974 resultados para Colonia Urquiza
Resumo:
L’oggetto di studio di questa tesi è la Colonia Reggiana, edificio di stampo razionalista realizzata nel 1934. Obiettivo della tesi è la realizzazione un progetto di restauro e riuso per questa struttura, a seguito di un approfondita ricerca. Nelle fase iniziale si è cercato di ampliare lo sguardo uscendo dal tema proposto, con l’intenzione di comprendere il perché della nascita di questo “fenomeno colonie” che ha interessato l’Italia dalla metà dell’800 fino al secondo dopoguerra, nonché l’evoluzione del significato di queste strutture e della loro architettura nel periodo coinvolto. La seconda fase, invece, è stata impostata sull’intima conoscenza della Colonia Reggiana, partendo dal 1933 (anno in cui si ritrovano i primi documenti che riguardano tale progetto) fino ai giorni nostri: declinando gli aspetti fondamentali riscontrati nella prima fase di ricerca su questo edificio e analizzando le singole parti di ciò che a noi è pervenuto della struttura, si è potuto arrivare a rilevare molti aspetti significativi per lo sviluppo delle ipotesi progettuali. L’ultima fase è appunto caratterizzata dallo sviluppo del progetto di restauro e riuso: il concetto fondamentale che si pone alla base è quello della coerenza con le analisi effettuate e di sviluppo di un riutilizzo che possa essere adeguato alle occasioni progettuali che l’area offre.
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La Colonia Reggiana, situata a Riccione presso la foce del fiume Marano, è stata costruita nel 1934, dal progetto dell’arch. C. Costantini. Nata come colonia marina per i bambini di Reggio Emilia, ha mantenuto la sua funzione fino agli anni ‘80, quando, in seguito al passaggio di proprietà dalla regione Emilia Romagna al comune di Riccione, è caduta in disuso. Dal 1989 una parte dell’edificio ha ospitato associazioni di sport acquatici fino all’estate del 2012, quando è stato vietato l’accesso alla colonia a scopo cautelativo, a causa dell’attività sismica che ha colpito la regione Emilia Romagna. La Colonia si inserisce in una porzione periferica del comune di Riccione. La zona del Marano, caratterizzata da una concentrazione elevata di colonie marine, si trova in un’area di confine tra i comuni di Riccione e di Rimini, caratterizzata da un’interruzione del waterfront, da una minore densità di edifici e da una natura urbanistica irrisolta, nonostante la posizione strategica di ‘porta della città’ e il pregio di essere una delle ultime zone libere lungo la costa. In particolare, l’ambito di interesse è l’area delimitata a est dal mare, a ovest dalla linea ferroviaria, a sud dal fiume Marano e a nord dal confine comunale, che coincide con il Rio dell’Asse. La pianificazione comunale, in accordo con le indicazioni di livello sovraordinato, prevede la riqualificazione degli ampi spazi lasciati incolti e il potenziamento della zona attraverso uno sviluppo di carattere alberghiero, ma anche residenziale e di servizi di vicinato. L’area dovrebbe perdere il suo carattere isolato dal resto della città e il progetto presentato da questa tesi, riportando le indicazioni comunali per lo sfruttamento delle aree verdi secondo piani già approvati, propone per la Colonia Reggiana una funzione diversa da quella alberghiera prevista. Mantenendo il carattere ricettivo richiesto dalla pianificazione urbanistica, il progetto si prefigge di riqualificare l’edificio convertendolo in una residenza socio-assistenziale per anziani. La funzione risulta adatta alla tipologia della colonia, nata come residenza estiva per bambini a scopo curativo, oltre che ricreativo, rispondendo quindi alla natura dell’edificio. La posizione, inoltre, appare positiva e piacevole per la permanenza di persone anziane che, nel periodo più avanzato della propria vita, possono godere del paesaggio e dell’aria marina, invece di ritrovarsi in edifici isolati. Il progetto di recupero della colonia consiste nel restauro o sostituzione delle parti degradate, conservando l’immagine e la natura del progetto, e nel miglioramento delle prestazioni dell’involucro in modo tale che, inserendo un sistema impiantistico adeguato, si possa raggiungere una buona prestazione energetica. La tesi si propone di valutare la possibilità di recuperare la colonia sia dal punto funzionale che da quello energetico, nel rispetto delle normative vigenti.
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Il presente lavoro è incentrato sulla raccolta e l’analisi dell’instrumentum fittile inscriptum – in particolare laterizi, dolia, lucerne, ceramica fine da mensa, anfore e tappi d’anfora - rinvenuto a Modena e nel suo territorio. L’attenzione è stata concentrata sul materiale bollato e, per quanto riguarda le anfore, anche sullo studio degli esemplari recanti tituli picti. Si è proceduto ad una raccolta di tutto il materiale edito, a cui si è aggiunto lo studio di un’ingente quantità di reperti provenienti da due recenti scavi suburbani: quello presso il Parco Novi Sad, che si segnala soprattutto per la ricchezza del materiale anforico, e quello di Viale Reiter, ove sono venuti alla luce numerosi scarti di cottura di lucerne a canale recanti le firme di alcuni dei più noti produttori di tali oggetti nel mondo romano. A ciascuna categoria di instrumentum è stato dedicato un capitolo, corredato di tabelle in cui è stato raccolto tutto il materiale considerato; inoltre, per i reperti del Parco Novi Sad e di Viale Reiter, è stato realizzato un catalogo corredato di riproduzioni grafiche e fotografiche. Per quanto concerne le iscrizioni dipinte, un capitolo è stato dedicato a quelle presenti sulle anforette adriatiche da pesce; quanto ai tituli picti su anfore di morfologia betica per il trasporto di salse di pesce è stato effettuato un confronto con esemplari rinvenuti in due scavi inediti a Parma, che presentano significative analogie col materiale modenese. Dall’analisi dell’instrumentum inscriptum di Mutina, pur consapevoli dei limiti insiti in una ricerca incentrata unicamente su tale tipo di materiale, è emersa un’immagine della colonia, tra la tarda età repubblicana ed il I sec. d.C., congruente con quella delineata dalle fonti letterarie, dall’epigrafia lapidaria e dai rinvenimenti archeologici, ossia di una città di notevole importanza e ricchezza.
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Il Centro di Documentazione sul Nazionalsocialismo di Colonia è un importante sito museale che fornisce uno spaccato della vita, della società e della politica al tempo del Terzo Reich nella città di Colonia e non solo. Allestito in un edificio appartenuto alla Gestapo, nei sotterranei presenta ancora le prigioni in cui furono detenute alcune delle vittime del Regime, luogo oggi divenuto monumento commemorativo. Durante un soggiorno a Colonia nell’ambito del progetto Erasmus, ho avuto l’opportunità di tradurre in italiano l’audioguida del Centro di Documentazione. Vista la mole del testo integrale, in questa tesi vengono analizzati alcuni dei testi che per le loro caratteristiche linguistiche o di contenuto hanno presentato i maggiori problemi traduttivi. Si procederà inoltre ad un’analisi più generale della traduzione in ambito museale, descrivendone le peculiarità che influenzano la strategia traduttiva. Attraverso la selezione dei testi presentati in questa tesi, si è cercato di ricreare l’eterogeneità che caratterizza il testo dell’audioguida per quanto riguarda la tipologia testuale e il registro linguistico. In particolare, in ogni capitolo si analizza un genere testuale diverso: testi caratterizzati dal linguaggio coniato dal Nazionalsocialismo, testi a carattere storico, testi a carattere espressivo e infine una testimonianza orale. In ogni sezione si evidenzieranno le diverse esigenze traduttive e soprattutto le varie strategie adottate per far sì che le tante voci contenute nell’audioguida potessero raccontare la propria storia anche ad un pubblico italiano.
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Kapitel "Projectos" mit eigener Zählung
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This study examines variations in physical activity by season, and within seasons by age and gender among park users living in the Cameron Park Colonia, a low-income Hispanic community along the Texas-Mexico border. This is the first study of its kind to evaluate seasonal variations by physical activity among a Hispanic population. We hypothesized that (1) there are no differences in overall physical activity by season; (2) youth engage in more sport-related physical activity compared to adults, (3) males engage in more physical activity than females, and (4) there are differences in physical activity between walk-trail users compared to non walk-trail users in the park.^ Physical activity behavioral data was collected (males n=2,093; females n=1,014) at two time periods (winter 2007; summer 2007) via direct observations and assessed park use, walking trail use, and physical activity (moderate-to-vigorous physical activity (MVPA) by seasons. Frequencies for physical activities were calculated for gender, age groups, and season. Separate Pearson's chi-square analyses were used to address variations in physical activity, age, gender, intensity level of physical activity by season, between walk-trails users and non walk-trail users.^ People visiting the park engaged in more sedentary behavior in winter than summer and a higher percentage engaged in MVPA in the summer than winter (p<.05). More females engaged in light activity compared to males (p<.05). Walk-trail users consisted mostly of females and engaged in more light activity than non walk-trail users (p<.05) who participated in more MVPA.^ Increasing access to parks and walk-trails may be an intervention strategy to increase physical activity among Hispanics. More research is needed to assess promoting trail use and determining long-term effects on physical activity among minority/ethnic groups at greater risk of a sedentary lifestyle and reasons for trail use and non-use. Future studies should focus on the types of activities Hispanics engage in at different parks particularly between men and women. As a result of this study city officials and planners may use this information to build and design parks that cater to the types of activities that Hispanics engage in and may use to meet physical activity guidelines.^
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Con el fin de conocer las últimas interpretaciones acerca de nuestro pasado regional, los videos de la serie "Mendoza, crónica de nuestra identidad", pretenden llevar adelante la tarea constante de construir y reconstruir una identidad que se mantenga abierta a los valores del pasado, pero también a la inevitable reformulación crítica de los mismos principios. La propuesta es generar un proceso de actualización y perfeccionamiento en el campo de la historia regional. En el video LOS GRUPOS SOCIALES EN TIEMPOS DE LA COLONIA, se describen las relaciones entre los nativos habitantes de la región y los españoles. Estas relaciones comienzan con el contacto de los huarpes, puelches y pehuenches con los conquistadores que provenían de Chile. La conquista instauró relaciones de dominación, mediante las cuales los vencidos fueron despojados de sus tierras y sometidos al pago de tributos o a la servidumbre como súbditos de la Corona española. La instauración también incluyó las pautas culturales del Occidente cristiano. De esa forma se conformó una sociedad jerárquica y desigual que adquirió rasgos propios en función de las particularidades del territorio y las culturas nativas. En esta interacción, las pautas de conducta y valores de los españoles se fueron transformando en contacto con la realidad americana. Este proceso se articuló mediante las normas dictadas por la Corona, la encomienda y la acción de la Iglesia y, principalmente, con el contacto personal y permanente que mantenían los individuos de ambos grupos. Los temas tratados en este video son: - Los Primeros contactos culturales entre españoles y nativos. - La Fundación de Mendoza y la corriente colonizadora del oeste. - Las instituciones económicas de la conquista española. - Las relaciones interétnicas: estabilidad y conflicto.
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El presente trabajo tiene como principales objetivos generales: - Poner en marcha el OIDTe de Colonia Benítez, creado en el IV Seminario Internacional de Inteligencia Territorial, en el marco de la Red de Fortalecimiento de Redes Interuniversitarias IV (SPU). - Fortalecer los vínculos entre actores científicos y actores locales a los efectos de lograr consenso en el reconocimiento de los problemas territoriales, de sus posibles soluciones y en el diseño de acciones prioritarias en función de las potencialidades que ofrece el territorio medio. Este trabajo se ajusta a la perspectiva EIDT 1- OIDTe desarrollado por el grupo TAG (Territorios- Actores Gobernanza) Territorios Posibles de la Universidad Nacional de La Plata. Esta experiencia ha significado una instancia de extrema utilidad ya que orientó de manera muy concreta el trabajo realizado. Consideramos que los aportes de mayor envergadura que realiza la perspectiva citada es la conceptualización de forma explícita y exhaustiva de los procesos territoriales que permiten la transformación virtuosa y consensuada del territorio espacio a intervenir. Derivado de los procesos, se orientan las acciones que van asociadas a métodos científicos de investigación apoyados en técnicas de trabajo que en algunos casos ya se venían utilizando y que, en esta oportunidad, se ponen al servicio de las necesidades y preferencias de un colectivo particular con el que se interactúa. La localidad de Colonia Benítez, por su cercanía a la ciudad de Resistencia y sus características fisiográficas, se transformó en un sitio de atracción para la residencia de la población del área metropolitana del Gran Resistencia. Como consecuencia del crecimiento demográfico se percibe una alteración de la función tradicional de la colonia, por ello se consideró oportuna la creaci162n del observatorio. Las sucesivas reuniones con los actores locales determinaron la necesidad de revalorizar la función de capital botánica provincial e incorporar a la actividad ictícola como ofertas turísticas y económicas locales. Como consecuencia de lo señalado en el párrafo anterior, se diseñó y elaboró material de difusión y divulgación de la función turística incluyendo el patrimonio natural y cultural de la localidad. Material que se puso a disposición de las autoridades municipales y provinciales
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Toda generación joven se constituye a partir de una diferencia, pero una diferencia que se modula luego de una toma de posición más o menos explícita, indulgente, contestataria o indiferente, frente a lo recibido de la generación anterior. Los/las jovenes, se presentan como portadores de culturas, estimulada por los medios y la propaganda, por un sistema de producción de bienes y consumo, por la tecnología. De manera que, el sujeto joven imaginado, sea real o fantaseado, estalla, y se diversifican identidades juveniles. En consecuencia, los jóvenes ingresan con estos equipajes identitarios, irreductibles en un punto, a una institución homogeneizante como es la escuela, con dificultades para registrar y procesar aquellas diferencias que, más bien, vive como amenazas. Precisamente la escuela ha desarrollado modalidades específicas de transmisión. En todas ellas es necesario atender el modo en que se pone en juego el vínculo educativo, los supuestos con los que se concibe al otro, las perspectivas que se construyen para ellos/las posibilidades de expresar su propia singularidad. Por lo que un intento de estudiar cómo se enuncian a sí mismos los/las jóvenes estudiantes del nivel secundario de los ciclos básico y orientado de la Escuela Normal Superior Justo José de Urquiza, dando curso a la expresión de las voces juveniles, nos permitirá escuchar cómo se van construyendo, cómo va surgiendo un nuevo nosotros, repensar discursos de los adultos-profesores sobre los mismos; además de constituirse en una posibilidad de reflexión de las prácticas educativas como prácticas de transmisión cultural