968 resultados para Convento de Santa Maria Magdalena (Valencia)-Historia


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Conselho Nacional de Desenvolvimento Científico e Tecnológico (CNPq)

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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)

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Data la forte prolificazione culturale, sbocciata a Faenza all’inizio del XIX secolo, nasce intorno al 1830, nel pieno centro storico della città, un giardino di stampo romantico. Si affacciano a questo piccolo parco due edifici: uno è il convento di Santa Caterina, l’altro è il palazzo più importante per il neoclassicismo in Romagna, palazzo Milzetti. La sua forte caratteristica è un nucleo centrale costituito da ponticelli, vasche e una particolarissima piccola costruzione di legno con tetto in paglia, affrescata all’interno con tempere di Romolo Liverani, risalente al 1851. Nel passare degli anni il parco subirà notevoli modifiche e nel 1947 sarà incautamente diviso a metà, tramite una recinzione. In questo modo il complesso romantico rimarrà di proprietà non più di palazzo Milzetti, ma del circolo del Dopo Lavoro Ferroviario. Attorno a questo nucleo all’inglese verranno nel tempo costruiti molte strutture a servizio del circolo, e demolite le aiuole e il verde che un tempo caratterizzavano questo luogo. Anche il capanno di legno rimarrà per anni abbandonato e senza la manutenzione necessaria per la sua sopravvivenza. Solo nel 1981 saranno condotti i primi lavori di restauro, con l’intento di recuperare il manufatto e il suo intorno. Ma solo un decennio dopo, una grossa nevicata crea grossi danni alla copertura del capanno, il quale verrà poi protetto da una struttura in tubi metallici, esteticamente poco congrua al carattere del sito. Il progetto di restauro, che viene qui presentato, riguarda in primo luogo il recupero dell’assetto originario del giardino, eliminando quindi la barriera che separa le due parti, per far acquisire una ritrovata spazialità e una originaria interezza. Dopo un rilievo dell’area, sono state quindi esaminate, una ad una, le piante del giardino e catalogate per capirne l’importanza estetica, storica o progettuale. In questo modo è stata scelta la vegetazione che dovrà essere rimossa per creare un ambiente più lineare, pulito e organizzato. Anche per gli elementi artificiali che sono stati incautamente aggiunti, è stata pensata la rimozione: pavimentazioni, palco, campo coperto da bocce, servizi igienici. L’area è stata risarcita tenendo in considerazione il tessuto originario dell’Ottocento, caratterizzato da aiuole verdi sinuose e sentieri in ghiaia. Sono stati utilizzati materiali conformi e già presenti nel parco, come la ghiaia, pavimentazione in ciottolato e aiuole erbose, ma al tempo stesso gli elementi di nuova costruzione non si vogliono del tutto mimetizzare con il resto ma denunciare, anche se sottovoce, la loro contemporaneità. Come secondo passo, si è pensato al restauro del capanno rustico. La prima necessaria operazione è stata quella di compiere il rilievo del manufatto e capire così in che modo fosse possibile intervenire. Il lavoro è stato quindi condotto su due registri: il primo quello dell’analisi dello stato di conservazione dei materiali, l’altro per capire la sua resistenza strutturale. Grazie ad un restauratore del legno, si è compreso quali trattamenti fossero più idonei, a seconda dell’essenza, dell’età e della collocazione. Per quanto riguarda la verifica strutturale si è giunti alla conclusione che l’edificio non è in uno stato di rischio e che quindi è necessaria la sola sostituzione degli elementi della copertura, ormai deteriorata. Proprio lo stato terminale del tetto, in paglia, è in condizioni precarie ed è necessario sostituirlo. Per quel che riguarda il complesso romantico, vengono ristuccate e impermeabilizzate le vasche e vengono poi sostituiti i parapetti lignei con altri che si avvicinano maggiormente alle forme riprodotte nella tela di Tancredi Liverani (1851) dove immortala l’edificio subito dopo la sua costruzione. Il nuovo progetto non vuole essere un intervento invasivo, ma desidera invece riprendere le linee e i punti di vista di un parco in stile romantico. Come infatti è noto, sono gli scorci, le pause e i percorsi le fondamenta del progetto, che vuole ridare a Faenza un’ area verde nel suo pieno centro storico.

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Lo scavo di Santa Maria Maggiore a Trento ha permesso di mettere in luce strutture precedenti fino al I sec. d.C. . Di queste, il presente lavoro ha analizzato quelle riferibili agli edifici sacri, di cui il primo costruito nella seconda metà del V sec. d.C. . Lo studio dell'edificio è stato utilizzato per cercare di comprendere le modalità con cui è avvenuta la monumentalizzazione dei luoghi di culto a Trento, e le dinamiche di interazione tra comunità religiosa e autorità civile.

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La scelta di Venezia come ambito operativo rientra nella volontà di confrontarsi con il tema del riuso della preesistenza all'interno della città storica. Contemporaneamente ad una permanenza nella città lagunare, la ricerca si è sviluppata sia secondo il fronte teorico che secondo quello progettuale, aventi entrambi per scopo la ricerca di un possibile ambito operativo della storia all'interno del progetto contemporaneo di architettura. Convinti che i problemi dell'oggi siano soltanto riedizioni "moderne" di quelli relativi a secoli precedenti, l'esercizio interpretativo dell'ex unità conventuale di S.Maria della Misericordia a Venezia persegue l'obbiettivo di testare metodi alternativi rispetto agli atteggiamenti estremamente conservativi imperanti nella città storica. La Storia intesa quindi come eterna mutazione, fornisce la base per un metodo basato sulla reinterpretazione della vita all'interno di un luogo come atto progettuale, al fine di generare una nuova unità tra l'uomo contemporaneo ed il contesto stratificato.

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La iconografía mariana ha quedado reflejada en la poesía hispánica medieval de muchas maneras: desde versos que describen a la Virgen y sus atributos hasta conceptos teológicos y mariológicos expresados plásticamente mediante formas retóricas. Por ejemplo, el jardín y las flores como ornamentos y símbolos personales de Santa María, o bien la imagen de la luz a través de un cristal o una ventana de vidrio en escenas de la Anunciación -con abundantes testimonios pictóricos en el arte medieval-, se encuentran en la poesía en forma de descripciones simbólicas de diversa extensión y género y, por otro lado, de advocaciones marianas o tópicos mariológicos (Ave/Eva, Flos, Hortus, Radix-Virga, Regina, Stella). Este artículo propone, pues, un estudio de conjunto y comparativo de algunos de estos procedimientos, concentrándose en las Cantigas de Santa María del rey Alfonso X. En este sentido, las figuras retóricas, como herramientas que tienden un puente entre lo pictórico y lo poético, dirigen necesariamente la lectura hacia una interpretación simbólica proporcionada por la figuración o typologia, tal como la ha postulado Erich Auerbach para la textualidad medieval. En última instancia, el valor sagrado de la imagen mariana (una herencia del arte icónico bizantino) se representa también en los milagros de las Cantigas de Santa María, obra maestra que evidencia una fuerte influencia de la doctrina iconodúlica.

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En una perspectiva interdisciplinaria (musical y literaria), esta nota analiza la pieza litúrgica 56 del Códice de Las Huelgas - la secuencia Novis cedunt vetera - con la hipótesis de que la cantiga IIIª de las Fiestas de Santa María ("Tod' aqueste mund' a loar deveria"; ms. E, núm. 413 ed. Mettmann), de las Cantigas de Santa María de Alfonso X, es su versión en romance, dado que existen elementos intertextuales, tanto poéticos como melódicos, que permiten suponer tal filiación

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La iconografía mariana ha quedado reflejada en la poesía hispánica medieval de muchas maneras: desde versos que describen a la Virgen y sus atributos hasta conceptos teológicos y mariológicos expresados plásticamente mediante formas retóricas. Por ejemplo, el jardín y las flores como ornamentos y símbolos personales de Santa María, o bien la imagen de la luz a través de un cristal o una ventana de vidrio en escenas de la Anunciación -con abundantes testimonios pictóricos en el arte medieval-, se encuentran en la poesía en forma de descripciones simbólicas de diversa extensión y género y, por otro lado, de advocaciones marianas o tópicos mariológicos (Ave/Eva, Flos, Hortus, Radix-Virga, Regina, Stella). Este artículo propone, pues, un estudio de conjunto y comparativo de algunos de estos procedimientos, concentrándose en las Cantigas de Santa María del rey Alfonso X. En este sentido, las figuras retóricas, como herramientas que tienden un puente entre lo pictórico y lo poético, dirigen necesariamente la lectura hacia una interpretación simbólica proporcionada por la figuración o typologia, tal como la ha postulado Erich Auerbach para la textualidad medieval. En última instancia, el valor sagrado de la imagen mariana (una herencia del arte icónico bizantino) se representa también en los milagros de las Cantigas de Santa María, obra maestra que evidencia una fuerte influencia de la doctrina iconodúlica.

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En una perspectiva interdisciplinaria (musical y literaria), esta nota analiza la pieza litúrgica 56 del Códice de Las Huelgas - la secuencia Novis cedunt vetera - con la hipótesis de que la cantiga IIIª de las Fiestas de Santa María ("Tod' aqueste mund' a loar deveria"; ms. E, núm. 413 ed. Mettmann), de las Cantigas de Santa María de Alfonso X, es su versión en romance, dado que existen elementos intertextuales, tanto poéticos como melódicos, que permiten suponer tal filiación

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En una perspectiva interdisciplinaria (musical y literaria), esta nota analiza la pieza litúrgica 56 del Códice de Las Huelgas - la secuencia Novis cedunt vetera - con la hipótesis de que la cantiga IIIª de las Fiestas de Santa María ("Tod' aqueste mund' a loar deveria"; ms. E, núm. 413 ed. Mettmann), de las Cantigas de Santa María de Alfonso X, es su versión en romance, dado que existen elementos intertextuales, tanto poéticos como melódicos, que permiten suponer tal filiación

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La iconografía mariana ha quedado reflejada en la poesía hispánica medieval de muchas maneras: desde versos que describen a la Virgen y sus atributos hasta conceptos teológicos y mariológicos expresados plásticamente mediante formas retóricas. Por ejemplo, el jardín y las flores como ornamentos y símbolos personales de Santa María, o bien la imagen de la luz a través de un cristal o una ventana de vidrio en escenas de la Anunciación -con abundantes testimonios pictóricos en el arte medieval-, se encuentran en la poesía en forma de descripciones simbólicas de diversa extensión y género y, por otro lado, de advocaciones marianas o tópicos mariológicos (Ave/Eva, Flos, Hortus, Radix-Virga, Regina, Stella). Este artículo propone, pues, un estudio de conjunto y comparativo de algunos de estos procedimientos, concentrándose en las Cantigas de Santa María del rey Alfonso X. En este sentido, las figuras retóricas, como herramientas que tienden un puente entre lo pictórico y lo poético, dirigen necesariamente la lectura hacia una interpretación simbólica proporcionada por la figuración o typologia, tal como la ha postulado Erich Auerbach para la textualidad medieval. En última instancia, el valor sagrado de la imagen mariana (una herencia del arte icónico bizantino) se representa también en los milagros de las Cantigas de Santa María, obra maestra que evidencia una fuerte influencia de la doctrina iconodúlica.

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The Global River Discharge (RivDIS) data set contains monthly discharge measurements for 1018 stations located throughout the world. The period of record varies widely from station to station, with a mean of 21.5 years. These data were digitized from published UNESCO archives by Charles Voromarty, Balaze Fekete, and B.A. Tucker of the Complex Systems Research Center (CSRC) at the University of New Hampshire. River discharge is typically measured through the use of a rating curve that relates local water level height to discharge. This rating curve is used to estimate discharge from the observed water level. The rating curves are periodically rechecked and recalibrated through on-site measurement of discharge and river stage.

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One of the more aspects that have shaped the landscape is the human impact. The human impact has the clearest indicator of the density of settlements in a particular geographic region. In this paper we study all settlements shown on the map of the Kingdom of Valencia, Spain Geographic Atlas (AGE) of Tomas Lopez (1788), and their correspondence with the current ones. To meet this goal we have developed a specific methodology, the systematic study of all existing settlements in historical cartography. This will determine which have disappeared and which have been renamed. The material used has been the historical cartography of Tomas Lopez, part of the AGE (1789), the Kingdom of Valencia (1789), sheets numbers (78, 79, 80 and 81); Current mapping of the provinces of Alicante, Valencia, Castellon, Teruel, Tattagona and Cuenca; As main software ArcGis V.9.3. The steps followed in the methodology are as follows: 1. Check the scale of the maps. Analyze the possible use of a spherical earth model. 2. Geo-reference of maps with latitude and longitude framework. Move the historical longitude origin to the origin longitude of modern cartography. 3 Digitize of all population settlements or cities. 4 Identify historic settlements or cities corresponding with current ones. 5. If the maps have the same orientation and scale, replace the coordinate transformation of historical settlements with a new one, by a translation in latitude and longitude equal to the calculated mean value of all ancient map points corresponding to the new. 6. Calculation of absolute accuracy of the two maps, i.e. the linear distance between the points of both maps. 7 draw in the GIS, the settlements without correspondence, in the current coordinates, and with a circle of mean error of the sheet, in order to locate their current location. If there are actual settlements exist within this circle, they are candidates to be the searched settlements. We analyzed more than 2000 settlements represented in the Atlas of Tomas Lopez of the Kingdom of Valencia (1789), of which almost 14.5% have no correspondence with the existing settlements. The rural landscape evolution of the Valencia, oldest kingdom of Valencia, one can say that can be severely affected by the anthropization suffered in the period from 1789 to the present, since 70% of existing settlements actually have appeared after Tomas Lopez¿s cartography, dated on 1789

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Separata de : soluciones católicas, revista diocesana