sezione circolare del convergente a quella rettangolare della camera di prova. Si suggerisce lo spostamento di tale raccordo a monte della camera di calma, l'adozione di un convergente a sezione rettangolare e di una camera di calma a sezione rettangolare con honeycombs esagonali e l'aggiunta di reti per la diminuzione della turbolenza del flusso.
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Un limite rilevante delle apparecchiature elettromedicali presenti in una comune sala operatoria/interventistica è rappresentato dal fatto che le informazioni clinico-strumentali che esse sono in grado di fornire vengono gestite localmente in maniera indipendente: ogni fabbricante di apparecchiatura medica, infatti, sviluppa standard proprietari per l’acquisizione, la presentazione e l’archiviazione dei dati. Ci si chiede se sia possibile una gestione globale, sincronizzata e personalizzata, delle informazioni clinico-strumentali acquisibili da diverse strumentazioni presenti nel medesimo contesto operatorio. La soluzione di SparkBio S.r.l. per colmare il gap esistente in materia di gestione di informazioni clinico-strumentali di sala è quella di concentrare le uscite video e le uscite analogiche dei vari dispositivi e visualizzarle contemporaneamente su di un unico monitor master. Il monitor master sarà suddiviso tramite una griglia in diversi settori ed ogni area predisposta per visualizzare il segnale video o analogico di un dispositivo presente in sala. Avendo a disposizione un’apparecchiatura con questa potenzialità, le applicazioni risultano innumerevoli: l’archiviazione di un unico file contenente la registrazione sincronizzata dei segnali delle varie sorgenti permette di documentare l’intera esecuzione della procedura al fine di una sua successiva visione e distribuzione: il confronto congiunto, fatto a posteriori, di parametri acquisiti da strumenti diversi rende possibile valutare particolari eventi; la condivisione con la comunità scientifica rende possibile la diffusione del sapere in materia di chirurgia. Inoltre la disponibilità di una collezione di dati concentrati in un’unica workstation apre la strada ad applicazioni nel campo della telemedicina: la condivisione a distanza delle varie sorgenti raccolte e sincronizzate via WEB, tramite l’integrazione di un software per videoconferenza, permette di realizzare supporto remoto, e-learning, telementoring e teleproctoring. L’obiettivo di questa tesi è analizzare il processo di sviluppo di questo nuovo dispositivo medico denominato “OneView”, per poi passare alla progettazione di scenari specifici applicabili a diverse procedure chirurgiche.
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Herzwirksame Glykoside sind in der Natur sowohl im Tier- als auch im Pflanzenreich zu finden und werden regelmäßig zur Therpaie von Herzinsuffizienz eingesetzt. In letzter Zeit belegten viele Studien, dass herzwirksame Glykoside vielversprechende Substanzen für die Behandlung von Krebs darstellen. Ihr Wirkmechanismus basiert auf der Hemmung der Na+/K+-ATPase. Die Na+/K+-ATPase spielt neuerdings eine wichtige Rolle in der Krebsbiologie, da sie viele relevante Signalwege beeinflusst. Multiresistenzen gegen Arzneimittel sind oftmals verantwortlich für das Scheitern einer Chemotherapie. Bei multi-drug-resistenten Tumoren erfolgt ein Transport der Chemotherapeutika aus der Krebszelle hinaus durch das Membranprotein P-Glykoprotein. In der vorliegenden Arbeit wurde die Zytotoxizität von 66 herzwirksamen Glykosiden und ihren Derivaten in sensitiven und resistenten Leukämie-Zellen getestet. Die Ergebnisse zeigen, dass diese Naturstoffe die Zell-Linien in verschiedenen molaren Bereichen abtöten. Allerdings waren die Resistenz-Indizes niedrig (d. h. die IC50 Werte waren in beiden Zell-Linien ähnlich). Die untersuchten 66 Substanzen besitzen eine große Vielfalt an chemischen Substituenten. Die Wirkung dieser Substituenten auf die Zytotoxizität wurde daher durch Struktur-Aktivitäts-Beziehung (SAR) erforscht. Des Weiteren wiesen quantitative Struktur-Aktivitäts-Beziehung (QSAR) und molekulares Docking darauf hin, dass die Na+/K+-ATPase in sensitiven und resistenten Zellen unterschiedlich stark exprimiert wird. Eine Herunterregulation der Na+/K+-ATPase in multi-drug-resistenten Zellen wurde durch Western Blot bestätigt und die Wirkung dieser auf relevante Signalwege durch Next-Generation-Sequenzierung weiter verfolgt. Dadurch konnte eine Verbindung zwischen der Überexpression von P-Glykoprotein und der Herunterregulation der Na+/K+-ATPase hergestellt werden. Der zweite Aspekt der Arbeit war die Hemmung von P-Glykoprotein durch herzwirksame Glykoside, welche durch Hochdurchsatz-Durchflusszytometrie getestet wurde. Sechs wirksame Glykoside konnten den P-Glykoprotein-vermittelten Transport von Doxorubicin inhibieren. Zudem konnte die Zytotoxität von Doxorubicin in multi-drug-resistenten Zellen teilweise wieder zurück erlangt werden. Unabhängig von herzwirksamen Glykosiden war die Bewertung der Anwendung von molekularem Docking in der P-Glykoprotein Forschung ein weiterer Aspekt der Arbeit. Es ließ sich schlussfolgern, dass molekulares Docking fähig ist, zwischen den verschiedenen Molekülen zu unterscheiden, die mit P-Glykoprotein interagieren. Die Anwendbarkeit von molekularem Docking in Bezug auf die Bestimmung der Bindestelle einer Substanz wurde ebenfalls untersucht.
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Nel 1919 l'arabista spagnolo Miguel Asín Palacios dà alle stampe La Escatologìa musulmana en la Divina, in cui, attraverso una serie impressionante di analogie, dimostra l'esistenza di un rapporto «modello-copia» tra le narrazioni musulmane del viaggio ultraterreno di Maometto e la Divina Commedia. Questa controversa opera sarà la scintilla di una polemica, che ancora oggi, a distanza di cento anni rimane aperta e sconosciuta ai più. Questo è il motivo che mi ha spinta a trattare questo argomento nel presente elaborato: il mio scopo è quello di fornire una sintesi della Questione delle fonti islamiche della Divina Commedia, mostrare una panoramica dell'evoluzione del dibattito e dimostrare come, quelle che nell'opera di Palacios erano solo ipotesi, si siano rivelate essere, entro certi limiti, una realtà. Che il Medioevo europeo fosse saturo di pensiero e di arte islamica è innegabile: affermare che Dante, con la sua universale curiositas, si astenne completamente da questi influssi sembra indicare soltanto un certo disagio dei critici italiani nei confronti di questo mondo, a cui l'Europa guarda spesso solo attraverso eventi quali la guerra santa, la sottomissione della donna e il fanatismo. Proprio in un epoca come la nostra, in cui le barbare follie del fondamentalismo ci spingono a temere l'altro, questi studi assumono nuovo valore: la presenza di un'influenza islamica non rende meno grande il genio dantesco, anzi ne allarga gli orizzonti e rende la sua opera un esempio di interculturalità e di apertura profondamente attuale.
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La lingua inglese ha subito negli ultimi secoli una diffusione senza precedenti e viene oggi utilizzata in tutto il mondo come mezzo di comunicazione. Da questo fenomeno inedito emergono nuove prospettive di ricerca; le lingue sono infatti in continua evoluzione e si modificano attraverso l’uso. La lingua inglese, così largamente utilizzata in tutto il mondo, si sta quindi trasformando, e presenta oggi ai ricercatori aspetti originali ed innovativi. L’utilizzo dell’inglese come mezzo di comunicazione tra parlanti appartenenti a diverse linguaculture viene chiamato “ELF”, English as a Lingua Franca. Lo scopo di questa tesi è di esporre i punti fondamentali delle ricerche degli ultimi anni sull’argomento e di realizzare un piccolo studio di caso su questo tema. Lo studio avrà come oggetto le linee guida per gli autori di articoli scientifici fornite da un campione di 100 riviste specialistiche, che sono state esaminate al fine di individuare riferimenti alla lingua inglese, alle sue varietà e a parlanti nativi e non nativi. L’obbiettivo sarà quindi quello di ottenere un idea generale sulla posizione dei parlanti non nativi all’interno della comunità scientifica.
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L’elaborato prevede lo studio delle catene anaforiche con l’obiettivo di indagare le meccaniche che guidano la scelta della ripresa, in rapporto alle caratteristiche dell’antecedente. Nel primo capitolo sarà presentato il fenomeno dell’anafora e della catena anaforica. Quindi prima di tutto sarà illustrato che cos’è un referente testuale e quando viene attivato e in seguito il focus si sposterà sulla ripresa anaforica, distinguendo anafora coreferenziale, non coreferenziale e anafore particolari. La parte finale poi sarà dedicata a un confronto tra anafora, deissi testuale e deissi situazionale. Il secondo capitolo verterà sull’anafora con identità di referente, e presenterà due importanti studi che si propongono di indagare i meccanismi che guidano la selezione della ripresa: quelli di Givòn e di Berretta. Quindi si partirà dal concetto di topicalità per arrivare al principio innovativo introdotto da Givòn, la continuità tematica (topic continuity). Successivamente sarà presentato il modello di analisi di Berretta, che si basa sullo studio di catene anaforiche “difficili”, ovvero costituite da antecedenti di rango topicale basso, opponendosi al metodo di Givòn basato su catene “facili”, con antecedenti umani, singolari e nel ruolo di soggetto. Nel terzo capitolo, invece, verrà introdotta la parte sperimentale dell’elaborato: l’annotazione di un testo per lo studio delle catene anaforiche. In questo capitolo sarà presentato nel dettaglio il modello di analisi adottato, ovvero un modello integrato che comprende le variabili considerate sia da Givòn sia da Berretta. Il procedimento di marcatura prevede l’annotazione manuale di tutti gli antecedenti (soggetti e non soggetti, umani e non umani, in ruolo sintattico topicale e non topicale) e le rispettive riprese, oltre alle unità testuali quali capitolo, paragrafo e frase. Il quarto e ultimo capitolo, invece, rappresenta l’analisi empirica dei dati estratti dal testo annotato. In questa sezione, sotto forma di tabelle e grafici, saranno presentati i dati considerando diverse variabili e correlazioni.
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La prima parte di questa trattazione è dedicata alla descrizione di due importanti processi di emissione non termici, ovvero la radiazione di Sincrotrone e l’effetto Compton Inverso, poi verranno confrontati e sarà stabilito il limite massimo di temperatura di una radiosorgente. La seconda parte tratta di alcuni effetti che si verificano nel caso di sorgenti in movimento a velocità relativistiche, cioè effetto Doppler relativistico, moti superluminali e Doppler Boosting. Infine mostrerò come questi effetti relativistici, in particolare il Doppler Boosting, in combinazione con l’opacità dei fotoni-γ diano un’evidenza indiretta che per i lampi-γ e in oggetti come i Nuclei Galattici Attivi vi sia emissione di materiale relativistico.
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Questa tesi è un tentativo di analizzare il percorso artistico di Etta James, prendendo in considerazione le varie influenze che hanno contribuito a formare la sua personalità artistica a livello canoro ed interpretativo. Si parte da uno spaccato sull’importanza del gospel come genere propedeutico ad un’interpretazione efficace per l’artista afroamericano. Successivamente si passa all’immagine che Etta James si costruisce per sé e come questa influenza la sua vita, quali sono le canzoni che non le paiono in linea con la sua immagine e come mentre tenta di districarsi attraverso diversi altri generi, come blues, rock, funk. Poi viene analizzata la figura della madre biologica di James e come questa venga collegata indissolubilmente alla figura di Billie Holiday, e come trovare la maturità di affrontare quest’ultima farà in modo che anche il rapporto con la figura materna cambi. Viene analizzato uno dei più grandi successi della cantante, “At Last”, di cui lei è interprete ma non autrice, ma attraverso una grande abilità stilistica riesce a formare quello che sarà uno standard per gli artisti contemporanei. Ed infine si tirano le somme guardando al retaggio artistico che ha lasciato dietro di sé l’artista.
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La tesi si sviluppa attorno a 6 capitoli che, ripercorrendo le peculiarità storiche, linguistiche ed economiche di Moldova e Transnistria, tenteranno di mettere in luce i contrasti salienti del rapporto tra Chişinău e Tiraspol. Il capitolo 1 si concentra sulla comparazione di alcune fonti (provenienti da est e da ovest) che hanno ricostruito la storia della Moldova della Grande Romania e della Moldavia sovietica. In tal modo sarà possibile dimostrare che la regione di interesse è stata oggetto di una manipolazione intenzionale del proprio passato asservita ai centri di potere che miravano alla supremazia del territorio. Il capitolo 2 ripercorre le fasi dell’epoca di industrializzazione della Transnistria che, a partire dagli anni ’90, si suppone abbia permesso a Tiraspol di sganciarsi de facto dal governo moldavo. Il capitolo 3 si sofferma sui motivi che spinsero la popolazione del Dnestr ad appoggiare la secessione trascinandola nel conflitto del 1992. Una volta tracciata la cornice storica lungo i capitoli 1, 2 e 3, il capitolo 4 presenterà il multiforme panorama linguistico dell’attuale Repubblica Moldova soffermandosi sul ruolo della lingua russa, scintilla della secessione transnistriana. Il capitolo 5 offre uno spunto di riflessione sull’incidenza di Mosca nella separazione moldava per mezzo di uno studio dell’economia della Transnistria. Il capitolo 6, infine, rivela che gli argomenti trattati nel corso dei 5 capitoli precedenti sono tutti tasselli imprescindibili dell’identità nazionale transnistriana e permette di muovere alcune ipotesi sui metodi attuati da Tiraspol per garantire la fedeltà nazionale della propria popolazione facendo perno sul controllo dei mass media.
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Realizzazione di un applicativo in wpf: Glicemico. Attraverso questo applicativo le infermiere inseriranno le misurazioni di glicemia nel sangue del paziente e potranno inviare un messaggio al medico nel momento in cui si ha urgenza di una prescrizione da quest'ultimo. La prescrizione sarà visibile in questo applicativo.
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Il primo capitolo prevede un’introduzione sul modello relazionale e sulle difficoltà che possono nascere nel tentativo di conformare le esigenze attuali di applicazioni ed utenti ai vincoli da esso imposti per lasciare poi spazio ad un’ampia descrizione del movimento NoSQL e delle tecnologie che ne fanno parte; il secondo capitolo sarà invece dedicato a MongoDB, alla presentazione delle sue caratteristiche e peculiarità, cercando di fornirne un quadro apprezzabile ed approfondito seppure non completo e del tutto esaustivo; infine nel terzo ed ultimo capitolo verrà approfondito il tema della ricerca di testo in MongoDB e verranno presentati e discussi i risultati ottenuti dai nostri test.
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Lo scopo di questo lavoro è cercare un'evidenza quantitativa a supporto dell'idea idea che la nonlinearità sia una risorsa per generare nonclassicità. Ci si concentrerà su sistemi unidimensionali bosonici, cercando soprattutto di connettere la nonlinearità di un oscillatore anarmonico, definito dalla forma del suo potenziale, alla nonclassicità del relativo ground state. Tra le numerose misure di nonclassicità esistenti, verranno impiegate il volume della parte negativa della funzione di Wigner e l'entanglement potential, ovvero la misura dell'entanglement prodotto dallo stato dopo il passaggio attraverso un beam splitter bilanciato avente come altro stato in ingresso il vuoto. La nonlinearità di un potenziale verrà invece caratterizzata studiando alcune proprietà del suo ground state, in particolare se ne misurerà la non-Gaussianità e la distanza di Bures rispetto al ground state di un oscillatore armonico di riferimento. Come principale misura di non-Gaussianità verrà utilizzata l'entropia relativa fra lo stato e il corrispettivo stato di riferimento Gaussiano, avente la medesima matrice di covarianza. Il primo caso che considereremo sarà quello di un potenziale armonico con due termini polinomiali aggiuntivi e il ground state ottenuto con la teoria perturbativa. Si analizzeranno poi alcuni potenziali il cui ground state è ottenibile analiticamente: l'oscillatore armonico modificato, il potenziale di Morse e il potenziale di Posch-Teller. Si andrà infine a studiare l'effetto della nonlinearità in un contesto dinamico, considerando l'evoluzione unitaria di uno stato in ingresso in un mezzo che presenta una nonlinearità di tipo Kerr. Nell'insieme, i risultati ottenuti con tutti i potenziali analizzati forniscono una forte evidenza quantitativa a supporto dell'idea iniziale. Anche i risultati del caso dinamico, dove la nonlinearità costituisce una risorsa utile per generare nonclassicità solo se lo stato iniziale è classico, confermano la pittura complessiva. Si sono inoltre studiate in dettaglio le differenze nel comportamento delle due misure di nonclassicità.
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La sezione d’urto totale adronica gioca un ruolo fondamentale nel programma di fisica di LHC. Un calcolo di questo parametro, fondamentale nell’ambito della teoria delle interazioni forti, non é possibile a causa dell’inapplicabilità dell’approccio perturbativo. Nonostante ciò, la sezione d’urto può essere stimata, o quanto meno le può essere dato un limite, grazie ad un certo numero di relazioni, come ad esempio il Teorema Ottico. In questo contesto, il detector ALFA (An Absolute Luminosity For ATLAS) sfrutta il Teorema Ottico per determinare la sezione d’urto totale misurando il rate di eventi elastici nella direzione forward. Un tale approccio richiede un metodo accurato di misura della luminosità in condizioni sperimentali difficoltose, caratterizzate da valori di luminosità istantanea inferiore fino a 7 ordini di grandezza rispetto alle normali condizioni di LHC. Lo scopo di questa tesi è la determinazione della luminosità integrata di due run ad alto β*, utilizzando diversi algoritmi di tipo Event-Counting dei detector BCM e LUCID. Particolare attenzione è stata riservata alla sottrazione del fondo e allo studio delle in- certezze sistematiche. I valori di luminosità integrata ottenuti sono L = 498.55 ± 0.31 (stat) ± 16.23 (sys) μb^(-1) and L = 21.93 ± 0.07 (stat) ± 0.79 (sys) μb^(-1), rispettivamente per i due run. Tali saranno forniti alla comunità di fisica che si occupa della misura delle sezioni d’urto protone-protone, elastica e totale. Nel Run II di LHC, la sezione d’urto totale protone-protone sarà stimata con un’energia nel centro di massa di 13 TeV per capire meglio la sua dipendenza dall’energia in un simile regime. Gli strumenti utilizzati e l’esperienza acquisita in questa tesi saranno fondamentali per questo scopo.