968 resultados para Mirandola, post, terremoto, centro, sportivo
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In Sicilia lo strumento principale che ha caratterizzato le modalità d’intervento dei poteri pubblici in economia è stato quello della partecipazione diretta o indiretta, quello cioè della Regione che si propone come ente fautore del sostegno allo sviluppo dell’industria e successivamente come soggetto imprenditore. Le formule organizzative attraverso le quali si è concretizzato l’intervento regionale in economia furono la società per azioni a partecipazione regionale, l’azienda autonoma regionale e l’ente pubblico regionale1. La storia dello sviluppo economico siciliano nel secondo dopoguerra conferma come il ricorso allo strumento dell’ente pubblico economico sia stato molto frequente nella realtà locale come, peraltro, anche in altre Regioni d’Italia. Tracce, queste, di una vicenda storica che intuiamo subito avere complesse implicazioni tali da generare la necessità di interrogarsi sul modo nel quale le istituzioni politiche hanno influito sulle dinamiche economiche siciliane nel secondo dopoguerra; per quanto noti e approfonditi siano stati infatti gli elementi caratterizzanti e i percorsi peculiari dello sviluppo economico siciliano, rimangono scarsamente approfonditi il tenore dei rapporti e i nessi politici, istituzionali ed economici tra centro e periferia, in altre parole rimane ancora parzialmente inesplorata quella parte dell’indagine inerente l’evoluzione dei processi di industrializzazione della Sicilia nel secondo dopoguerra attuata parallelamente dalle autorità regionali e dallo Stato attraverso i loro enti e strumenti. È lecito chiedersi quali siano stati i tempi, le modalità, gli ostacoli e gli eventuali risultati delle azioni di pianificazione intraprese dai poteri pubblici centrali e regionali nella prospettiva dello sviluppo economico del territorio; il coordinamento delle azioni di promozione del progresso industriale si presentava in tal senso, sin dall’inizio, come una delle sfide fondamentali per un adeguato e consistente rilancio economico delle aree più arretrate del Mezzogiorno italiano; ecco che lo studio dei provvedimenti legislativi emanati rappresenta un approfondimento indispensabile e obiettivo primario di questo lavoro.
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L'oggetto della tesi riguarda la riqualificazione dell'area attorno al Castello delle Rocche di Finale Emilia, attraverso l'introduzione di due nuovi edifici adibiti a biblioteca e centro civico. Il tentativo è stato quello di ricomporre questo importante nodo urbano trasformandolo in una grande piazza della cultura che fa perno attorno al castello, ridandogli il giusto ruolo all'interno della scacchiera urbana, soprattutto a seguito degli eventi sismici del 2012 che hanno portato ad un suo parziale crollo. I nuovi edifici cercano una relazione ed una definizione con la città e la sua storia, nel tentativo di inserirsi nella storia urbana di Finale in maniera più naturale possibile.
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Il progetto per il cimitero e centro interreligioso a Finale Emilia nasce dalla terribile vicenda del terremoto del maggio 2012, che ha portato a ripensare e ricostruire la città. Finale Emilia ha perso diversi punti di riferimento durante il sisma: i monumenti e gran parte del patrimonio artistico e culturale della città. Analizzando la demografia della città è emersa una importante presenza straniera, e in particolare appartenente alla comunità musulmana. Siccome Finale Emilia è la sede del più antico e suggestivo cimitero ebraico della regione e possiede inoltre un elegante cimitero monumentale cattolico, si è pensato di progettare una grande area cimiteriale interreligiosa dotata anche di numerosi spazi per la collettività, una moschea e una biblioteca come centro di incontro. Quella dell’integrazione è una delle più importanti e difficili sfide del nostro tempo e questo progetto si propone di provare a darne una risposta architettonica per favorire il dialogo.
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L’obiettivo di questo studio è comprendere come si sia evoluto il concetto di bene culturale in Italia nella seconda metà del Novecento. Pertanto si ritiene rilevante l’analisi delle vicende storiche e politiche sulla gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale. In particolare si focalizza l’attenzione sullo sviluppo delle politiche pubbliche in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Un momento che si definisce come un punto cardine del dibattito e delle azioni politiche che prendono avvio, in Italia, nel periodo post-unitario. Passaggi centrali di questo processo si considerano l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e le prime iniziative regionali nel campo della cultura. Ed è proprio nel rapporto tra centro e periferia che emerge una nuova attenzione ai beni culturali e all’elaborazione di politiche in questo campo. Al fine di uno sguardo europeo, nell’evoluzione delle politiche culturali, si considera peculiare il caso francese, con la creazione del Ministero degli Affari Culturali, alla fine degli anni Cinquanta.
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Questa tesi consiste nell'analisi socio-antropologica delle risposte al sisma che il 20 e il 29 maggio ha colpito l'area nord della pianura padano-emiliana, in Italia. La zona precisa di ricerca è stata quella compresa tra i comuni di Mirandola, Cavezzo, Concordia sul Secchia e San Possidonio, della provincia di Modena. Il soggetto specifico è stato Sisma.12, un comitato di terremotati, apartitico e trasversale, che porta avanti specifiche rivendicazioni, elaborando e ponendo in essere politiche “dal basso”, che nascono dalle esperienze dei suoi membri, differenti ma partecipate, come alternative alle scelte messe in atto dalle istituzioni.
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Sostituzione di tessuto urbano nella città di Mirandola. Tentativo di ridefinizione dell'identità del viale di collegamento fra centro storico e stazione attraverso lo studio della teoria della città per parti.
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Presentación en la Primera Conferencia Latinoamericana Prevención y Atención del Aborto Inseguro. Lima, Perú, 29 y 30 de junio de 2009
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El trabajo a presentar forma parte del proyecto de tesis doctoral "La recuperación del presente como problema institucional: cambio histórico y periodización literaria en la cultura argentina post-dictadura", dirigido por Jorge Panesi. En ese marco indagaremos las concepciones teóricas de la historia y de lo histórico manifiestas en periodizaciones de la literatura argentina discutidas en el período, partiendo del siguiente interrogante: ¿en qué medida estos materiales habilitan no sólo una reflexión sobre las transformaciones de los últimos veinte años en los estudios literarios en Argentina sino también una periodización de las formas de la cultura crítica?
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La inclusión de una figura infantil en textos literarios y en obras cinematográficas que tratan con momentos traumáticos de una sociedad se ha vuelto recurrente y significativa. En el presente trabajo intentaremos dilucidar la causa de esto en un caso en particular, para lo cual analizaremos comparativamente ?Los girasoles ciegos?, cuento de Alberto Méndez que da nombre al volumen en el que fue publicado, y su adaptación al cine a cargo de Rafael Azcona (guión) y José Luis Cuerda (dirección), desde el punto de vista de la representación de la niñez. Una niñez que aquí está signada por los acontecimientos, los silencios, las complicidades, los temores, que constituían la experiencia cotidiana de la España de posguerra y dictadura franquista, en el marco de una familia del bando de los vencidos. Para ello, se tendrán en cuenta los diferentes modos de representación en los distintos sistemas (literario y fílmico) con base en la teoría de la intermedialidad. En conclusión, se pretenderá responder a las preguntas: ¿qué representación de la niñez realizan Méndez y Azcona-Cuerda? y ¿cómo construyen al niño al contar esta historia?, e intentar dilucidar la función de este personaje a nivel simbólico
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¿Por qué no pensar en John Steimbeck para una relación entre la narrativa, la cuestión social, la marginalidad y la espacialidad, en un Joseph Conrad sobre el colonialismo o en el James Joyce de la vida cotidiana?. Estos temas se podrían explorar a través de la crítica tradicional, pero el giro posmoderno hizo revalorizar las relaciones entre la literatura y geografía. El geógrafo estadounidense Edward Soja, comenzando su análisis en El Aleph de Borges y especialmente en Henri Lefebvre fue pionero fundamentando su teoría del Tercer Espacio. El geógrafo británico Nigel Thrift elabora su teoría no representacional en su crítica a la racionalidad y nos alienta a cierto alejamiento de las representaciones espaciales, lineales y directas en la escritura y la lectura. Para finalizar también se indaga en los re posicionamientos de las teorías poscoloniales y su impacto en la literatura y se explicitan conclusiones provisorias
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El artículo analiza el lugar de Tributo, órgano de FAMUS (Familiares y Amigos de Muertos por la Subversión), en los años '80, en la reivindicación de la actuación militar en la última dictadura y de la represión en general antes de 1976. El argumento central es que la búsqueda de legitimidad en el espacio público se estructura a partir de formas particulares de matar y morir que permiten, a su vez, establecer una oposición radical entre los muertos propios y los del campo opuesto. Se muestra también la adecuación plástica de Tributo a la cambiante coyuntura de los años de la transición democrática y se rescatan las formas en que se iban construyendo las estrategias de los defensores de la represión, sus intentos en un momento dado de postergar para el futuro la justicia que en el presente no reciben y, vistos desde hoy, las líneas de continuidad con formas actuales de reivindicación, que ya en las páginas de Tributo aparecen claramente esbozadas
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El trabajo analiza cómo se distribuyen las cargas y beneficios del modelo de acumulación post-convertibilidad, 2002-2007, entre las fracciones de clase. En este sentido exploramos la constitución de un sistema de transferencias de ingresos en el que convergen en un proceso dinámico la inflación, las políticas económicas y las estrategias de acumulación de los agentes económicos. Desde una perspectiva que amplía el modo de abordaje del debate sobre la distribución del ingreso, postulamos la conformación de un sistema de transferencias en base al análisis de dos núcleos vinculados: uno ligado a transferencias operadas a partir de la articulación de políticas económicas y transformaciones estructurales, y otro que es en sí mismo un mecanismo de transferencia de importante relevancia y alcance explicativo: la inflación. La evolución diferencial de los precios afecta la capacidad de apropiación, por los agentes económicos, del ingreso socialmente producido, expresando así cambios en las relaciones de fuerzas
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Fil: Chicote, Gloria Beatriz. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.