852 resultados para Posti, Lauri


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In questo mio elaborato ho affrontato il tema della traduzione audiovisiva. Mi sono soffermata sulla tecnica del sottotitolaggio, concentrando la mia attenzione sui format televisivi di cucina. Sono stata spinta da una vera e propria passione per tutto ciò che riguarda la sfera gastronomica e i programmi televisivi a questa dedicati. Oggi queste trasmissioni hanno raggiunto un vero e proprio successo mondiale. La nostra è l’era dei grandi format televisivi che non parlano altro che di cucina, sfide tra i fornelli e critiche spietate. La cucina è alla base di ogni civiltà ed è parte integrante della cultura di ogni popolo. Tra le molteplici sfaccettature delle culture, troviamo la gastronomia che, dal mio punta di vista, è situata ai primi posti per importanza. L’Italia e la Francia hanno, sin da sempre, dimostrato la loro eccellenza all’interno del panorama mondiale enogastronomico: la cucina italiana, con la sua semplicità e i suoi sapori mediterranei, e quella francese, ricca di note tradizionali ed esotiche all’unisono. Per questo motivo, la mia attenzione si è rivolta a un talk show culinario ormai noto in tutto il mondo: MasterChef. In questo format televisivo, i concorrenti sono tenuti a sostenere varie prove, nelle quali bisogna realizzare piatti dell’arte culinaria del paese in cui il programma viene trasmesso e non solo. Scopo del programma è aggiudicarsi il titolo di miglior chef. Ho scelto chiaramente un’edizione a mio piacimento del programma per entrambi i paesi e ho proposto un sottotitolaggio per un particolare momento di questo format televisivo: la finale. Nella fattispecie, ho proposto il sottotitolaggio per la finale di MasterChef Italia in francese e per la finale di MasterChef France in italiano. Ho scelto di sottotitolare questo particolare momento della trasmissione televisiva, in quanto ritengo che, oltre ad essere uno dei più emozionanti per i telespettatori, sia ricco di elementi utili per un’analisi approfondita in ambito traduttivo.

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Da qualche anno gli standard di posti letto ospedalieri tendono a ridursi. È in corso un processo di ristrutturazione e riorganizzazione dell’azione ospedaliera che trova le sue ragioni nella necessità di calare la spesa del servizio sanitario. Questo fatto porta alla conclusione che la risorsa “posti letto” stia diventando sempre di più una risorsa limitata, che necessiti di una gestione attenta, precisa e ponderata. Da un punto di vista manageriale, capire le inefficienze e i modi in cui questa risorsa si interfaccia con la restante realtà ospedaliera è cruciale per poter attuare giuste politiche sanitarie. L’obiettivo di questa tesi consiste nella valutazione delle specifiche per la costruzione di un modello da applicare al sistema sanitario emiliano-romagnolo, compiendo una gap analysis su dati ufficiali forniti direttamente dal SS dell’Emilia-Romagna. Per la creazione del modello applicato ai posti letto ospedalieri il lavoro è proceduto prendendo in considerazione l’attuale modello in uso in regione [3] “Pianificazione tattica delle sale operatorie: un modello di ottimizzazione in ambito regionale. Margherita Vitali. 2014”. La creazione del modello oggetto di questa tesi è avvenuta attraverso l’ampliamento del modello [3]. Le modifiche proposte hanno avuto come scopo l’ottenimento di un modello dipendente dalla risorsa posti letto a valle delle sale operatorie. I vincoli aggiuntivi conferiscono una maggiore completezza al modello [3] ampliandone le vedute sulla filiera ospedaliera.

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In questa tesi sono stati studiati i fattori che influenzano l'utilizzo del buffer in un magazzino manuale. Per poter realizzare le analisi è stato realizzato un programma C# che simula la gestione del magazzino. Per ottimizzare l'assegnamento dei pallet alle location si è inoltre costruito un modello AMPL. L'obiettivo del modello è minimizzare la differenza tra le classi ottime dei codici in ingresso e i posti pallet ai quali questi vengono assegnati. Il programma C# oltre all'interfaccia con il risolutore AMPL Gurobi, deve interfacciarsi anche con il data base Access nel quale sono stati organizzati i dati necessari per l'analisi. Questi dati sono reali e relativi agli ingressi e alle uscite di un magazzino contenente materiale farmaceutico di due settimane di lavoro. Per facilitare e velocizzare lo studio le informazioni considerate sono quelle di due soli corridoi e non dell'intero magazzino. I risultati hanno evidenziato quattro fattori principali che influenzano la differenza tra un l'allocazione dei pallet in ingresso ad un magazzino. Questi elementi sono: costo di utilizzo del buffer, numero di location libere ad inizio simulazione, momento d'esecuzione del picking a magazzino e tipologia di location vute ad inizio della simulazione. Per ognuno di questi si è cercato, per quanto possibile, di individuare le implicazioni che quanto studiato può avere nella progettazione di un sistema di stoccaggio reale sia dal punto di vista logistico sia dal punto di vista economico. Non sempre le osservazioni reali alle quali si è arrivati hanno un risvolto pratico immediato, ma senza dubbio possono essere utili nello studio preliminare per la realizzazione di un sistema di stoccaggio. All'interno delle conclusioni sono state inserite anche possibili studi e approfondimenti futuri che possono essere eseguiti partendo dal progetto di tesi qui presentato.

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L’obiettivo di questa tesi di Laurea è stato di analizzare gli scambi termici radiativi che si verificano all’interno di una stanza; per eseguire questa analisi si sono calcolati i fattori di vista Fij tra diversi punti (i) definiti tramite una griglia regolare posta all’interno della stanza e le superfici che vi si affacciano (j); tale griglia prevede 25 punti posti a 3 altezze diverse, per un totale di 75 punti. Dalla conoscenza delle temperature superficiali si sono ottenuti i valori di temperatura media radiante nei punti della griglia, e successivamente i valori degli indici di benessere PMV (voto medio previsto) e PPD (percentuale prevista di insoddisfatti), fissando i parametri necessari. Il calcolo dei fattori di vista è stato eseguito tramite il software TRISCO®, dopo averne confrontato i risultati forniti con COMSOL® e dopo aver valutato la correttezza di alcune approssimazioni. Il modello utilizzato nelle simulazioni è costituito da una stanza di 5x5x2,8 m, in cui sono stati fatti variare il numero e la posizione di alcuni elementi caratterizzanti, come finestre e radiatori, oltre a tipologia di elementi scaldanti e posizione e numero di pareti esterne, tramite la variazione delle temperature. In seguito si è analizzata la potenza scambiata per irraggiamento dagli elementi scaldanti, per poter riconoscere gli elementi responsabili dei maggiori contributi; nel caso di pavimento o soffitto radiante si è divisa tale superficie in diverse porzioni per riconoscere le zone della superficie radiante più influenti. I risultati ottenuti mostrano che la presenza di radiatori, finestre o pareti esterne, introducendo elementi di disturbo asimmetrici, forniscono andamenti disuniformi di temperatura e PMV, con l’omogeneità che migliora allontanandosi da tali elementi; impianti a pavimento o soffitto radiante producono risultati decisamente migliori, sia per quanto riguarda i valori assoluti di temperatura e PMV, che nell’omogeneità della relativa distribuzione.

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"Sonderabdruck aus der Zeitschrift für Numismatik, Bd. XXX."

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Mode of access: Internet.

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Includes bibliographical references and index.

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Top Row: Barbara A. Fleckenstein, Anne M. Phelan, Julie-Ann Gersin, Laura E. Kemper, Mary Ann McCulloch, Meryl I. Faber, Karen E. Morton, Jennifer S. Miller, Catherine A. Chichester, Dana R. Piper, Harold K. Lohwasser, Michelle A. Lyons, Julia C. Kelly, Deborah L. Rossman, Amy L. Keskey, John F. Nama, Linda Borucki, Michelle M. Bradley, Caroline M. Fischer, Lisa A. Kuhnlein

Row 2: Karen M. Pardo, Laura L. Price, Mollie A. McDonald, Jan M. Grable, Janna S. Nichols, Laura A. Quain, Patricia M. Battel, Claudia J. Koch, Maureen G. D'hondt, Trudy J. Tervo, Linda A. Walz, Cheryl K. Ebling, Patricia A. Merte, Lauri R. Klock, Maria A. Lomibao, Mary E. Eisenhauer, Ellen B. Malvern, Josephine A. Polesnak

Row 3: Yvonne D. Krisel, Rosemary T. Coyne, Janey A. Porterfield, Deborah A. Mulawa, Janet E. Lovelace, Susan P. O'brien, Margaret T. Perrone, Brenda K. Luckhardt, Terry A. Layher, Sharon A. Potonac, Susan K. Watson, Janet A. Servatowski

Row 4: Vivian A. Reeves, Tracey A. Weeks, Marilyn K. Morgan, Terrilynn Phillips, Susan S. Kirk, Robert J. Ziola, Fred Roberts, Karen S. Myron, Pamela M. Przybylski, Mary Jo F. Lafata, Janet A. Scapini, Mary J. Swails

Row 5: Julie E. Reitz, Julie A. Symons, Ave M. Reagor, Catherine A. Regan, Marsha A. Glass, Susan M. Derubeis, Judy L. Goode, Jennifer P. Wylie, Janet L. Nowak, Karen M. Ulfig, Cynthia E. West, Carol A. Czarnecki, Gloria J. Verdi, Lisa D. Singleton

Row 6: Cynthia Wiggins, Monica L. Babyak, Gail M. Ray, Karen S. Desloover, Ladonna L. Christian-Combs, Deborah J. Dunnaback, Deborah A. Cecchini, Nancy A. Neville, Julia H. Grove, Wendy A. Weinfurtner, Susan M. Twigg, Jolynne Vanotteren, Lori A. Clark, Susan T. Savidge

Row 7: Marianne Ojeda, Ann M. Tucker, Lisa A. Valiquette, Sharon J. Bergmann, Elizabeth A. Rice, Marjorie R. Hovis, Laura I. Berry, Janice B. Lindberg, Rhetaugh G. Dumas, Susan B. Steckel, Helen L. Erickson, Kathleen M. Oshea, Tricia A. Richardson, Cheryl L. Sanders, Ann L. Shcoene, Anita M. Bargardi, Constance S. Siler, Anne L. Scott

Row 8: Gassenie Thomas, Victoria L. cadagin, Sheryl A. Strace, Joyce I. Sourbeck, Mary S. Donald, Cindy Tollis, Miriam L. Allis, Julie J. Watson, Patricia A. Shefferly, Nina M. Squire, Carol J. Debrodt, Jennifer A. Dreps, Cynthia B. Stone, Martha A. House, Elizabeth A. Hull, Laurie J. Bommarito, Erin A. Swain, Lisa D. Davis

Row 9: Lisa W. Barak, Charlotte L. Allport, Karen J. Baker, Julie M. Sweet, Pamela R. Armfield, Kathleen A. Hornick, Marcianna M. Davis, Joann L. Holdridge, Barbara A. Black, Scott L. Baker, Lawrene S. Gardipee, Julie A. Hemsteger, Mary Ann Barz, Carla L. Arnett, Danielle L. Bonam, Janice S. Brady, Karen L. Eischer, Amy A. Hing, Marcia L. Hassig, Heidi G. Henn

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In boreal bogs plant species are low in number, but they differ greatly in their growth forms and photosynthetic properties. We assessed how ecosystem carbon (C) sink dynamics were affected by seasonal variations in photosynthetic rate and leaf area of different species. Photosynthetic properties (light-response parameters), leaf area development and areal cover (abundance) of the species were used to quantify species-specific net and gross photosynthesis rates (PN and PG, respectively), which were summed to express ecosystem-level PN and PG. The ecosystem-level PG was compared with a gross primary production (GPP) estimate derived from eddy covariance measurements (EC). Species areal cover rather than differences in photosynthetic properties determined the species with the highest PG of both vascular plants and Sphagna. Species-specific contributions to the ecosystem PG varied over the growing season, which in turn determined the seasonal variation in ecosystem PG. The upscaled growing-season PG estimate, 230 g C/m**2, agreed well with the GPP estimated by the EC, 243 g C/m**2. Sphagna were superior to vascular plants in ecosystem-level PG throughout the growing season but had a lower PN. PN results indicated that areal cover of the species together with their differences in photosynthetic parameters shape the ecosystem-level C balance. Species with low areal cover but high photosynthetic efficiency appear to be potentially important for the ecosystem C sink. Results imply that functional diversity may increase the stability of C sink of boreal bogs.

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A recuperação da escatologia como motor e centro da teologia cristã tem o seu ápice na obra de Jürgen Moltmann, Teologia da Esperança (1964). Em América Latina pouco se fez a respeito de uma re-elaboração da escatologia e suas implicações para a teologia sistemática dentro do método teológico latinoamericano. Entre as poucas obras contamos com o livro de João Batista Libânio e Maria Clara Bingemer, Escatologia Cristã (1985). Ambos autores abordam o tema da esperança cristã desde perspectivas diferentes. Depois de descrever sistematicamente as escatologias destes dois autores, procuramos determinar até que ponto o enfoque destes autores contribui ou não como ferramenta teórica para ler o mundo e iluminar uma práxis engajada com a mudança e a transformação das estruturas opressivas na sociedade. No final, trata-se de repensar a escatologia na sua relevância para o cotidiano da vida das pessoas.

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Esta pesquisa faz uma análise do Campo Missionário Congoangolano da Assembleia de Deus, localizado no bairro de Brás de Pina - Zona norte da cidade do Rio de Janeiro. Procura identificar a função desta comunidade religiosa para os imigrantes congoleses e angolanos que a ela pertencem. Desse modo, visa refletir sobre a formação de um espaço territorial religioso consolidado por elementos da religiosidade africana e do pentecostalismo assembleiano e sua imbricada associação com a formação de redes de apoio e de coesão social em torno da manutenção e sustentação de um espaço identitário. Esse espaço é marcado por elementos que expressam símbolos e signos dos países de origem de seus integrantes - Congo e Angola - ao utilizarem a liturgia africana em seus cultos. A pesquisa leva em consideração as demandas que norteiam o processo migratório, as leis que regem esses imigrantes e o quanto tal processo contribui para práticas associativas que envolvem fatores inerentes a inserção e integração sociocultural e econômica no interior do campo missionário.

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A diversidade religiosa brasileira na segunda metade do século XX tornou-se progressiva e tomou enorme velocidade. Com isso, o processo de diversificação e pluralização do campo religioso brasileiro começava a ganhar o contorno atual, abrindo espaço para novas formas de crer e de expressar a fé religiosa. Nessa mesma época, entre os batistas de Belo Horizonte, no bairro da Lagoinha, surgia uma nova organização religiosa, a Igreja Batista da Lagoinha (IBL). Já em seus primeiros dias essa nova igreja assumiu um dinamismo próprio de igrejas conhecidas como avivadas ou carismáticas , cuja mensagem e prática religiosa reforçavam, por meio de dons espirituais e de experiências extáticas , a evidência do batismo no Espírito Santo . Houve reações por parte dos batistas tradicionais, pois a IBL manifestava-se, por um lado, mais próxima de uma religiosidade em processo de pentecostalização e, por outro, mais distante daquela adotada pelos batistas mineiros, identificados como históricos. Esta nova igreja, devido ao seu engajamento no avivalismo e nas práticas carismáticas, alcançou independência teológica, organizacional e administrativa, pois foi excluída do rol das igrejas batistas cooperadoras da Convenção Batista Mineira e Brasileira. É essa igreja que assumiu uma forma religiosa avivada e que desenvolveu o processo de pentecostalização entre os batistas que escolhemos analisar neste trabalho. Entretanto, a análise que realizamos e que se embasou nos estudos da sociologia da religião, nas teorizações da cultura e na simbologia sociocultural, mostrou que as modificações ocorridas na trajetória e na identidade IBL, são correlatas aos processos de urbanização e modernização da sociedade e ao surgimento de formas religiosas, mais flexíveis, adaptáveis e em constante reconfiguração. Portanto, a partir dessa correlação é que podemos afirmar que a IBL é uma organização religiosa híbrida, mutacional, midiática e com uma identidade que se faz e refaz, já que ela está se ajustando a um tipo de cultura que é, ao mesmo tempo, urbana, gospel, tecnológica, mercadológica e comunicacional.

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O objetivo deste texto é comunicar a pesquisa que foi empreendida sobre as maneiras e as formas como os evangélicos brasileiros, protestantes tradicionais e pentecostais, usaram o rádio como principal mídia na comunicação de sua mensagem no Brasil a partir da década de 1930. Buscamos entender quais foram os principais passos, objetivos, motivações e dificuldades que tiveram no decorrer das décadas. Para isso pesquisou-se em jornais e revistas o registro dessa inserção, principalmente na chamada época de ouro do rádio nos anos 40 e 50. No decorrer das investigações ficou bem claro que o pentecostalismo foi o movimento que melhor se adaptou à era do radio , talvez pela sua ênfase maior na oralidade. Daí o crescimento nas décadas de 60 a 80 dos segmentos que empregaram, inicialmente, o rádio, e nas décadas seguintes, a televisão. Ao lado do crescimento no número de fiéis houve também um envolvimento das igrejas, de suas lideranças e de empresários evangélicos no cenário político. O resultado foi a conquista de um significativo número de estações de rádio concedidos pelas autoridades governamentais para os grupos e igrejas que ajudaram na eleição desses políticos. Por fim, averiguo-se o fenômeno da cultura gospel, o aparecimento do consumismo e do entretenimento, privilegiando-se na análise o papel que a música gospel e o rádio têm desempenhado no decorrer desse período.

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A ideia de um protestantismo rural é caracterizada pela relação dos crentes com o lúdico e a familiaridade com o sagrado. Este tipo protestante tupiniquim, genuinamente brasileiro, se desenvolveu em locais de pouca ou nenhuma resistência por parte do catolicismo, religião hegemônica no contexto brasileiro, fator que possibilitou arranjos e rearranjos que o diferenciam do protestantismo dito oficial. Esta pesquisa procura, pois, identificar algumas características deste protestantismo rural, principalmente sua interação com as culturas populares tradicionais no contexto fundante da Igreja Presbiteriana de Cabeceira Grande-MG. Através da metodologia de pesquisa em história oral e micro-história, o foco do estudo será aproximado à vida de duas importantes figuras que se destacaram neste contexto: o lavrador Manoel Moises e a parteira Mãe Bela. Manoel Moises, pioneiro protestante, chega à região em 1947, trazendo a sua mudança em um carro de bois. A origem da Igreja Presbiteriana em Cabeceira Grande deve-se às atividades deste pregador leigo e autônomo. Posteriormente, a comunidade já formada recebe a visita de pastores vinculados às Agências Missionárias estrangeiras atuantes na região. Assim como Manoel Moises é referência constante nas memórias locais, Mãe Bela, uma das primeiras convertidas ao protestantismo naquele lugar, é também lembrada por sua atuação como parteira e pelos seus conhecimentos da medicina tradicional, articulados com o imaginário religioso local. Mãe Bela também foi a doadora do terreno em que foi construído o templo da Igreja Presbiteriana, inaugurado em 1970.

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Este presente trabalho, tem por objetivo analisar o conflito geracional e a formação da identidade dos jovens adventistas, com o objetivo de verificar se o conflito geracional é uma demonstração que os jovens estão rompendo com a igreja ou, reconstruindo a identidade. O conflito geracional pode ser notado em diversas esferas da sociedade e inclusive dentro da Igreja Adventista. Todavia, o conflito geracional não é causado por rebeldia, mas sim, por diferentes maneiras de reagir e conviver com as características contemporâneas da sociedade. Sendo assim, os mais velhos não concordam com as novas propostas dos jovens e tão pouco, os mais novos desejam continuar convivendo com as coisas antigas. A Igreja Adventista tem vivido o conflito geracional em dois aspectos principais: o primeiro se evidencia na comunicação; o segundo na cosmovisão. A linguagem sofreu alterações na hora de se comunicar; no contexto atual, a imagem tomou a função das palavras. Por essa razão, uma comunicação pode não alcançar seu objetivo, principalmente aos mais novos, quando expressa somente através de palavras. O outro aspecto que tem causado conflito é a compreensão de mundo que os mais novos possuem. Para eles, o mundo não é sinônimo de pecado como algumas pessoas mais velhas entendem. Por conta desta diferença, certas questões não são aceitáveis dentro da igreja, por serem vinculadas ao mundo e o mundo ser entendido como pecado. Porém, a constatação que faço é que, embora o jovem não entenda o mundo em si como pecado, ele compreende que existem aspectos do mundo que sejam errados. Esses aspectos não são aceitáveis para eles e por isso, eles não desejam romper com a igreja. Mas estão em busca de mudanças significativas que se encaixam com sua visão de mundo. É possível evidenciar essa mesma linha de raciocínio em alguns líderes da igreja, mas os relatos dos jovens expressam que isso não alcançou a prática local. Uma vez que, concebo o pensamento de Hervieu-Leger de que a identidade não é transmitida intacta de pai para filho, mas construída individualmente. Entendo que os jovens estão formando sua própria identidade. Para que essa identidade seja formada de maneira sólida nos princípios adventistas, e aberta as mudanças necessárias da sociedade, se faz necessário, sob minha percepção, uma releitura de Ellen White baseada no pensamento liminar de Walter Mignolo, apresentado e explanado por Adolfo S. Suárez.