989 resultados para Xylostella L. Lepidoptera


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Dissertação de mest., Biologia Molecular e Microbiana, Faculdade de Ciências e Tecnologia, Univ. do Algarve, 2011

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Este trabalho tem como objetivo registrar a primeira ocorrência, no Brasil, do parasitóide de pupas Trichospilus diatraeae (Cherian & Margabandhu, 1942) (Hymenoptera: Eulophidae) na broca-das-cucurbitáceas, Diaphania hyalinata (L.) (Lepidoptera: Pyralidae). A espécie T. diatraeae já foi relatada no Brasil em pragas da gravioleira no Distrito Federal e eucalipto nos estados de Minas Gerais e São Paulo. No sistema produtivo da abóbora D. hyalinata é reconhecidamente uma praga importante por causar sérios prejuízos em função das injúrias provocadas em diferentes partes da planta. A ocorrência do parasitóide foi registrada em pupas coletadas no campo, localizado no campus experimental do Centro de Ciências Agrárias da Universidade Federal do Espírito Santo (UFES), no município de Alegre-ES.

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The feeding nonpreference of Plutella xylostella (L.) larvae was tested in regard to the cauliflower genotypes Barcelona, Verona, Piracicaba Precoce, Sharon, Silver Streak (hybrids) and Teresopolis Gigante (cultivar). Choice and no-choice tests were carried out at the laboratories of the Departamento de Fitossanidade, FCAV/UNESP, Jaboticabal, state of São Paulo, Brazil, to study attractiveness and dry mass consumption by 1st-instar (just hatched) and 4th-instar larvae for 24 hours. No significant difference was found for attractiveness in choice and no-choice tests, for both 1st-and 4th-instar larvae. The consumption of dry mass in both tests, with 1st-and 4th-instar larvae, showed a significant difference between genotypes only for 1st-instar larvae, the hybrid Silver Streak being the most consumed (3.72 mg) by P. xylostella larvae. The cauliflower genotypes tested presented no variation in attractiveness for 1st-instar (just hatched) and 4th-instar larvae and did not present nonpreference feeding resistance for P. xylostella larvae.

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Le formiche svolgono un importante ruolo all’interno degli ecosistemi ed alcune specie sono considerate keystone in quanto in grado di modificare la componente biotica e/o abiotica dell’ecosistema stesso. Sono animali ubiquitari che hanno colonizzato molteplici ambienti, compresi gli agroecosistemi. Negli agroecosistemi spesso svolgono un ruolo impattante determinando la diffusione o il regresso di specie di artropodi, alcune delle quali dannose alle colture. La presente ricerca tiene conto di un’ampia visione dei rapporti ecoetologici intercorrenti tra le formiche e la componente biotica di un ecosistema, utilizzando il concetto di rete multitrofica. In quest’ottica, si è pensato di costruire un sistema multitrofico costituito da una specie vegetale di interesse agrario (Cucumis sativus), dai suoi fitofagi naturali, divisi in fitomizi (afidi) (Aphis gossypii e Myzus persicae) e fitofagi masticatori (bruchi del lepidottero Mamestra brassicae), formiche (Formica pratensis) e predatori afidofagi (Aphidolets aphidimyza). Il sistema multitrofico è stato utilizzato sia per studiare laggressività delle formiche, sia per verificare lesistenza di una comunicazione interspecifica tra le formiche e le piante (allelochimici). Gli studi sull’aggressività sono consistiti nel: • Verificare il livello di aggressività delle formiche nei confronti di un fitofago masticatore, competitore degli afidi nello sfruttare la pianta ospite. • Verificare se la presenza di afidi mutualisti fa variare il livello di aggressività delle formiche verso il competitore. • Verificare se esiste aggressività verso un predatore di afidi, i quali, secondo il paradigma della trofobiosi, dovrebbero essere difesi dalle formiche in cambio della melata. • Verificare se il predatore ha evoluto strategie volte ad eludere il controllo delle formiche sugli insetti che si approcciano alla colonia di afidi. Gli studi sui rapporti piante-formiche sono stati effettuati mediante olfattometro, osservando la risposta delle formiche alle sostanze volatili provenienti da piante infestate in modo differente con i fitofagi del sistema. Attraverso il trappolaggio e lanalisi gas-cromatografica delle sostanze prodotte dalle piante oggetto di studio abbiamo quindi individuato tipo e quantità di ogni composto volatile. Oltre alle piante di cetriolo, per questi esperimenti sono state utilizzate anche piante di patata (Solanum tuberosum). Dagli esperimenti sull’aggressività è risultato che le formiche manifestano un elevato potenziale predatorio, eradicando completamente la presenza dei bruchi sulle piante. Questo livello di aggressività tuttavia non cresce con la presenza degli afidi mutualisti che dovrebbero essere difesi dai competitori. Le formiche inoltre non sono in grado di sopprimere i predatori afidofagi che ipotizziamo riescano ad effettuare un camuffamento chimico, assumendo gli odori degli afidi dei quali si nutrono. I risultati degli esperimenti in olfattometro mostrano una chiara risposta positiva delle formiche verso gli odori di alcune delle piante infestate. Vi sono delle differenze nella risposta in funzione della specie di fitofago presente e della specie di pianta utilizzata. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di C. sativus, gli esperimenti in olfattometro hanno mostrato che le formiche rispondono in modo significativo agli odori emessi dalle piante in cui vi era la presenza del fitofago masticatore M. brassicae, solo o in associazione con A. gossypii. La presenza dei soli afidi, sia mutualisti (A. gossypii) sia non mutualisti (M. persicae), non ha invece indotto una risposta significativa nelle formiche rispetto agli odori delle piante non infestate. Nei trattamenti in cui erano presenti le piante di S. tuberosum la scelta delle formiche è stata significativa verso gli odori emessi dalle piante infestate con ciascuna delle singole specie di erbivori rispetto alle piante non infestate. Gli esperimenti sull’analisi delle sostanze volatili emesse dalle piante hanno confermato che gli organismi vegetali sono una vera centrale di produzione biochimica, infatti ben 91 composti volatili diversi sono stati individuati dall’analisi gas-cromatografica delle piante di cetriolo e 85 in quelle di patata. Dalle elaborazioni effettuate, rispettivamente 27 e 4 di essi sono prodotti esclusivamente dalle piante attaccate dai fitofagi. In generale, il cambiamento più consistente è dato dalla quantità di alcune sostanze volatili emesse dalle piante infestate rispetto a quelle integre che determina un cambiamento nei rapporti tra le sostanze che compongono i volatiles. E’ probabile che leffetto attrattivo esercitato sulle formiche sia dato da un Blend di sostanze più che dai singoli composti presenti

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The genus Trichogramma Westwood (Hymenoptera: Trichogrammatidae) includes insect egg parasitoids that are widely used throughout the world as control agents of pest insects. The aim of this study was to identify the species of Trichogramma naturally associated with the eggs of lepidopteran pests of the following agricultural and horticultural crops: collards, Brassica oleracea L. (Brassicales: Brassicaceae); papaya, Carica papaya L. (Capparales: Caricaceae); tomato, Lycopersicon esculentum Mill. (Solanales: Solanaceae); cassava, Manihot esculenta Crantz (Malpighiales: Euphorbiaceae); banana, Musa sp. L. (Zingiberales: Musaceae); passion fruit, Passiflora sp. Degener (Malpighiales: Passifloraceae); sugarcane, Saccharum sp. L. (Poales: Poaceae); and corn (maize), Zea mays L. (Poales: Poaceae); and an invasive species (Sodom?s apple milkweed, Calotropis procera Aiton; Gentianales: Apocynaceae) in the semiarid region of Minas Gerais, Brazil. We report natural parasitism by Trichogramma in eggs of Agraulis vanillae vanillae (L.) (Lepidoptera: Nymphalidae), Antichloris eriphia F. (Lepidoptera: Arctiidae), Danaus sp. (L.) (Lepidoptera: Nymphalidae), Diatraea saccharalis F. (Lepidoptera: Crambidae), Erinnyis ello L. (Lepidopera: Sphingidae), and Protambulyx strigilis L. (Lepidopera: Sphingidae). In total, 2,242 specimens of Trichogramma were obtained, belonging to the species T. pretiosum Riley, T. manicobai Brun, Moraes & Soares, T. marandobai Brun, Moraes & Soares, and T. galloi Zucchi. These species of Trichogramma may be candidates for biological control programs of lepidopteran pests in the semiarid region of Minas Gerais and in other semiarid regions.

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Con el fin de encontrar el mejor producto para el control de Plutella xylostella en el cultivo del repollo, se llevó a cabo un ensayo a nivel de campo en época seca (Die 91-Mar 92) en el valle de Sébaco-Matagalpa donde se evaluaron los tratamientos Bacillus thuringiensis nacional, Dipel comercial, Javelin, Nim, Mamey y Júpiter, con un criterio de aplicación de 0.5 larvas por plantas. Las poblaciones de Plutella xylostella fueron relativamente bajas en la etapa de crecimiento vegetativo disminuyendo en las últimas dos etapas formación y llenado de cabeza. Durante las tres fases del cultivo las poblaciones de Plutella xylostella fueron menores en los tratamientos Javelin Mamey y Júpiter. Los insecticidas Dipel. Javelin y Mamey fueron diferentes estadísticamente del testigo (sin aplicación), según el análisis económico los primeros dos insecticidas son rentables económicamente sucediendo lo contrario con el insecticida Mamey por lo tanto su uso no es recomendado para el manejo de la plaga. El insecticida Júpiter puede ser utilizado contra la plaga ya que muestra una tasa de retorno marginal superior a la tasa comparativa. La presencia de enemigos naturales (Araña, Polybia sppy el parasitoide Diadegma insularis) fue notoria en el cultivo, cabe señalar su importancia ya que intervienen en el equilibrio del ecosistema dentro del cultivo (plaga-repollo). Estos predadores no se vieron afectados por las aplicaciones de los insecticidas botánicos y biolgicos evaluados en el cultivo. El uso de estos productos parecen ser una alternativa de manejo de las plagas del cultivo a largo plazo ya que el establecimiento de la fauna benéfica en el sistema y el no uso de productos sintéticos evitan los problemas de resistencia en las plagas y la contaminación ambiental.

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En el presente estudio se evaluó diferente dosis del insecticida clarpyrifos (lorsban), para el control del gusano cogollero spodoptera frugiperda (j.e Smith), (lepidóptera: noctuidae) en el cultivo de maíz. Las dosis en estudio correspondían a 1,0.5, 0.25, 0.125,0.0625 1/mz. Y un testigo sin aplicación. El resultado del estudio nos permitirá obtener la dosis óptima que controla al gusano cogollero y así bajar los costos de producción, tanto en época bajo riego como en época de primera. En la época de siembra bajo riego, la dosis de 0.25 it/mz. Y el resto de la dosis, incluso la dosis de 1 1/mz. De clarpyrifos, no obtuvieron diferencias significativas entre si, en cuanto al promedio de rendimiento se refiere. En esta época todas las dosis ameritaron un promedio de tres aplicaciones en todo el periodo del cultivo, pero sus costo determinan las diferencias, ya que utilizando dosis baja aumentamos la eficiencia del producto, debido a que con la utilización de un litro de insecticida clarpyrifos empleando dosis bajas, es posibles poder aplicarle a una mayor cantidad de áreas del cultivo en esta época. En cuanto la obtención de ganancia, entre las dosis no existió diferencias significativas, sin embargo la dosis de 0.25 1/mz. Obtuvo una ganancia de C$ 17,982.43 por manzana y la dosis de 1 litro obtuvo una ganancia de C$ 19,411.97, como es posible notar la diferencia es mínima. Por otro lado, en la época de siembra de primera, entre las diferente dosis utilizadas no existió diferencias significativas entre sí, pero todas estas fueron diferentes al testigo, en cuanto al promedio de rendimiento se refiere. Es posible señalar que la dosis de 0.5 1t/mz. Alcanzo mayores rendimientos promedios por manzana que la dosis de 1 litro, sin embargo, las dos ameritaron una aplicación promedio en todo el periodo del cultivo en esta época. En cuanto la obtención de ganancia no existió diferencias significativas entre las diferente dosis, sin embargo la dosis de 0.5 1/mz, obtuvo una ganancia de C$ 4,660.06 por manzana y la dosis de 1 litro obtuvo una ganancia de C$ 1,514.06 por manzana. Cabe destacar que en ambas épocas se obtuvieron rendimientos sumamente bajos, por un lado en la época bajo riego el gusano cogollero mantuvo una alta presión de oviposicion, conduciendo esto a un alto nivel de infestación de plantas, reduciendo drásticamente los rendimiento y por otro lado, en la época primera el rendimiento fue afectado por causa de la enfermedad conocida como “achaparramiento”. Todo los anteriores nos permite elegir la dosis óptima más adecuada y así bajar los costos de protección en ambas épocas de siembra.

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En el presente estudio se probaron 6 dosis del producto chlorpyrifos, estas fueron la siguiente: 1 1/mz. , 0.5 1/mz., 0.25 1/mz., 0.125 1/mz. 0.0625 1/mz. Y un testigo de aplicación. El propósito era determinar cuál de estas dosis seria la óptima para reducir las poblaciones del “gusano cogollero” spodoptera frugiperda Smith (lepidóptera: noctuidae). El estudio se llevó a cabo en dos épocas, en época bajo riego y en época de primera. Se evaluó también el grado de daño, componente de rendimiento propiamente dicho. En la época bajo riego, no hubo diferencia significativa entre los tratamiento en la variable del rendimiento, pero el tratamiento que brindo una mayor ganancia netya fue la dosis de 0.5 1/mz., siendo la ganancia neta de C$ 18,662.05, y el rendimiento fue de 6.77 qq/mz. (440.25 kg/ha). En la época de primera hubo diferencia significativa entre los tratamiento en lo que a rendimiento fue la dosis de 0.25 1/mz., produciendo 2.71 qq/mz. (176.24 kg/ha.). Obteniéndose C$ 6,101.18 de ganancia neta. Cabe de señalar que en la época de riego, la dosis de 0.5 1/mz. Es la que prorciona mayor ganancia neta y mayor rendimiento, pero la dosis de 1 1/mz. Proporciona 6.62 qq/mz. (430.51 kg/ha.) y una ganancia neta de C$ 18,350.85, de manera que no difiere en grandes cifras ni la ganancia neta ni los rendimiento, y al aplicar la dosis de 0.5 1/mz. Se reduce el costo de aplicación. Es importante señalar también que se reduce de manera considerable la dosis y el número de aplicaciones s, ya que en época primera. Las aplicaciones se reducen a una sola, y en época de riego no excedieron de dos. Se obtuvieron rendimiento bajo, ya que cierta forma la presión de ovoposición del “cogollero” en época de riego y las fuertes explosiones de chicharrita dulzuras mays del cero al uno %. En la época de primera. Iniciaron en gran forma al hecho de haber obtenido estos rendimientos.

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Plutella xylostella (diamondback moth, DBM) is a globally distributed Lepidopteran that feeds and oviposits almost exclusively on plants in the Brassicaceae family. DBM disperses from the southern United States and Mexico into Canada in the spring and summer. Establishment of DBM in Ontario is partially dependent upon the quantity and quality of host plants available and the preference of DBM for different hosts. Host plants include many crops such as broccoli, canola and cabbage, as well as landscape ornamentals and wild plants. It has previously been established that DBM are attracted to host plants by chemicals, specifically glucosinolates. I examined the preference of DBM among crop, wild and ornamental host plant species and how preference varies with insect life stage (3rd and 4th instar larvae and adults). Experiments included exposing DBM larvae from five populations coming from different locations in Canada to six Brassicaceae species and evaluating the preferences and weight gain over one hour. Then adult females were exposed to these same plant species and their oviposition preferences were examined. Populations from Alberta, Saskatchewan and Ontario were compared to assess differences in preference associated with geographic region or species of host plant. The ultimate goal of my study was to understand the potential of various Brassicaceae species to act as reservoirs to sustain and promote population growth of DBM, as well as sinks that may decrease DBM abundance. Results showed that garden cress (Lepidium sativum) was highly preferred over other species (wintercress, black mustard, aubretia, broccoli and ornamental kale) for both food and oviposition sources. Previous studies report that garden cress contains saponins, chemicals shown to be toxic to developing DBM larvae, however no studies have yet shown a preference for garden cress. These results provide information on a novel host plant with the potential to control DBM population growth. No difference in preferences was found among populations of DBM from various sources in Canada.

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The characterization and identification of proteolytic bacteria from the gut of the velvetbean caterpillar (Anticarsia gemmatalis) were the objectives of this study. Twelve aerobic and anaerobic isolates of proteolytic bacteria were obtained from the caterpillar gut in calcium caseinate agar. The number of colony forming units (CFUs) of proteolytic bacteria was higher when the bacteria were extracted from caterpillars reared on artificial diet rather than on soybean leaves (1.73 +/- 0.35 X 10(3) and 0.55 +/- 0.22 X 10(3) CFU/mg gut, respectively). The isolated bacteria were divided into five distinct groups, according to their polymerase chain reaction restriction fragment-length polymorphism profiles. After molecular analysis, biochemical tests and fatty acid profile determination, the bacteria were identified as Bacillus subtilis, Bacillus cereus, Enterococcus gallinarum, Enterococcus mundtii, and Staphylococcus xylosus. Bacterial proteolytic activity was assessed through in vitro colorimetric assays for (general) proteases, serine proteases, and cysteine proteases. The isolated bacteria were able of hydrolyzing all tested substrates, except Staphylococcus xylosus, which did not exhibit serine protease activity. This study provides support for the hypothesis that gut proteases from velvetbean caterpillar are not exclusively secreted by the insect cells but also by their symbiotic gut bacteria. The proteolytic activity from gut symbionts of the velvetbean caterpillar is suggestive of their potential role minimizing the potentially harmful consequences of protease inhibitors from some of this insect host plants, such as soybean, with implications for the management of this insect pest species.

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Fundação de Amparo à Pesquisa do Estado de São Paulo (FAPESP)