862 resultados para Vietnam limitations and exceptions
Resumo:
La riduzione dei consumi di combustibili fossili e lo sviluppo di tecnologie per il risparmio energetico sono una questione di centrale importanza sia per l’industria che per la ricerca, a causa dei drastici effetti che le emissioni di inquinanti antropogenici stanno avendo sull’ambiente. Mentre un crescente numero di normative e regolamenti vengono emessi per far fronte a questi problemi, la necessità di sviluppare tecnologie a basse emissioni sta guidando la ricerca in numerosi settori industriali. Nonostante la realizzazione di fonti energetiche rinnovabili sia vista come la soluzione più promettente nel lungo periodo, un’efficace e completa integrazione di tali tecnologie risulta ad oggi impraticabile, a causa sia di vincoli tecnici che della vastità della quota di energia prodotta, attualmente soddisfatta da fonti fossili, che le tecnologie alternative dovrebbero andare a coprire. L’ottimizzazione della produzione e della gestione energetica d’altra parte, associata allo sviluppo di tecnologie per la riduzione dei consumi energetici, rappresenta una soluzione adeguata al problema, che può al contempo essere integrata all’interno di orizzonti temporali più brevi. L’obiettivo della presente tesi è quello di investigare, sviluppare ed applicare un insieme di strumenti numerici per ottimizzare la progettazione e la gestione di processi energetici che possa essere usato per ottenere una riduzione dei consumi di combustibile ed un’ottimizzazione dell’efficienza energetica. La metodologia sviluppata si appoggia su un approccio basato sulla modellazione numerica dei sistemi, che sfrutta le capacità predittive, derivanti da una rappresentazione matematica dei processi, per sviluppare delle strategie di ottimizzazione degli stessi, a fronte di condizioni di impiego realistiche. Nello sviluppo di queste procedure, particolare enfasi viene data alla necessità di derivare delle corrette strategie di gestione, che tengano conto delle dinamiche degli impianti analizzati, per poter ottenere le migliori prestazioni durante l’effettiva fase operativa. Durante lo sviluppo della tesi il problema dell’ottimizzazione energetica è stato affrontato in riferimento a tre diverse applicazioni tecnologiche. Nella prima di queste è stato considerato un impianto multi-fonte per la soddisfazione della domanda energetica di un edificio ad uso commerciale. Poiché tale sistema utilizza una serie di molteplici tecnologie per la produzione dell’energia termica ed elettrica richiesta dalle utenze, è necessario identificare la corretta strategia di ripartizione dei carichi, in grado di garantire la massima efficienza energetica dell’impianto. Basandosi su un modello semplificato dell’impianto, il problema è stato risolto applicando un algoritmo di Programmazione Dinamica deterministico, e i risultati ottenuti sono stati comparati con quelli derivanti dall’adozione di una più semplice strategia a regole, provando in tal modo i vantaggi connessi all’adozione di una strategia di controllo ottimale. Nella seconda applicazione è stata investigata la progettazione di una soluzione ibrida per il recupero energetico da uno scavatore idraulico. Poiché diversi layout tecnologici per implementare questa soluzione possono essere concepiti e l’introduzione di componenti aggiuntivi necessita di un corretto dimensionamento, è necessario lo sviluppo di una metodologia che permetta di valutare le massime prestazioni ottenibili da ognuna di tali soluzioni alternative. Il confronto fra i diversi layout è stato perciò condotto sulla base delle prestazioni energetiche del macchinario durante un ciclo di scavo standardizzato, stimate grazie all’ausilio di un dettagliato modello dell’impianto. Poiché l’aggiunta di dispositivi per il recupero energetico introduce gradi di libertà addizionali nel sistema, è stato inoltre necessario determinare la strategia di controllo ottimale dei medesimi, al fine di poter valutare le massime prestazioni ottenibili da ciascun layout. Tale problema è stato di nuovo risolto grazie all’ausilio di un algoritmo di Programmazione Dinamica, che sfrutta un modello semplificato del sistema, ideato per lo scopo. Una volta che le prestazioni ottimali per ogni soluzione progettuale sono state determinate, è stato possibile effettuare un equo confronto fra le diverse alternative. Nella terza ed ultima applicazione è stato analizzato un impianto a ciclo Rankine organico (ORC) per il recupero di cascami termici dai gas di scarico di autovetture. Nonostante gli impianti ORC siano potenzialmente in grado di produrre rilevanti incrementi nel risparmio di combustibile di un veicolo, è necessario per il loro corretto funzionamento lo sviluppo di complesse strategie di controllo, che siano in grado di far fronte alla variabilità della fonte di calore per il processo; inoltre, contemporaneamente alla massimizzazione dei risparmi di combustibile, il sistema deve essere mantenuto in condizioni di funzionamento sicure. Per far fronte al problema, un robusto ed efficace modello dell’impianto è stato realizzato, basandosi sulla Moving Boundary Methodology, per la simulazione delle dinamiche di cambio di fase del fluido organico e la stima delle prestazioni dell’impianto. Tale modello è stato in seguito utilizzato per progettare un controllore predittivo (MPC) in grado di stimare i parametri di controllo ottimali per la gestione del sistema durante il funzionamento transitorio. Per la soluzione del corrispondente problema di ottimizzazione dinamica non lineare, un algoritmo basato sulla Particle Swarm Optimization è stato sviluppato. I risultati ottenuti con l’adozione di tale controllore sono stati confrontati con quelli ottenibili da un classico controllore proporzionale integrale (PI), mostrando nuovamente i vantaggi, da un punto di vista energetico, derivanti dall’adozione di una strategia di controllo ottima.
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A busca pela identidade religiosa dos brasileiros a partir do olhar de Darcy Ribeiro constitui o desafio que empreendemos neste trabalho. Trata-se de perceber o sentido de ser humano no mundo tempo e espaço do ponto de vista do religioso e do obscuro, mediante as narrativas de Darcy. Embora uma investigação como essa pudesse ocorrer pelos múltiplos caminhos das ciências e seus fundamentos, decidimos pela via das Ciências da Religião. A partir dos escritos de Darcy, vamos oferecer informações novas quanto à perspectiva religiosa no Brasil conforme se deu e ainda ocorre. Paradoxalmente, este antropólogo que sempre se afirmou ateu nos oferece algumas novas intuições que ampliam nossas conceituações no domínio das Ciências da Religião. Por não encontrarmos uma sistematização sobre a linguagem religiosa no pensamento de Darcy, buscamos estabelecer uma aproximação com a filosofia hermenêutica de Paul Ric ur. A noção de identidade narrativa, segundo Ricoeur, foi o elemento metodológico fundamental na articulação hermenêutica das intuições sobre o religioso em Darcy. Esta identidade narrativa encontra no trabalho da memória e na polissemia do símbolo outras formas de diálogo e enriquecimento da discussão. A articulação heurística, fruto de nossa intuição, nos permitirá revelar a identidade religiosa dos brasileiros pelo viés hermenêutico. A presente tarefa é efetuada com o olhar nas confissões de Darcy, no panorama histórico-religioso eivado de entrecruzamentos espirituais das diversas matrizes e do ambiente atual, particularmente complexo, existente no Brasil. Para nós, a obra de Darcy Ribeiro contribui de maneira coerente à expansão dos estudos em Ciências da Religião e sugere, de igual modo, a identidade religiosa dos brasileiros em fazimento. Darcy Ribeiro parte da antropologia, mas não se restringe à perspectiva do puro estruturalismo, desenvolvendo uma espécie de antropologia dialética em discussão com a filosofia. Esta pesquisa procura situar também a identidade religiosa dos brasileiros, apesar da cegueira que afeta o tecido religioso, marcado pelo radicalismo, pelo fundamentalismo e o conservadorismo. Para evidenciar melhor essa identidade, utilizamos duas metáforas: sexta lança e bricolagem, ambas alinhadas com o olhar de Darcy. A inusitada interpretação e busca da identidade religiosa dos brasileiros segundo Darcy Ribeiro somente foi possível pelas lentes hermenêuticas oferecidas por Paul Ric ur. Na perspectiva da noção de identidade narrativa, segundo Paul Ric ur, nos deparamos com as bases que nos ajudam a considerar esta identidade religiosa, seus limites e possibilidades, seus encontros e desencontros, seu fazimento e inacabamento.
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Este trabalho investiga a cobertura de Ciência, Tecnologia e Inovação (CT&I) nos telejornais brasileiros de canal aberto, no horário nobre (das 19h15 às 22h), para verificar a função educativa da mídia na abordagem de assuntos de CT&I. O corpus desta pesquisa compõe-se de um recorte dos seguintes telejornais: Jornal da Band, Jornal Nacional, Jornal da Record, Jornal da Cultura e SBT Brasil. A proposta foi avaliar, comparativamente, as matérias jornalísticas que tratam especificamente de CT&I, em relação ao formato, à linguagem e aos conteúdos de cada um dos programas estudados. Este trabalho empregou a metodologia de Análise de Discurso de linha Francesa (AD). Esta pesquisa, de natureza qualitativa, também englobou um Estudo de Recepção sobre as reportagens selecionadas. O procedimento utilizado para isso foi o de Grupos Focais. Dessa forma, buscou-se analisar o processo de Comunicação que envolve as matérias telejornalísticas de CT&I das mensagens à recepção. Este estudo verificou que CT&I é um assunto presente nos telejornais brasileiros mesmo quando ocorrem fatos imprevisíveis (de outras editorias) que influenciam significativamente a cobertura dos noticiários televisivos. Constatou também que não há, entre os telejornais selecionados, um padrão de aprofundamento e contextualização dos assuntos CT&I, mas que a abordagem varia até dentro de uma única edição. As emissoras, mesmo reconhecendo a importância de CT&I, ainda oscilam entre uma abordagem contextualizada e a simples descrição do fato principal. A linguagem empregada pelos telejornais para o tratamento de assuntos de Ciência, Tecnologia e Inovação é, predominantemente, clara e simples. No entanto, foi possível verificar algumas nuances, com o uso de termos específicos da linguagem científica sem que a matéria oferecesse qualquer explicação sobre tais conceitos. A experiência dos Grupos Focais revelou que os telespectadores não são passivos em relação aos conteúdos científicos dos programas telejornalísticos. De modo geral, o público se interessa por CT&I e sabe avaliar qualitativamente as matérias. Analisar como as matérias sobre CT&I produzem sentidos e qual a contribuição que estas podem dar à Compreensão Pública da Ciência possibilitou reflexões relevantes sobre as limitações e os potenciais da televisão e das mensagens veiculadas, assim como o interesse e a visão crítica a respeito dos assuntos de CT&I.(AU)
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O trabalho trata da tecnologia de radiodifusão em processo de digitalização. Estabelece os elementos históricos fundamentais que contribuíram para a consolidação de uma indústria da comunicação, características demonstradas nos debates e argumentações em torno da digitalização do setor. Através da descrição das tecnologias digitais a serem empregadas na transição foi possível identificar os potenciais tecnológicos que são formatados socialmente nos atos pela padronização técnica, expondo as limitações e o teor conservador que uma nova tecnologia pode representar.(AU)
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Este estudo teve por objetivo identificar e descrever associações entre bem-estar subjetivo, construto formado por satisfação geral com a vida e afetos positivos e negativos,e autoeficáciapara abstinência de drogas em dependentes de cocaína/crack em processo de abstinência. Utilizou, para avaliar as variáveis, as Escalas de Afetos Positivos e Negativos, de Satisfação Geral com a Vida, de Autoeficácia para Abstinência de Drogas, de Avaliação para Mudança da Universidade de Rhode Island e um questionário de dados sócio-demográficos e socioculturais. Participaram 70 homens, dependentes de cocaína/crack, jovens e de baixa escolaridade.Eram pessoas de rendimentos de até três salários mínimos (63%), que foram internadas mais de uma vez (65%), autodeclaradas abstinentes no momento da coleta dos dados. Os participantes possuíam níveis médiosde autoeficácia para abstinência de drogas, níveis baixos de bem-estar subjetivo, e estavam satisfeitos com suas vidas. Cálculos de correlação de Pearson revelaram que não há associação entre bem-estar subjetivoe autoeficácia para abstinência de drogas, entre prontidão para mudança no consumo de drogas e bem-estar subjetivo, nem entre prontidão para mudança no consumo de drogas eautoeficácia para abstinência de drogas. Resultados de análise de variância revelaram que não houve diferençasnos níveis de bem-estar subjetivo entreos diferentes os agrupamentos de prontidão para mudanças nem entre as médias de autoeficácia para abstinência de drogas entre os diferentes agrupamentos de prontidão para mudanças no consumo de drogas. A discussão abordou os resultados diante do fato de a internação dos participantes ter sido involuntária ou voluntária, do tempo de internação, do seu estágio de prontidão para mudar seu comportamento de consumo de drogas e das características de seu grupo de abstinência diante da literatura da área. Finalmente, apontou, em conclusão, limitações e agenda de pesquisa futura.
QUALIDADE DE VIDA E ESTRATÉGIAS DE ENFRENTAMENTO DE MULHERES COM E SEM LINFEDEMA APÓS CÂNCER DE MAMA
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O linfedema no membro superior é uma complicação inerente ao tratamento de câncer de mama. Caracterizado pelo aumento do volume do membro, leva às limitações físicas e funcionais, e impacto negativo no âmbito psicológico e social. O objetivo deste estudo foi investigar a qualidade de vida e seus domínios, as estratégias de enfrentamento frente ao câncer de mama, e a correlação entre essas variáveis. Este estudo foi realizado em um centro de saúde dedicado às mulheres, por quatro meses. Os instrumentos de avaliação foram: questionário de caracterização geral e específico do câncer de mama, perimetria dos membros superiores; questionários de qualidade de vida da Organização Européia de Pesquisa e Tratamento do Câncer, EORTC QLQ-30 e BR-23; e Inventário de Estratégias de Coping. Foram entrevistadas 82 mulheres, idade média de 57,4 anos (DV12,3), submetidas a tratamento cirúrgico de mama unilateral e esvaziamento axilar, sem metástase. O linfedema apresentou-se em 39,03% (32) e parece não interferir muito na qualidade de vida das mulheres pós-câncer de mama, sendo a função social a mais prejudicada. Sintomas relacionados à quimioterapia e a mama incomodam as mulheres de ambos grupos, porém os sintomas relacionados aos braços foram estatisticamente maiores nas portadoras de linfedema. As estratégias mais utilizadas pelas entrevistadas para enfrentar o câncer foram a reavaliação, resolução de problemas, fuga, suporte social e autocontrole, somente o autocontrole foi estatisticamente maior nas mulheres com linfedema. As estratégias de resolução de problemas, autocontrole e baixo suporte social podem ter colaborado para o desencadeamento do linfedema. Conclui-se que o uso de estratégias ativas e positivas para enfrentar o câncer de mama parece resultar na boa adaptação psicossocial
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A resiliência é um construto que remete à habilidade do ser humano de ter êxito frente às adversidades da vida, superá-las e inclusive, ser fortalecido ou transformado por elas. Campos de investigações da psicologia, como Psicologia da Saúde, Psicologia Positiva e Comportamento Organizacional Positivo, têm considerado a resiliência como uma importante via para a compreensão dos aspectos positivos e saudáveis dos indivíduos. Este trabalho pretendeu ampliar o conhecimento acerca da resiliência e suas relações com outros construtos no contexto organizacional. Para isto, definiu-se como objetivo geral deste estudo verificar a capacidade preditiva do conflito intragrupal (tarefa e relacionamento), do suporte social no trabalho (emocional, informacional e instrumental) e do autoconceito profissional (saúde, realização, autoconfiança e competência) sobre a resiliência (adaptação ou aceitação positiva de mudanças, espiritualidade, resignação diante da vida, competência pessoal e persistência diante das dificuldades) de policiais militares. Participaram do estudo 133 policiais militares de um batalhão do interior do estado de São Paulo, prevalecendo indivíduos do sexo masculino (97,7%), com idade média de 30 anos (DP= 5,7). Para a medida das variáveis foram utilizadas as seguintes escalas validadas: Escala de Avaliação de Resiliência reduzida, Escala de Conflitos Intragrupais, Escala de Percepção de Suporte Social no Trabalho e a Escala de Autoconceito Profissional. Os dados foram submetidos a cálculos descritivos e a análises de regressão linear múltipla padrão. Os resultados indicaram que o modelo que reunia as variáveis antecedentes (conflito intragrupal, suporte social no trabalho e autoconceito profissional) explicou significativamente a variância das dimensões da resiliência: 30% da persistência diante das dificuldades, 29% da adaptação ou aceitação positiva de mudanças, 28% da competência pessoal e 11% da espiritualidade. As variáveis que tiveram impacto estatisticamente importante sobre a persistência diante das dificuldades foram o suporte emocional no trabalho, cuja direção da predição foi inversa, e autoconfiança, cuja direção da predição foi direta. A adaptação ou aceitação positiva de mudanças teve como preditor inverso a variável saúde e como preditor direto a autoconfiança. A competência pessoal teve impacto significativo da variável autoconfiança, que se mostrou um preditor direto. A espiritualidade, por sua vez, teve um único preditor significante, a variável realização, cuja direção da predição foi direta. Os resultados sugerem que dentre as variáveis antecedentes, o autoconceito profissional evidenciou maior poder de explicação da variância da resiliência. À luz da literatura da área foram discutidos estes achados. Por fim, foram apresentadas as limitações e a proposta de uma agenda de pesquisa que contribua para confirmação e ampliação dos resultados desta investigação.
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Introduction – Why do we need ‘biomarkers? Biomarkers of protein oxidation Introduction Major issues/questions Protein carbonyl biomarkers Biochemistry Methods of measurement Storage, stability and limitations in use Protein thiol biomarkers Biochemistry Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Aliphatic amino acid biomarkers Biochemistry Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Oxidised Tryptophan Biomarkers Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitations on use Oxidised tyrosine biomarkers Biochemistry Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Formation of neoepitopes on oxidised proteins Validation of assays for protein oxidation biomarkers Relationship of protein oxidation to disease Modulation of protein oxidation biomarkers by antioxidants Future perspectives Introduction to lipid peroxidation biomarkers Introduction: biochemistry of lipid peroxidation Malondialdehyde Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Conjugated dienes Method of measurement Storage, stability and limitations of use LDL lag phase Method of measurement Storage, stability and limitations of use Hydrocarbon gases Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitations on use Lipofuscin Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitation on use Lipid peroxides Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitations on use Isoprostanes Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitations on use Possible new biomarkers of lipid oxidation Relationship of lipid peroxidation to disease Modulation of lipid peroxidation biomarkers by antioxidants Functional consequences of lipid peroxidation Contribution of dietary intake to lipid peroxidation products Biomarkers of DNA oxidation Introduction Confounding factors Units and terminology Nuclear and mitochondrial DNA damage Lymphocytes as surrogate tissues Measurement of DNA damage with the comet assay Practical details Storage, stability, and limitations of the assay Measurement of DNA base oxidation by HPLC Practical details Storage, stability and limitations of the method Measurement of DNA base oxidation by GC–MS Biochemistry of 8-oxoguanine, adenine and fapy derivatives Methods of measurement Storage, stability and limitations of the method Analysis of guanine oxidation products in urine Method of measurement Limitations and criticisms Immunochemical methods Methods of measurement Storage, stability, and limitations of the assay 32P post-labelling Method of measurement Limitations and criticisms Validation of assays for DNA oxidation Oxo-dGuo in lymphocyte DNA Urinary measurements DNA–aldehyde adducts Biochemistry Method of measurement Products of reactive nitrogen species Endpoints arising from oxidative DNA damage Mutations Chromosome aberrations Micronuclei Site-specific DNA damage Relationship of DNA oxidation to disease Modulation of DNA oxidation biomarkers by antioxidants Direct and indirect effects of oxidative stress: measures of total oxidant/antioxidant levels Visualisation of cellular oxidants Biochemistry: histochemical detection of ROS Method of measurement Limitations, storage and stability Measurement of hydrogen peroxide Biochemistry Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Measurement of the ratio of antioxidant/oxidised antioxidant Biochemistry Method of measurement Storage, stability and limitations on use Total antioxidant capacity Biochemistry Terminology Methods of measurement Storage, stability and limitations on use Validation of assays for direct oxidant and antioxidant biomarkers Relationship of oxidant/antioxidant measurement to disease Modulation of oxidant/antioxidant biomarkers by dietary antioxidants Induction of genes in response to oxidative stress Background Measurement of antioxidant responsive genes and proteins Effects of antioxidant intake on the activity of antioxidant enzymes
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Presbyopia is an age-related eye condition where one of the signs is the reduction in the amplitude of accommodation, resulting in the loss of ability to change the eye's focus from far to near. It is the most common age-related ailments affecting everyone around their mid-40s. Methods for the correction of presbyopia include contact lens and spectacle options but the surgical correction of presbyopia still remains a significant challenge for refractive surgeons. Surgical strategies for dealing with presbyopia may be extraocular (corneal or scleral) or intraocular (removal and replacement of the crystalline lens or some type of treatment on the crystalline lens itself). There are however a number of limitations and considerations that have limited the widespread acceptance of surgical correction of presbyopia. Each surgical strategy presents its own unique set of advantages and disadvantages. For example, lens removal and replacement with an intraocular lens may not be preferable in a young patient with presbyopia without a refractive error. Similarly treatment on the crystalline lens may not be a suitable choice for a patient with early signs of cataract. This article is a review of the options available and those that are in development stages and are likely to be available in the near future for the surgical correction of presbyopia.
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We investigate apodisation profiles of fibre Bragg gratings to determine key factors in filter design, using a novel apodisation technique. This highlights some practical fabrication limitations and provides important information concerning trade-offs between sidelobe suppression and bandwidth
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This thesis presents several advanced optical techniques that are crucial for improving high capacity transmission systems. The basic theory of optical fibre communications are introduced before optical solitons and their usage in optically amplified fibre systems are discussed. The design, operation, limitations and importance of the recirculating loop are illustrated. The crucial role of dispersion management in the transmission systems is then considered. Two of the most popular dispersion compensation methods - dispersion compensating fibres and fibre Bragg gratings - are emphasised. A tunable dispersion compensator is fabricated using the linear chirped fibre Bragg gratings and a bending rig. Results show that it is capable of compensating not only the second order dispersion, but also higher order dispersion. Stimulated Raman Scattering (SRS) are studied and discussed. Different dispersion maps are performed for all Raman amplified standard fibre link to obtain maximum transmission distances. Raman amplification is used in most of our loop experiments since it improves the optical signal-to-noise ratio (OSNR) and significantly reduces the nonlinear intrachannel effects of the transmission systems. The main body of the experimental work is concerned with nonlinear optical switching using the nonlinear optical loop mirrors (NOLMs). A number of different types of optical loop mirrors are built, tested and implemented in the transmission systems for noise suppression and 2R regeneration. Their results show that for 2R regeneration, NOLM does improve system performance, while NILM degrades system performance due to its sensitivity to the input pulse width, and the NALM built is unstable and therefore affects system performance.
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This thesis has two aims. First, it sets out to develop an alternative methodology for the investigation of risk homeostasis theory (RHT). It is argued that the current methodologies of the pseudo-experimental design and post hoc analysis of road-traffic accident data both have their limitations, and that the newer 'game' type simulation exercises are also, but for different reasons, incapable of testing RHT predictions. The alternative methodology described here is based on the simulation of physical risk with intrinsic reward rather than a 'points pay-off'. The second aim of the thesis is to examine a number of predictions made by RHT through the use of this alternative methodology. Since the pseudo-experimental design and post hoc analysis of road-traffic data are both ill-suited to the investigation of that part of RHT which deals with the role of utility in determining risk-taking behaviour in response to a change in environmental risk, and since the concept of utility is critical to RHT, the methodology reported here is applied to the specific investigation of utility. Attention too is given to the question of which behavioural pathways carry the homeostasis effect, and whether those pathways are 'local' to the nature of the change in environmental risk. It is suggested that investigating RHT through this new methodology holds a number of advantages and should be developed further in an attempt to answer the RHT question. It is suggested too that the methodology allows RHT to be seen in a psychological context, rather than the statistical context that has so far characterised its investigation. The experimental findings reported here are in support of hypotheses derived from RHT and would therefore seem to argue for the importance of the individual and collective target level of risk, as opposed to the level of environmental risk, as the major determinant of accident loss.
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This thesis starts with a literature review, outlining the major issues identified in the literature concerning virtual manufacturing enterprise (VME) transformation. Then it details the research methodology used – a systematic approach for empirical research. next, based on the conceptual framework proposed, this thesis builds three modules to form a reference model, with the purpose of clarifying the important issues relevant to transforming a traditional manufacturing company into a VME. The first module proposes a mechanism of VME transformation – operating along the VME metabolism. The second module builds a management function within a VME to ensure a proper operation of the mechanism. This function helps identify six areas as closely related to VME transformation: lean manufacturing; competency protection; internal operation performance measurement; alliance performance measurement; knowledge management; alliance decision making. The third module continues and proposes an alliance performance measurement system which includes 14 categories of performance indicators. An analysis template for alliance decision making is also proposed and integrated into the first module. To validate these three modules, 7 manufacturing organisations (5 in China and 2 in the UK) were investigated, and these field case studies are analysed in this thesis. The evidence found in these organisations, together with the evidence collected from the literature, including both researcher views and literature case studies, provide support for triangulation evidence. In addition, this thesis identifies the strength and weakness patterns of the manufacturing companies within the theoretical niche of this research, and clarifies the relationships among some major research areas from the perspective of virtual manufacturing. Finally, the research findings are summarised, as well as their theoretical and practical implications. Research limitations and recommendations for future work conclude this thesis.
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We report an analysis of whether a psychology placement year provides a significant benefit to graduates’ careers. Destination of Leavers from Higher Education (DLHE) survey data six months post-graduation suggested that placement programme graduates across the university are more likely to be (i) in work and (ii) in graduate level jobs. For psychology, the association between graduates’ placement status and employment status at six months post graduation was not significant overall. However, when analyses were split by degree classification obtained, it was shown that amongst those graduates with 2.1 classification degrees reporting themselves as working, more placement programme vs. non-placement programme graduates had obtained graduate level jobs (63% vs. 33%). In 2.2 graduates there was no significant association. This pattern persisted in the data from a survey of psychology alumni (from 18 months to six and a half years post graduation). Psychology placement programme alumni were more satisfied with their careers even when ethnicity, gender, degree classification and entry year were taken into account. They also earn more, although not when background factors are taken into account. This study was therefore able to show some measurable and persistent effects of a psychology placement year, although whether the benefits can be claimed to outweigh the costs is inconclusive. Limitations and implications are discussed.
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A paradox of memory research is that repeated checking results in a decrease in memory certainty, memory vividness and confidence [van den Hout, M. A., & Kindt, M. (2003a). Phenomenological validity of an OCD-memory model and the remember/know distinction. Behaviour Research and Therapy, 41, 369–378; van den Hout, M. A., & Kindt, M. (2003b). Repeated checking causes memory distrust. Behaviour Research and Therapy, 41, 301–316]. Although these findings have been mainly attributed to changes in episodic long-term memory, it has been suggested [Shimamura, A. P. (2000). Toward a cognitive neuroscience of metacognition. Consciousness and Cognition, 9, 313–323] that representations in working memory could already suffer from detrimental checking. In two experiments we set out to test this hypothesis by employing a delayed-match-to-sample working memory task. Letters had to be remembered in their correct locations, a task that was designed to engage the episodic short-term buffer of working memory [Baddeley, A. D. (2000). The episodic buffer: a new component in working memory? Trends in Cognitive Sciences, 4, 417–423]. Of most importance, we introduced an intermediate distractor question that was prone to induce frustrating and unnecessary checking on trials where no correct answer was possible. Reaction times and confidence ratings on the actual memory test of these trials confirmed the success of this manipulation. Most importantly, high checkers [cf. VOCI; Thordarson, D. S., Radomsky, A. S., Rachman, S., Shafran, R, Sawchuk, C. N., & Hakstian, A. R. (2004). The Vancouver obsessional compulsive inventory (VOCI). Behaviour Research and Therapy, 42(11), 1289–1314] were less accurate than low checkers when frustrating checking was induced, especially if the experimental context actually emphasized the irrelevance of the misleading question. The clinical relevance of this result was substantiated by means of an extreme groups comparison across the two studies. The findings are discussed in the context of detrimental checking and lack of distractor inhibition as a way of weakening fragile bindings within the episodic short-term buffer of Baddeley's (2000) model. Clinical implications, limitations and future research are considered.