901 resultados para bomb technician
Resumo:
Este trabalho trata dos principais aspectos envolvidos na avaliação e características conceituais acerca dos fundamentos e práticas do ensino a distância enfocando o treinamento industrial a distância para profissionais de manutenção, utilizando a internet como principal ferramenta e o desafio de relacionar a tecnologia com a metodologia voltada para o profissional técnico operacional. A internet é uma ferramenta que pode ser utilizada para o ensino em geral, ela permite acesso fácil a uma infinidade de material informativo autêntico e atualizado, além de exemplos concretos e interativos na perspectiva de transformar a informação recebida por meios eletrônicos em conhecimento sólido adquirido. Diante disso, a análise do trabalho recai, num primeiro momento, sobre os pressupostos que criaram o treinamento industrial, o treinamento na área de manutenção industrial e, os aspectos da estrutura que cria o treinamento industrial a distância, em seguida, aprofundamos-nos no conhecimento acerca das técnicas que envolvem o treinamento para profissionais da área de manutenção industrial a distância. Também é apresentada a experiência dos cursos profissionalizantes a distância através de vários meios e a experiências dos portais de educação a distância voltados para área de manutenção industrial.
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Crown Copyright © 2015. Published by Elsevier Ltd. All rights reserved. Funding The study was funded by TENOVUS Scotland (G12/14). Jan Jansen is in receipt of salary support through the NHS Research Scotland (NRS) fellowship scheme. Acknowledgements The authors are extremely grateful for the expert assistance and contributions of Dr Neil Scott (Medical Statistician, University of Aberdeen), Win Culley (Research Nurse, Woodend Hospital), Dr Karen Cranfield (Consultant Anaesthetist), and Ms Sharon Wood, (Research Technician, Rowett Institute of Nutrition and Health) for fibrinogen measurement.
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Riassunto La spettrometria di massa (MS) nata negli anni ’70 trova oggi, grazie alla tecnologia Matrix-Assisted Laser Desorption Ionization-Time of Flight (MALDI-TOF), importanti applicazioni in diversi settori: biotecnologico (per la caratterizzazione ed il controllo di qualità di proteine ricombinanti ed altre macromolecole), medico–clinico (per la diagnosi di laboratorio di malattie e per lo sviluppo di nuovi trattamenti terapeutici mirati), alimentare ed ambientale. Negli ultimi anni, questa tecnologia è diventata un potente strumento anche per la diagnosi di laboratorio in microbiologia clinica, rivoluzionando il flusso di lavoro per una rapida identificazione di batteri e funghi, sostituendo l’identificazione fenotipica convenzionale basata su saggi biochimici. Attualmente mediante MALDI-TOF MS sono possibili due diversi approcci per la caratterizzazione dei microrganismi: (1) confronto degli spettri (“mass spectra”) con banche dati contenenti profili di riferimento (“database fingerprints”) e (2) “matching” di bio-marcatori con banche dati proteomiche (“proteome database”). Recentemente, la tecnologia MALDI-TOF, oltre alla sua applicazione classica nell’identificazione di microrganismi, è stata utilizzata per individuare, indirettamente, meccanismi di resistenza agli antibiotici. Primo scopo di questo studio è stato verificare e dimostrare l’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF MS mediante approccio di comparazione degli spettri di differenti microrganismi di interesse medico per i quali l’identificazione risultava impossibile a causa della completa assenza o presenza limitata, di spettri di riferimento all’interno della banca dati commerciale associata allo strumento. In particolare, tale scopo è stato raggiunto per i batteri appartenenti a spirochete del genere Borrelia e Leptospira, a miceti filamentosi (dermatofiti) e protozoi (Trichomonas vaginalis). Secondo scopo di questo studio è stato valutare il secondo approccio identificativo basato sulla ricerca di specifici marcatori per differenziare parassiti intestinali di interesse medico per i quali non è disponibile una banca dati commerciale di riferimento e la sua creazione risulterebbe particolarmente difficile e complessa, a causa della complessità del materiale biologico di partenza analizzato e del terreno di coltura nei quali questi protozoi sono isolati. Terzo ed ultimo scopo di questo studio è stata la valutazione dell’applicabilità della spettrometria di massa con tecnologia MALDI-TOF per lo studio delle resistenze batteriche ai carbapenemi. In particolare, è stato messo a punto un saggio di idrolisi dei carbapenemi rilevata mediante MALDI-TOF MS in grado di determinare indirettamente la produzione di carbapenemasi in Enterobacteriaceae. L’efficacia identificativa della metodica MALDI-TOF mediante l’approccio di comparazione degli spettri è stata dimostrata in primo luogo per batteri appartenenti al genere Borrelia. La banca dati commerciale dello strumento MALDI-TOF MS in uso presso il nostro laboratorio includeva solo 3 spettri di riferimento appartenenti alle specie B. burgdorferi ss, B. spielmani e B. garinii. L’implementazione del “database” con specie diverse da quelle già presenti ha permesso di colmare le lacune identificative dovute alla mancanza di spettri di riferimento di alcune tra le specie di Borrelia più diffuse in Europa (B. afzelii) e nel mondo (come ad esempio B. hermsii, e B. japonica). Inoltre l’implementazione con spettri derivanti da ceppi di riferimento di specie già presenti nel “database” ha ulteriormente migliorato l’efficacia identificativa del sistema. Come atteso, il ceppo di isolamento clinico di B. lusitaniae (specie non presente nel “database”) è stato identificato solo a livello di genere corroborando, grazie all’assenza di mis-identificazione, la robustezza della “nuova” banca dati. I risultati ottenuti analizzando i profili proteici di ceppi di Borrelia spp. di isolamento clinico, dopo integrazione del “database” commerciale, indicano che la tecnologia MALDI-TOF potrebbe essere utilizzata come rapida, economica ed affidabile alternativa ai metodi attualmente utilizzati per identificare ceppi appartenenti a questo genere. Analogamente, per il genere Leptospira dopo la creazione ex-novo della banca dati “home-made”, costruita con i 20 spettri derivati dai 20 ceppi di riferimento utilizzati, è stata ottenuta una corretta identificazione a livello di specie degli stessi ceppi ri-analizzati in un esperimento indipendente condotto in doppio cieco. Il dendrogramma costruito con i 20 MSP-Spectra implementati nella banca dati è formato da due rami principali: il primo formato dalla specie non patogena L. biflexa e dalla specie a patogenicità intermedia L. fainei ed il secondo che raggruppa insieme le specie patogene L. interrogans, L. kirschneri, L. noguchii e L. borgpetersenii. Il secondo gruppo è ulteriormente suddiviso in due rami, contenenti rispettivamente L. borgpetersenii in uno e L. interrogans, L. kirschneri e L. noguchii nell’altro. Quest’ultimo, a sua volta, è suddiviso in due rami ulteriori: il primo comprendente la sola specie L. noguchii, il secondo le specie L. interrogans e L. kirshneri non separabili tra loro. Inoltre, il dendrogramma costruito con gli MSP-Spectra dei ceppi appartenenti ai generi Borrelia e Leptospira acquisiti in questo studio, e appartenenti al genere Brachyspira (implementati in un lavoro precedentemente condotto) mostra tre gruppi principali separati tra loro, uno per ogni genere, escludendo possibili mis-identificazioni tra i 3 differenti generi di spirochete. Un’analisi più approfondita dei profili proteici ottenuti dall’analisi ha mostrato piccole differenze per ceppi della stessa specie probabilmente dovute ai diversi pattern proteici dei distinti sierotipi, come confermato dalla successiva analisi statistica, che ha evidenziato picchi sierotipo-specifici. È stato, infatti, possibile mediante la creazione di un modello statistico dedicato ottenere un “pattern” di picchi discriminanti in grado di differenziare a livello di sierotipo sia i ceppi di L. interrogans sia i ceppi di L. borgpetersenii saggiati, rispettivamente. Tuttavia, non possiamo concludere che i picchi discriminanti da noi riportati siano universalmente in grado di identificare il sierotipo dei ceppi di L. interrogans ed L. borgpetersenii; i picchi trovati, infatti, sono il risultato di un’analisi condotta su uno specifico pannello di sierotipi. È stato quindi dimostrato che attuando piccoli cambiamenti nei parametri standardizzati come l’utilizzo di un modello statistico e di un programma dedicato applicato nella routine diagnostica è possibile utilizzare la spettrometria di massa MALDI-TOF per una rapida ed economica identificazione anche a livello di sierotipo. Questo può significativamente migliorare gli approcci correntemente utilizzati per monitorare l’insorgenza di focolai epidemici e per la sorveglianza degli agenti patogeni. Analogamente a quanto dimostrato per Borrelia e Leptospira, l’implementazione della banca dati dello spettrometro di massa con spettri di riferimento di miceti filamentosi (dermatofiti) si è rilevata di particolare importanza non solo per l’identificazione di tutte le specie circolanti nella nostra area ma anche per l’identificazione di specie la cui frequenza nel nostro Paese è in aumento a causa dei flussi migratori dalla zone endemiche (M. audouinii, T. violaceum e T. sudanense). Inoltre, l’aggiornamento del “database” ha consentito di superare la mis-identificazione dei ceppi appartenenti al complesso T. mentagrophytes (T. interdigitale e T. mentagrophytes) con T. tonsurans, riscontrata prima dell’implementazione della banca dati commerciale. Il dendrogramma ottenuto dai 24 spettri implementati appartenenti a 13 specie di dermatofiti ha rivelato raggruppamenti che riflettono quelli costruiti su base filogenetica. Sulla base dei risultati ottenuti mediante sequenziamento della porzione della regione ITS del genoma fungino non è stato possibile distinguere T. interdigitale e T. mentagrophytes, conseguentemente anche gli spettri di queste due specie presentavano picchi dello stesso peso molecoalre. Da sottolineare che il dendrogramma costruito con i 12 profili proteici già inclusi nel database commerciale e con i 24 inseriti nel nuovo database non riproduce l’albero filogenetico per alcune specie del genere Tricophyton: gli spettri MSP già presenti nel database e quelli aggiunti delle specie T. interdigitale e T. mentagrophytes raggruppano separatamente. Questo potrebbe spiegare le mis-identificazioni di T. interdigitale e T. mentagrophytes con T. tonsurans ottenute prima dell’implementazione del database. L’efficacia del sistema identificativo MALDI-TOF è stata anche dimostrata per microrganismi diversi da batteri e funghi per i quali la metodica originale è stata sviluppata. Sebbene tale sistema identificativo sia stato applicato con successo a Trichomonas vaginalis è stato necessario apportare modifiche nei parametri standard previsti per l’identificazione di batteri e funghi. Le interferenze riscontrate tra i profili proteici ottenuti per i due terreni utilizzati per la coltura di questo protozoo e per i ceppi di T. vaginalis hanno, infatti, reso necessario l’utilizzo di nuovi parametri per la creazione degli spettri di riferimento (MSP-Spectra). L’importanza dello sviluppo del nuovo metodo risiede nel fatto che è possibile identificare sulla base del profilo proteico (e non sulla base di singoli marcatori) microorganismi cresciuti su terreni complessi che potrebbero presentare picchi nell'intervallo di peso molecolare utilizzato a scopo identificativo: metaboliti, pigmenti e nutrienti presenti nel terreno possono interferire con il processo di cristallizzazione e portare ad un basso punteggio identificativo. Per T. vaginalis, in particolare, la “sottrazione” di picchi dovuti a molecole riconducibili al terreno di crescita utilizzato, è stata ottenuta escludendo dall'identificazione l'intervallo di peso molecolare compreso tra 3-6 kDa, permettendo la corretta identificazione di ceppi di isolamento clinico sulla base del profilo proteico. Tuttavia, l’elevata concentrazione di parassita richiesta (105 trofozoiti/ml) per una corretta identificazione, difficilmente ottenibile in vivo, ha impedito l’identificazione di ceppi di T. vaginalis direttamente in campioni clinici. L’approccio identificativo mediante individuazione di specifici marcatori proteici (secondo approccio identificativo) è stato provato ed adottato in questo studio per l’identificazione e la differenziazione di ceppi di Entamoeba histolytica (ameba patogena) ed Entamoeba dispar (ameba non patogena), specie morfologiacamente identiche e distinguibili solo mediante saggi molecolari (PCR) aventi come bersaglio il DNA-18S, che codifica per l’RNA della subunità ribosomiale minore. Lo sviluppo di tale applicazione ha consentito di superare l’impossibilità della creazione di una banca dati dedicata, a causa della complessità del materiale fecale di partenza e del terreno di coltura impiagato per l’isolamento, e di identificare 5 picchi proteici in grado di differenziare E. histolytica da E. dispar. In particolare, l’analisi statistica ha mostrato 2 picchi specifici per E. histolytica e 3 picchi specifici per E. dispar. L’assenza dei 5 picchi discriminanti trovati per E. histolytica e E. dispar nei profili dei 3 differenti terreni di coltura utilizzati in questo studio (terreno axenico LYI-S-2 e terreno di Robinson con e senza E. coli) permettono di considerare questi picchi buoni marcatori in grado di differenziare le due specie. La corrispondenza dei picchi con il PM di due specifiche proteine di E. histolytica depositate in letteratura (Amoebapore A e un “unknown putative protein” di E. histolytica ceppo di riferimento HM-1:IMSS-A) conferma la specificità dei picchi di E. histolytica identificati mediante analisi MALDI-TOF MS. Lo stesso riscontro non è stato possibile per i picchi di E. dispar in quanto nessuna proteina del PM di interesse è presente in GenBank. Tuttavia, va ricordato che non tutte le proteine E. dispar sono state ad oggi caratterizzate e depositate in letteratura. I 5 marcatori hanno permesso di differenziare 12 dei 13 ceppi isolati da campioni di feci e cresciuti in terreno di Robinson confermando i risultati ottenuti mediante saggio di Real-Time PCR. Per un solo ceppo di isolamento clinico di E. histolytica l’identificazione, confermata mediante sequenziamento della porzione 18S-rDNA, non è stata ottenuta mediante sistema MALDI-TOF MS in quanto non sono stati trovati né i picchi corrispondenti a E. histolytica né i picchi corrispondenti a E. dispar. Per questo ceppo è possibile ipotizzare la presenza di mutazioni geno/fenotipiche a livello delle proteine individuate come marcatori specifici per E. histolytica. Per confermare questa ipotesi sarebbe necessario analizzare un numero maggiore di ceppi di isolamento clinico con analogo profilo proteico. L’analisi condotta a diversi tempi di incubazione del campione di feci positivo per E. histolytica ed E. dipar ha mostrato il ritrovamento dei 5 picchi discriminanti solo dopo 12 ore dall’inoculo del campione nel terreno iniziale di Robinson. Questo risultato suggerisce la possibile applicazione del sistema MALDI-TOF MS per identificare ceppi di isolamento clinico di E. histolytica ed E. dipar nonostante la presenza di materiale fecale che materialmente può disturbare e rendere difficile l’interpretazione dello spettro ottenuto mediante analisi MALDI-TOF MS. Infine in questo studio è stata valutata l’applicabilità della tecnologia MALDI-TOF MS come saggio fenotipico rapido per la determinazione di ceppi produttori di carbapenemasi, verificando l'avvenuta idrolisi del meropenem (carbapeneme di riferimento utilizzato in questo studio) a contatto con i ceppi di riferimento e ceppi di isolamento clinico potenzialmente produttori di carbapenemasi dopo la messa a punto di un protocollo analitico dedicato. Il saggio di idrolisi del meropenem mediante MALDI-TOF MS ha dimostrato la presenza o l’assenza indiretta di carbapenemasi nei 3 ceppi di riferimento e nei 1219 (1185 Enterobacteriaceae e 34 non-Enterobacteriaceae) ceppi di isolamento clinico inclusi nello studio. Nessuna interferenza è stata riscontrata per i ceppi di Enterobacteriaceae variamente resistenti ai tre carbapenemi ma risultati non produttori di carbapenemasi mediante i saggi fenotipici comunemente impiegati nella diagnostica routinaria di laboratorio: nessuna idrolisi del farmaco è stata infatti osservata al saggio di idrolisi mediante MALDI-TOF MS. In un solo caso (ceppo di K. pneumoniae N°1135) è stato ottenuto un profilo anomalo in quanto presenti sia i picchi del farmaco intatto che quelli del farmaco idrolizzato. Per questo ceppo resistente ai tre carbapenemi saggiati, negativo ai saggi fenotipici per la presenza di carbapenemasi, è stata dimostrata la presenza del gene blaKPC mediante Real-Time PCR. Per questo ceppo si può ipotizzare la presenza di mutazioni a carico del gene blaKPC che sebbene non interferiscano con il suo rilevamento mediante PCR (Real-Time PCR positiva), potrebbero condizionare l’attività della proteina prodotta (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia negativi) riducendone la funzionalità come dimostrato, mediante analisi MALDI-TOF MS, dalla presenza dei picchi relativi sia all’idrolisi del farmaco sia dei picchi relativi al farmaco intatto. Questa ipotesi dovrebbe essere confermata mediante sequenziamento del gene blaKPC e successiva analisi strutturale della sequenza amminoacidica deducibile. L’utilizzo della tecnologia MALDI-TOF MS per la verifica dell’avvenuta idrolisi del maropenem è risultato un saggio fenotipico indiretto in grado di distinguere, al pari del test di Hodge modificato impiegato comunemente nella routine diagnostica in microbiologia, un ceppo produttore di carbapenemasi da un ceppo non produttore sia per scopi diagnostici che per la sorveglianza epidemiologica. L’impiego del MALDI-TOF MS ha mostrato, infatti, diversi vantaggi rispetto ai metodi convenzionali (Saggio di Hodge modificato e Test di Sinergia) impiegati nella routine diagnostica di laboratorio i quali richiedono personale esperto per l’interpretazione del risultato e lunghi tempi di esecuzione e di conseguenza di refertazione. La semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questa tecnica un metodo accurato e rapido. Inoltre, il metodo risulta conveniente dal punto di vista economico, con un costo totale stimato di 1,00 euro per ceppo analizzato. Tutte queste considerazioni pongono questa metodologia in posizione centrale in ambito microbiologico anche nel caso del rilevamento di ceppi produttori di carbapenemasi. Indipendentemente dall’approccio identificativo utilizzato, comparato con i metodi convenzionali il MALDI-TOF MS conferisce in molti casi un guadagno in termini di tempo di lavoro tecnico (procedura pre-analititca per la preparazione dei campioni) e di tempo di ottenimento dei risultati (procedura analitica automatizzata). Questo risparmio di tempo si accentua quando sono analizzati in contemporanea un maggior numero di isolati. Inoltre, la semplicità e la facilità richieste per la preparazione dei campioni e l’immediata acquisizione dei dati rendono questo un metodo di identificazione accurato e rapido risultando più conveniente anche dal punto di vista economico, con un costo totale di 0,50 euro (materiale consumabile) per ceppo analizzato. I risultati ottenuti dimostrano che la spettrometria di massa MALDI-TOF sta diventando uno strumento importante in microbiologia clinica e sperimentale, data l’elevata efficacia identificativa, grazie alla disponibilità sia di nuove banche dati commerciali sia di aggiornamenti delle stesse da parte di diversi utenti, e la possibilità di rilevare con successo anche se in modo indiretto le antibiotico-resistenze.
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A partir do redirecionamento do modelo assistencial no Brasil emerge a necessidade de discussão da reinvenção de práticas alinhadas com o cenário de transformações. As práticas agora devem se desenvolver no sentido de superar o isolamento das grades, dos muros e das chaves, do apagamento do sujeito, da supressão de sintomas e das personalidades dos sujeitos em sofrimento psíquico. Diante disso, é que este estudo tem como objetivos avaliar boas práticas em saúde mental na atenção psicossocial no contexto de um município da região Sul do Brasil. Para tanto, organizou-se como uma pesquisa avaliativa construtivista, com enfoque responsivo, a medida que desenvolve um consenso critico entre os grupos de interesse. Está baseada na Avaliação de Quarta Geração, proposta por Guba e Lincoln (2011), que emerge como opção metodológica e se articula com o referencial teórico das \"Boas Práticas em Saúde Mental Comunitária\", proposto por Thornicroft e Tansella (2010). Este é apresentado de modo a identificar boas práticas na saúde mental, com base na articulação de 3 eixos indispensáveis e indissociáveis: a ética, como princípio fundamental que deverá orientar o planejamento, a assistência e a avaliação dos serviços. A evidência deve embasar as intervenções e serviços. E a experiência como uma evidência do que vem sendo produzido nas experiências locais e regionais de organização da rede de serviços. Como resultado do processo as práticas de Acolhimento, Projeto Terapêutico Singular e Transferência de Cuidados emergiram para discussão. O Acolhimento torna-se concreto nas ações da Porta Aberta, e significa escuta qualificada no momento em que a necessidade emerge, além de representar a oferta de atenção de qualidade baseada no processo relacional que fortalece o estabelecimento de vínculos e a construção de projetos de vida. O Projeto Terapêutico Singular apresenta-se como uma boa prática, a medida que é capaz de dar resposta singularizada e individualizada às necessidades do sujeito, de modo a oportunizar como resultado uma pessoa capaz de andar na vida. É definido de forma compartilhada entre equipe, usuário e família, segundo os objetivos terapêuticos para cada sujeito, e utiliza o técnico de referência, as mini equipes, as oficinas terapêuticas, os grupos terapêuticos, as assembleias, enfim, ofertas e propostas que permitem ao sujeito retomar o envolvimento com os espaços da cidade, no caminho da produção de vida. Com relação à Transferência de Cuidados, esta possibilita ao sujeito que vive o processo não só circular em uma rede de serviços, mas, acima de tudo, buscar, com suporte dela, sua emancipação. Para tanto, investe em práticas que estimulem a autonomia dos sujeitos, por meio de instrumentos como o Acompanhamento Terapêutico, Grupo de Apoio à Alta, espaços de decisões e discussões, estímulo à busca e resolução de problemas, atividades de reconhecimento dos espaços da cidade, transporte, cultura e lazer. Além disso, investe nas ações com a Atenção Básica, a partir do Apoio Matricial com processos de formação continuada com as equipes, e mapeamento da situação da saúde mental nos territórios. Ao final deste estudo, é possível concluir que o modelo de atenção psicossocial demonstrou potencialidade de produzir boas práticas na atenção à saúde mental, e que estas tem transformado a vida dos sujeitos em sofrimento psíquico, bem como tem auxiliado no processo de reconquista de espaços sociais
Resumo:
Ensaios de distribuição de água de aspersores são convencionalmente realizados manualmente, requerendo tempo e mão de obra treinada. A automação desses ensaios proporciona redução da demanda por esses recursos e apresenta potencial para minimizar falhas e/ou desvios de procedimento. Atualmente, laboratórios de ensaio e calibração acreditados junto a organismos legais devem apresentar em seus relatórios a incerteza de medição de seus instrumentos e sistemas de medição. Além disso, normas de ensaio e calibração apresentam especificação de incerteza aceitável, como a norma de ensaios de distribuição de água por aspersores, ISO 15886-3 (2012), a qual exige uma incerteza expandida de até 3% em 80% dos coletores. Os objetivos deste trabalho foram desenvolver um sistema automatizado para os ensaios de aspersores em laboratório e realizar a análise de incerteza de medição, para sua quantificação nos resultados de ensaio e para dar suporte ao dimensionamento dos tubos de coleta. O sistema automático foi constituído por um subsistema de gerenciamento, por meio de um aplicativo supervisório, um de pressurização e um de coleta, por meio de módulos eletrônicos microprocessados desenvolvidos. De acordo com instruções do sistema de gerenciamento o sistema de pressurização ajustava a pressão no aspersor por meio do controle da rotação da motobomba, e o sistema de coleta realizava a medição da intensidade de precipitação de água ao longo do raio de alcance do aspersor. A água captada por cada coletor drenava para um tubo de coleta, que estava conectado a uma das válvulas solenoides de um conjunto, onde havia um transmissor de pressão. Cada válvula era acionada individualmente numa sequência para a medição do nível de água em cada tubo de coleta, por meio do transmissor. Por meio das análises realizadas, as menores incertezas foram obtidas para os menores diâmetros de tubo de coleta, sendo que se deve utilizar o menor diâmetro possível. Quanto ao tempo de coleta, houve redução da incerteza de medição ao se aumentar a duração, devendo haver um tempo mínimo para se atingir a incerteza-alvo. Apesar de cada intensidade requer um tempo mínimo para garantir a incerteza, a diferença mínima de nível a ser medida foi a mesma. Portanto, para os ensaios visando atender a incerteza, realizou-se o monitoramento da diferença de nível nos tubos, ou diferença de nível, facilitando a realização do ensaio. Outra condição de ensaio considerou um tempo de coleta para 30 voltas do aspersor, também exigido pela norma ISO 15886-3 (2012). A terceira condição considerou 1 h de coleta, como tradicionalmente realizado. As curvas de distribuição de água obtidas por meio do sistema desenvolvido foram semelhantes às obtidas em ensaios convencionais, para as três situações avaliadas. Para tempos de coleta de 1 h ou 30 voltas do aspersor o sistema automático requereu menos tempo total de ensaio que o ensaio convencional. Entretanto, o sistema desenvolvido demandou mais tempo para atingir a incerteza-alvo, o que é uma limitação, mesmo sendo automatizado. De qualquer forma, o sistema necessitava apenas que um técnico informasse os parâmetros de ensaio e o acionasse, possibilitando que o mesmo alocasse seu tempo em outras atividades.
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El golpe militar de 1936 conducirá a una dura contienda civil. Durante la misma, la Aviación Legionaria Italiana y, en menor medida, la Legión Cóndor bombardeará duramente numerosas ciudades de la costa mediterránea. Para proteger a la población, las Juntas Locales de Defensa Pasiva llevarán a cabo un programa de construcción de refugios antiaéreos sin precedentes hasta entonces. En Alicante serán numerosos los refugios construidos, entre ellos los situados en las plazas de Séneca y del Dr. Balmis, ambas construcciones salen a la luz, tras años de olvido, a raíz de sendos proyectos de remodelación de las zonas en las que se encuentran enclavados.
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Today, the requirement of professional skills to university students is constantly increasing in our society. In our opinion, the content offered in official degrees need to be nourished with different variables, enriching their global professional knowledge in a parallel way; that is why, in recent years, there is a great multiplicity of complementary courses at university. One of the most socially demanded technical requirements within the architectural, design or engineering field is the management of 3D drawing software, becoming an indispensable reality in these sectors. Thus, this specific training becomes essential over two-dimension traditional design, because the inclusion of great possibilities of spatial development that go beyond conventional orthographic projections (plans, sections or elevations), allowing modelling and rotation of the selected items from multiple angles and perspectives. Therefore, this paper analyzes the teaching methodology of a complementary course for those technicians in the construction industry interested in computer-aided design, using modelling (SketchupMake) and rendering programs (Kerkythea). The course is developed from the technician point of view, by learning computer management and its application to professional development from a more general to a more specific view through practical examples. The proposed methodology is based on the development of real examples in different professional environments such as rehabilitation, new constructions, opening projects or architectural design. This multidisciplinary contribution improves criticism of students in different areas, encouraging new learning strategies and the independent development of three-dimensional solutions. Thus, the practical implementation of new situations, even suggested by the students themselves, ensures active participation, saving time during the design process and the increase of effectiveness when generating elements which may be represented, moved or virtually tested. In conclusion, this teaching-learning methodology improves the skills and competencies of students to face the growing professional demands of society. After finishing the course, technicians not only improved their expertise in the field of drawing but they also enhanced their capacity for spatial vision; both essential qualities in these sectors that can be applied to their professional development with great success.
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"Paul and Mary are two people who are from different tribes and deeply in love. Their families share a close relationship and everything looks well for their wedding. However, with the out break of the post-election violence. Dr. Sawega, Paul's father, loses his clinic and his brother through arson. Stoked by politicians and tribalists, things get tense between the two families and the entire nation."--Spaceyangu.com.ar
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Cette étude vise à comprendre le phénomène de la violence physique vécue par les éducateurs oeuvrant dans dix Centres Jeunesse (CJ) du Québec. Pour ce faire, un sondage de victimisation a été administré à 586 éducateurs en internat. En premier lieu, la prévalence de cette problématique sera établie. Par la suite, les facteurs individuels et environnementaux prédisposant aux agressions physiques seront identifiés. Des éducateurs sondés, 53,9 % rapportent avoir été victimes de violence physique au cours de la dernière année. Sur le plan individuel, être affecté par les manifestations agressives des clients et la fréquence des violences psychologiques subies augmentent les risques de victimisation physique. Quant au contexte, l’âge de la clientèle et le motif de l’intervention (basé sur la loi justifiant le placement) auprès de l’enfant ou de l’adolescent influencent l’occurrence des actes violents dirigés contre les éducateurs. Nos analyses montrent également que les violences physiques dont sont victimes les éducateurs affectent autant l’individu que l’institution. L’identification de facteurs permettant de prédire les risques de victimisation pourrait notamment servir à orienter les programmes de prévention de la violence dans les CJ, mais aussi à cibler les éducateurs les plus à risque afin de leur fournir un soutien adapté.
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On 22 March, Belgium got a brutal wake-up call. In a coordinated attack, two nail bombs exploded in the departure hall of the Brussels National Airport. A little over an hour later, a third bomb exploded inside a metro train passing through Maelbeek station. 32 civilians lost their lives, while more than 300 people were injured. The Islamic State (IS) network, which was responsible for the Paris attacks on 13 November 2015, claimed responsibility. The arrest of Salah Abdeslam, the sole survivor of the Paris attacks, on 18 March, seems to have made IS expedite the Brussels attacks following a claim from the Paris prosecutor that Abdeslam would cooperate with the French Justice Department over the Paris attacks.
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Enquadramento: Com a redução global da mortalidade infantil no Brasil, o componente perinatal passou a exercer maior influência neste indicador, sendo necessário, portanto, um maior enfoque nas análises dessa componente. Objectivo: Levantar o perfil da mortalidade infantil e fetal e a evitabilidade destes óbitos, no município de Surubim, Pernambuco, no período de Junho de 2011 a Dezembro de 2014. Métodos: Estudo retrospectivo com enfoque descritivo, cuja a amostra foi de 56 óbitos investigados com base em 53 Fichas de Investigação da Secretaria de Saúde de Surubim. Este número corresponde a 66,66% dos casos entre 2011 e 2014 em fetos e menores de um ano, residentes de Surubim, Pernambuco. Utilizados como fontes de dados, os Bancos do Sistema de Informações sobre Mortalidade (SIM) e o Sistema de Informações sobre Nascidos Vivos (SINASC) do Ministério da Saúde (DATASUS), ambos com boa cobertura e qualidade satisfatória das informações, e Fichas usadas pelo Grupo Técnico de Investigação do Óbito do Município. Resultados: Em 2011, 23 óbitos (11 fetais e 12 infantis), 07 investigados, 1 fetal e 6 infantis; em 2012, 26 óbitos (12 fetais e 14 infantis), 23 investigados, 9 fetais e 14 infantis; em 2013, 17 óbitos (11 fetais e 6 infantis), 14 investigados, 9 fetais e 5 infantis; e em 2014, 19 óbitos (7 fetais e 12 infantis), 12 investigados, 4 fetais e 8 infantis. A Taxa de Mortalidade Infantil e Fetal para o período foi de 13,8/1000nv e 12,6/1000nv(2011), 15/1000nv e 13/1000nv(2012), 7/1000nv e 12,7/1000nv(2013),13/1000nv e 8/1000nv(2014)nv. 60,61% dos óbitos fetais e 91,3% dos óbitos infantis foram por causas evitáveis. Inconclusivos 06, não evitáveis 02 fetais e 07 Infantis. Conclusão:Consideram-se necessárias mudanças no processo de trabalho da equipe de saúde, capacitação da equipe multidisciplinar na perspectiva de trabalho colaborativo de maior equidade e efetividade clínica de forma a dotar a assistência à mulher fértil, à mulher grávida, à puérpera,ao feto e ao recém-nascido,com vistas à redução da mortalidade infantil e neonatal precoce por causas evitáveis. Palavras-chave: mortalidade infantil, mortalidade neonatal precoce, evitabilidade.
Resumo:
Hole 633A was drilled in the southern part of Exuma Sound on the toe-of-slope of the southeastern part of Great Bahama Bank during ODP Leg 101. The top 55 m, collected as a suite of six approximately 9.5-m-long hydraulic piston cores, represents a Pliocene-Pleistocene sequence of periplatform carbonate ooze, a mixture of pelagic calcite (foraminifer and coccolith tests), some pelagic aragonite (pteropod tests), and bank-derived fine aragonite and magnesian calcite. A 1.6-m.y.-long hiatus was identified at 43.75 mbsf using calcareous nannofossil biostratigraphy and magnetostratigraphy. The 43.75-m-thick periplatform sequence above the hiatus is a complete late Pliocene-Quaternary record of the past 2.15 m.y. The d18O curve, primarily based on Globigerinoides sacculifera, clearly displays high-frequency/low-amplitude cycles during the early Pleistocene and low-frequency/high-amplitude cycles during the middle and late Pleistocene. Variations in aragonite content in the fine fraction of the periplatform ooze show a cyclic pattern throughout the Pleistocene, as previously observed in piston cores of the upper Pleistocene. These variations correlate well with the d18O record: high aragonite corresponds to light interglacial d18O values, and vice versa. Comparison of the d18O record and the aragonite curve helps to identify 23 interglacial and glacial oxygen-isotope stages, corresponding to 10.5 aragonite cycles (labeled A to K) commonly established during the middle and late Pleistocene (0.9 Ma-present). Strictly based on the aragonite curve, another 11 aragonite cycles, labeled L to V, were identified for the early Pleistocene (0.9 to 1.6 Ma). Mismatches between the d18O record and the aragonite curve occur mainly at some of the glacial-to-interglacial transitions, where aragonite increases usually lag behind d18O depletion. When one visually connects the minima on the Pleistocene aragonite curve, low-frequency (0.4 to 0.5 m.y.) supercycles seem to be superimposed on the high-frequency cycles. The timing of this supercycle roughly matches the timing of the Pleistocene carbonate preservation supercycles described in the Pacific, Indian, and Atlantic oceans. Mismatches between aragonite and d18O cycles are even more obvious for the late Pliocene (1.6 to 2.15 Ma). Irregular aragonite variations are observed for the late Pliocene, although after the onset of late Pleistocene-like glaciations in the North Atlantic Ocean 2.4 m.y. ago the d18O record has shown a mode of high-frequency/low-amplitude cycles. Initiation of climatically induced aragonite cycles occurs only at the Pliocene-Pleistocene transition, 1.6 m.y. ago. After that time, aragonite cycles are fully developed throughout the Quaternary. The 11-m-thick periplatform sequence below the hiatus represents a lower Pliocene interval between 3.75 and 4.45 Ma. The bottom half (4.25-4.45 Ma) has a fairly constant, high aragonite content (averaging 60%) and high sedimentation rates (28 m/m.y.) and corresponds to the end of the prolonged early Pliocene interglacial interval (4.1-5.0 Ma), established as a worldwide high sea-level stand. The second half (3.75-4.25 Ma), in which aragonite content decreases by successive steps, paralleled by a gradual 5180 enrichment in Globigerinoides sacculifera and low sedimentation rates (10 m/m.y), corresponds to the climatic deterioration established worldwide between 4.1 and 3.8 Ma, to a decrease of carbonate preservation observed in the equatorial Pacific Ocean, and to a global sea-level decline. Dolomite, a ubiquitous secondary component in the lower Pliocene, is interpreted as being authigenic and possibly related to diagenetic transformation of primary bank-derived fine magnesian calcite. Transformation of the primary mineralogical composition of the periplatform ooze was evidently minor, as the sediments have retained a detailed record of the Pliocene-Pleistocene climatic evolution. Clear evidence of diagenetic transformations in the periplatform ooze includes (1) the disappearance of magnesian calcite in the upper 20 m of Hole 633A, (2) the occurrence of calcite overgrowths on foraminiferal tests and microclasts at intermittent chalky core levels, and (3) the ubiquitous presence of authigenic dolomite in the lower Pliocene.
Resumo:
Bulk sediment accumulation rates and carbonate and carbonate-free accumulation rates corrected for tectonic tilting have been calculated for Leg 78A sediments. These rates are uniformly low, ranging from 0.1 to 6.8 g/(cm**2 x 10**3 yr.), reflecting the pelagic-hemipelagic nature of all the sediments drilled in the northern Lesser Antilles forearc. Rates calculated for Sites 541 and 542 [0.6-6.8 g/(cm**2 x 10**3 yr.)], located on the lower slope of the accretionary prism, are significantly greater than the Neogene rates calculated for oceanic reference Site 543 [0.1-2.4 g/(cm**2 x 10**3)]. This difference could be the result of (1) tectonic thickening of accretionary prism sediments due to folding, small-scale faulting, and layer-parallel shortening; (2) deposition in shallower water farther above the CCD (carbonate compensation depth) resulting in preservation of a greater percentage of calcareous microfossils; or (3) a greater percentage of foraminiferal sediment gravity flows. Terrigenous turbidites are not documented in the Leg 78A area because of (1) great distance from South American sources; (2) damming effects of east-west trending tectonic elements; and (3) location on the Tiburon Rise (Site 543). This lack of terrigenous material, characteristic of intraoceanic convergent margins, suggests that published sedimentation models for active continental convergent margins with abundant terrigenous influxes are not applicable to intraoceanic convergent margin settings.
Resumo:
During Leg 65, four sites were drilled near the mouth of the Gulf of California where high sedimentation rates made it possible to sample young oceanic crust near the ridge crest. The oldest sediments cored were upper Pliocene siltstones (Site 483); the samples at the other sites (482, 484, and 485) were all Quaternary in age. A series of 80 sediment samples, most of them hemipelagic clays, were examined by semiquantitative X-ray diffraction and Carbonate Bomb techniques to determine their mineralogy and carbonate contents. The results of this study may be used to determine their provenance and diagenesis.
Resumo:
A large number of samples of nonlithified and lithified sediments from Leg 93 sites were analyzed for their contents of organic carbon and calcium carbonate. An average of two samples was selected from every core for carbonate determination; organic carbon was measured in most of these samples. Nearly all of these analyses were performed on board Glomar Challenger for samples from Sites 603 and 604. Site 605 samples, plus some of the deeper samples from Hole 603B, were analyzed at the University of Michigan. The procedures used in both cases were virtually the same, and their results compared well. Organic carbon analyses were done using a Hewlett- Packard 185-B CHN Analyzer. Portions of samples selected for calcium carbonate determinations were treated with dilute HC1 to remove carbonate, washed with deionized water, and dried at 110°C. A Cahn Electrobalance was used to weight 20-mg samples of sediment for CHN analysis. Samples were combusted at 1050°C in the presence of an oxidant, and the volumes of the evolved gases determined as measures of the C, H, and N contents of sediment organic matter. Areas of gas peaks were determined and compared to those of rock standards of known carbon and nitrogen contents. These values were used to standardize instrument response so that C/N atomic ratios could be reported. Organic carbon concentrations were calculated on the basis of sediment dry weight. Hydrogen elemental analysis with the procedure used is untrustworthy because of the variable amounts of clay minerals and their hydrates, hence hydrogen values are not reported for samples analyzed by this method.