882 resultados para Law and economics


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Il presente lavoro mira ad analizzare l’organizzazione della gestione aeroportuale come venutasi a delineare a seguito dei processi di privatizzazione nella gestione stessa e di liberalizzazione nella prestazione dei servizi nonché ad esaminare gli effetti di tali processi sulla concorrenza tra aeroporti. Per affrontare tali profili di ricerca, il lavoro è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo viene analizzata l’organizzazione amministrativa dell’aviazione civile e quindi i principali soggetti che operano e/o interagiscono nel mercato aeroportuale e le relative competenze. Nel secondo capitolo si analizza il ruolo del gestore aeroportuale quale soggetto a cui è affidato il compito di amministrare e gestire le infrastrutture aeroportuali e di coordinare e controllare le attività dei vari operatori privati presenti nello scalo. Pertanto si prenderà in esame l’evoluzione dei modelli di gestione aeroportuale, il rapporto tra concessionario e concedente, la qualificazione dell’attività di gestione dell’infrastruttura come servizio pubblico e la regolazione pubblicistica della stessa, volta a correggere le imperfezioni che possono distorcere il normale funzionamento dei meccanismi di mercato e a perseguire il benessere sociale. Nel terzo capitolo, si affronta il tema della liberalizzazione dei servizi, in particolari aerei e c.d. di handling. Infine, nel quarto e ultimo capitolo, si studia la concorrenza tra aeroporti e la sua interrelazione con l’infrastruttura ferroviaria.

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Con la prima parte, si intende fornire un quadro pressoché esaustivo delle principali disposizioni in materia di società a partecipazione pubblica regionale e locale operanti nel campo dei servizi pubblici locali e della loro interpretazione giurisprudenziale e dottrinale, prendendo le mosse dagli ultimi interventi legislativo. Nella seconda parte, si affronta, invece, il tema dei limiti legislativi alla capacità di azione delle società a partecipazione pubblica e dei connessi dubbi interpretativi, anche alla luce degli orientamenti giurisprudenziali e dottrinali. In particolare, l’analisi riguarda l’art. 13 del decreto”Bersani” e il comma 9 dell’art. 23 bis (ora pedissequamente trasfuso nel comma 33 dell’art. 4 del d.l. n. 138/2011), ossia le principali disposizioni che definiscono, rispettivamente, la capacità di azione delle società (a partecipazione pubblica) strumentali e di quelle operanti nel campo dei servizi pubblici locali titolari di affidamenti diretti (assentiti con modalità diverse dall’evidenza pubblica). Vengono forniti cenni di inquadramento in relazione al cd. procedimento di riordino delle partecipazioni societarie pubbliche previsto dalla legge finanziaria del 2008 (art. 3, commi 27 – 32). Dal combinato disposto delle suddette norme, così come interpretate dalla giurisprudenza costituzionale ed amministrativa, si ricavano, poi, utili indicazioni in ordine alla possibilità, per gli enti pubblici territoriali, di costituire società con scopo meramente lucrativo (ossia, soggetti societari privi del rapporto di strumentalità con gli enti costituenti o partecipanti, chiamati ad operare, in regime di concorrenza, in settori completamente liberalizzati) e società cd. multiutilities (aventi oggetto sociale complesso, la cui attività si estrinseca tanto nel campo dei servizi strumentali, quanto in quello dei servizi pubblici locali), nonché in relazione alla disciplina applicabile all’attività di detti soggetti societari. La finalità ultima del contributo consiste nell'individuazione delle linee guida finalizzate alla classificazione delle società pubbliche in funzione della loro attività.

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Negli ultimi anni le istituzioni e la regolamentazione hanno svolto un ruolo sempre più importante nell’analisi della crescita economica. Tuttavia, non è facile interpretare le istituzioni e gli effetti dei regolamenti sulla crescita attraverso indicatori che tendono a “misurare” le istituzioni. Lo scopo di questa ricerca è analizzare la relazione di lungo periodo tra la crescita economica e la regolamentazione e il ruolo della regolamentazione antitrust sulla crescita economica. La stima econometrica dei modelli di crescita con la concorrenza e gli indicatori di potere di mercato si base su un dataset appositamente costruito che copre 211 Paesi, su un arco temporale massimo di 50 anni (da 1960 a 2009). In particolare, cerchiamo di identificare un quadro analitico volto a integrare l’analisi istituzionale ed economica al fine di valutare il ruolo della regolamentazione e, più in generale, il ruolo delle istituzioni nella crescita economica. Dopo una revisione della letteratura teorica ed empirica sulla crescita e le istituzioni, vi presentiamo l’analisi dell'impatto normativo (RIA) in materia di concorrenza, e analizziamo le principali misure di regolamentazione, la governance e le misure antitrust. Per rispondere alla nostra domanda di ricerca si stimano modelli di crescita prendendo in considerazione tre diverse misure di regolamentazione: la Regulation Impact (RI), la Governance (GOV), e la libertà economica (LIB). Nel modello a effetti fissi, RI, gli effetti della legislazione antitrust sulla crescita economica sono significativi e positivi, e gli effetti di durata antitrust sono significativi, ma negativi. Nel pannel dinamico, GOV, gli effetti dell’indicatore di governance sulla crescita sono notevoli, ma negativo. Nel pannel dinamico, LIB, gli effetti della LIB sono significativi e negativi.

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The thesis focuses on the process of international openness of Transition Countries. This study provides a theoretical analysis based on reference literature, and an empirical analysis which is aimed at estimating some main effects of Foreign Direct Investment. Transition has represented a highly complex phenomenon, characterized by several aspects, whose interaction has shaped the developmental path of each country involved. Although the thesis focuses on economic issues it is outstanding to underline that Transition implies political, institutional, and even social deep changes, which must be taken into consideration in the general overview of the contex. The empirical part has been developed along two different ways: a country analysis and a firm analysis, thus allowing to widen the study and delve deeper into the use of econometric instruments. More specifically, in the first empirical stage both static (Fixed Effects) and dynamic (LSDV Corrected) methodologies have been implemented, whereas in the second stage the Cox Proportional Function has been chosen in order to handle with censored data.

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This book is dedicated to the Law and Economics analysis of civil liability of securities underwriters for the damage caused by material misstatements of corporate information by securities issuers. It seeks to answer a series of important questions. Who the are underwriters and what is their main role in the securities offering? Why there is a need for legal intervention in the underwriting market? What is so special about civil liability as an enforcement tool? How is civil liability used in a real world and does it really reach its goals? Finally, is there a need for a change and, if so, by what means?

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This thesis is a collection of essays about the instrumental use of commitment decisions to facilitate the completion of the European internal electricity market. European policy can shape markets in many ways, two most evident being regulation and competition enforcement. The interplay between these two instruments attracts a lot of scholarly attention. One of the major concerns in the competition vs. regulation debate is the instrumental use of competition rules. It has been observed that competition enforcement is triggered not only as a response to an anticompetitive harm occurring in the market, but that it sometimes becomes a powerful tool in the European Commission’s hands to pursue regulatory goals. This thesis looks for examples of such instrumentalisation in the context of electricity markets and finds that the Commission is very pragmatic in using all the possible instruments it has at hand to push forward its project of creating the internal electricity market. This includes regulation, competition enforcement and all sorts of political pressure. To the extent that commitment decisions accelerate sector-specific regulation and overcome political deadlocks, they contribute to the Commission’s energy policy goals. However, instrumentalisation of competition rules comes at a certain cost to competition policy, energy policy and, most importantly, to electricity markets themselves. Markets might be negatively affected either indirectly, by application of sector-specific regulation or competition policy building on previous commitment decisions, or directly, through the implementation of inadequate commitments in individual cases. Concluding, commitment decisions generally contributed to achieving the policy objectives of the internal electricity market, but their use for that purpose does not come without cost. Given that this cost is ultimately borne by the internal electricity market, the Commission should take a more balanced approach to the instrumental use of commitment decisions so that it does not do more harm than good.

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Il presente lavoro analizza il ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione rispettivamente nel delineare e attuare politiche pubbliche volte alla promozione di modelli di sviluppo economico caratterizzati da un elevato tasso di sostenibilità ambientale. A tal fine, il lavoro è suddiviso in quattro capitoli. Nel primo capitolo vengono presi in considerazione i principali elementi della teoria generale che costituiscono i piani di lettura del tema trattato. Questa prima fase della ricerca è incentrata, da un lato, sull’analisi (storico-evolutiva) del concetto di ambiente alla luce della prevalente elaborazione giuridica e, dall’altro, sulla formazione del concetto di sviluppo sostenibile, con particolare riguardo alla sua declinazione in chiave ambientale. Nella parte centrale del lavoro, costituita dal secondo e dal terzo capitolo, l’analisi è rivolta a tre settori d’indagine determinanti per l’inquadramento sistematico delle politiche pubbliche del settore: il sistema di rapporti che esiste tra i molteplici soggetti (internazionali, nazionali e locali) coinvolti nella ricerca di soluzioni alla crisi sistemica ambientale; l’individuazione e la definizione dell’insieme dei principi sostanziali che governano il sistema di tutela ambientale e che indirizzano le scelte di policy nel settore; i principali strumenti (giuridici ed economici) di protezione attualmente in vigore. Il quarto ed ultimo capitolo prende in considerazione le politiche relative alle procedure di autorizzazione alla costruzione e all’esercizio degli impianti per la produzione di energia alimentati da fonti energetiche rinnovabili, analizzate quale caso specifico che può essere assunto a paradigma del ruolo ricoperto dal legislatore e dalla pubblica amministrazione nel settore delle politiche di sviluppo sostenibile. L’analisi condotta mostra un elevato tasso di complessità del sistema istituzionale e organizzativo, a cui si aggiungono evidenti limiti di efficienza per quanto riguarda il regime amministrativo delle autorizzazioni introdotto dal legislatore nazionale.

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This dissertation is about collective action issues in common property resources. Its focus is the “threshold hypothesis,” which posits the existence of a threshold in group size that drives the process of institutional change. This hypothesis is tested using a six-century dataset concerning the management of the commons by hundreds of communities in the Italian Alps. The analysis seeks to determine the group size threshold and the institutional changes that occur when groups cross this threshold. There are five main findings. First, the number of individuals in villages remained stable for six centuries, despite the population in the region tripling in the same period. Second, the longitudinal analysis of face-to-face assemblies and community size led to the empirical identification of a threshold size that triggered the transition from informal to more formal regimes to manage common property resources. Third, when groups increased in size, gradual organizational changes took place: large groups split into independent subgroups or structured interactions into multiple layers while maintaining a single formal organization. Fourth, resource heterogeneity seemed to have had no significant impact on various institutional characteristics. Fifth, social heterogeneity showed statistically significant impacts, especially on institutional complexity, consensus, and the relative importance of governance rules versus resource management rules. Overall, the empirical evidence from this research supports the “threshold hypothesis.” These findings shed light on the rationale of institutional change in common property regimes, and clarify the mechanisms of collective action in traditional societies. Further research may generalize these conclusions to other domains of collective action and to present-day applications.

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In the last decades, medical malpractice has been framed as one of the most critical issues for healthcare providers and health policy, holding a central role on both the policy agenda and public debate. The Law and Economics literature has devoted much attention to medical malpractice and to the investigation of the impact of malpractice reforms. Nonetheless, some reforms have been much less empirically studied as in the case of schedules, and their effects remain highly debated. The present work seeks to contribute to the study of medical malpractice and of schedules of noneconomic damages in a civil law country with a public national health system, using Italy as case study. Besides considering schedules and exploiting a quasi-experimental setting, the novelty of our contribution consists in the inclusion of the performance of the judiciary (measured as courts’ civil backlog) in the empirical analysis. The empirical analysis is twofold. First, it investigates how limiting compensations for pain and suffering through schedules impacts on the malpractice insurance market in terms of presence of private insurers and of premiums applied. Second, it examines whether, and to what extent, healthcare providers react to the implementation of this policy in terms of both levels and composition of the medical treatments offered. Our findings show that the introduction of schedules increases the presence of insurers only in inefficient courts, while it does not produce significant effects on paid premiums. Judicial inefficiency is attractive to insurers for average values of schedules penetration of the market, with an increasing positive impact of inefficiency as the territorial coverage of schedules increases. Moreover, the implementation of schedules tends to reduce the use of defensive practices on the part of clinicians, but the magnitude of this impact is ultimately determined by the actual degree of backlog of the court implementing schedules.

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This dissertation seeks to improve the usage of direct democracy in order to minimize agency cost. It first explains why insights from corporate governance can help to improve constitutional law and then identifies relevant insights from corporate governance that can make direct democracy more efficient. To accomplish this, the dissertation examines a number of questions. What are the key similarities in corporate and constitutional law? Do these similarities create agency problems that are similar enough for a comparative analysis to yield valuable insights? Once the utility of corporate governance insights is established, the dissertation answers two questions. Are initiatives necessary to minimize agency cost if referendums are already provided for? And, must the results of direct democracy be binding in order for agency cost to be minimized?

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This research was designed to answer the question of which direction the restructuring of financial regulators should take – consolidation or fragmentation. This research began by examining the need for financial regulation and its related costs. It then continued to describe what types of regulatory structures exist in the world; surveying the regulatory structures in 15 jurisdictions, comparing them and discussing their strengths and weaknesses. This research analyzed the possible regulatory structures using three methodological tools: Game-Theory, Institutional-Design, and Network-Effects. The incentives for regulatory action were examined in Chapter Four using game theory concepts. This chapter predicted how two regulators with overlapping supervisory mandates will behave in two different states of the world (where they can stand to benefit from regulating and where they stand to lose). The insights derived from the games described in this chapter were then used to analyze the different supervisory models that exist in the world. The problem of information-flow was discussed in Chapter Five using tools from institutional design. The idea is based on the need for the right kind of information to reach the hands of the decision maker in the shortest time possible in order to predict, mitigate or stop a financial crisis from occurring. Network effects and congestion in the context of financial regulation were discussed in Chapter Six which applied the literature referring to network effects in general in an attempt to conclude whether consolidating financial regulatory standards on a global level might also yield other positive network effects. Returning to the main research question, this research concluded that in general the fragmented model should be preferable to the consolidated model in most cases as it allows for greater diversity and information-flow. However, in cases in which close cooperation between two authorities is essential, the consolidated model should be used.