1000 resultados para indirizzo :: 130 :: Microelettronica
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Sviluppo di un prodotto per la misurazione di parametri ambientali legati alla qualità dell’ambiente in cui viviamo. Il dispositivo si struttura in moduli: una base comune comprendente tutti i componenti di elaborazione, visualizzazione, trasmissione e memorizzazione, unito a vari moduli sensore da collegare in base ai parametri che si vogliono monitorare.
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L’obiettivo del lavoro di tesi è quello di studiare l’integrazione del grafene con i processi tecnologici propri della tecnologia del silicio, per la realizzazione di dispositivi innovativi per la misura delle proprietà termiche e termoelettriche del grafene che sono tra le meno studiate ad oggi. L’attività sperimentale svolta, ha riguardato l’intero processo di produzione, processing ed integrazione tecnologica del grafene. Da una parte è stato messo a punto un processo ottimizzato, partendo da una approfondita ricerca bibliografica, per il trasferimento delle membrane dai substrati di crescita, in rame, a quelli di destinazione, SiO2 e Si3N4, mantenendo la completa compatibilità con i processi della microelettronica del silicio in particolare per quanto riguarda l’eliminazione dei residui metallici dalla sintesi. Dall’altra è stata sviluppata una procedura di patterning micrometrico del grafene, affidabile e riproducibile, e, soprattutto, compatibile con la microelettronica del silicio. Le membrane, cresciute tramite deposizione da fase vapore (Chemical Vapor Deposition), sono state caratterizzate tramite la microscopia elettronica, a scansione e in trasmissione, la microscopia ottica, spettroscopia Raman e microscopia a forza atomica, tecniche che sono state utilizzate per caratterizzare i campioni durante l'intero processo di patterning. Il processo di etching del grafene in ossigeno, realizzato con il plasma cleaner, strumento che nasce per la pulizia di campioni per microscopia elettronica, è stato messo a punto il attraverso una estesa attività di test sia dei parametri di funzionamento dello strumento che del fotoresist da utilizzare. La procedura di patterning micrometrico vera e propria, ha comportato di affrontare diverse classi di problemi, dalla rimozione del fotoresist con soluzioni diverse (soluzione di sviluppo dedicata e/o acetone) alla rimozione dei residui presenti sulle membrane di grafene anche a valle del patterning stesso. La rimozione dei residui tramite acido cloridrico, insieme ad una procedura di annealing a 400°C in aria per la rimozione dei residui del fotoresist polimerico che erano presenti a valle dell’etching in ossigeno, ha permesso di ottenere un patterning del grafene ben definito su scala micrometrica e una ridottissima presenza di residui. Le procedure ottimizzate di trasferimento e di patterning sono il principale avanzamento rispetto allo stato dell’arte. Le metodiche messe a punto in questo lavoro, consentiranno di integrare il grafene direttamente nel processo di micro-fabbricazione di dispositivi per misure termiche e termoelettriche, per i quali quali sono in realizzazione le maschere di processo che rappresentando la naturale conclusione del lavoro di tesi.
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La scoperta dei semiconduttori amorfi ha segnato l’era della microelettronica su larga scala rendendo possibile il loro impiego nelle celle solari o nei display a matrice attiva. Infatti, mentre i semiconduttori a cristalli singoli non sono consoni a questo tipo di applicazioni e i s. policristallini presentano il problema dei bordi di grano, i film amorfi possono essere creati su larga scala (>1 m^2) a basse temperature (ad es. <400 °C) ottenendo performance soddisfacenti sia su substrati rigidi che flessibili. Di recente la ricerca sta compiendo un grande sforzo per estendere l’utilizzo di questa nuova elettronica flessibile e su larga scala ad ambienti soggetti a radiazioni ionizzanti, come lo sono i detector di radiazioni o l’elettronica usata in applicazioni spaziali (satelliti). A questa ricerca volge anche la mia tesi, che si confronta con la fabbricazione e la caratterizzazione di transistor a film sottili basati su ossidi semiconduttori ad alta mobilità e lo studio della loro resistenza ai raggi X. La micro-fabbricazione, ottimizzazione e caratterizzazione dei dispositivi è stata realizzata nei laboratori CENIMAT e CEMOP dell’Università Nova di Lisbona durante quattro mesi di permanenza. Tutti i dispositivi sono stati creati con un canale n di ossido di Indio-Gallio-Zinco (IGZO). Durante questo periodo è stato realizzato un dispositivo dalle ottime performance e con interessanti caratteristiche, una delle quali è la non variazione del comportamento capacitivo in funzione della frequenza e la formidabile resistenza alle radiazioni. Questo dispositivo presenta 114 nm di dielettrico, realizzato con sette strati alternati di SiO2/ Ta2O5. L’attività di ricerca svolta al Dipartimento di Fisica e Astronomia di Bologna riguarda prevalentemente lo studio degli effetti delle radiazioni ionizzanti su TFTs. Gli esperimenti hanno rivelato che i dispositivi godono di una buona stabilità anche se soggetti alle radiazioni. Infatti hanno mostrato performance pressoché inalterate anche dopo un’esposizione a 1 kGy di dose cumulativa di raggi X mantenendo circa costanti parametri fondamentali come la mobilità, il threshold voltage e la sub-threshold slope. Inoltre gli effetti dei raggi X sui dispositivi, così come parametri fondamentali quali la mobilità, si sono rivelati essere notevolmente influenzati dallo spessore del dielettrico.
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The thermometer-based global surface temperature time series (GST) commands a prominent role in the evidence for global warming, yet this record has considerable uncertainty. An independent record with better geographic coverage would be valuable in understanding recent change in the context of natural variability. We compiled the Paleo Index (PI) from 173 temperature-sensitive proxy time series (corals, ice cores, speleothems, lake and ocean sediments, historical documents). Each series was normalized to produce index values of change relative to a 1901–2000 base period; the index values were then averaged. From 1880 to 1995, the index trends significantly upward, similar to the GST. Smaller-scale aspects of the GST including two warming trends and a warm interval during the 1940s are also observed in the PI. The PI extends to 1730 with 67 records. The upward trend appears to begin in the early 19th century but the year-to-year variability is large and the 1730–1929 trend is small.
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von Maximilian Parmod [d.i. Max Apt]
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Aus: La Speranza ; N. 10
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Vorbesitzer: Abraham Merzbacher
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BACKGROUND: Microsomal transfer protein inhibitors (MTPi) have the potential to be used as a drug to lower plasma lipids, mainly plasma triglycerides (TG). However, studies with animal models have indicated that MTPi treatment results in the accumulation of hepatic TG. The purpose of this study was to evaluate whether JTT-130, a unique MTPi, targeted to the intestine, would effectively reduce plasma lipids without inducing a fatty liver. METHODS: Male guinea pigs (n = 10 per group) were used for this experiment. Initially all guinea pigs were fed a hypercholesterolemic diet containing 0.08 g/100 g dietary cholesterol for 3 wk. After this period, animals were randomly assigned to diets containing 0 (control), 0.0005 or 0.0015 g/100 g of MTPi for 4 wk. A diet containing 0.05 g/100 g of atorvastatin, an HMG-CoA reductase inhibitor was used as the positive control. At the end of the 7th week, guinea pigs were sacrificed to assess drug effects on plasma and hepatic lipids, composition of LDL and VLDL, hepatic cholesterol and lipoprotein metabolism. RESULTS: Plasma LDL cholesterol and TG were 25 and 30% lower in guinea pigs treated with MTPi compared to controls (P < 0.05). Atorvastatin had the most pronounced hypolipidemic effects with a 35% reduction in LDL cholesterol and 40% reduction in TG. JTT-130 did not induce hepatic lipid accumulation compared to controls. Cholesteryl ester transfer protein (CETP) activity was reduced in a dose dependent manner by increasing doses of MTPi and guinea pigs treated with atorvastatin had the lowest CETP activity (P < 0.01). In addition the number of molecules of cholesteryl ester in LDL and LDL diameter were lower in guinea pigs treated with atorvastatin. In contrast, hepatic enzymes involved in maintaining cholesterol homeostasis were not affected by drug treatment. CONCLUSION: These results suggest that JTT-130 could have potential clinical applications due to its plasma lipid lowering effects with no alterations in hepatic lipid concentrations.
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Vorbesitzer: Bartholomaeusstift Frankfurt am Main
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33 Briefe zwischen Julius S. Bach und Max Horkheimer, 1937-1941; 1 Brief von Julius S. Bach an Mary von Meldelsohn, 28.08.1940; 24 Briefe zwischen Richard Bach und Max Horkheimer, 1938-1940; 1 Abschrift eines Briefes von Oscar W. Gross an Emil de Leuw, 1938; 1 Brief von A. Bailer an Mr. Iggersheimer, 01.05.1940; 1 Brief von Max Horkheimer an Bailliere, Tindall & Cox London, 05.07.1949; 1 Brief von Beatrix Baird an Max Horkheimer; 5 Briefe zwischen Leonard Balet und Max Horkheimer, 1938-1949; 2 Briefe zwischen John Simon Guggenheim Memorial Foundation New York und Max Horkheimer, 22.11.1948, 05.01.1949; 1 Brief von W. H. de Graaff, Ladislaus Bálint an Max Horkheimer, 11.05.1938; 6 Briefe zwischen Bank of Manhattan Company New York und Max Horkheimer, 1934-1935; 6 Briefe zwischen Ladislaus Bálint und Max Horkheimer, 1934-1935; 2 Briefe zwischen der Bank of the Manhatten Company in New York und Max Horkheimer, 14./15.11.1934; 5 Briefe zwischen der Bankers Trust Company und Max Horkheimer, 1934; 1 Brief von R. Bárány an Max Horkheimer, 05.05.1933; 5 Briefe zwischen Hans Baron und Max Horkheimer, 1936; 3 Briefe zwischen Salo W. Baron und Max Horkheimer, 1941-1942, 16.04.1940; 1 Brief zwischen A. Barratt Brown und Max Horkheimer, 01.10.1936;