1000 resultados para GIRO LINGUISTICO
Resumo:
The research examines which cultural and linguistic instruments can be offered to provide adult migrants with formative access to citizenship competences. Starting from the questions: How can individuals of all community groups present in a nation-state acquire high standards of linguistic, sociolinguistic and discourse competences in order to be fully integrated, that is to participate and be included in social activities in the public domain such as work and institutional environments? How are these competencies developed in an educational context? How do adult migrants behave linguistically in this context, according to their needs and motivations? The research hypothesis aimed at outlining a formative project of citizenship education targeted at adult foreign citizens, where a central role is assigned both to law education and linguistic education. Acoordingly, as the study considered if the introduction of a law programme in a second language course could be conceived as an opportunity to further the access to active citizenship and social participation, a corpus of audiodata was collected in law classes of an Italian adult professional course attended by a 50% of foreign students. The observation was conducted on teacher and learner talk and learner participation in classroom interaction when curriculum legal topics were introduced and discussed. In the classroom law discourse two dimensions were analyzed: the legal knowledge construction and the participants’ interpersonal and identity construction. From the analysis, the understanding is that drawn that law classes seem to represent an educational setting where foreign citizens have an opportunity to learn and practise citizenship. The social and pragmatic approach to legal contents plays a relevant role, in a subject which, in non-academic contexts, loses its technical specificity and refers to law as a product of social representation. In the observed educational environment, where students are adults who bring into the classroom multiple personal and social identities, legal topics have the advantage of increasing adult migrants’ motivation to ‘go back to school’ as they are likely to give hints, if not provide solutions, to problems relating to participation in socio-institutional activities. At the same time, these contents offer an ideal context where individuals can acquire high discourse competences and citizenship skills, such as agency and critical reflection. Besides, the analysis reveals that providing adult learners with materials that focus on rights, politics and the law, i.e. with materials which stimulate discussion on concerns affecting their daily lives, is welcomed by learners themselves, who might appreciate the integration of these same topics in a second language course.
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Il presente elaborato si propone di offrire un’analisi dell’importanza della mediazione linguistico-culturale in ambito sanitario sia per i pazienti stranieri che per la società. In un contesto sociale sempre più multietnico l’impatto della popolazione straniera sul Servizio Sanitario Nazionale è aumentato in modo esponenziale e le occasioni in cui le barriere linguistico-culturali possono rendere difficoltosa (se non impossibile) la comunicazione clinica si sono moltiplicate. La MLC diviene allora lo strumento che permette agli utenti stranieri di usufruire effettivamente del diritto alla salute e, infatti, questo servizio è legittimato dalle fonti normative sia a livello nazionale che internazionale. Viene quindi presentato dettagliatamente il funzionamento del servizio di MLC negli ospedali e nei servizi sanitari di Reggio Emilia e Provincia e in particolare presso l'Arcispedale Santa Maria Nuova. Viene inoltre analizzato il colloquio tra un medico italiano e una paziente francofona, con attenzione agli aspetti verbali e non verbali della comunicazione. Vengono infine elencate le difficoltà che rendono l’impiego della MLC ancora poco efficace e le soluzioni auspicate.
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La ricerca sulla comunicazione e gestione multilingue della conoscenza in azienda si è sinora concentrata sulle multinazionali o PMI in fase di globalizzazione. La presente ricerca riguarda invece le PMI in zone storicamente multilingui al fine di studiare se l’abitudine all’uso di lingue diverse sul mercato locale possa rappresentare un vantaggio competitivo. La tesi illustra una ricerca multimetodo condotta nel 2012-2013 in Alto Adige/Südtirol. Il dataset consiste in 443 risposte valide a un questionario online e 23 interviste con manager e imprenditori locali. Le domande miravano a capire come le aziende altoatesine affrontino la sfida del multilinguismo, con particolare attenzione ai seguenti ambiti: comunicazione multilingue, documentazione, traduzione e terminologia. I risultati delineano un quadro generale delle strategie di multilinguismo applicate in Alto Adige, sottolineandone punti di forza e punti deboli. Nonostante la presenza di personale multilingue infatti il potenziale vantaggio competitivo che ne deriva non è sfruttato appieno: le aziende si rivolgono ai mercati in cui si parla la loro stessa lingua (le imprese a conduzione italiana al mercato nazionale, quelle di lingua tedesca ad Austria e Germania). La comunicazione interna è multilingue solo nei casi in sia imprescindibile. Le “traduzioni fai-da-te” offrono l’illusione di gestire lingue diverse, ma il livello qualitativo rimane limitato. I testi sono sovente tradotti da personale interno privo di competenze specifiche. Anche nella cooperazione con i traduttori esterni si evidenza la mancata capacità di ottenere il massimo profitto dagli investimenti. La tesi propone delle raccomandazioni pratiche volte a ottimizzare i processi attuali e massimizzare la resa delle risorse disponibili per superare la sfida della gestione e comunicazione multilingue. Le raccomandazioni non richiedono investimenti economici di rilievo e sono facilmente trasferibili anche ad altre regioni multilingui/di confine, come ad altre PMI che impiegano personale plurilingue. Possono dunque risultare utili per un elevato numero di imprese.
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Lo scopo di questo lavoro è capire come funzionasse la mediazione linguistica tra popoli di continenti diversi e lontani. L’elaborato finale si sviluppa in quattro macrocapitoli. Nel primo parlerò della comunicazione e della mediazione in senso generale e cercherò di fornirne una panoramica a tinte storiche e sociali. Nel secondo accennerò alla figura del mediatore culturale dal punto di vista storico e la analizzerò in un contesto preciso: la colonizzazione delle Americhe da parte degli europei, nei secoli XVI e XVII. Il terzo macrocapitolo introduce due personaggi chiave (Gerónimo de Aguilar e Gonzalo Guerrero) che legano la mediazione di epoca coloniale alla figura de La Malinche e pertanto questo funge da ponte tra il secondo ed il quarto. Nell'ultimo macrocapitolo proverò a raccontare la storia de La Malinche, l'interprete personale del conquistador spagnolo Hernán Cortés, durante la colonizzazione della penisola dello Yucatán, in Messico. Le conclusioni alle quali sono giunto coincidono con le risposte concrete al mio quesito su come funzionasse la mediazione linguistica nel mondo antico. In particolare ho individuato alcune vie principali attraverso le quali è nata la figura del mediatore-interprete. Nello specifico, queste vie sono: l'intreccio amoroso tra conquistatori e donne indigene; lo studio delle lingue native da parte degli ecclesiasti; il rapimento di giovani indigeni o lo scambio di giovani tra europei e nativi così che apprendessero la lingua degli altri e viceversa; lo sfruttamento di schiavi o servi che avevano appreso la lingua tramite la cosiddetta “immersione”; l'inserimento in tribù indigene di giovani avventurieri europei i quali imparavano la lingua per immersione; il caso.
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This project focuses on the acquisition of Italian and Spanish as mother tongues. Chapter 1 explores some of the main theories concerning language acquisition in order to give a general overview about this field of investigation. Chapter 2 presents the main steps of the acquisition of Italian and Spanish during childhood as described by Camaioni (2001) and Hernández Pina (1990). Chapter 3 contains an analysis carried out on several transcripts of natural conversations between children and their parents. Particular attention was paid to understand how Italian and Spanish children acquire definite and indefinite articles between 18 and 30 months of age. The goal of this paper is to understand whether Italian and Spanish children follow the same pattern of language acquisition when articles are considered, given the undoubtable similarity of these two Romance languages. The results of this study suggest that the acquisition of articles by native Italian and Spanish speakers mirrors such similarity. Yet, Spanish children seem faster at learning new uses of articles (i.e. articulated prepositions), but at first they make many more mistakes compared to Italians. This suggests that Spanish children tend to make experiments with the linguistic items they already know in order to increase their linguistic competences. On the other hand, Italians seem slower at learning new features of their mother tongue, but the number of mistakes they make is generally lower, which suggests that they rather stabilize their competences before learning new ones. The analysis also highlights the importance of imitation in the process of language acquisition: children tend to repeat what they hear from their parents to learn new features of their mother tongue. Needless to say, this paper only aims at serving as a springboard for further investigation, since language acquisition remains a fascinating and largely unsolved process.
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En este trabajo intentamos hacer una especie de balance del lugar en que ha quedado la producción filosófica contemporánea luego del estallido de la posmodernidad. Nos interesa mostrar cómo, mientras las ciencias sociales incorporan los resultados del perspectivismo y los quiebres de paradigmas de los 80, y a medida que ese discurso hegemoniza la producción académica, la filosofía misma parece desdibujarse en intervenciones puntuales y fragmentarias, dejando que se imponga un pragmatismo antiteórico incapaz de responder a la hegemonía del capitalismo global. El retroceso de la teoría no es sólo explicable en términos inmanentes (aludiendo a la muerte de los metarrelatos, o a la dialéctica del iluminismo) sino que requiere un adicional externo; desenmascarar la naturaleza del mismo y su vínculo con las realidades sociales es la asignatura pendiente de una reflexión teórica sustantiva.
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Fil: Roig, Arturo Andrés.
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Fil: Varesi, Gastón Angel. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.
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La doctrina cultural del realismo socialista fue aprobada por el Partido Comunista de la Unión Soviética e incorporada a la política oficial del gobierno soviético tras la realización en 1934 del Primer Congreso de la Unión de Escritores Soviéticos. Por su intermedio se establecían los parámetros metodológicos y estéticos a los que debía atenerse toda producción artística dentro de la Unión Soviética. A partir de entonces, cualquier posibilidad de independencia relativa de la cultura y el arte en relación a la política oficial quedaba severamente cuestionada. Esta situación de subordinación se producía en tiempos en que la Tercera Internacional comenzaba a abandonar la táctica de clase contra clase para pasar a volcarse a la conformación de frentes populares, generando efectos significativos en el proceso de construcción de una cultura proletaria. El objetivo de esta ponencia es indagar sobre las repercusiones registradas por esta relación entre política cultural y política a secas, entre realismo socialista y viraje político, en el interior del proyecto cultural del Partido Comunista Argentino para el proletariado de su país hacia mediados de la década de 1930. A tal fin, se analizará de qué manera fue asumida por el PCA la conversión de la cultura como herramienta de guerra de clases en herramienta de lucha por la libertad democrática contra el autoritarismo reaccionario
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La obra de Jean Bollack se opone a la crítica y teoría literarias entendidas desde la autonomía de la lengua, en las que el lenguaje precede a la subjetividad y determina el decir. Toda responsabilidad autoral queda anulada. La crítica de Bollackreivindica la decisión autoral y la posibilidad de un sentido singular. Descifra a Paul Celan, quien ha leído su pertenencia poética y la ha hallado responsable del exterminio de los judíos, a lo que opone una obra que contradice y reescribe esos textos desde la estética, en estrecha relación con la política y la ética
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Fil: Carrera Aizpitarte, Luciana. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación. Instituto de Investigaciones en Humanidades y Ciencias Sociales (UNLP-CONICET); Argentina.
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El presente estudio prioriza la cuestión de la subjetivación con vistas a la constitución de una subjetividad autónoma. El principal objetivo de este texto es argumentar cómo la obra de Michel Foucault puede ser considerada un trabajo crítico heredero de la Teoría crítica que tiene en el pensamiento de Immanuel Kant su punto inicial. Con relación a este objetivo, la énfasis de la análisis estará sobre los textos de Foucault publicados entre la segunda mitad de la década de 1970 hasta sus últimos escritos