941 resultados para Relative-rate Test


Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

The current phylogenetic hypothesis for the evolution and biogeography of fiddler crabs relies on the assumption that complex behavioral traits are assumed to also be evolutionary derived. Indo-west Pacific fiddler crabs have simpler reproductive social behavior and are more marine and were thought to be ancestral to the more behaviorally complex and more terrestrial American species. It was also hypothesized that the evolution of more complex social and reproductive behavior was associated with the colonization of the higher intertidal zones. Our phylogenetic analysis, based upon a set of independent molecular characters, however, demonstrates how widely entrenched ideas about evolution and biogeography led to a reasonable, but apparently incorrect, conclusion about the evolutionary trends within this pantropical group of crustaceans. Species bearing the set of "derived traits" are phylogenetically ancestral, suggesting an alternative evolutionary scenario: the evolution of reproductive behavioral complexity in fiddler crabs may have arisen multiple times during their evolution. The evolution of behavioral complexity may have arisen by coopting of a series of other adaptations for high intertidal living and antipredator escape. A calibration of rates of molecular evolution from populations on either side of the Isthmus of Panama suggest a sequence divergence rate for 16S rRNA of 0.9% per million years. The divergence between the ancestral clade and derived forms is estimated to be approximately 22 million years ago, whereas the divergence between the American and Indo-west Pacific is estimated to be approximately 17 million years ago.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

A number of studies have noted that nucleotide substitution rates at the chloroplast-encoded rbcL locus violate the molecular clock principle. Substitution rate variation at this plastid gene is particularly pronounced between palms and grasses; for example, a previous study estimated that substitution rates in rbcL sequences are approximately 5-fold faster in grasses than in palms. To determine whether a proportionate change in substitution rates also occurs in plant nuclear genes, we characterized nucleotide substitution rates in palm and grass sequences for the nuclear gene Adh. In this article, we report that palm sequences evolve at a rate of 2.61 x 10(-9) substitution per synonymous site per year, a rate which is slower than most plant nuclear genes. Grass Adh sequences evolve approximately 2.5-fold faster than palms at synonymous sites. Thus, synonymous rates in nuclear Adh genes show a marked decrease in palms relative to grasses, paralleling the pattern found at the plastid rbcL locus. This shared pattern indicates that synonymous rates are correlated between a nuclear and a plastid gene. Remarkably, nonsynonymous rates do not show this correlation. Nonsynonymous rates vary between two duplicated grass Adh loci, and nonsynonymous rates at the palm Adh locus are not markedly reduced relative to grasses.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

As additivity is a very useful property for a distance measure, a general additive distance is proposed under the stationary time-reversible (SR) model of nucleotide substitution or, more generally, under the stationary, time-reversible, and rate variable (SRV) model, which allows rate variation among nucleotide sites. A method for estimating the mean distance and the sampling variance is developed. In addition, a method is developed for estimating the variance-covariance matrix of distances, which is useful for the statistical test of phylogenies and molecular clocks. Computer simulation shows (i) if the sequences are longer than, say, 1000 bp, the SR method is preferable to simpler methods; (ii) the SR method is robust against deviations from time-reversibility; (iii) when the rate varies among sites, the SRV method is much better than the SR method because the distance is seriously underestimated by the SR method; and (iv) our method for estimating the sampling variance is accurate for sequences longer than 500 bp. Finally, a test is constructed for testing whether DNA evolution follows a general Markovian model.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

INTRODUZIONE: L’integrazione mente-corpo applicata ad un ambito patologico predominante in questi tempi, come il cancro, è il nucleo di questa tesi. Il background teorico entro cui è inserita, è quello della Psiconeuroendocrinoimmunologia (Bottaccioli, 1995) e Psico-Oncologia. Sono state identificate, nella letteratura scientifica, le connessioni tra stati psicologici (mente) e condizioni fisiologiche (corpo). Le variabili emerse come potenzialmente protettive in pazienti che si trovano ad affrontare il cancro sono: il supporto sociale, l’immagine corporea, il coping e la Qualità della Vita, insieme all’indice fisiologico Heart Rate Variability (HRV; Shaffer & Venner, 2013). Il potenziale meccanismo della connessione tra queste variabili potrebbe essere spiegato dall’azione del Nervo Vago, come esposto nella Teoria Polivagale di Stephen Porges (2007; 2009). OBIETTIVI: Gli obiettivi principali di questo studio sono: 1. Valutare l’adattamento psicologico alla patologia in termini di supporto sociale percepito, immagine corporea, coping prevalente e qualità della vita in donne con cancro ovarico; 2. Valutare i valori di base HRV in queste donne; 3. Osservare se livelli più elevati di HRV sono associati ad un migliore adattamento psicologico alla patologia; 4. Osservare se una peggiore percezione dell’immagine corporea e l’utilizzo di strategie di coping disadattive sono associate ad una Qualità della Vita più scarsa. METODO: 38 donne affette da cancro ovarico, al momento della valutazione libere da patologia, sono state reclutate presso la clinica oncologica del reparto di Ginecologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, Italia. Ad ogni partecipante è stato chiesto di compilare una batteria di test composta da: MSPSS, per la valutazione del supporto sociale percepito; DAS-59, per la valutazione dell’immagine corporea; MAC, per la valutazione delle strategie di coping prevalenti utilizzate verso il cancro; EORTC-QLQ30, per la valutazione della Qualità della Vita. Per ogni partecipante è stato registrato HRV di base utilizzando lo strumento emWave (HeartMath). RISULTATI PRINCIPALI: Rispondendo agli obiettivi 1 e 2, in queste donne si è rilevato una alto tasso di supporto sociale percepito, in particolare ricevuto dalla persona di riferimento. L’area rivelatasi più critica nel supporto sociale è quella degli amici. Per quanto riguarda l’immagine corporea, la porzione di campione dai 30 ai 61 anni, ha delle preoccupazioni globali legate all’immagine corporea paragonabili ai dati provenienti dalla popolazione generale con preoccupazioni riguardo l’aspetto corporeo. Invece, nella porzione di campione dai 61 anni in su, il pattern di disagio verso l’aspetto fisico sembra decisamente peggiorare. Inoltre, in questo campione, si è rilevato un disagio globale verso l’immagine corporea significativamente più alto rispetto ai valori normativi presenti in letteratura riferiti a donne con cancro al seno con o senza mastectomia (rispettivamente t(94)= -4.78; p<0.000001; t(110)= -6.81;p<0.000001). La strategia di coping più utilizzata da queste donne è lo spirito combattivo, seguito dal fatalismo. Questo campione riporta, inoltre, una Qualità della Vita complessivamente soddisfacente, con un buon livello di funzionamento sociale. L’area di funzionalità più critica risulta essere il funzionamento emotivo. Considerando i sintomi prevalenti, i più riferiti sono affaticamento, disturbi del sonno e dolore. Per definire, invece, il pattern HRV, sono stati confrontati i dati del campione con quelli presenti in letteratura, riguardanti donne con cancro ovarico. Il campione valutato in questo studio, ha un HRV SDNN (Me=28.2ms) significativamente più alto dell’altro gruppo. Tuttavia, confrontando il valore medio di questo campione con i dati normativi sulla popolazione sana (Me=50ms), i nostri valori risultano drasticamente più bassi. In ultimo, donne che hanno ricevuto diagnosi di cancro ovarico in età fertile, sembrano avere maggiore HRV, migliore funzionamento emotivo e minore sintomatologia rispetto alle donne che hanno ricevuto diagnosi non in età fertile. Focalizzando l’attenzione sulla ricerca di relazioni significative tra le variabili in esame (obiettivo 3 e 4) sono state trovate numerose correlazioni significative tra: l’età e HRV, supporto percepito , Qualità della Vita; Qualità della Vita e immagine corporea, supporto sociale, strategie di coping; strategie di coping e immagine corporea, supporto sociale; immagine corporea e supporto sociale; HRV e supporto sociale, Qualità della Vita. Per verificare la possibile connessione causale tra le variabili considerate, sono state applicate regressioni lineari semplici e multiple per verificare la bontà del modello teorico. Si è rilevato che HRV è significativamente positivamente influenzata dal supporto percepito dalla figura di riferimento, dal funzionamento di ruolo, dall’immagine corporea totale. Invece risulta negativamente influenzata dal supporto percepito dagli amici e dall’uso di strategie di coping evitanti . La qualità della vita è positivamente influenzata da: l’immagine corporea globale e l’utilizzo del fatalismo come strategia di coping prevalente. Il funzionamento emotivo è influenzato dal supporto percepito dalla figura di riferimento e dal fatalismo. DISCUSSIONI E CONCLUSIONI: Il campione Italiano valutato, sembra essere a metà strada nell’adattamento dello stato psicologico e dell’equilibrio neurovegetativo al cancro. Sicuramente queste donne vivono una vita accettabile, in quanto sopravvissute al cancro, ma sembra anche che portino con sé preoccupazioni e difficoltà, in particolare legate all’accettazione della loro condizione di sopravvissute. Infatti, il migliore adattamento si riscontra nelle donne che hanno avuto peggiori condizioni in partenza: stadio del cancro avanzato, più giovani, con diagnosi ricevuta in età fertile. Pertanto, è possibile suggerire che queste condizioni critiche forzino queste donne ad affrontare apertamente il cancro e la loro situazione di sopravvissute al cancro, portandole ad “andare avanti” piuttosto che “tornare indietro”. Facendo riferimento alle connessioni tra variabili psicologiche e fisiologiche in queste donne, si è evidenziato che HRV è influenzata dalla presenza di figure significative ma, in particolare, è presumibile che sia influenzata da un’appropriata condivisione emotiva con queste figure. Si è anche evidenziato che poter continuare ad essere efficaci nel proprio contesto personale si riflette in un maggiore HRV, probabilmente in quanto permette di preservare il senso di sé, riducendo in questo modo lo stress derivante dall’esperienza cancro. Pertanto, HRV in queste donne risulta associato con un migliore adattamento psicologico. Inoltre, si è evidenziato che in queste donne la Qualità della Vita è profondamente influenzata dalla percezione dell’immagine corporea. Si tratta di un aspetto innovativo che è stato rilevato in questo campione e che, invece, nei precedenti studi non è stato indagato. In ultimo, la strategia di coping fatalismo sembra essere protettiva e sembra facilitare il processo di accettazione del cancro. Si spera sinceramente che le ricerche future possano superare i limiti del presente studio, come la scarsa numerosità e l’uso di strumenti di valutazione che, per alcuni aspetti come la scala Evitamento nel MAC, non centrano totalmente il target di indagine. Le traiettorie future di questo studio sono: aumentare il numero di osservazioni, reclutando donne in diversi centri specialistici in diverse zone d’Italia; utilizzare strumenti più specifici per valutare i costrutti in esame; valutare se un intervento di supporto centrato sul miglioramento di HRV (come HRV Biofeedback) può avere una ricaduta positiva sull’adattamento emotivo e la Qualità della Vita.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

O objetivo desse trabalho foi obter polpa de guavira desidratada por atomização, utilizando maltodextrina ou goma arábica como agentes carreadores. Inicialmente, avaliou-se a influência das condições de processo, temperatura do ar de secagem (130, 155 e 180) °C e vazão volumétrica da mistura (20 e 40) mL/min, o tipo e concentração de agente carreador (10 e 20) % nas características físicas, físico-químicas e atividade antioxidante do produto obtido. As propriedades analisadas foram umidade, atividade de água, higroscopicidade, solubilidade, cor, distribuição e tamanho médio de partículas, morfologia, compostos fenólicos totais e atividade antioxidante. A temperatura do ar de secagem e a vazão volumétrica de alimentação influenciaram significativamente todas as propriedades da guavira em pó. A umidade e atividade de água apresentaram os menores valores na temperatura intermediária, independentemente do tipo e concentração do carreador usado. A solubilidade das amostras adicionadas de maltodextrina foram superiores às amostras com goma arábica. O aumento da concentração de agente carreador, em geral, proporcionou um aumento no parâmetro L* e diminuição dos parâmetros a* e b*, tornando as amostras mais claras e reduzindo as tonalidades vermelha e amarela. A guavira em pó apresentou coloração próxima do amarelo e marrom, com grande variação nos parâmetros de cor C* e H* em função das diferentes condições de secagem. A distribuição do tamanho de partículas não teve um padrão definido e o tamanho médio das amostras com maltodextrina foram maiores do que as com goma arábica para a temperatura do ar a 130 °C. No entanto, para as outras temperaturas (155 e 180) °C não houve um comportamento específico do tamanho das partículas em função da vazão de alimentação, tipo e ou concentração de agente carreador. A análise de microscopia eletrônica de varredura permitiu observar que as partículas obtidas tanto com maltodextrina como goma arábica apresentaram formato esférico, superfície rugosa e com adesão de partículas menores nas de maior tamanho, sendo que a superfície das partículas com goma arábica também apresentaram concavidades. A atividade antioxidante foi superior quando utilizada a temperatura de secagem intermediária. A partir das condições selecionadas na primeira etapa (temperatura do ar de 155 °C, vazão volumétrica da mistura de 40 mL/min e 10% de maltodextrina ou goma arábica) a polpa de guavira em pó foi caracterizada quanto a temperatura de transição vítrea, as isotermas de adsorção e a estabilidade à estocagem do ácido ascórbico, compostos fenólicos totais e da atividade antioxidante da polpa de guavira em pó produzida por spray drying ao longo de 120 dias. As temperaturas de transição vítrea foram de (25,2 ± 2,7 °C e 31,4 ± 0,4) °C para os pós produzidos com goma arábica e maltodextrina, respectivamente. O modelo de BET apresentou ajuste muito bom (R2>0,99) para descrever o comportamento de sorção de água das amostras nas temperaturas de (20, 30 e 40) °C. A polpa de guavira em pó produzida com goma arábica apresentou maior adsorção de água do que as amostras obtidas com maltodextrina. No estudo da estabilidade, as amostras foram acondicionadas em embalagem de polietileno laminado e armazenadas a 25 °C e umidade relativa de 75%. A embalagem de polietileno laminado foi eficiente na manutenção do teor de ácido ascórbico e atividade antioxidante da guavira em pó por um período de 120 dias, independente do carreador adicionado. O teor de compostos fenólicos para a guavira em pó com goma arábica apresentou uma redução nos primeiros 22 dias, contudo a amostra com maltodextrina manteve-se estável durante 120 dias de armazenamento.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Quase um em cada dez pacientes é lesionado ao receber cuidados de saúde e, destes, muitos sofrem lesões incapacitantes ou morte todos os anos. Entendendo a importância e o impacto negativo das falhas na segurança do paciente em âmbito global e a influência que a cultura e o clima de segurança exercem sobre a adoção de ações e decisões mais seguras, este estudo teve por objetivo a analise da cultura de segurança do paciente em instituições hospitalares, por meio da mensuração do clima de segurança. Trata-se de pesquisa quantitativa, transversal, do tipo Survey, em que para a realização da coleta de dados foi aplicado o Questionário de Atitudes de Segurança, adaptação transcultural para o Brasil do Safety Attitudes Questionnaire (SAQ) - Short Form 2006. O estudo ocorreu em dois hospitais gerais do estado de São Paulo, localizados em diferentes regiões metropolitanas, sendo um público e o outro privado. Os profissionais Médicos, Enfermeiros, Técnicos e Auxiliares de Enfermagem, Fisioterapeutas, Farmacêuticos e Nutricionistas, que atuavam nestes hospitais há pelo menos 6 meses, com carga horária de trabalho semanal de no mínimo 20 horas, constituíram a população deste estudo. Foi realizado um estudo piloto com 25 profissionais em cada hospital e a prevalência resultante deste teste foi utilizada no cálculo do tamanho amostral com nível de significância de 5%, erro relativo de 10% e perda de 20%, resultando em um total de 235 participantes. Os profissionais escolhidos como parte da amostra foram sorteados empregando-se amostragem aleatória simples computadorizada. As variáveis de cada domínio da escala quando testadas pelo Teste Kolmogorov-Smirnov não apresentaram normalidade. Deste modo, foi aplicado o Teste Mann-Whitney para comparar os valores das pontuações entre os hospitais e entre as categorias profissionais. Com relação aos resultados houve índice de participação de 86,8% da amostra sorteada, prevalecendo os sujeitos com 5 a 20 anos de tempo na especialidade, do gênero feminino, e trabalhadores da enfermagem. Não houve diferenças significantes dentre as pontuações obtidas pelos dois hospitais. Os participantes do estudo apresentaram percepção negativa quanto ao clima de segurança do paciente, com domínios Reconhecimento do Estresse e Percepção da Gestão apresentando resultados negativos, tanto para a amostra como um todo quanto por hospital. Os domínios Clima de Trabalho em Equipe, Satisfação no Trabalho e Comportamento Seguro/Práticas Seguras resultaram em percepções positivas para todas as categorias profissionais. Já o domínio Percepção da Gestão do Hospital resultou em percepção negativa para todas estas. Os Médicos e os Técnicos e Auxiliares de Enfermagem apresentaram percepções negativas em mais domínios. Em contrapartida, os Enfermeiros foram os únicos a apresentar atitude de segurança do paciente positiva, com escore total do SAQ exibindo diferença significante quando comparado a todas as outras categorias, apresentando também percepção positiva em maior número de domínios. Concluiu-se que existe a necessidade de abordagem relacionada ao Reconhecimento do Estresse dos profissionais, além dos aspectos do Gerenciamento. As categorias profissionais diferiram entre si com relação às percepções sobre a atitude de segurança do paciente. Desta forma, o desenvolvimento da cultura de segurança deve englobar todas as categorias profissionais, uma vez que esta abrange toda a organização, destacando-se a necessidade de enfoque de ações com relação a categoria dos Médicos e dos Técnicos e Auxiliares de Enfermagem. Além disso, ficou evidente o papel de destaque e liderança dos profissionais Enfermeiros nos processos de melhoria da qualidade, e colocando-os em posição privilegiada para conduzir os esforços de melhoria contínua da qualidade nos serviços de saúde

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

A natação de águas abertas tem registrado aumento no número de competições e participantes em todo mundo. Acompanhando esta tendência têm sido desenvolvidos estudos para identificar as características físicas e as respostas fisiológicas dos atletas neste tipo de prova. Entretanto, são escassos estudos ao nível de análise comportamental, principalmente, em condições reais de distância e meio ambiente (mar). Foi objetivo deste estudo investigar as características de desempenho e da organização temporal das braçadas de nadadores de águas abertas. Mais especificamente, conhecer quais recursos os atletas de águas abertas lançam mão para atingir sua meta de vencer um percurso no mar no menor tempo possível. A amostra foi constituída por 23 atletas, com média de idade de 26,4(±3,2) anos. A tarefa foi nadar um trajeto de 1500 metros em forma de um circuito em mar aberto. Para a captação das variáveis relacionadas ao desempenho utilizou-se um GPS (Garmin modelo Fênix 3) e um cronômetro (FINIS modelo Accusplit Eagle AX602). O registro das imagens para captação dos dados relacionados à descrição da organização temporal das braçadas ocorreu em três pontos do trajeto: início (I) - 20 a 40 metros, meio (M) - 800 a 820 metros e final (F) - 1450 a 1470 metros. Foi utilizada uma filmadora (Nikon Coolpix S5300) afixada à embarcação. O software Kinovea 8.20 permitiu a análise quadro a quadro das braçadas. Foram consideradas variáveis dependentes relacionadas ao desempenho (tempo, velocidade e distância total percorrida, bem como, a frequência de braçadas em cada um dos três pontos do trajeto); aos aspectos variantes das braçadas (tempo total do ciclo, das braçadas, das fases aérea e aquática) e aos aspectos invariantes das braçadas (timing relativo das fases aérea e aquática e sua variabilidade). A análise de variância de medidas repetidas foi usada para comparar os três momentos da tarefa (I, M e F) para todas as variáveis, e a correlação de Pearson para analisar a magnitude das relações entre as variáveis de desempenho, enquanto o teste t de Student para medidas pareadas foi utilizado para comparar as possíveis diferenças entre os braços direito e esquerdo para cada um dos momentos e determinou-se como significância estatística α≤=0,05. Em relação ao desempenho, os resultados indicaram que os nadadores fizeram uso de frequência de braçada (Fb) diferente para os três momentos, sendo maior no I quando comparada ao M e F, e no M, menor que em F; estas mudanças foram acompanhadas por ajustes nos aspectos variantes como o tempo total do ciclo, das braçadas e das fases aérea e aquática. Ainda, nos três momentos os nadadores apresentaram simetria temporal entre as braçadas dos dois braços, apesar de as diferenças serem evidenciadas entre as fases das braçadas quando comparados os braços. Com relação aos aspectos invariantes detectou-se mudança do padrão de I para M e F da tarefa, sendo que em M e F os atletas utilizaram a mesma estrutura temporal. Quanto à variabilidade dos aspectos variantes e invariantes para as braçadas e as fases das braçadas, observou-se diminuição da magnitude ao longo da tarefa sendo que o braço esquerdo apresentou nos três momentos maior variabilidade que o direito. Assim, diante dos resultados, concluiu-se que os recursos utilizados por nadadores habilidosos para nadar em ambiente pouco estável, em condições reais de distância e meio ambiente (mar) compreendem a alteração do desempenho (Fb) associado a ajustes nos aspectos variantes, concomitantemente à alteração dos aspectos invariantes das braçadas, em função do momento da tarefa

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

The current study tested two competing models of Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder (AD/HD), the inhibition and state regulation theories, by conducting fine-grained analyses of the Stop-Signal Task and another putative measure of behavioral inhibition, the Gordon Continuous Performance Test (G-CPT), in a large sample of children and adolescents. The inhibition theory posits that performance on these tasks reflects increased difficulties for AD/HD participants to inhibit prepotent responses. The model predicts that putative stop-signal reaction time (SSRT) group differences on the Stop-Signal Task will be primarily related to AD/HD participants requiring more warning than control participants to inhibit to the stop-signal and emphasizes the relative importance of commission errors, particularly "impulsive" type commissions, over other error types on the G-CPT. The state regulation theory, on the other hand, proposes response variability due to difficulties maintaining an optimal state of arousal as the primary deficit in AD/HD. This model predicts that SSRT differences will be more attributable to slower and/or more variable reaction time (RT) in the AD/HD group, as opposed to reflecting inhibitory deficits. State regulation assumptions also emphasize the relative importance of omission errors and "slow processing" type commissions over other error types on the G-CPT. Overall, results of Stop-Signal Task analyses were more supportive of state regulation predictions and showed that greater response variability (i.e., SDRT) in the AD/HD group was not reducible to slow mean reaction time (MRT) and that response variability made a larger contribution to increased SSRT in the AD/HD group than inhibitory processes. Examined further, ex-Gaussian analyses of Stop-Signal Task go-trial RT distributions revealed that increased variability in the AD/HD group was not due solely to a few excessively long RTs in the tail of the AD/HD distribution (i.e., tau), but rather indicated the importance of response variability throughout AD/HD group performance on the Stop-Signal Task, as well as the notable sensitivity of ex-Gaussian analyses to variability in data screening procedures. Results of G-CPT analyses indicated some support for the inhibition model, although error type analyses failed to further differentiate the theories. Finally, inclusion of primary variables of interest in exploratory factor analysis with other neurocognitive predictors of AD/HD indicated response variability as a separable construct and further supported its role in Stop-Signal Task performance. Response variability did not, however, make a unique contribution to the prediction of AD/HD symptoms beyond measures of motor processing speed in multiple deficit regression analyses. Results have implications for the interpretation of the processes reflected in widely-used variables in the AD/HD literature, as well as for the theoretical understanding of AD/HD.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

The utilization of symptom validity tests (SVTs) in pediatric assessment is receiving increasing empirical support. The Rey 15-Item Test (FIT) is an SVT commonly used in adult assessment, with limited research in pediatric populations. Given that FIT classification statistics across studies to date have been quite variable, Boone, Salazar, Lu, Warner-Chacon, and Razani (2002) developed a recognition trial to use with the original measure to enhance accuracy. The current study aims to assess the utility of the FIT and recognition trial in a pediatric mild traumatic brain injury (TBI) sample (N = 112; M = 14.6 years), in which a suboptimal effort base rate of 17% has been previously established (Kirkwood & Kirk, 2010). All participants were administered the FIT as part of an abbreviated neuropsychological evaluation; failure on the Medical Symptom Validity Test (MSVT) was used as the criterion for suspect effort. The traditional adult cut-off score of(99%), but poor sensitivity (6%). When the recognition trial was also utilized, a combination score of(sensitivity = 64%, specificity = 93%). Results indicate that the FIT with recognition trial may be useful in the assessment of pediatric suboptimal effort, at least among relatively high functioning children following mild TBI.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

A multiproxy record including benthic foraminifera, diatoms and XRF data of a marine sediment core from a SW Greenland fjord provides a detailed reconstruction of the oceanographic and climatic variations of the region during the last 4400 cal. years. The lower part of our record represents the final termination of the Holocene Thermal Maximum. After the onset of the 'Neoglaciation' at approximately 3.2 ka cal. BP, the fjord system was subject to a number of marked hydrographical changes that were closely linked to the general climatic and oceanographic development of the Labrador Sea and the North Atlantic region. Our data show that increased advection of Atlantic water (Irminger Sea Water) from the West Greenland Current into the Labrador Sea was a typical feature of Northeast Atlantic cooling episodes such as the 'Little Ice Age' and the 'European Dark Ages', while the advection of Irminger Sea Water decreased significantly during warm episodes such as the 'Mediaeval Warm Period' and the 'Roman Warm Period'.Whereas the 'Mediaeval Warm Period' was characterized by relatively cool climate as suggested by low meltwater production, the preceding 'Dark Ages' display higher meltwater runoff and consequently warmer climate. When compared with European climate, these regional climate anomalies indicate persisting patterns of advection of colder, respectively warmer air masses in the study region during these periods and thus a long-term seesaw climate pattern between West Greenland and Europe.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Background. Prostate-specific antigen (PSA) testing for prostate cancer is controversial. Demand for PSA testing is likely to rise in the UK, Australia and other western countries. Primary care needs to develop appropriate strategies to respond to this demand. Objectives. Our aim was to compare the effectiveness of educational outreach visits (EOVs) and mailout strategies targeting PSA testing in Australian primary care. Methods. A randomized controlled trial was conducted in general practices in southern Adelaide. The main outcome measures at baseline, 6 months and 12 months post-intervention were PSA testing rates and GP knowledge in key areas relating to prostate cancer and PSA testing. Results. The interventions were able to demonstrate a change in clinical practice. In the 6 months post-intervention, median PSA testing rate in the EOV group was significantly lower than in the postal group, which in turn was significantly lower than the control group (P < 0.001). Statistically significant differences were not, however, maintained in the 6-12 month post-intervention period. The EOV group, at 6 months follow-up, had a significantly greater proportion of 'correct' responses than the control group to questions about prostate cancer treatment effectiveness (P = 0.004) and endorsement of PSA screening by professional bodies (P = 0.041). Conclusions. Primary care has a central role in PSA testing for prostate cancer. Clinical practice in this area is receptive to evidence-based interventions.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Genetic assignment methods use genotype likelihoods to draw inference about where individuals were or were not born, potentially allowing direct, real-time estimates of dispersal. We used simulated data sets to test the power and accuracy of Monte Carlo resampling methods in generating statistical thresholds for identifying F-0 immigrants in populations with ongoing gene flow, and hence for providing direct, real-time estimates of migration rates. The identification of accurate critical values required that resampling methods preserved the linkage disequilibrium deriving from recent generations of immigrants and reflected the sampling variance present in the data set being analysed. A novel Monte Carlo resampling method taking into account these aspects was proposed and its efficiency was evaluated. Power and error were relatively insensitive to the frequency assumed for missing alleles. Power to identify F-0 immigrants was improved by using large sample size (up to about 50 individuals) and by sampling all populations from which migrants may have originated. A combination of plotting genotype likelihoods and calculating mean genotype likelihood ratios (D-LR) appeared to be an effective way to predict whether F-0 immigrants could be identified for a particular pair of populations using a given set of markers.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

The data structure of an information system can significantly impact the ability of end users to efficiently and effectively retrieve the information they need. This research develops a methodology for evaluating, ex ante, the relative desirability of alternative data structures for end user queries. This research theorizes that the data structure that yields the lowest weighted average complexity for a representative sample of information requests is the most desirable data structure for end user queries. The theory was tested in an experiment that compared queries from two different relational database schemas. As theorized, end users querying the data structure associated with the less complex queries performed better Complexity was measured using three different Halstead metrics. Each of the three metrics provided excellent predictions of end user performance. This research supplies strong evidence that organizations can use complexity metrics to evaluate, ex ante, the desirability of alternate data structures. Organizations can use these evaluations to enhance the efficient and effective retrieval of information by creating data structures that minimize end user query complexity.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

To understand performance of evasive and interceptive actions it is important to know how people decide when to initiate a movement - initiating at the 'right' moment is often essential for successful performance. It has been proposed that initiation is triggered when a perceptually derived quantity reaches an invariant criterion value. Candidate quantities include time-to-collision (TTC), distance, and rate of image expansion ( ROE), all of which have received empirical support. We studied initiation of an evasive manoeuvre in a computer-simulated steering task in which the observer was required to steer through a stationary visual environment and avoid colliding with an obstacle in their path. The results could not be explained by hypotheses which propose that evasive manoeuvre initiation is based on a fixed criterion value of TTC or distance. The overall pattern was, however, consistent with the use of a criterion ROE value. This was further tested by analyses designed to directly evaluate whether the ROE value used to initiate the response was the same across experimental conditions. Only two of the six participants showed evidence for using the ROE strategy.