934 resultados para Badia greca di Grottaferrata di Maria Santissima.
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Tra le più importanti risorse alieutiche di molte regioni del Mar Mediterraneo vi sonole acciughe (Engraulisencrasicolus, Linnaeus, 1758), piccoli pesci pelagici appartenenti alle famiglie degli Engraulidae. Dati IREPA del 2009, hanno di fatto reso noto che in Italia, la pesca di E. encrasicolusha rappresentano in media il 26% circa del pescato totale. Questa specie viene continuamente monitorata e grazie a tali programmi è stato evidenziato che vi sono delle fluttuazioni inter-annuali molto pronunciate (Cergoleet al., 2002; Cingolani, 2004), le cui cause possono essere molteplici, da fattori antropicicome l’elevato sforzo di pesca a fattori naturali (Borjia et al., 1996). Va però posta molta attenzione sulle dinamiche biologiche ed ambientali che influiscono sulla sopravvivenza dei primi stadi di vita di questa specie, che ricadendo sul successivo reclutamento, possono essere una delle cause fondamentali delle contrazioni e degli incrementi annuali dello stock adulto (Thikonova et al., 2000; James et al., 2003; Cuttitta et al., 2003, 2006).Lo studio delle fasi ittioplanctoniche e delle sue relazioni con l’ambiente e gli altri organismi, risulta quindi di primaria importanza nell’ambito delle conoscenze necessarie per il corretto sfruttamento delle risorse alieutiche.
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dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.
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Il progetto DIVIN, finanziato dal Programma di Cooperazione Transfrontaliera Italia Tunisia, è coordinato dall'Istituto per l’Ambiente Marino Costiero del Consiglio Nazionale delle Ricerche - IAMC-CNR (Bénéficiaire) UOS di Capo Granitola e coinvolge l' Istituto di Bioscienze e Biorisorse – IBBR (P1) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il Centro di Biotecnologie di Borj - Cedria - CBBC (P2) L'Institut National de la Recherche Agronomique de Tunisie – INRAT (P3), La Direction Générale de la Production Agricole – DGPA (P4) e L’Associazione “Strada del vino Alcamo Doc” (P5). Il finanziamento complessivo è stato pari a € 674.107,06 e le attività si sono svolte a partire da novembre 2013 per concludersi a luglio 2016. Si è trattato di una prodigiosa opportunità per potenziare e valorizzare le eccellenze scientifiche in campo vitivinicolo e per consolidare la collaborazione tra Italia e Tunisia sulla produzione di vini di qualità e sul lancio di itinerari enoturistici che mettano in dialogo permanente le due sponde del mediterraneo. Il progetto, ha avuto la durata di 31 mesi e ha investito sullo sviluppo di ricerche e soluzioni tecnologiche per prevenire e curare le patologie della vite e per certificare e tracciare la qualità del vino prodotto in Italia e in Tunisia. I benefici del progetto hanno avuto ricadute anche su tutti i territori dell'area di cooperazione in quanto, nella parte finale del progetto, si sono sviluppate azioni di marketing congiunte per la creazione di un marchio d'area e l'ampliamento delle esperienze delle "strade del vino" per creare itinerari turistici tematici che colleghino le zone di produzione siciliane e quelle tunisine.
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Nel panorama nazionale si discute poco degli autori dei reati sessuali, infatti l’attenzione dell’opinione pubblica e dei diversi attori sociali è più rivolta alle vittime dei reati sessuali. Ancora poco si affronta il problema legato al trattamento dei pedofili e dei violentatori di donne, nonostante l’argomento meriti approfondimenti anche in ambito penitenziario. Appare necessario ed opportuno individuare, nell’ambito del lavoro trattamentale, un modello operativo finalizzato alla ricerca di strategie che orientino il condannato per reati sessuali verso un percorso di analisi degli agiti. Ciò assume una rilevanza particolare nel trattamento dei detenuti sex offenders, pur riconoscendo la valenza del percorso trattamentale rivolto a qualsiasi tipologia di detenuti. L’esperienza realizzata presso la Casa Circondariale di Castelvetrano, descritta nel presente articolo, ha consentito, attraverso l’uso di una metodologia di lavoro di gruppo, di rilevare a carico dei soggetti partecipanti un quadro di consistente difficoltà nei percorsi di approfondimento e di analisi personale. In Italy, there has been little discussion about sex offenders. In fact, public and social actors’ attention has focused more on the victims of sex crimes rather than on criminals, so little importance is given to resocialization programs for paedophiles and rapists, even if this topic is worth exploring particularly in prisons. In the treatment phase, it is necessary and considered appropriate to identify an operational model aimed to orientate the sex offenders towards a process of analysis of their deviant behaviours. Through the methodology of the experiential group, the project carried out at Castelvetrano prison has highlighted the severe difficulties in personal analysis encountered by the sex offenders involved.
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Con sentenza Sez. 3 Num. 2210 Anno 2016 - Relatore: Scarcella Alessio - Data Udienza: 17/09/2015, la Cassazione, in una ipotesi di cd. “grave frode IVA”, ha disapplicato la specifica norma di cui all'ultima parte del terzo comma dell'art. 160 ed al secondo comma dell'art. 161 cod. pen. a seguito della sentenza della Corte di Giustizia U.E. dell'8 settembre 2015 (Grande Sezione), Taricco, causa C-105/14.
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From May 15th to 30th and 15th to 30th September 2015 took place the fifth and sixth excavation campaign at the Castellazzo of Monte Iato. The presence of 15 participants made it possible to deepen the research significantly and ex-pand the surface area of investigation. It is completely emptied a room already identified in previous campaigns and provided new information about the relationship with the existing cemetery. Part of a burial in a supine position was destroyed by the installation of wall 20. Traces of another turret projecting from the walls have been discovered in the east and another section of the inner walls (15) was fully exposed. A gate, between two towers, is the first entry traced so far, on the north-eastern side of the plateau. The archaeological materials found confirm the characteristics and type of construction. Being a military camp of ephemeral nature, although active at least 30 years, objects such as arrowheads and crossbow quarrels, knives, buckles and harnesses for horses have been found. One of the environments has been interpreted as an area where gaming took place because of the presence of four dice in ivory, glasses and different coins, in addition to the greater extent than the other environments found. Among the findings are reported a glass weight with a cufic inscription dated to the mid-twelfth century and two bronze coins dated in 15th centu-ry.
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Resumo indisponível.
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Il presente lavoro di tesi nasce in seguito all’esperienza di tirocinio svolta presso l’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia. Fulcro di questo lavoro è lo sviluppo di un sistema di pianificazione della dose per il trattamento dei pazienti sottoposti a Molecular Radionuclide Therapy (MRT). Presso tale struttura ospedaliera è già stato sviluppato uno strumento che si appoggia all’ambiente di lavoro Matlab per il calcolo dosimetrico. Tale programma è chiamato VoxelMed. Si tratta di uno strumento di calcolo che lavora al così detto voxel-level, tecnica di sviluppo recente che permette il calcolo della dose assorbita all’interno di un paziente in modo più dettagliato rispetto ai metodi di calcolo basati unicamente sulla stima media per organo, tipicamente impiegati in dosimetria tradizionale. Parte del lavoro di tesi consiste nell’implementare nuove modalità di calcolo ed aggiungere ulteriori accorgimenti all’attuale versione di VoxelMed. In VoxelMed è stata poi integrata ex-novo una componente di calcolo di misure radiobiologiche, in particolare della BED. La dose assorbita non è infatti un parametro sufficiente per valutare gli effetti della radiazione sui tessuti, a parità di tipo ed energia della radiazione gli effetti possono essere molto variabili. La BED è il parametro che tiene conto della risposta del tessuto sano o cancerogeno alla radiazione. Parte del lavoro è stato svolto sperimentalmente, tramite misure con fantocci acquisiti o preparati ad hoc. In particolare si sono utilizzati diverse tipologie di fantocci, per effettuare protocolli di calibrazione dei sistemi di acquisizione, misure di curve di effetto di volume parziale e test finali di verifica. Per un ulteriore verifica delle prestazioni di calcolo si sono effettuate misurazioni su un gruppo di pazienti e si sono confrontati i risultati con quelli ottenuti dal software maggiormente utilizzato nella pratica clinica, OLINDA/EXM.
New Cadmium(II) and Iron(II) Coordination Frameworks Incorporating a Di(4-Pyridyl)Isoindoline Ligand
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Biodiesel is a renewable fuel that has been shown to reduce many exhaust emissions, except oxides of nitrogen (NOx), in diesel engine cars. This is of special concern in inner urban areas that are subject to strict environmental regulations, such as EURO norms. Also, the use of pure biodiesel (B100) is inhibited because of its higher NOx emissions compared to petroleum diesel fuel. The aim of this present work is to investigate the effect of the iodine value and cetane number of various biodiesel fuels obtained from different feed stocks on the combustion and NOx emission characteristics of a direct injection (DI) diesel engine. The biodiesel fuels were chosen from various feed stocks such as coconut, palm kernel, mahua (Madhuca indica), pongamia pinnata, jatropha curcas, rice bran, and sesame seed oils. The experimental results show an approximately linear relationship between iodine value and NOx emissions. The biodiesels obtained from coconut and palm kernel showed lower NOx levels than diesel, but other biodiesels showed an increase in NOx. It was observed that the nature of the fatty acids of the biodiesel fuels had a significant influence on the NOx emissions. Also, the cetane numbers of the biodiesel fuels are affected both premixed combustion and the combustion rate, which further affected the amount of NOx formation. It was concluded that NOx emissions are influenced by many parameters of biodiesel fuels, particularly the iodine value and cetane number.
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Paesaggio ed infrastrutture viarie sono un binomio molto forte: il primo ha insito il concetto di accessibilità, in quanto non può esistere senza la presenza di un osservatore; la strada, invece, trova i fattori che la connotano nel suo rapporto con la morfologia su cui insiste. Le infrastrutture viarie sono elemento strutturale e strutturante non solo di un territorio, ma anche di un paesaggio. Le attuali esigenze di mobilità portano oggi a ripensare ed adeguare molte infrastrutture viarie: laddove è possibile si potenziano le strutture esistenti, in diversi casi si ricorre a nuovi tracciati o a varianti di percorso. Porsi il problema di conservare itinerari testimoni della cultura materiale ed economica di una società implica considerazioni articolate, che travalicano i limiti del sedime: una via è un organismo più complesso della semplice linea di trasporto in quanto implica tutta una serie di manufatti a supporto della mobilità e soprattutto il corridoio infrastrutturale che genera e caratterizza, ovvero una porzione variabile di territorio definita sia dal tracciato che dalla morfologia del contesto. L’evoluzione dei modelli produttivi ed economici, che oggi porta quote sempre maggiori di popolazione a passare un tempo sempre minore all’interno del proprio alloggio, rende la riflessione sulle infrastrutture viarie dismesse o declassate occasione per la progettazione di spazi per l’abitare collettivo inseriti in contesti paesaggistici, tanto urbani che rurali, tramite reti di percorsi pensate per assorbire tagli di mobilità specifici e peculiari. Partendo da queste riflessioni la Tesi si articola in: Individuazioni del contesto teorico e pratico: Lo studio mette in evidenza come la questione delle infrastrutture viarie e del loro rapporto con il paesaggio implichi riflessioni incrociate a diversi livelli e tramite diverse discipline. La definizione dello spazio fisico della strada passa infatti per la costruzione di un itinerario, un viaggio che si appoggia tanto ad elementi fisici quanto simbolici. La via è un organismo complesso che travalica il proprio sedime per coinvolgere una porzione ampia di territorio, un corridoio variabile ed articolato in funzione del paesaggio attraversato. Lo studio propone diverse chiavi di lettura, mettendo in luce le possibili declinazioni del tema, in funzione del taglio modale, del rapporto con il contesto, del regime giuridico, delle implicazioni urbanistiche e sociali. La mobilità dolce viene individuata quale possibile modalità di riuso, tutela e recupero, del patrimonio diffuso costituito dalle diversi reti di viabilità. Antologia di casi studio: Il corpo principale dello studio si basa sulla raccolta, analisi e studio dello stato dell’arte nel settore; gli esempi raccolti sono presentati in due sezioni: la prima dedicata alle esperienze più significative ed articolate, che affrontano il recupero delle infrastrutture viarie a più livelli ed in modo avanzato non concentrandosi solo sulla conversione del sedime, ma proponendo un progetto che coinvolga tutto il corridoio attraversato dall’infrastruttura; la seconda parte illustra la pratica corrente nelle diverse realtà nazionali, ponendo in evidenza similitudini e differenze tra i vari approcci.
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SOMMARIO: 1. La “governance” nelle aziende familiari: rilevanza, aspetti distintivi e criticità. 2. Il ruolo della compagine proprietaria nella definizione dei meccanismi di governo. 3. Composizione e funzioni del consiglio d’amministrazione. 4. I patti di famiglia come strumento di disciplina dei rapporti impresa-famiglia. 5. Considerazioni conclusive: prospettive di analisi e scenari futuri negli studi sulla governance delle imprese familiari.
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SOMMARIO: 1. I fattori che incidono sulla funzione informativa del bilancio nelle imprese familiari. 2. Funzione, obiettivi e attese informative nella comunicazione esterna delle imprese familiari. 3. I caratteri del “familismo” nei prospetti di bilancio. 4. Verso un nuovo modello di bilancio per le imprese familiari: riflessioni critiche e spunti per la ricerca.
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Infrared spectroscopy has been used to study the adsorption of paranitrophenol on mono, di and tri alkyl surfactant intercalated montmorillonite. Organoclays were obtained by the cationic exchange of mono, di and tri alkyl chain surfactants for sodium ions [hexadecyltrimethylammonium bromide (HDTMAB), dimethyldioctadecylammonium bromide (DDOAB), methyltrioctadecylammonium bromide (MTOAB)] in an aqueous solution with Na-montmorillonite. Upon formation of the organoclay, the properties change from strongly hydrophilic to strongly hydrophobic. This change in surface properties is observed by a decrease in intensity of the OH stretching vibrations assigned to water in the cation hydration sphere of the montmorillonite. As the cation is replaced by the surfactant molecules the paranitrophenol replaces the surfactant molecules in the clay interlayer. Bands attributed to CH stretching and bending vibrations change for the surfactant intercalated montmorillonite. Strong changes occur in the HCH deformation modes of the methyl groups of the surfactant. These changes are attributed to the methyl groups locking into the siloxane surface of the montmorillonite. Such a concept is supported by changes in the SiO stretching bands of the montmorillonite siloxane surface. This study demonstrates that paranitrophenol will penetrate into the untreated clay interlayer and replace the intercalated surfactant in surfactant modified clay, resulting in the change of the arrangement of the intercalated surfactant.
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In the structure of title compound [Cs2(C7H5N2O4)2(H2O)2]n the asymmetric unit comprises two independent and different Cs centres, one nine-coordinate, the other seven coordinate, with both having irregular stereochemistry. The CsO9 coordination comprises oxygen donors from three bridging water molecules, one of which is doubly bridging, three from carboxylate groups, and three from nitro groups, of which two are bidentate chelate bridging. The CsO6N coordination comprises the two bridging water molecules, one amine N donor, one carboxyl O donor and four O donors from nitro groups (two from the chelate bridges). The extension of the dimeric unit gives a two-dimensional polymeric structure which is stabilized by both intra- and intermolecular amine N-H...O and water O-H...O hydrogen bonds to carboxyl O acceptors, as well as inter-ring pi-pi interactions [minimum ring centroid separation, 3.4172(15)A].