979 resultados para lignina elettro-ossidazione schiume metalliche nichel NiO vanillina


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Obbiettivo: approfondire le conoscenze sul sonno attraverso l'analisi di possibili marcatori di sonnolenza, gli Slow Eye Movements, con particolare attenzione ad una specifica patologia del sonno chiamata Obstructive Sleep Apnea Syndrome (OSAS). Metodi: sono stati analizzati gli Slow Eye Movements a partire dall'output di un algoritmo automatico, già esistente, per la loro identificazione a partire dal segnale elettro-oculografico. Il lavoro è stato condotto in ambiente MATLAB. Risultati: si sono rilevate differenze in soggetti OSAS e sani: i primi mostrano un numero maggiore di SEM nell'arco della veglia. Questa attività diventa maggiore a distanze superiori dal sonno rispetto a soggetti sani. Inoltre si è riscontrato che i SEM in veglia sono associati ad un aumento di ritmo cerebrale alpha, ed una diminuzione del ritmo beta. Conclusioni: questo studio sembra validare i SEM come marcatori di sonnolenza e ne approfondisce la conoscenza. Essi potrebbero essere quindi utilizzati in ambito clinico e tecnologico per rilevare stati di sonnolenza.

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Utilizzando membrane dense si è voluto analizzare la possibilità di permeare soluzioni contenenti vanillina ed acido ferulico attraverso il processo di dialisi, con entrambe le soluzioni a valle e monte della membrana in fase liquida ed a contatto diretto con essa. Studiando i risultati ottenuti si vogliono valutare i vantaggi e gli svantaggi rispetto ai risultati di un processo di pervaporazione.

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Nel presente lavoro di tesi si è analizzata l’ossidazione catalitica per la valorizzazione di arabinosio a prodotti chimici. Per questa complessa serie di trasformazioni, si è studiata la reattività di nanoparticelle di oro supportate su niobio fosfato. Quindi, si è ipotizzato che la doppia funzionalità del catalizzatore così sintetizzato potesse favorire i due step alla base dell’intero processo: l’acidità del NbOPO4 è fondamentale per la prima disidratazione del monosaccaride a furfurale, mentre le condizioni ossidanti garantite da un’atmosfera di ossigeno e dalle nanoparticelle di oro hanno il ruolo di permettere una successiva ossidazione. Data l’instabilità del furfurale si propone di condurre una reazione one-pot (150°C, 10 bar di O2), che porti all’ossidazione in situ del furfurale, a sua volta prodotto dalla disidratazione dello zucchero. Purtroppo la bassa selettività del processo, nonostante gli accorgimenti adottati, evidenzia le considerevoli perdite di monosaccaride in reazioni indesiderate. Ulteriori studi saranno necessari al fine di migliorare la selettività del processo, analizzando il meccanismo di reazione ed intervenendo sulle condizioni di lavoro.

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L'idrogeno è un prodotto di grande importanza per l'industria chimica ed i processi di raffineria. Il 60% dell'intera produzione di idrogeno viene dal reforming del gas naturale. L'oxy-reforming è un processo che unisce la reazione di steam reforming a quella di ossidazione parziale e che ha dimostrato di avere molti vantaggi in termini di temperature molto più basse, minor volume di vapore alimentato con conseguente minori costi energetici e tempi di contatto sul catalizzatore. Per questo processo sono stati preparati, testati e caratterizzati catalizzatori a base di ossidi misti Ce-Zr impregnati con Rh. Particolare attenzione è stata posta all'effetto sulle prestazioni catalitiche del metodo di sintesi e della natura della fase costituente il supporto. Sperimentalmente è stato osservato che il catalizzatore il cui supporto è stato ottenuto via microemulsione ha una migliore attività rispetto al coprecipitato e che la fase ottimale corrisponde ad un rapporto Ce-Zr 0,5-0,5.

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Questo a lavoro di tesi si è incentrato sullo sviluppo di catalizzatori attivi nella reazione di ossidazione parziale catalitica (CPO) del metano per la produzione di idrogeno o/e syngas, con un rapporto ottimale di H2/CO, utile per la produzione idrocarburi attraverso la reazione di Fischer-Tropsch o per l’alimentazione delle fuels cells. La scarsa diffusione di questo processo è da attribuirsi alla mancanza di catalizzatori adatti a resistere agli elevati flussi e alle elevate temperature raggiunte nel letto senza subire processi di disattivazione; pertanto, è necessario lo sviluppo di nuovi catalizzatori non soltanto attivi, ma anche stabili nelle condizioni di reazione. In questa tesi si sono studiati catalizzatori con differenti fasi attive Rh e Ru supportati su CeO2-Al2O3, utilizzati in pellets. L'attenzione di questo lavoro di tesi si è focalizzata sullo studio delle proprietà e del ruolo della fase attiva e del promotore ceria nei catalizzatori. Per questo studio sono stati sintetizzati per coprecipitazione due catalizzatori con ugual concentrazione di cerio ma diversa fase attiva, Rodio e Rutenio e se ne sono studiate le proprietà. Della fase attiva con migliori prestazioni, il Rh, se ne è approfondito lo studio, indagando sulla migliore metodologia di attivazione e sul miglior metodo di sintesi del catalizzatore. Infine, per lo studio dell’effetto del cerio sia nelle proprietà chimico-fisiche che nella attività catalitica, sono stati preparati per coprecipitazione diversi catalizzatori di tipo Rh-CeO2-Al2O3, con un contenuto di cerio variabile ma con ugual concentrazione di fase attiva, cosi come dei campioni di riferimento contenti soltanto ceria o allumina. Questi catalizzatori sono stati testati in severe condizioni e per lunghi tempi di reazione per simulare l’utilizzo industriale ed evidenziarne le caratteristiche.

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L’accoppiamento di diverse operazioni unitarie può in certi casi portare ad una cosiddetta “intensificazione di processo”, cioè ad un aumento sostanziale delle rese, dell’efficienza e della sostenibilità. Nel presente lavoro sono state pertanto analizzate le potenzialità di accoppiamento della fotocatalisi, il più studiato tra i “processi di ossidazione avanzata”, sia con alcuni processi a membrana per la sintesi verde di aromi sia con l’ozonizzazione per la depurazione di acque. È stato dimostrato che in entrambi i casi l’ottenimento di una significativa intensificazione di processo dipende in gran parte dai parametri operativi, in particolare dal rapporto, delta, tra la velocità caratteristica di fotocatalisi e quella del processo accoppiato. Nel caso della sintesi di aromi, in cui la fotocatalisi viene accoppiata con la pervaporazione o con la dialisi ricircolando al reattore il retentato dalla cella con la membrana. Il parametro delta dipende dalla velocità di reazione, dalle proprietà di trasporto delle membrane e naturalmente dal volume del rettore e dall’area della membrana. La reazione fotocatalitica produce l’aroma, ad esempio vanillina da acido ferulico, per ossidazione parziale e grazie al recupero del prodotto se ne evita l’ulteriore ossidazione aumentandone pertanto la resa. L’operare in apparati separati offre diversi vantaggi come la possibilità di variare senza vincoli il rapporto tra area della membrana e volume del reattore, ma impone di considerare anche il grado effettivo di accoppiamento dei processi. In questo caso, come evidenziato dal modello matematico, un sufficientemente elevato rapporto di ricircolo consente comunque di integrare efficacemente i processi. Nell’ozonizzazione fotocatalitica si hanno due importanti vantaggi: l’aumento della velocità di degradazione grazie alla sinergia tra i processi e la capacità di controllare la formazione di prodotti pericolosi. La sinergia viene massimizzata ad un valore ottimale di delta, mentre la formazione dei prodotti indesiderati viene controllata operando secondo le procedure che sono state individuate.

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Il presente lavoro di tesi è finalizzato allo sviluppo di un dispositivo indossabile, e minimamente invasivo, in grado di registrare in maniera continua segnali legati all’attività elettromeccanica del muscolo cardiaco, al fine di rilevare eventuali anomalie cardiache. In tal senso il sistema non si limita alla sola acquisizione di un segnale ECG, ma è in grado di rilevare anche i toni cardiaci, ovvero le vibrazioni generate dalla chiusura delle valvole cardiache, la cui ampiezza è espressione della forza contrattile (funzione meccanica) del cuore. Il presente lavoro di tesi ha riguardato sia la progettazione che la realizzazione di un prototipo di tale dispositivo ed è stato svolto presso il laboratorio di Bioingegneria del Dipartimento di Medicina Specialistica Diagnostica e Sperimentale dell’Università di Bologna, sito presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico Sant’Orsola-Malpighi. Il sistema finale consiste in un dispositivo applicabile al torace che, attraverso una serie di sensori, è in grado di rilevare dati legati alla meccanica del cuore (toni cardiaci), dati elettrici cardiaci (ECG) e dati accelerometrici di attività fisica. Nello specifico, il sensing dei toni cardiaci avviene attraverso un accelerometro in grado di misurare le vibrazioni trasmesse al torace. I tracciati, raccolti con l’ausilio di una piattaforma Arduino, vengono inviati, tramite tecnologia Bluetooth, ad un PC che, attraverso un applicativo software sviluppato in LabVIEW™, ne effettua l’analisi, il salvataggio e l’elaborazione in real-time, permettendo un monitoraggio wireless ed in tempo reale dello stato del paziente.

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Il BTA (benzotriazolo), largamente impiegato nei protettivi per metalli utilizzati commercialmente, in particolare per la conservazione dei beni culturali, presenta problematiche riguardo il progressivo impoverimento di quest'ultimo legato alla sua volatilità, con conseguente perdita di efficacia antiossidante del film e rischi per la salute e per l'ambiente, data la tossicità del composto. Lo scopo di questo lavoro è stato di mettere a punto un polimero per il coating ecofriendly (PLA, polimero proveniente da materie prime rinnovabili) ed efficiente (polimero funzionalizzato con BTA, il quale essendo legato chimicamente alla catena di polimero, è maggiormente trattenuto all'interno del materiale) come valida alternativa a quelli reperibili commercialmente. In questo lavoro di tesi è stato sintetizzato un derivato funzionalizzato del benzotriazolo, molto usato per la conservazione dei beni culturali, in modo da essere utilizzato come iniziatore di polimerizzazione ROP di rac-lattide. In questo modo sono stati messi a punto, modulandone il peso molecolare attraverso la variazione della quantità di iniziatore, alcuni polimeri di poli-acido lattico con una molecola di benzotriazolo legata alla estremità carbossilica di ogni catena, legame che ne limita molto la fuoriuscita dal film. In seguito è stata testata l'efficacia di questi polimeri come alternativa a quelli utilizzati commercialmente nel campo della conservazione dei beni culturali, applicando uno strato di essi su dei provini di bronzo e sottoponendoli a diversi processi di invecchiamento, confrontando il loro comportamento con quello di un prodotto commerciale preso a paragone e con quello di PLA privo di funzionalizzazioni additivato di benzotriazolo. Particolare attenzione è stata posta, non solo sul tasso di degradazione al quale sono andati in contro, ma, visto l'ambito artistico, anche le modificazioni estetiche che i provini hanno subito dopo l'applicazione e dopo l'invecchiamento servendosi di misure di colore e foto che ne monitorassero i cambiamenti.

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The evolution of oceanographic conditions in the upwelling region off northern Chile (18 degrees-24 degrees S) between 1996 and 1998 (including the 1997-1998 El Niño) is presented using hydrographic measurements acquired on quarterly cruises of the Chilean Fisheries Institute, with sea surface temperature (SST), sea level, and wind speeds from Arica (18.5 degrees S), Iquique (20.5 degrees S), and Antofagasta (23.5 degrees S) and a time series of vertical temperature profiles off Iquique. Spatial patterns of sea surface temperature and salinity from May 1996 to March 1997 followed a normal seasonal progression, though conditions were anomalously cool and fresh. Starting in March 1997, positive anomalies in sea level and sea surface temperature propagated along the South American coast to 37 degrees S. Maximum sea level anomalies occurred in two peaks in May-July 1997 and October 1997 to February 1998, separated by a relaxation period. Maximum anomalies (2 degrees C and 0.1 practical salinity units (psu)) extended to 400 m in December 1997 within 50 km of the coast. March 1998 presented the largest surface anomalies (> 4 degrees C and 0.6 psu). Strong poleward flow (20-35 cm s(-1) ) occurred to 400 m or deeper during both sea level maxima and weaker (10 cm s(-1) ) equatorward flow followed each peak. By May 1998, SST had returned to the climatological mean, and flow was equatorward next to the coast. However, offshore salinity remained anomalously high owing to a tongue of subtropical water extending southeast along the Peruvian coast. Conditions off northern Chile returned to normal between August and December 1998. The timing of the anomalies suggests a connection to equatorial waves. The progression of the 1997-1998 El Niño was very similar to that of 1982-1983, though with different timing with respect to seasons.

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We present the evolution of oceanographic conditions off the western coast of South America between 1996 and 1999, including the cold periods of 1996 and 1998-1999 and the 1997-1998 El Niño, using satellite observations of sea level, winds, sea surface temperature (SST), and chlorophyll concentration. Following a period of cold SST and low sea levels in 1996, both were anomalously high between March 1997 and May 1998. The anomalies were greatest between 5 degrees S and 15 degrees S, although they extended beyond 40 degrees S. Two distinct peaks in sea level and SST occurred in June-July 1997 and December 1997 to January 1998, separated by a relaxation period (August-November) of weaker anomalies. Satellite winds were upwelling favorable throughout the time period for most of the region and in fact increased between November 1997 and March 1998 between 5 degrees S and 25 degrees S. Satellite-derived chlorophyll concentrations are available for November 1996 to June 1997 (Ocean Color and Temperature Sensor (OCTS)) and then from October 1997 to present (Sea-viewing Wide Field-of-view Sensor (SeaWiFS)). Near-surface chlorophyll concentrations fell from May to June 1997 and from December 1997 to March 1998. The decrease was more pronounced in northern Chile than off the coast of Peru or central Chile and was stronger for larger cross-shelf averaging bins since nearshore concentrations remained relatively high.

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Time series of satellite measurements are used to describe patterns of surface temperature and chlorophyll associated with the 1996 cold La Nina phase and the 1997-1998 warm El Nino phase of the El Nino - Southern Oscillation cycle in the upwelling region off northern Chile. Surface temperature data are available through the entire study period. Sea-viewing Wide Field-of-view Sensor (SeaWiFS) data first became available in September 1997 during a relaxation in El Nino conditions identified by in situ hydrographic data. Over the time period of coincident satellite data, chlorophyll patterns closely track surface temperature patterns. Increases both in nearshore chlorophyll concentration and in cross-shelf extension of elevated concentrations are associated with decreased coastal temperatures during both the relaxation in El Nino conditions in September-November 1997 and the recovery from EI Nino conditions after March 1998. Between these two periods during austral summer (December 1997 to March 1998) and maximum El Nino temperature anomalies, temperature patterns normally associated with upwelling were absent and chlorophyll concentrations were minimal. Cross-shelf chlorophyll distributions appear to be modulated by surface temperature frontal zones and are positively correlated with a satellite-derived upwelling index. Frontal zone patterns and the upwelling index in 1996 imply an austral summer nearshore chlorophyll maximum, consistent with SeaWiFS data from I 1998-1999, after the El Nino. SeaWiFS retrievals in the data set used here are higher than in situ measurements by a factor of 2-4; however, consistency in the offset suggests relative patterns are valid.

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La necesidad de estudiar la voz infantil se desprende del reconocimiento de las características anatómicas y fisiológicas distintivas del órgano vocal de los niños y su relación con el entrenamiento vocal. En el presente trabajo intentaremos describir dichas peculiaridades en la voz infantil cantada y hablada para obtener una serie de pruebas objetivas que sirvan como medio de evaluación de la voz de los niños de Mendoza.

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En la novela La noche oscura del Niño Avilés (1984) del escritor puertorriqueño Edgardo Rodríguez Juliá la presencia del espacio cimarrón ?enclave de los esclavos fugados dentro del contexto de la esclavitud y de la economía de la plantación en el Caribe? cobra un notable protagonismo dado que se instituye en ámbito simbólico atravesado por diversas manifestaciones de desborde a la vez que se presenta como espacio paradigmático que aúna prácticas vinculadas a diversas expresiones culturales afrocaribeñas. Entonces, desde la configuración del lugar cimarrón el autor construye un enfoque legitimador desde el cual reconoce y valoriza positivamente los aportes culturales de raíz africana en Puerto Rico como componentes ineludibles para reflexionar sobre el tramado de la condición puertorriqueña en tanto indagación, no clausurada en el presente, sobre una identidad insular heterogénea.