933 resultados para Living Standards
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This book explores the changes that have occurred as regards the production structure, trade and society in Central America and the Dominican Republic, and how these have influenced the countries’ growth trajectories. One of the conclusions it reaches is that the subregion overall has enjoyed faster economic growth than the rest of Latin America over the two decades examined, which has helped to raise people’s incomes and living standards. Yet this progress falls far short of what is needed, given the high levels of poverty and indigence and the glaring inequalities suffered by much of the population in Central America and the Dominican Republic. If the subregion is to attain higher levels of development with equality, one of the challenges it must tackle urgently is to adopt a strategy for changing its production structures and forging ahead with subregional integration, in order to correct productivity lags and income gaps. Another piece of unfinished business is to broaden the scope of action of fiscal and monetary policy, with a view to raising public investment, deploying countercyclical policies and developing greater resilience to external shocks.
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Foreword by Alicia Bárcena
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O artigo objetiva propor um arcabouço teórico para analisar programas de desenvolvimento e suas ações em nível local. Em particular, o artigo destaca dois conceitos-chave que devem ser levados em consideração no processo de implementação de programas de desenvolvimento em nível local: conhecimento e cultura. O artigo mostra que o entendimento do conhecimento enquanto construção social contrasta com a perspectiva racional e positivista de que este é derivado exclusivamente da ciência. O artigo mostra que se desenvolvimento é relacionado para a melhoria das condições de vida das pessoas por via de mudanças econômicas e sociais, então, desenvolvimento é mediado e impacta sobre conhecimento e cultura.
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Pós-graduação em Serviço Social - FCHS
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In 2000, the United Nations adopted the Millennium Development Goals which set targets for raising living standards in low-income countries. The first goal was to “eradicate extreme poverty and hunger” (United Nations). The World Bank defines extreme poverty as income of less than $1.25 per day (World Bank, 2010a). Based on this definition, the World Bank estimates that the percentage of the population in China living in extreme poverty has fallen from 84 percent in 1981 to about 16 percent in 2005, a period during which China’s population grew by more than 300 million people (see Table 1 on last page). Because China is a very large country with a current population approaching 1.4 billion (more than four times the United States population), its dramatic reduction in poverty over the past 30 years has had a profound effect on global poverty measures. In fact, poverty reduction in China is the main reason that the incidence of extreme poverty in developing countries has fallen from about 52 percent in 1981 to 25 percent in 2005 (Table 1). While the absolute number of poor in China fell by some 627 million, the number of poor in other developing countries actually grew slightly (from 1,065 million to 1,166 million). These figures represent a decline in the percentage of the total population in poverty in other developing countries because of general population growth over that 25-year period (World Bank, 2010b).
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La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente, rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi. La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale: l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali, metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria; l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova. Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità, domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare. La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio pubblico della vita cittadina. Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, definita moderna. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale. La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale, nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro, tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo. In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”. E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.; dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli, trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico, tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo. Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città.
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This paper examines the social impacts of weather extremes and the processes of social and communicative learning a society undertakes to find alternative ways to deal with the consequences of a crisis. In the beginning of the 20th Century hunger seemed to be expelled from Europe. Switzerland – like many other European countries – was involved in a global interdependent trade system, which provided necessary goods. But at the end of World War I very cold and wet summers in 1916/17 (causing crop failure) and the difficulties in war-trade led to malnutrition and enormous price risings of general living-standards in Switzerland, which shocked the people and caused revolutionary uprisings in 1918. The experience of malnutrition during the last two years of war made clear that the traditional ways of food supply in Switzerland lacked crisis stability. Therefore various agents in the field of food production, distribution and consumption searched for alternative ways of food supply. In that sense politicians, industrialists, consumer-groups, left-wing communitarians and farmers developed several strategies for new ways in food production. Traditionally there were political conflicts in Switzerland between farmers and consumers regarding price policies, which led mainly to the conflict in 1918. Consumers accused famers of holding back food to control extortionate prices while the farmers pointed to the bad harvest causing the price rising. The collaboration of these groups in search for new forms of food-stability made social integration possible again. In addition to other crisis-factors, weather extremes can have disastrous impacts and destroy a society’s self-confidence to its core. But even such crisis can lead to processes of substantial learning that allows a regeneration of confidence and show positive influence on political stabilization. The paper focuses on the process of learning and the alternative methods of food production that were suggested by various agents working in the field during the Interwar period. To achieve that goal documents of the various associations are analyzed and newspapers have been taken into consideration. Through the method of discourse-analysis of food-production during the Interwar period, possible solutions that crossed the minds of the agents should be brought to light.
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This chapter presents an evaluation and initial testing of a meta-application (meta-app) for enhanced communication and improved interaction (e.g., appointment scheduling) between stakeholders (e.g., citizens) in cognitive cities. The underlying theoretical models as well as the paper prototype are presented to ensure the comprehensibility of the user interface. This paper prototype of the meta-app was evaluated through interviews with various experts in different fields (e.g., a strategic consultant, a small and medium-sized enterprises cofounder in the field of online marketing, an IT project leader, and an innovation manager). The results and implications of the evaluation show that the idea behind this meta-app has the potential to improve the living standards of citizens and to lead to a next step in the realization and maturity of the meta-app. The meta-app helps citizens more effectively manage their time and organize their personal schedules and thus allows them to have more leisure time and take full advantage of it to ensure a good work-life balance to enable them to be the most efficient and productive during their working time.
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Über das Forschungsprogramm: The Philosophy of Western Society. Teilstück des allgemeinen Forschungsprogramms, veröffentlicht unter dem Untertitel: "The Philosophy of Social Science", in: "International Institute of Social Research. A Report of Its History, Aims and Activites, 1933-1938", New York (1938?), S. 19, Typoskript mit eigenhändiger Korrektur, 2 Blatt; Bericht über die Aktivitäten des Instituts für Sozialforschung für Robert M. MacIver, 1938-39: 1. Bericht vom 7.12.1939; a) Typoskript, englisch, 9 Blatt; b) Typoskript, als Brief von Pollock an Robert M. MacIver, Typoskript 10 Blatt; c) Entwurf Typoskript, englisch, 15 Blatt; d) Entwurf Typoskript, deutsch, 17 Blatt; MacIver, Robert M.: 1 Brief mit Unterschrift an Friedrich Pollock, New York, 27.04.1938, 1 Blatt; "Some data on the Institut`s Staff and Activities", 11.03.1938, zwei Typoskripte, je 2 Blatt; Über die Tätigkeiten des Instituts für Sozialforschung. Verschiedene Berichte. 1939; Aufstellung der Forschungsgebiete verschiedener Mitarbeiter des Instituts. Ohne Datum, Typoskript, 9 Blatt; Aufstellung der Forschungsgebiete verschiedener Mitarbeiter des Institutes, aus einem Bericht. Typoskript, 7 Blatt; Bericht an den Präsidenten des Columbia University. Typoskript, 2 Blatt; "Contribution of Dr. Franz Neumann to the Round Table Discussion, Chicago, Social Science Reaserach Building" Dezember 1939; a) Typoskript mit Handschriftlichen Korrekturen, 3 Blatt; b) Typoskript, 3 Blatt; "Statment on the objectives of the International Institut of Social Research". Typoskript, 2 Blatt; Stipendiaten des Instituts für Sozialforschung: Forschungsberichte, Ende 1939; Adorno, Theodor W.: a) Typoskript, englisch, mit eigenhändigen Korrekturen, 4 Blatt; b) Typoskript, deutsch, 3 Blatt; Beck, Maximilian: "Geschichte des Begriffs der Vernunft von Platon bis Husserl (Outline)". Typoskript, englisch und deutsch, mit handschriftlichen Korrekturen, 7 Blatt; Flechtheim, Ossip K.: Typoskript mit handschriftlichen Ergänzungen, 1 Blatt; Fried, Hans Ernest: Typoskript, 1 Blatt, 16.11.1939; Grossmann, Henryk: "Capitalism in the 13th Century"; a) Typoskript, englisch, mit handschriftlichen Korrekturen, 6 Blatt; b) Typoskript, englisch, 6 Blatt; c) Typoskript, deutsch, 4 Blatt; Grossmann, Henryk: "The Classical Theory and Marxism"; a) Typoskript, englisch, mit handschriftlichen Korrekturen, 2 Blatt; b) Typoskript, deutsch, mit handschriftlichen Korrekturen, 2 Blatt; Kirchheimer, Otto: Manuskript, 1 Blatt; Lauterbach, Albert: a) Typoskript, englisch, mit handschriftlichen Korrekturen, 2 Blatt; b) Typoskript, deutsch, mit handschriftlichen Korrekturen, 1 Blatt; Marcuse, Herbert: Typoskript mit handschriftlichen Korrekturen, 2 Blatt; Neumann, Franz L.: Typoskript, 2 Blatt; Wittfogel, Karl August: Typsokript, 2 Blatt; Zilsel, Edgar: Typoskript, 4 Blatt; Research Projects of the International Institute of Social Research. nicht vor 1939; Beschreibung der Forschungsprojekte: Pollock, Friedrich: "Economic and Social Cosequences of a Prepardness Economy". Neumann, Franz L.: "The Rule of Law". Fromm, Erich: "The German Worker in the Weiman Republic". Kirchheimer,Otto: "Criminal Law and Social Structure". Marcuse, Herbert: " A Text and Source Book for the History of Philosophy". Fromm, Erich: "Character Structure of Modern Man". Neumann, Franz L.: "The Theory and Practice of European Labor Law". Wittfogel, Karl August; Wittfogel-Lang, Olga: "The Chinese Family"; Dasselbe wie in "Beschreibung der Forschungsprojekte", ausgenommen Pollock, Friedrich: "Economic and Social Cosquences of a Prepardness Economy" und Fromm, Erich: "The German Worker in the Weimar Republic", zusätzlich Kirchner, Otto; Weil, Felix: "Changes in Social Stratification, National Income, and Living Standards of Germany since 1933"; 1 Ordner, Typoskript mit eigenhändigen Korrekturen, 49 Blatt;
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In spite of the difficulties incurred by its people, Cuba has maintained a centrally planned economy with single party system. On the contrary, Vietnam has introduced a market economy under communist rule, and succeeded in generally improving living standards. The factors that contributed to the introduction of Vietnamese-style reforms are (1) severe economic crisis, (2) demonstration effects from neighboring countries, (3) poor social policy, (4) initiatives by ex-conservative leader/s, and (5) weak state capacity. The conditions to sustain high economic growth are (1) social sectors familiar with capitalist economics, (2) abundant labor forces with relatively low labor cost, and (3) investment by exiles. This paper analyzes to what extent Cuba meets these conditions.
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How do persons with disabilities (PWDs) earn a living? From the view point of poverty reduction, this question is quite critical in developing countries. This paper presents an investigation of economic activities of PWDs in the Philippines where, among developing countries, disability-related legislation is relatively progressive. In 2008, a field survey was conducted in cooperation with Disability People’s Organizations (DPOs) using a tailor-made questionnaire in four representative cities of Metro Manila. The level and determinants of income of PWDs were examined with Mincer regression. Conclusions are as follows: (1) The incidence and depth of poverty are greater among sample PWDs than that of the total population in Metro Manila. (2) There is remarkable income disparity among PWDs which is associated with education and sex. (3) After controlling individual, parental, and environmental characteristics, it was found that female PWDs are likely to earn less than male PWDs due to fewer opportunities to participate in economic activities. It is suggested that female PWDs are doubly handicapped in earning income.