964 resultados para Tecnologie, recupero, colonia reggiana, anziani.


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Il tema del risparmio energetico nell'industria ceramica sta assumendo una crescente importanza a livello mondiale, non solo in ambito europeo. Data l'importanza dell'efficienza energetica nel settore delle piastrelle ceramiche, negli ultimi anni sono cresciute e si sono sviluppate notevoli proposte tenologiche ed impiantistiche ottimali ed efficienti, a seconda dei processi produttivi. Si è ritenuto interessante, in un momento in cui l'analisi dei costi di produzione nelle industrie italiane diventa determinante per restare competitivi sul mercato, procedere ad un approfondimento sul tema, facendo il punto della situazione sull'efficienza energetica degli impianti, effettuando, nello specifico, una diagnosi, con il Centro Ceramico di Bologna, di uno stabilimento produttivo presso la Ceramica Castelvetro di Solignano.

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Complice l'entrata a far parte dell'Unione Europea e del risultante recepimento delle sue normative e sopratutto dei suoi principi, nel nostro Paese si sta verificando un sostanziale incremento delle realtà territoriali attivate sul fronte della raccolta differenziata. L'intercettazione delle frazioni compostabili (umido e scarti verdi) sta assumendo un ruolo di sempre maggior rilevanza quantitativa nella raccolta differenziata. Infatti dal 1997 al 2007 si è passati da circa 604.000 ton di frazioni raccolte a 2.368.000 ton. Questo sistema di recupero degli scarti organici è attualmente il più diffuso nel nostro Paese. Esso presenta indubbi problemi tecnico-gestionali, sopratutto riconducibili alle emissioni odorigene che raramente risultano però nocive o addirittura tossiche per la salute dell'ambiente e delle persone. Nonostante questo dato gli impianti di compostaggio incontrano spesso una diffusa e forte avversione da quella parte di popolazione interessata ad accogliere l'impianto sul proprio territorio rispetto anche ad impianti di indubbia maggior pericolosità. Per via di questo generale atteggiamento in Italia risulta pertanto esistere una normativa particolarmente stringente sulle garanzie ambientali necessarie per la realizzazione di impianti di compostaggio confrontata con quella europea. Questa normativa però lascia inalterata la difficoltà nella diffusione di un'impiantistica adeguata a rispondere alle necessità della raccolta differenziata. Questo problema risulta ancor più rilevante come nel caso dell'impianto oggetto di studio situato in ambiente altamente urbanizzato. In questi territori ad alta densità abitativa spesso si assiste alla degenerazione del sistema dove protratte conflittualità con la popolazione interessata ostacolano l'esercizio o portano alla temporanea cessazione delle attività degli impianti esistenti. Ulteriore problema risulta essere il fatto che anche in impianti nuovi criteri corretti di progettazione e costruzione risultano essere alle volte non sufficienti per evitare le precedenti problematiche, diventa quindi oltremodo difficoltoso ottenere gli stessi risultati intervenendo su impianti già esistenti con misure di riqualificazione adeguate e compatibili con la sostenibilità economica dell'impianto. Per tanto questa tesi si propone di individuare le problematiche esistenti e proporre soluzioni efficaci al rilevante problema delle emissioni odorigene che sembra caratterizzare questo impianto, tramite uno studio dello stato di fatto e l'analisi delle criticità riscontrate, concentrandosi in modo particolare sul biofiltro e sulla biofiltrazione, che sembra essere il problema principale che influenza la qualità delle emissioni. Il caso oggetto di questa tesi riguarda un impianto avviato nel 2004 che, dopo un lungo periodo di esercizio caratterizzato da problematiche ambientali mai pienamente risolte, è stato sottoposto dalla seconda metà del 2008 ad una semplice e sistematica revisione delle procedure gestionali e mirati interventi tecnici ed impiantistici nell'ambito di un percorso di risanamento e riqualificazione. 5

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“Il tocco pianistico: premesse storiche e sviluppi scientifici” si pone l’obiettivo di provare la politimbricità del pianoforte. A tal fine, ho indagato la relazione tra il gesto, la meccanica del pianoforte e il suono, problema sfiorato da alcuni maestri del Novecento, ma mai approfondito e sviscerato per ovvie ragioni riguardanti la mancanza di una tecnologia idonea e competenze difficili da trovare in una medesima persona. Per quest’ultima ragione mi sono avvalsa della collaborazione sia del Laboratorio di Anatomia Funzionale dell'Apparato Locomotore del Dipartimento di Morfologia Umana dell’Università di Milano, dove lavorano esperti delle più moderne tecnologie idonee alla registrazione del movimento, sia dell’ingegnere Alberto Amendola, docente a contratto di Acustica musicale presso l’Università di Parma per ciò che concerne l’analisi del suono e i rilievi acustici. La tesi si articola in due parti organizzate in quattro capitoli. Nel primo, La didattica pianistica nel primo trentennio del Novecento: il tocco e il timbro come parole chiave, dopo aver tracciato un quadro generale riguardante i concetti di ‘tocco’ e ‘timbro’ incontrati nei metodi e trattati del Sette/Ottocento, già affrontati nella tesi di laurea, procedo ad analizzare alcuni dei lavori più rappresentativi scritti tra la fine dell’Ottocento e gli anni Trenta del Novecento (The Leschetizky Method. A Guide to Fine and Correct Piano Playing di Malwine Brée, Über die physiologischen Fehler und die Umgestaltung der Klaviertechnik di Albert Maria Steinhausen, Die Grundlagen der Klaviertechnik di Rudolph Maria Breithaupt e The Phisiological Mechanics of Piano Technique di Otto Ortmann). Tali studi presentano una parte dedicata alle diverse modalità di produzione sonora e, quasi tutti, giungono ad una medesima conclusione: pur nella sua ricchezza, il pianoforte è uno strumento monotimbrico, dove la differenza tra i suoni è data dall’intensità e dall’agogica. Al fine di provare la politimbricità del pianoforte, il mio percorso di studi si è scontrato sia con la meccanica del pianoforte sia con l’acustica musicale. Ho fatto precedere quindi l’indagine scientifica, che confluisce nel capitolo IV, da una sezione in cui presento l’evoluzione della meccanica del pianoforte fino a giungere alla descrizione della meccanica moderna (capitolo II, Il Pianoforte: meccanica e modalità di produzione del suono), e da un’altra in cui affronto i fondamenti di acustica musicale, al fine di fornire al lettore i mezzi basilari per cimentarsi con la parte scientifica (capitolo III, Cenni di acustica musicale). Il capitolo IV è il resoconto organico e sistematico delle sperimentazioni svolte durante il dottorato presso il laboratorio di Anatomia funzionale dell’apparato locomotore dell’Università di Milano. La presentazione ripercorre necessariamente le tappe della ricerca considerata la novità assoluta dell’oggetto indagato. All’illustrazione dei dati di ogni fase segue sempre la discussione e l’interpretazione dei risultati per garantire la validità dell’esperimento. L’interesse della ricerca è stato condiviso oltre che dal dipartimento di Anatomia, anche dalla casa costruttrice di pianoforti Bechstein che ha costruito una meccanica speciale, e dalla ditta di pianoforti Angelo Fabbrini, che ha messo a disposizione un mezza coda Bechstein per effettuare i rilievi. Il capitolo IV, che rappresenta, dunque, il cuore della presente dissertazione dottorale, dimostra che il pianoforte è uno strumento politimbrico: mettendo in relazione il gesto pianistico, la reazione della meccanica e il suono è risultato che al movimento del martello, ripetibilmente diverso a seconda del tocco pianistico, corrisponde una reazione acustica che varia ripetibilmente in maniera differente a seconda del tocco.

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This PhD thesis describes set up of technological models for obtaining high health value foods and ingredients that preserve the final product characteristics as well as enrich with nutritional components. In particular, the main object of my research has been Virgin Olive Oil (VOO) and its important antioxidant compounds which differentiate it from all other vegetables oils. It is well known how the qualitative and quantitative presence of phenolic molecules extracted from olives during oil production is fundamental for its oxidative and nutritional quality. For this purpose, agronomic and technological conditions of its production have been investigated. It has also been examined how this fraction can be better preserved during storage. Moreover, its relation with VOO sensorial characteristics and its interaction with a protein in emulsion foods have also been studied. Finally, an experimental work was carried out to determine the antioxidative and heat resistance properties of a new antioxidant (EVS-OL) when used for high temperature frying such as is typically employed for the preparation of french fries. Results of the scientific research have been submitted for a publication and some data has already been published in national and international scientific journals.

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This PhD thesis has been proposed to validate and then apply innovative analytical methodologies for the determination of compounds with harmful impact on human health, such as biogenic amines and ochratoxin A in wines. Therefore, the influence of production technology (pH, amino acids precursor and use of different malolactic starters) on biogenic amines content in wines was evaluated. An HPLC method for simultaneous determination of amino acids and amines with precolumnderivatization with 9-Fluorenyl-methoxycarbonyl chloride (FMOC-Cl) and UV detection was developed. Initially, the influence of pH, time of derivatization, gradient profile were studied. In order to improve the separation of amino acids and amines and reduce the time of analysis, it was decided to study the influence of different flows and the use of different columns in the chromatographic method. Firstly, a C18 Luna column was used and later two monolithic columns Chromolith in series. It appeared to be suitable for an easy, precise and accurate determination of a relatively large number of amino acids and amines in wines. This method was then applied on different wines produced in the Emilia Romagna region. The investigation permitted to discriminate between red and white wines. Amino acids content is related to the winemaking process. Biogenic amines content in these wines does not represent a possible toxicological problem for human health. The results of the study of influence of technologies and wine composition demonstrated that pH of wines and amino acids content are the most important factors. Particularly wines with pH > 3,5 show higher concentration of biogenic amines than wines with lower pH. The enrichment of wines by nutrients also influences the content of some biogenic amines that are higher in wines added with amino acids precursors. In this study, amino acids and biogenic amines are not statistically affected by strain of lactic acid bacteria inoculated as a starter for malolactic fermentation. An evaluation of different clean-up (SPE-MycoSep; IACs and LLE) and determination methods (HPLC and ELISA) of ochratoxin A was carried out. The results obtained proved that the SPE clean-up are reliable at the same level while the LLE procedures shows lowest recovery. The ELISA method gave a lower determination and a low reproducibility than HPLC method.

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The aim of the first part of this thesis was to evaluate the effect of trans fatty acid- (TFA), contaminant, polycyclic aromatic hydrocarbon (PAH)- and oxidation productenriched diets on the content of TFA and conjugated linoleic acid (CLA) isomers in meat and liver of both poultry and rabbit. The enriched feedings were prepared with preselected fatty co-and by-products that contained low and high levels of TFA (low, palm fatty acid distillate; high, hydrogenated palm fatty acid distillate), environmental contaminants (dioxins and PCBs) (two different fish oils), PAH (olive oil acid oils and pomace olive oil from chemical refining, for low and high levels) and oxidation products (sunflower-olive oil blend before and after frying), so as to obtain single feedings with three enrichment degrees (high, medium and low) of the compound of interest. This experimental set-up is a part of a large, collaborative European project (http://www.ub.edu/feedfat/), where other chemical and health parameters are assessed. Lipids were extracted, methylated with diazomethane, then transmethylated with 2N KOH/methanol and analyzed by GC and silver-ion TLC-GC. TFA and CLA were determined in the fats, the feedings, meat and liver of both poultry and rabbit. In general, the level of TFA and CLA in meat and liver mainly varied according to those originally found in the feeding fats. It must be pointed out, though, that TFA and CLA accumulation was different for the two animal species, as well as for the two types of tissues. The TFA composition of meat and liver changes according to the composition of the oils added to the feeds with some differences between species. Chicken meat with skin shows higher TFA content (2.6–5.4 fold) than rabbit meat, except for the “PAH” trial. Chicken liver shows higher TFA content (1.2–2.1 fold) than rabbit liver, except for the “TRANS” and “PAH” trials. In both chicken and rabbit meats, the TFA content was higher for the “TRANS” trial, followed by the “DIOXIN” trial. Slight differences were found on the “OXIDATION” and “PAH” trends in both types of meats. In both chicken and rabbit livers, the TFA content was higher for the “TRANS” trial, followed by those of the “PAH”, “DIOXIN” and “OXIDATION” trials. This trend, however, was not identical to that of feeds, where the TFA content varied as follows: “TRANS” > “DIOXIN” >“PAH” > “OXIDATION”. In chicken and rabbit meat samples, C18:1 TFA were the most abundant, followed by C18:2 TFA and C18:3 TFA, except for the “DIOXIN” trial where C18:3 TFA > C18:2 TFA. In chicken and rabbit liver samples of the “TRANS” and “OXIDATION” trials, C18:1 TFA were the most abundant, followed by C18:2 TFA and C18:3 TFA, whereas C18:3 TFA > C18:2 in the “DIOXIN” trial. Slight differences were found on the “PAH” trend in livers from both species. The second part of the thesis dealt with the study of lipid oxidation in washed turkey muscle added with different antioxidants. The evaluation on the oxidative stability of muscle foods found that oxidation could be measured by headspace solid phase microestraction (SPME) of hexanal and propanal. To make this method effective, an antioxidant system was added to stored muscle to stop the oxidative processes. An increase in ionic strength of the sample was also implemented to increase the concentration of aldehydes in the headspace. This method was found to be more sensitive than the commonly used thiobarbituric acid reactive substances (TBARs) method. However, after antioxidants were added and oxidation was stopped, the concentration of aldehydes decreased. It was found that the decrease in aldehyde concentration was due to the binding of the aldehydes to muscle proteins, thus decreasing the volatility and making them less detectable.

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Lo scopo principale di questa dissertazione e quello di investigare il rapporto che si crea tra suono, immagine e sistemi informatico-tecnologici attraverso l'analisi di tre grandi centri europei di ricerca, formazione e produzione, all'avanguardia per quanto riguarda la produzione di opere sonoro-visive multimediali e interattive: Ircam di Parigi, Tempo Reale di Firenze e United Visual Artists di Londra. Saranno analizzati il rapporto tra lo sviluppo delle tecnologie digitali e le sue applicazioni in campo artistico, nonche il modo in cui, nei tre centri citati, viene trattato il suono. Saranno inoltre analizzate quali sperimentazioni sono state effettuate, quali sono in corso d'opera e come vengono utilizzati i risultati di queste ricerche combinando suono e tecnologia per dar vita a quegli universi sonoro-visivi citati nel titolo stesso della tesi.