812 resultados para emotional intelligence and skills
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Recent neuroimaging and neurological data implicate cerebellum in nonmotor sensory, cognitive, vegetative, and affective functions. The present study assessed cerebellar responses when the urge to breathe is stimulated by inhaled CO2. Ventilation changes follow arterial blood partial pressure CO2 changes sensed by the medullary ventral respiratory group (VRG) and hypothalamus, entraining changes in midbrain, pons, thalamus, limbic, paralimbic, and insular regions. Nearly all these areas are known to connect anatomically with the cerebellum. Using positron emission tomography, we measured regional brain blood flow during acute CO2-induced breathlessness in humans. Separable physiological and subjective effects (air hunger) were assessed by comparisons with various respiratory control conditions. The conjoint physiological effects of hypercapnia and the consequent air hunger produced strong bilateral, near-midline activations of the cerebellum in anterior quadrangular, central, and lingula lobules, and in many areas of posterior quadrangular, tonsil, biventer, declive, and inferior semilunar lobules. The primal emotion of air hunger, dissociated from hypercapnia, activated midline regions of the central lobule. The distributed activity across the cerebellum is similar to that for thirst, hunger, and their satiation. Four possible interpretations of cerebellar function(s) here are that: it subserves implicit intentions to access air; it provides predictive internal models about the consequences of CO2 inhalation; it modulates emotional responses; and that while some cerebellar regions monitor sensory acquisition in the VRG (CO2 concentration), others influence VRG to adjust respiratory rate to optimize partial pressure CO2, and others still monitor and optimize the acquisition of other sensory data in service of air hunger aroused vigilance.
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Il tatto assume un'importanza fondamentale nella vita quotidiana, in quanto ci permette di discriminare le caratteristiche fisiche di un oggetto specifico, di identificarlo e di eventualmente integrare le suddette informazioni tattili con informazioni provenienti da altri canali sensoriali. Questa è la componente sensoriale-discriminativa del tatto. Tuttavia quotidianamente il tatto assume un ruolo fondamentale durante le diverse interazioni sociali, positive, come quando abbracciamo o accarezziamo una persona con cui abbiamo un rapporto affettivo e negative, per esempio quando allontaniamo una persona estranea dal nostro spazio peri-personale. Questa componente è la cosiddetta dimensione affettiva-motivazionale, la quale determina la codifica della valenza emotiva che l'interazione assume. Questa componente ci permette di creare, mantenere o distruggere i legami sociali in relazione al significato che il tocco assume durante l'interazione. Se per esempio riceviamo una carezza da un familiare, questa verrà percepita come piacevole e assumerà un significato affiliativo. Questo tipo di tocco è comunente definito come Tocco Sociale (Social Touch). Gli aspetti discriminativi del tatto sono stati ben caratterizzati, in quanto storicamente, il ruolo del tatto è stato considerato quello di discriminare le caratteristiche di ciò che viene toccato, mentre gli aspetti affettivi sono stati solo recentemente indagati considerando la loro importanza nelle interazioni sociali. Il tocco statico responsabile dell'aspetto discriminante attiva a livello della pelle le grandi fibre mieliniche (Aβ), modulando a livello del sistema nervoso centrale le cortecce sensoriali, sia primarie che secondarie. Questo permette la codifica a livello del sistema nervoso centrale delle caratteristiche fisiche oggettive degli oggetti toccati. Studi riguardanti le caratteristiche del tocco affiliativo sociale hanno messo in evidenza che suddetta stimolazione tattile 1) è un particolare tocco dinamico che avviene sul lato peloso delle pelle con una velocità di 1-10 cm/sec; 2) attiva le fibre amieliniche (fibre CT o C-LTMRs); 3) induce positivi effetti autonomici, ad esempio la diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca; e 4) determina la modulazione di regioni cerebrali coinvolte nella codifica del significato affiliativo dello stimolo sensoriale periferico, in particolare la corteccia insulare. Il senso del tatto, con le sue due dimensioni discriminativa e affiliativa, è quotidianamente usato non solo negli esseri umani, ma anche tra i primati non umani. Infatti, tutti i primati non umani utilizzano la componente discriminativa del tatto per identificare gli oggetti e il cibo e l'aspetto emotivo durante le interazioni sociali, sia negative come durante un combattimento, che positive, come durante i comportamenti affiliativi tra cui il grooming. I meccanismi di codifica della componente discriminativa dei primati non umani sono simili a quelli umani. Tuttavia, si conosce ben poco dei meccanismi alla base della codifica del tocco piacevole affiliativo. Pur essendo ben noto che i meccanorecettori amilienici C-LTMRs sono presenti anche sul lato peloso della pelle dei primati non umani, attualmente non ci sono studi riguardanti la correlazione tra il tocco piacevole e la loro modulazione, come invece è stato ampiamente dimostrato nell'uomo. Recentemente è stato ipotizzato (Dunbar, 2010) il ruolo delle fibre C-LTMRs durante il grooming, in particolare durante il cosiddetto swepping. Il grooming è costituito da due azioni motorie, lo sweeping e il picking che vengono eseguite in modo ritmico. Durante lo sweeping la scimmia agente muove il pelo della scimmia ricevente con un movimento a mano aperta, per poter vedere il preciso punto della pelle dove eseguire il picking, ovvero dove prendere la pelle a livello della radice del pelo con le unghie dell'indice e del pollice e tirare per rimuovere parassiti o uova di parassiti e ciò che è rimasto incastrato nel pelo. Oltre il noto ruolo igenico, il grooming sembra avere anche una importante funzione sociale affiliativa. Come la carezza nella società umana, cosi il grooming tra i primati non umani è considerato un comportamento. Secondo l'ipotesi di Dunbar l'attivazione delle C-LTMRs avverrebbe durante lo sweeping e questo porta a supporre che lo sweeping, come la carezza umana, costituisca una componente affiliativa del grooming, determinando quindi a contribuire alla sua codifica come comportamento sociale. Fino ad ora non vi è però alcuna prova diretta a sostegno di questa ipotesi. In particolare, 1) la velocità cui viene eseguito lo sweeping è compatibile con la velocità di attivazione delle fibre CT nell'uomo e quindi con la velocità tipica della carezza piacevole di carattere sociale affiliativo (1-10 cm/sec)?; 2) lo sweeping induce la stessa modulazione del sistema nervoso autonomo in direzione della modulazione del sistema vagale, come il tocco piacevole nell'uomo, attraverso l'attivazione delle fibre CT?; 3) lo sweeping modula la corteccia insulare, cosi come il tocco piacevole viene codificato come affiliativo nell'uomo mediante le proiezioni delle fibre CT a livello dell'insula posteriore? Lo scopo del presente lavoro è quella di testare l'ipotesi di Dunbar sopra citata, cercando quindi di rispondere alle suddette domande. Le risposte potrebbero consentire di ipotizzare la somiglianza tra lo sweeping, caratteristico del comportamento affiliativo di grooming tra i primati non umani e la carezza. In particolare, abbiamo eseguito 4 studi pilota. Nello Studio 1 abbiamo valutato la velocità con cui viene eseguito lo sweeping tra scimmie Rhesus, mediante una analisi cinematica di video registrati tra un gruppo di scimmie Rhesus. Negli Studi 2 e 3 abbiamo valutato gli effetti sul sistema nervoso autonomo dello sweeping eseguito dallo sperimentatore su una scimmia Rhesus di sesso maschile in una tipica situazione sperimentale. La stimolazione tattile è stata eseguita a diverse velocità, in accordo con i risultati dello Studio 1 e degli studi umani che hanno dimostrato la velocità ottimale e non ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs. In particolare, nello Studio 2 abbiamo misurato la frequenza cardiaca e la variabilità di questa, come indice della modulatione vagale, mentre nello Studio 3 abbiamo valutato gli effetti dello sweeping sul sistema nervoso autonomo in termini di variazioni di temperatura del corpo, nello specifico a livello del muso della scimmia. Infine, nello Studio 4 abbiamo studiato il ruolo della corteccia somatosensoriale secondaria e insulare nella codifica dello sweeping. A questo scopo abbiamo eseguito registrazioni di singoli neuroni mentre la medesima scimmia soggetto sperimentale dello Studio 2 e 3, riceveva lo sweeping a due velocità, una ottimale per l'attivazione delle C-LTMRs secondo gli studi umani e i risultati dei tre studi sopra citati, ed una non ottimale. I dati preliminari ottenuti, dimostrano che 1) (Studio 1) lo sweeping tra scimmie Rhesus viene eseguito con una velocità media di 9.31 cm/sec, all'interno dell'intervallo di attivazione delle fibre CT nell'uomo; 2) (Studio 2) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina una diminuzione della frequenza cardiaca e l'aumento della variabilità della frequenza cardiaca se eseguito alla velocità di 5 e 10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 1 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina l'aumento della frequenza cardiaca e la diminuzione della variabilità di questa, quindi il decremento dell'attivazione del sistema nervoso parasimpatico; 3) (Studio 3) lo sweeping eseguito dallo sperimentatore sulla schiena di una scimmia Rhesus di sesso maschile in una situazione sperimentale determina l'aumento della temperatura corporea a livello del muso della scimmia se eseguito alla velocità di 5-10 cm/sec. Al contrario, lo sweeping eseguito ad una velocità minore di 5 cm/sec o maggiore di 10 cm/sec, determina la diminuzione della temperatura del muso; 4) (Studio 4) la corteccia somatosensoriale secondaria e la corteccia insulare posteriore presentano neuroni selettivamente modulati durante lo sweeping eseguito ad una velocità di 5-13 cm/sec ma non neuroni selettivi per la codifica della velocità dello sweeping minore di 5 cm/sec. Questi risultati supportano l'ipotesi di Dunbar relativa al coinvolgimento delle fibre CT durante lo sweeping. Infatti i dati mettono in luce che lo sweeping viene eseguito con una velocità (9.31 cm/sec), simile a quella di attivazione delle fibre CT nell'uomo (1-10 cm/sec), determina gli stessi effetti fisiologici positivi in termini di frequenza cardiaca (diminuzione) e variabilità della frequenza cardiaca (incremento) e la modulazione delle medesime aree a livello del sistema nervoso centrale (in particolare la corteccia insulare). Inoltre, abbiamo dimostrato per la prima volta che suddetta stimolazione tattile determina l'aumento della temperatura del muso della scimmia. Il presente studio rappresenta la prima prova indiretta dell'ipotesi relativa alla modulazione del sistema delle fibre C-LTMRs durante lo sweeping e quindi della codifica della stimolazione tattile piacevole affiliativa a livello del sistema nervoso centrale ed autonomo, nei primati non umani. I dati preliminari qui presentati evidenziano la somiglianza tra il sistema delle fibre CT dell'uomo e del sistema C-LTMRs nei primati non umano, riguardanti il Social Touch. Nonostante ciò abbiamo riscontrato alcune discrepanze tra i risultati da noi ottenuti e quelli invece ottenuti dagli studi umani. La velocità media dello sweeping è di 9.31 cm / sec, rasente il limite superiore dell’intervallo di velocità che attiva le fibre CT nell'uomo. Inoltre, gli effetti autonomici positivi, in termini di battito cardiaco, variabilità della frequenza cardiaca e temperatura a livello del muso, sono stati evidenziati durante lo sweeping eseguito con una velocità di 5 e 10 cm/sec, quindi al limite superiore dell’intervallo ottimale che attiva le fibre CT nell’uomo. Al contrario, lo sweeping eseguito con una velocità inferiore a 5 cm/sec e superiore a 10 cm/sec determina effetti fisiologici negativo. Infine, la corteccia insula sembra essere selettivamente modulata dallo stimolazione eseguita alla velocità di 5-13 cm/sec, ma non 1-5 cm/sec. Quindi, gli studi sul sistema delle fibre CT nell’uomo hanno dimostrato che la velocità ottimale è 1-10 cm/sec, mentre dai nostri risultati la velocità ottimale sembra essere 5-13 cm / sec. Quindi, nonostante l'omologia tra il sistema delle fibre CT nell'umano deputato alla codifica del tocco piacevole affiliativo ed il sistema delle fibre C-LTMRs nei primati non umani, ulteriori studi saranno necessari per definire con maggiore precisione la velocità ottimale di attivazione delle fibre C-LTMR e per dimostrare direttamente la loro attivazione durante lo sweeping, mediante la misurazione diretta della loro modulazione. Studi in questa direzione potranno confermare l'omologia tra lo sweeping in qualità di tocco affiliativo piacevole tra i primati non umani e la carezza tra gli uomini. Infine, il presente studio potrebbe essere un importante punto di partenza per esplorare il meccanismo evolutivo dietro la trasformazione dello sweeping tra primati non umani, azione utilitaria eseguita durante il grooming, a carezza, gesto puramente affiliativo tra gli uomini.
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INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.
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The aim of this thesis was to validate the use of infrared thermography (IRT) to non-invasively measure emotional reactions to different situations in pet dogs (Canis familiaris). A preliminary test, aimed to evaluate the correlation between eye-temperature and rectal temperature in dog, was performed. Then, in three different situations, negative (veterinary visit), positive (palatable food rewards), and mildly stressing followed by mildly positive (separation from and reunion with the owner), variations in heat emitted from lacrimal caruncle (referred to as eye temperature) were measured with an infrared thermographic camera. In addition, heart rate and heart rate variability parameters were collected using a non-invasive heart rate monitor designed for human use and validated on dogs. All experiments were video recorded to allow behavioral coding. During the negative situation dogs’ level of activity and stress related behaviors varied across compared to the baseline and dogs showed an increase in eye temperature despite having a significant decrease in the level of activity. The positive situation was characterized by a peak in eye temperature and mean HR and dogs engaged in behaviors indicating a positive arousal, focusing on food treats and tail wagging but there were not variations in HRV during stimulation but only an increment in SDNN immediately after the stimulus. In the separation from and reunion with the owner dogs’ eye temperature and mean HR did not vary neither in the stressful nor in the positive situations, RMSSD increased after the positive episode, SDNN dropped during the two stimulations and it increased after the stimulations. During the separation from the owner dogs were mainly directed to the door or to the experimenter while during the reunion with the owner dogs were focused mainly on the owner and on the environment, exhibiting safe base effect. A different approach was used to assess the welfare of shelter dogs. Dogs were implanted with a telemeter and after implantation dogs were housed in sequence in four different situations lasting 1 week: alone, alone with toys and a stretch cot for sleeping, with an unknown, spayed, female, and alone with a daily 2-hours interaction with an experimenter. Two different approaches were tried: partially random extracted fragments from every week, behaviors from 8 a.m. to 4 p.m. were continuous during baseline and the female situation. Results showed different reactions by dogs to the different situations and interestingly not all enrichments were enjoyed by the dogs improving their welfare. Overall results suggest that IRT may represent a useful tool to investigate emotional reactions in dogs. Nevertheless, further research is needed to establish the specificity and sensivity of IRT in this context and to assess how different dogs’ characteristics, breed, previous experience and the valence and arousal elicited by the stimulus could influence the magnitude and type of the response. The role of HRV in understanding emotional valence and the one of telemeters in understanding long-term effects on sheltered dogs’ welfare is also discussed.
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A prática musical tem efeitos positivos no desenvolvimento humano, envolvendo aspectos cognitivos, emocionais, motivacionais e sociais, que implicam em alterações no processamento cerebral. O número de Programas de Educação Musical (PEMs) com enfoque em populações jovens em vulnerabilidade social tem crescido no Brasil e no mundo. Dessa maneira, torna-se importante a realização de estudos que verifiquem os efeitos de PEMs no desenvolvimento destas populações. O objetivo do presente estudo é investigar os impactos de uma experiência de um PEM sobre os aspectos psicológicos de seus estudantes, mais especificamente a autoestima, as habilidades sociais e o funcionamento executivo. A coleta de dados foi realizada em um PEM da cidade de Ribeirão Preto SP e em duas escolas regulares de ensino, uma particular e outra da rede pública. Participaram do estudo 69 crianças e adolescentes com idades entre 10 e 17 anos, divididos em três grupos, a saber: Grupo Iniciante (GI), composto por alunos com até 12 meses de matrícula no PEM; Grupo Experiente (GE), composto por alunos com mais de 24 meses de matrícula no PEM; e Grupo Controle (GC), constituído por participantes sem qualquer envolvimento com aprendizado musical. Cada grupo foi composto por 23 estudantes. Os três grupos de participantes responderam aos seguintes testes psicológicos: Escala de Autoestima de Rosenberg (EAR), Matson Evaluation of Social Skills with Youngsters (MESSY) e Teste de Stroop. Também foram realizadas entrevistas semi-estruturadas com todos os estudantes dos grupos GI e GE, dez estudantes do PEM que não compuseram nenhum grupo por não possuírem o pré-requisito de tempo de matrícula exigido, seis responsáveis legais dos estudantes e doze profissionais do PEM. As entrevistas tiveram a função de fornecerem relatos verbais a respeito dos impactos percebidos nos estudantes pelo envolvimento com o PEM. Os dados dos testes psicológicos foram analisados através dos testes estatísticos ANOVA, Mann-Whitney e t de Student e as entrevistas foram analisadas através da investigação qualitativa em educação. As análises dos testes psicológicos mostraram que os GI e GE não possuem diferenças entre si para nenhuma das variáveis de estudo. O GC apresentou escores inferiores aos GI e GE para a Autoestima e escores superiores para Solidão e Ansiedade Social, indicando que o envolvimento com o PEM pode acarretar em ganhos nessas habilidades. A partir da análise das entrevistas foram construídas três categorias de codificação relacionadas a impactos comportamentais do envolvimento com o PEM, a saber: relacionamento interpessoal, desenvolvimento de habilidades intrapessoais e envolvimento com música e desenvolvimento humano na perspectiva de profissionais e responsáveis legais. A análise das entrevistas indicou que a participação no PEM está relacionada a impactos positivos na autoestima, habilidades sociais e funcionamento executivo dos participantes. Os resultados foram discutidos buscando interrelaciona-los de maneira a integrar os dados colhidos por meio dos testes psicológicos e através das entrevistas. Conclui-se que a participação em PEMs com enfoque no resgate social de populações vulneráveis possui influência no desenvolvimento de crianças e adolescentes, indicando que o uso da educação musical caracteriza uma importante estratégia de intervenção social.
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Author: Charity M. Walker Title: THE IMPACT OF SHYNESS ON LONELINESS, SOCIAL ANXIETY, AND SCHOOL LIKING IN LATE CHILDHOOD Advisor: Maria T. Riva, Ph.D. Degree Date: August 2011 ABSTRACT Shyness is associated with several emotional, social, and academic problems. While there are multiple difficulties that often accompany shyness, there appear to be some factors that can moderate negative effects of shyness. Research has demonstrated that certain parenting factors affect the adjustment of shy children in early childhood, but there is minimal research illuminating the effect of parenting factors in older age groups. The first purpose of this study was to examine relationships between shyness and loneliness, social anxiety, and school liking. The second purpose was to investigate whether the quality of the relationship between a parent and a 10- to 15-year-olds child influences the amount of loneliness or social anxiety a shy child experiences or how the child feels about school. Parent-child dyads served as participants and were recruited from public and private middle schools and church youth groups in Colorado and Indiana. Child participants completed several self-report surveys regarding their relationship with a parent, shyness, loneliness, social anxiety, and their attitude toward school. Parents completed a survey about their relationship with their child and responded to questions related to their perceptions of their child's shyness. Data was analyzed with a series of correlation and regression analyses. Greater degrees of self-reported shyness were found to be associated with higher levels of loneliness and social anxiety and less positive feelings about school. Due to a problem with multicollinearity during data analysis, this study was not able to explore the effect of the parent-child relationship quality on the associations between shyness and adjustment factors. Overall, these findings imply that shyness remains an important issue as children approach adolescence. Further research is needed to continue learning about the potential importance of parent-child interactions in reducing maladjustment for shy children during late childhood.
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Public service ads (PSAs) are an increasingly visible part of efforts to decrease the occurrence and consequences of domestic violence. Like other advertising, domestic violence PSAs are designed to grab attention, influence attitudes, and enhance memory for ad content. Over the years, images in domestic violence PSAs have changed substantially; agencies have started using pictures that generate emotions - either vivid negative images (bruised faces or body parts), or positive images (smiling faces) that contrast with the negative text. It is not clear, however, how different types of ad images influence memory for the message and attitudes about domestic violence, and what role affect may play in such responses. Moreover, the extent to which individual differences (trauma history, posttraumatic distress - PTSD symptoms) influence outcomes is not known. In three studies with undergraduate and community samples, using methods ranging from psychophysiology to self-report, the impact of images on attitudes and memory for ad content are investigated, also considering affect and individual differences. Results indicate graphic negative images enhanced memory for ad content, are rated as more persuasive, and are more likely to compel the viewer to act. Affective responses to ads also differed based on image type, and in some cases, partially mediated the relationship between ads and outcomes. Trends in the data suggest further study of the role of individual differences (trauma history, PTSD symptoms) is needed. This research provides information specifically relevant to the design of domestic violence public service campaigns and broadly relevant to understanding the role of emotional responses and individual differences on outcomes associated with public service ads.
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Dialectical Behavioral Therapy (DBT) is an empirically supported therapy developed to treat individuals with Borderline Personality Disorder that has sustained efficacy following completion of the treatment (Linehan, 1993; Van Den Bosch et al., 2005). The core concepts of DBT include mindfulness, interpersonal effectiveness, emotional regulation, and distress tolerance, which seek to foster more functional ways of interacting with others, coping with distress, and managing difficult emotions. Using a standard DBT format in a corrections setting can be difficult due to the population's multifaceted composition. The Denver County Jail is a unique corrections setting because it contains a unit specifically developed for male inmates with mental health issues. A corrections modified, time-limited DBT curriculum was developed to fit the needs of this unique population. During the course of the group, staff appeared to be accepting of the group material and initial feedback from inmates and officers was positive.
Parent Loss in Adolescence and its Impact on Sense of Self: When an Adolescent Boy Loses His Mother.
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Adolescence is a developmental phase that involves physical, emotional, and cognitive changes. Often this period is one of transition that requires significant adjustment both with the individual and the family. It is considered to start with puberty, sometime between the ages of 10 and 13, and end with the transition into adulthood (Kruse & Walper, 2008). Puberty is a term that is used to describe the physical changes that generally occur during adolescence. It is an aspect of the changes that occur during the overarching phase of development. Within adolescence, individuals are confronted with many developmental tasks such as establishing an individual identity, making decisions about the future, and moving from dependence on families to independence (Austrian, 2008).There are many changes that occur during adolescence, including sexual maturation and functioning, endocrine developments, and skeletal and muscular changes. Boys will see a growth of body, pubic, and facial hair, their voice will deepen, and they will begin having erections and wet dreams (Kruse & Walper, 2008). The accelerated transformation of this phase generally has an emotional impact and individuals may feel concerned or self-conscious about their appearance. Ausubel, Montemayor, and Svajian (1977) suggest that adolescents may be more sensitive during this period of development. This sensitivity may be in part due to the rapid growth resulting in a sense of awkwardness in appearance and physical coordination.
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The last two decades have been marked by a growing public awareness of family violence. Research by social scientists has suggested that family violence is widespread (Gelles and Straus, 1988). It is estimated that every year 1.8 to 4 million women are physically abused by their partners (Novello, 1992). In fact, more women are abused by their husbands or boyfriends than are injured in car accidents, muggings, or rapes (Jaffe, Wolfe, and Wilson, 1990). A recent prevalence study by Fantuzzo, Boruch, Beriama, Atkins, and Marcus (1997) found that children were disproportionately present in households where there was a substantial incident of adult female assault. Experts estimate that 3.3 to 10 million children are exposed to marital violence each year (Carlson, 1984; Straus, 1991). Until recently, most researchers did not consider the impact of parental conflict on the children who witness this violence. The early literature in this field primarily focused on the incidence of violence against women and the inadequate response of community agencies (Jaffe et al, 1990). The needs of children were rarely considered. However, researchers have become increasingly aware that children exposed to marital violence are victims of a range of psychological maltreatment (e.g., terrorizing, isolation;Hart, Brassared & Karlson, 1996) and are at serious risk for the development of psychological problems (Fantuzzo, DePaola, Lambert, Martino, Anderson, and Sutton, 1991). Jouriles, Murphy and O'Leary (1989) found that children of battered women were four times more likely to exhibit psychopathology as were children living in non-violent homes. Further, researchers have found associations between childhood exposure to parental violence and the expression of violence in adulthood (Carlson, 1990). Existing research suggests that children who have witnessed marital violence manifest numerous emotional, social, and behavioral problems (Sternberg et al., 1993; Fantuzzo et al., 1991; Jaffe et al, 1990). Studies have found that children of battered women exhibit more internalizing and externalizing behavior problems than non-witnesschildren (Hughes and Fantuzzo, 1994; McCloskey, Figueredo, and Koss, 1995). In addition, children exposed to marital violence have been found to exhibit difficulties with social problem-solving, and have lower levels of social competence than nonwitnesses (Rosenberg, 1987; Moore, Pepler, Weinberg, Hammond, Waddell, & Weiser, 1990). Other reported difficulties include low self esteem (Hughes, 1988), poor school performance (Moore et al., 1990) and problems with aggression (Holden & Ritchie, 1991; Jaffe, Wolfe, Wilson, & Zak, 1986). Further, within the last decade, researchers have found that some children are traumatized by the witnessing experience, showing elevated levels of posttraumatic stress symptoms (Devoe & Graham-Bermann, 1997; Rossman, Bingham, & Emde, 1996; Kilpatrick, Litt, & Williams, 1997). These findings corroborate clinical reports that describe many exposed children as experiencing trauma reactions. It appears that the negative effects of witnessing marital violence are numerous and varied, ranging from mild emotional and behavioral problems to clinically significant levels of posttraumatic stress symptoms. These incidence figures and research findings indicate that children's exposure to violence is a significant problem in our nation today and has serious implications for the future.
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This paper implicitly advocates for a rapprochement between psychodynamic and behavioral approaches to psychotherapy, by exploring the similarities and differences between self psychology and A Family Focused Emotion Communication Training (AFFECT), a behavioral parent training model. Self psychology, a theory with broad applicability, has been applied to several modalities besides behavioral ones. Generally speaking, self psychology and AFFECT are both relational approaches to psychotherapy that emphasize the impact of parent responsiveness, more specifically empathic attunement, on a child's emotional development and emotion regulation. Differentiating aspects of each model are identified to enhance the other model. AFFECT has relevance for pushing self psychology theory more in the direction of operations, which has implications for enhancing the research potential of self psychology, as well as for the training of the self-psychologist. Conversely, self psychology has relevance for coaching the parent with low self-esteem and decreased self-efficacy in AFFECT, which has potential implications for AFFECT treatment outcomes.
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The investigation of biologically initiated pathways to psychological disorder is critical to advance our understanding of mental illness. Research has suggested that attention bias to emotion may be an intermediate trait for depression associated with biologically plausible candidate genes, such as the serotonin transporter (5-HTTLPR) and catechol-o-methyl-transferase (COMT) genes, yet there have been mixed findings in regards to the precise direction of effects. The experience of recent stressful life events (SLEs) may be an important, yet currently unstudied, moderator of the relationship between genes and attention bias as SLEs have been associated with both gene expression and attention to emotion. Additionally, although attention biases to emotion have been studied as a possible intermediate trait associated with depression, no study has examined whether attention biases within the context of measured genetic risk lead to increased risk for clinical depressive episodes over time. Therefore, this research investigated both whether SLEs moderate the link between genetic risk (5-HTTLPR and COMT) and attention bias to emotion and whether 5-HTTLPR and COMT moderated the relationship between attention biases to emotional faces and clinical depression onset prospectively across 18 months within a large community sample of youth (n= 467). Analyses revealed a differential effect of gene. Youth who were homozygous for the low expressing allele of 5-HTTLPR (S/S) and had experienced more recent SLEs within the last three months demonstrated preferential attention toward negative emotional faces (angry and sad). However, youth who were homozygous for the high expressing COMT genotype (Val/Val) and had experienced more recent SLEs showed attentional avoidance of positive facial expressions (happy). Additionally, youth who avoided negative emotion (i.e., anger) and were homozygous for the S allele of the 5-HTTLPR gene were at greater risk for prospective depressive episode onset. Increased risk for depression onset was specific to the 5-HTTLPR gene and was not found when examining moderation by COMT. These findings highlight the importance of examining risk for depression across multiple levels of analysis, such as combined genetic, environmental, and cognitive risk, and is the first study to demonstrate clear evidence of attention biases to emotion functioning as an intermediate trait predicting depression.
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Despite the economy, the green building industry continues to grow and drive the demand for environmentally conscious, highly skilled professionals (USGBC 2009). LEED Accredited Professionals (APs) have the knowledge and skills to meet such demand; however, information is limited regarding LEED APs or their motivations and expectations toward prospective employers. The author surveyed a sample of LEED Accredited architects and found a combination of job and personal factors motivated them to attain accreditation. LEED APs value both a competitive salary and commitment to sustainability in prospective employers. To attract, retain, and utilize LEED APs, executives in this industry must reexamine corporate culture, their willingness to pay for credentialing, and the alignment of their reputation with the desires of potential applicants.
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El objetivo principal del presente trabajo es examinar la relación existente entre la habilidad intelectual y la habilidad de organización del conocimiento dentro de un modelo más general sobre los factores explicativos de la adquisición de conocimientos y habilidades. Se trata de comprobar si se produce un efecto compensatorio entre la habilidad intelectual general y la habilidad para organizar el conocimiento, así como establecer si el aprendizaje de los sujetos que obtienen un mayor conocimiento en un dominio particular viene predicho/explicado por las mismas variables que explican el aprendizaje de los sujetos que obtienen un menor conocimiento. Los resultados, en una muestra de estudiantes universitarios, indican que no se produce un efecto de interacción entre ambos factores, sino más bien un efecto aditivo. No obstante, sí se observa que el efecto de la inteligencia no es el mismo en los distintos niveles de conocimiento adquirido.
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In this paper we introduce a probabilistic approach to support visual supervision and gesture recognition. Task knowledge is both of geometric and visual nature and it is encoded in parametric eigenspaces. Learning processes for compute modal subspaces (eigenspaces) are the core of tracking and recognition of gestures and tasks. We describe the overall architecture of the system and detail learning processes and gesture design. Finally we show experimental results of tracking and recognition in block-world like assembling tasks and in general human gestures.