916 resultados para Cucumis melo var. reticulatus Naud.


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Inclui notas explicativas, bibliográficas e bibliografia.

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Nicotiana tabacum 46-8 cultivar displays an incompatible interaction with race 0 of Phytophthora parasitica var. nicotianae (Ppn), a fungal pathogen of most tobacco cultivars. At the plant level, incompatibility is characterized by the induction of lipoxygenase (LOX, EC = 1.13.11.12) activity and localized hypersensitive cell death before defense gene activation. To evaluate the involvement of LOX in the onset of plant defense, tobacco 46-8 plants were genetically engineered using full-length or partial-length antisense (AS) tobacco LOX cDNA constructs. AS expression strongly reduced elicitor- and pathogen-induced LOX activity. Eight independent AS-LOX lines were selected and assayed for their response to Ppn. After root or stem inoculation with race 0, all AS-LOX lines but one displayed a compatible phenotype whereas control transformed plants, not containing the AS-LOX cassette, showed the typical incompatible reaction. The presence of the fungus in transgenic lines was demonstrated by PCR amplification of a Ppn-specific genomic sequence. A linear relationship was found between the extent of LOX suppression and the size of the lesion caused by the fungus. The AS-LOX plants also showed enhanced susceptibility toward the compatible fungus Rhizoctonia solani. The results demonstrate the strong involvement of LOX in the establishment of incompatibility in plant–microorganism interactions, consistent with its role in the defense of host plants.

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The relationship between the production of reactive oxygen species and the hypersensitive response (HR) of tobacco (Nicotiana tabacum L.) toward an incompatible race of the Oomycete Phytophthora parasitica var nicotianae has been investigated. A new assay for superoxide radical (O2−) production based on reduction of the tetrazolium dye sodium,3′-(1-[phenylamino-carbonyl]-3,4-tetrazolium)-bis(4-methoxy-6-nitro) benzene-sulfonic acid hydrate (XTT) has enabled the quantitative estimation of perhydroxyl/superoxide radical acid-base pair (HO2·/O2−) production during the resistant response. Tobacco suspension cells were inoculated with zoospores from compatible or incompatible races of the pathogen. Subsequent HO2·/O2− production was monitored by following the formation of XTT formazan. In the incompatible interaction only, HO2·/O2− was produced in a minor burst between 0 and 2 h and then in a major burst between 8 and 10 h postinoculation. During this second burst, rates of XTT reduction equivalent to a radical flux of 9.9 × 10−15 mol min−1 cell−1 were observed. The HO2·/O2− scavengers O2− dismutase and Mn(III)desferal each inhibited dye reduction. An HR was observed in challenged, resistant cells immediately following the second burst of radical production. Both scavengers inhibited the HR when added prior to the occurrence of either radical burst, indicating that O2− production is a necessary precursor to the HR.

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A DNA sequence, TPE1, representing the internal domain of a Ty1-copia retroelement, was isolated from genomic DNA of Pinus elliottii Engelm. var. elliottii (slash pine). Genomic Southern analysis showed that this sequence, carrying partial reverse transcriptase and integrase gene sequences, is highly amplified within the genome of slash pine and part of a dispersed element >4.8 kbp. Fluorescent in situ hybridization to metaphase chromosomes shows that the element is relatively uniformly dispersed over all 12 chromosome pairs and is highly abundant in the genome. It is largely excluded from centromeric regions and intercalary chromosomal sites representing the 18S-5.8S-25S rRNA genes. Southern hybridization with specific DNA probes for the reverse transcriptase gene shows that TPE1 represents a large subgroup of heterogeneous Ty1-copia retrotransposons in Pinus species. Because no TPE1 transcription could be detected, it is most likely an inactive element--at least in needle tissue. Further evidence for inactivity was found in recombinant reverse transcriptase and integrase sequences. The distribution of TPE1 within different gymnosperms that contain Ty1-copia group retrotransposons, as shown by a PCR assay, was investigated by Southern hybridization. The TPE1 family is highly amplified and conserved in all Pinus species analyzed, showing a similar genomic organization in the three- and five-needle pine species investigated. It is also present in spruce, bald cypress (swamp cypress), and in gingko but in fewer copies and a different genomic organization.

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Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.

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Se ha localizado en el margen de la carretera comarcal CV 795 en su kilómetro 17 próximo a Ulls de Canals y dentro del término de Banyeres de Mariola, una buena población asilvestrada de Rosa gallica L. var. officinalis (hort. ex Andrews) Ser., que corresponde a la segunda población localizada en Alicante, puesto que se conocía una población pero situada próxima al litoral en la comarca de la Marina Alta. La llamada rosa de Provins o provincialis (de Provenza) es una de las rosas cultivadas en Europa desde más antiguo, probablemente la primera. Aparece dibujada en los frescos de Pompeya, fue también la rosa de las boticas (“Officinalis”) y se corresponde con la famosa rosa roja o Rosa de Lancanster, símbolo de este bando en la Guerra de civil inglesa llamada de “las dos rosas”. Su cultivo en España fue muy importante y era frecuentemente citada en la literatura botánica antigua, fue llamada “rosa de Castilla” pero con el tiempo y el abandono del campo, su presencia fue disminuyendo y de forma asilvestrada solo aparece en unas pocas provincias españolas, aunque se sigue manteniendo su cultivo a pequeña escala en colecciones particulares y rosaledas. Precisamente, en la Rosaleda “Pere Dot” del Jardín Botánico de Torretes (Ibi) mantenemos en cultivo dos de las variedades botánicas reconocidas y muchos de los cultivares e híbridos de este rosal, que hemos adquirido de colecciones extranjeras. El hallazgo de este material asilvestrado probablemente procedente de antiguos cultivos en la zona, tiene gran valor etnobotánico y puede tener valor genético. Aunque en su morfología no se han encontrado diferencias relevantes, se ha procedido a su multiplicación vegetativa y será próximamente incluido en la rosaleda del Jardín Botánico, junto con pliegos de herbario y semillas.

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Regular vine copulas are multivariate dependence models constructed from pair-copulas (bivariate copulas). In this paper, we allow the dependence parameters of the pair-copulas in a D-vine decomposition to be potentially time-varying, following a nonlinear restricted ARMA(1,m) process, in order to obtain a very flexible dependence model for applications to multivariate financial return data. We investigate the dependence among the broad stock market indexes from Germany (DAX), France (CAC 40), Britain (FTSE 100), the United States (S&P 500) and Brazil (IBOVESPA) both in a crisis and in a non-crisis period. We find evidence of stronger dependence among the indexes in bear markets. Surprisingly, though, the dynamic D-vine copula indicates the occurrence of a sharp decrease in dependence between the indexes FTSE and CAC in the beginning of 2011, and also between CAC and DAX during mid-2011 and in the beginning of 2008, suggesting the absence of contagion in these cases. We also evaluate the dynamic D-vine copula with respect to Value-at-Risk (VaR) forecasting accuracy in crisis periods. The dynamic D-vine outperforms the static D-vine in terms of predictive accuracy for our real data sets.

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Living and dead benthic Foraminifera of 26 sediment surface samples from the East Atlantic continental margin (off Portugal) are studied. The stations are located on two profiles off Cape Mondego and off Cape Sines, ranging in water depth from 45 to 3905 meters. The highest values of standing crop are on the shelf (200 m) (up to 420 specimens/10 cm**3). Below 1000 m water depth standing crop is low (5 -24 specimens/10 cm**3). 151species and species groups are distinguished. Most of the living species do occur in a wide depth range. Faunal depth boundaries are at 50/100m, at 600/800 m, and at 1000 m. Results published from the North Atlantic and the East Mediterranean do not differ from those obtained in samples off Portugal. Depth of water (e.g. hydrostatic pressure) or another factor being controlled by depth (e.g. limitation of food supply) seems to be the most important factor of the benthic foraminiferal distribution.

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Abundant and diverse polycystine radiolarian faunas from ODP Leg 181, Site 1123 (0-1.2 Ma at ~21 kyr resolution) and Site 1124 (0-0.6 Ma, ~5 kyr resolution, with a disconformity between 0.42-0.22 Ma) have been used to infer Pleistocene-Holocene paleoceanographic changes north of the Subtropical Front (STF), offshore eastern New Zealand, southwest Pacific. The abundance of warm-water taxa relative to cool-water taxa was used to determine a radiolarian paleotemperature index, the Subtropical (ST) Index. ST Index variations show strong covariance with benthic foraminifera oxygen isotope records from Site 1123 and exhibit similar patterns through Glacial-Interglacial (G-I) cycles of marine isotope stages (MIS) 15-1. At Site 1123, warm-water taxa peak in abundance during Interglacials (reaching ~8% of the total fauna). Within Glacials cool-water taxa increase to ~15% (MIS2) of the fauna. Changes in radiolarian assemblages at Site 1124 indicate similar but much better resolved trends through MIS15-12 and 7-1. Pronounced increases in warm-water taxa occur at the onset of Interglacials (reaching ~15% of the fauna), whereas the abundance of cool-water taxa increases in Glacials peaking in MIS2 (~17% of the fauna). Overall warmer conditions at Site 1124 during the last 600 kyrs indicate sustained influence of the subtropical, warm East Cape Current (ECC). During Interglacials radiolarian assemblages suggest an increase in marine productivity at both sites which might be due to predominance of micronutrient-rich Subtropical Water. At Site 1123, an increased abundance of deep-dwelling taxa in MIS 13 and 9 suggests enhanced vertical mixing. During Glacials, reduced vigour of ECC flow combined with northward expansion of cool, micronutrient-poor Subantarctic Water occurs. Only at Site 1123 there is evidence of a longitudinal shift of the STF, reaching as far north as 41°S.