910 resultados para BIM, LCA, Building Information Modelling, Life Cycle Assessment


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Sugarcane (Saccharum spp.) and palm tree (Elaeis guianeensis) are crops with high biofuel yields, 7.6 m(3) ha (1) y(-)1 of ethanol and 4 Mg ha(-1) y(-1) of oil, respectively. The joint production of these crops enhances the sustainability of ethanol. The objective of this work was comparing a traditional sugarcane ethanol production system (TSES) with a joint production system (JSEB), in which ethanol and biodiesel are produced at the same biorefinery but only ethanol is traded. The comparison is based on ISO 14.040:2006 and ISO 14044:2006, and appropriate indicators. Production systems in Cerrado (typical savannah), Cerradao (woody savannah) and pastureland ecosystems were considered. Energy and carbon balances, and land use change impacts were evaluated. The joint system includes 100% substitution of biodiesel for diesel, which is all consumed in different cropping stages. Data were collected by direct field observation methods, and questionnaires applied to Brazilian facilities. Three sugarcane mills situated in Sao Paulo State and one palm oil refinery located in Para State were surveyed. The information was supplemented by secondary sources. Results demonstrated that fossil fuel use and greenhouse gas emissions decreased, whereas energy efficiency increased when JSEB was compared to TSES. In comparison with TSES, the energy balance of JSEB was 1.7 greater. In addition, JSEB released 23% fewer GHG emissions than TSES. The ecosystem carbon payback time for Cerrado, Cerradao, and Degraded Grassland of JSEB was respectively 4, 7.7 and -7.6 years. These are typical land use types of the Brazilian Cerrado region for which JSEB was conceived. (C) 2012 Elsevier Ltd. All rights reserved.

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Il presente lavoro ha come oggetto l’analisi di impatto ambientale, svolta mediante la metodologia Life Cycle Assessment (LCA) di un gruppo elettrogeno prodotto da COGEM s.r.l., azienda italiana situata a Castel d’Argile, nel bolognese, con l’obiettivo di supportare eventuali scelte di riprogettazione del prodotto anche in termini di Design for Disassembly. Dopo una prima analisi del contesto attuale in cui si colloca, la metodologia LCA è stata studiata nel dettaglio per poterla poi applicare al prodotto in oggetto. Esso è stato individuato mediante un’analisi delle vendite di COGEM, in seguito si è svolta una fase di raccolta dati e si sviluppata l’analisi LCA usando il software SimaPro 7.1. I risultati ottenuti hanno consentito di individuare le possibili aree di miglioramento dell’impatto ambientale dell’intero ciclo di vita del gruppo elettrogeno. In particolare si sono valutate due soluzioni innovative: un gruppo elettrogeno alimentato a olio vegetale e uno progettato in ottica DFD per consentire un corretto smaltimento dei rifiuti.

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Il presente studio riguarda l’applicazione della metodologia Life Cycle Assessment (LCA) ad una bottiglia di Passito di Pantelleria, prodotta dall’Azienda vitivinicola “Donnafugata” localizzata nel comune di Marsala in Sicilia. L’obiettivo di tale studio consiste nel quantificare e valutare le prestazioni energetico-ambientali derivanti dall’intero ciclo di vita del processo produttivo, nonché le fasi di produzione che presentano il maggiore impatto. Lo studio è stato ulteriormente approfondito effettuando una comparazione tra la produzione della singola bottiglia di Passito nei diversi anni 2007, 2008 e 2009 con lo scopo di determinare quali tra questi risulta avere il maggiore impatto ambientale. Gli impatti ambientali di un’Azienda vitivinicola risultano avere la loro particolare importanza in quanto la produzione di vino è un processo di natura complessa. Di conseguenza tali impatti possono compromettere le componenti fondamentali del processo produttivo, a partire dalle uve coltivate in vigna fino ad arrivare in cantina, dove avviene la trasformazione dell’uva in mosto e la successiva fase di vinificazione che determina il prodotto finale messo in commercio. Proprio attraverso il fluire delle seguenti fasi di trasformazione, in che misura queste consumano energia e producono emissioni? È importante sottolineare che lo studio del ciclo di vita di un prodotto può essere considerato come un supporto fondamentale allo sviluppo di schemi di etichettatura ambientale attraverso i quali è possibile indirizzare il consumatore finale verso beni più rispettosi dell’ambiente e fornire informazioni chiare e trasparenti sulle prestazioni ambientali del prodotto stesso. Allo stesso tempo tale strumento può essere adoperato dall’azienda per fornire garanzia delle credenziali ambientali del prodotto acquisendo così un vantaggio competitivo rispetto alle aziende concorrenti. Infatti, nell’ambito delle politiche comunitarie di prodotto, una delle applicazioni più significative della valutazione del ciclo di vita si ha nella dichiarazione ambientale di prodotto o EPD (Environmental Product Declaration). L’EPD è uno schema di certificazione volontaria che rappresenta un marchio di qualità ecologica per i prodotti, permettendo di comunicare informazioni oggettive, confrontabili e credibili relative alla prestazione ambientale degli stessi. Per essere convalidabili, le prestazioni ambientali presenti nelle EPD devono rispettare i requisiti stabiliti dal PCR- Product Category Rules, un documento nel quale sono presenti le regole per lo studio di una certa categoria di prodotto. Il presente lavoro può essere suddiviso in cinque step successivi. Il primo prevede la descrizione della metodologia LCA, adottata per la quantificazione dell’impatto ambientale, analizzandone singolarmente le quattro fasi principali che la caratterizzano; il secondo presenta la descrizione dell’Azienda vitivinicola e del Passito di Pantelleria, oggetto della valutazione, mettendo in evidenza anche le particolarità ambientali del territorio Pantesco in cui il prodotto prende vita; il terzo fornisce una descrizione delle caratteristiche principali dello strumento applicativo utilizzato per l’analisi, SimaPro nella versione 7.3; il quarto descrive le diverse attività di lavorazione svolte nel complesso processo di produzione della bottiglia di Passito, focalizzando l’attenzione sui componenti primari dell’oggetto di valutazione ed il quinto riguarda la descrizione dell’analisi LCA applicata alla singola bottiglia di Passito.

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Lo scopo del progetto di tesi è stato quello di indagare come è variato nel tempo l’impatto dell’impianto di incenerimento situato a Coriano, in provincia di Rimini, a seguito dell’introduzione di soluzioni tecnologiche sempre più evolute al fine di una maggiore tutela ambientale. Lo studio è stata condotto utilizzando la tecnica del Valutazione del Ciclo di Vita (LCA, Life Cycle Assesment), che consente di quantificare gli impatti utilizzando indicatori precisi e di considerare il processo in tutti i suoi dettagli. I risultati evidenziano una progressiva diminuzione dell’impatto complessivo dell’impianto, dovuto sia alle operazioni di adeguamento relative alle attività di incenerimento, sia all’introduzione di un sistema sempre più efficiente di recupero energetico. I confini del sistema sono infatti stati ampliati per poter includere nello studio l’energia elettrica generata dal recupero del calore prodotto durante la combustione. Sono stati valutati rapporti causa-effetto tra i risultati ottenuti ed alcune informazioni correlate al processo, quali composizione dei rifiuti e variazione temporale del mix energetico in Italia. Sono infine state effettuate valutazioni relativamente alla comparazione dell’impianto studiato con altre realtà territoriali ed impiantistiche e sono state prese in esame alcune tra le tecnologie più innovative applicabili al processo, soprattutto per quel che riguarda la depurazione dei fumi.

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Modern food systems are characterized by a high energy intensity as well as by the production of large amounts of waste, residuals and food losses. This inefficiency presents major consequences, in terms of GHG emissions, waste disposal, and natural resource depletion. The research hypothesis is that residual biomass material could contribute to the energetic needs of food systems, if recovered as an integrated renewable energy source (RES), leading to a sensitive reduction of the impacts of food systems, primarily in terms of fossil fuel consumption and GHG emissions. In order to assess these effects, a comparative life cycle assessment (LCA) has been conducted to compare two different food systems: a fossil fuel-based system and an integrated system with the use of residual as RES for self-consumption. The food product under analysis has been the peach nectar, from cultivation to end-of-life. The aim of this LCA is twofold. On one hand, it allows an evaluation of the energy inefficiencies related to agro-food waste. On the other hand, it illustrates how the integration of bioenergy into food systems could effectively contribute to reduce this inefficiency. Data about inputs and waste generated has been collected mainly through literature review and databases. Energy balance, GHG emissions (Global Warming Potential) and waste generation have been analyzed in order to identify the relative requirements and contribution of the different segments. An evaluation of the energy “loss” through the different categories of waste allowed to provide details about the consequences associated with its management and/or disposal. Results should provide an insight of the impacts associated with inefficiencies within food systems. The comparison provides a measure of the potential reuse of wasted biomass and the amount of energy recoverable, that could represent a first step for the formulation of specific policies on the integration of bioenergies for self-consumption.

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Le sperimentazioni riguardanti la produzione di biodiesel da alghe sono state condotte solo in laboratorio o in impianti pilota e il processo produttivo non è ancora stato sviluppato su scala industriale. L’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato quello di valutare la potenziale sostenibilità ambientale ed energetica della produzione industriale di biodiesel da microalghe nella realtà danese ipotizzando la coltivazione in fotobioreattori. La tesi ha analizzato le diverse tecnologie attualmente in sperimentazione cercando di metterne in evidenza punti di forza e punti di debolezza. La metodologia applicata in questa tesi per valutare la sostenibilità ambientale ed energetica dei processi analizzati è LCA strumento che permette di effettuare la valutazione sull’intero ciclo di vita di un prodotto o di un processo. L’unità funzionale scelta è 1 MJ di biodiesel. I confini del sistema analizzato comprendono: coltivazione, raccolta, essicazione, estrazione dell’olio, transesterificazione, digestione anaerobica della biomassa residuale e uso del glicerolo ottenuto come sottoprodotto della transesterificazione. Diverse categorie d’impatto sono state analizzate. In questo caso studio, sono stati ipotizzati 24 diversi scenari differenziati in base alle modalità di coltivazione, di raccolta della biomassa, di estrazione dell’olio algale. 1. la produzione di biodiesel da microalghe coltivate in fotobioreattori non appare ancora conveniente né dal punto di vista energetico né da quello ambientale. 2. l’uso di CO2 di scarto e di acque reflue per la coltivazione, fra l’altro non ancora tecnicamente realizzabili, migliorerebbero le prestazioni energetiche ed ambientali del biodiesel da microalghe 3. la valorizzazione di prodotti secondari svolge un ruolo importante nel processo e nel suo sviluppo su larga scala Si conclude ricordando che il progetto di tesi è stato svolto in collaborazione con la Danish Technical University of Denmark (DTU) svolgendo presso tale università un periodo di tirocinio per tesi di sei mesi

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La metodologia Life Cycle Assessment (LCA) è un metodo oggettivo di valutazione e quantificazione dei carichi energetici ed ambientali e degli impatti potenziali associati ad un processo o attività produttiva lungo l’intero ciclo di vita. Il lavoro presentato in questa tesi ha avuto come obiettivo l’analisi del ciclo di vita dell’impianto di trattamento della FORSU (la frazione organica di rifiuti solidi urbani) di Voltana di Lugo, in provincia di Ravenna. L’impianto attuale si basa sull'utilizzo accoppiato di digestione anaerobica a secco (sistema DRY) e compostaggio. Si è voluto inoltre effettuare il confronto fra questo scenario con quello antecedente al 2012, in cui era presente solamente il processo di compostaggio classico e con uno scenario di riferimento in cui si è ipotizzato che tutto il rifiuto trattato potesse essere smaltito in discarica. L’unità funzionale considerata è stata “le tonnellate di rifiuto trattate in un mese“, pari a 2750 t. L’analisi di tutti i carichi energetici ed ambientali dell’impianto di Voltana di Lugo è stata effettuata con l’ausilio di “GaBi 5”, un software di supporto specifico per gli studi di LCA. Dal confronto fra lo scenario attuale e quello precedente è emerso che la configurazione attuale dell’impianto ha delle performance ambientali migliori rispetto alla vecchia configurazione, attiva fino a Dicembre 2012, e tutte e due sono risultate nettamente migliori rispetto allo smaltimento in discarica. I processi che hanno influenzato maggiormente gli impatti sono stati: lo smaltimento del sovvallo in discarica e la cogenerazione, con produzione di energia elettrica da biogas. Il guadagno maggiore, per quanto riguarda lo scenario attuale rispetto a quello precedente, si è avuto proprio dal surplus di energia elettrica prodotta dal cogeneratore, altrimenti prelevata dal mix elettrico nazionale.

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Per lo svolgimento della tesi ci si è rivolti ad un'azienda particolarmente conosciuta per la sua attenzione alle tematiche ambientali: la Mengozzi Rifiuti Sanitari S.p.A.. L'impianto, sito a Forlì, comprende una sezione dedicata alla gestione di contenitori in materiale plastico per rifiuti sanitari e una sezione per la termovalorizzazione di questi. Si è incentrato lo studio sulla prima parte dell'impianto che si occupa della produzione, del trasporto verso la struttura in cui è utilizzato, del ritorno in azienda e del riuso per più cicli previa sanificazione fino al riciclo per lo stampaggio di nuovi contenitori. Si è pensato di prendere in considerazione i bidoni che sono gestiti dalla Mengozzi S.p.A. e se ne è svolta un'analisi LCA comparativa tra il contenitore effettivamente in carico all'azienda e un altro ipotetico con le medesime caratteristiche strutturali ma gestito diversamente (incenerito dopo un solo utilizzo). Essendo il contenitore di plastica si è inoltre svolta una comparazione tra 2 materiali termoplastici di massa aventi caratteristiche molto simili, quali sono il polietilene ad alta densità (HDPE) e il polipropilene (PP). Il software che è stato utilizzato per condurre l'analisi è SimaPro 7.3 e il metodo lo svizzero IMPACT 2002+. Nello svolgimento si sono considerati 12 bidoni monouso che hanno in pratica la stessa funzione dell'unico bidone sanificato dopo ogni utilizzo e infine riciclato. Dall'analisi è emerso (come facilmente ipotizzabile) che il bidone riusato genera un impatto ambientale nettamente minore rispetto a quello monouso mentre non vi è apprezzabile differenza tra differente tipologia di materiale termoplastico costituente il bidone stesso: L'importanza della scelta della più adeguata modalità di gestione del fine vita e del materiale di composizione in termini ambientali è più marcata a causa di un'attenzione sempre crescente verso le tematiche di sostenibilità.

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I materiali plastici trovano ampie applicazioni in ogni aspetto della vita e delle attività industriali. La maggior parte delle plastiche convenzionali non sono biodegradabili e il loro accumulo è una minaccia per il pianeta. I biopolimeri presentano vantaggi quali: la riduzione del consumo delle risorse e la riduzione delle emissioni CO2, offrendo un importante contributo allo sviluppo sostenibile. Tra i biopolimeri più interessanti troviamo il poliidrossibutirrato (PHB), l’oggetto di questo studio, che è il più noto dei poliidrossialcanoati. Questo polimero biodegradabile mostra molte somiglianze con il polipropilene. La tesi consiste nell’applicazione del Life Cycle Assessment a processi di estrazione del PHB da colture batteriche. In essa sono valutate le prestazioni ambientali di 4 possibili processi alternativi, sviluppati dal CIRI EA, che utilizzano il dimetilcarbonato (DMC) e di 3 processi che utilizzano solventi alogenati (cloroformio, diclorometano, dicloroetano). Per quanto riguarda i processi che utilizzano come solvente di estrazione il DMC, due sono gli aspetti indagati e per i quali differiscono le alternative: la biomassa di partenza (secca o umida), e il metodo di separazione del polimero dal solvente (per evaporazione del DMC oppure per precipitazione). I dati primari di tutti gli scenari sono di laboratorio per cui è stato necessario realizzare un up scaling industriale di tutti i processi. L’up scaling è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile Chimica Ambientale e dei Materiali. La valutazione delle prestazioni ambientali è stata fatta rispetto a tutte le categorie d’impatto raccomandate dall’Handbook della Commissione Europea, di queste solo alcune sono state analizzate nel dettaglio. Tutti i risultati mostrano un andamento simile, in cui gli impatti dei processi che utilizzano DMC sono inferiori a quelli dei solventi alogenati. Fra i processi che impiegano DMC, l’alternativa più interessante appare quella che impiega biomassa di partenza secca e raccolta del PHB per precipitazione.

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La presente tesi si propone di determinare quale sia la situazione del mercato italiano e spagnolo sui pneumatici fuori uso (PFU) e quale sia il migliore metodo di costruzione degli elementi elastici da PFU. I risultati dell'analisi di mercato mostrano che l'introduzione del principio di responsabilità del produttore, introdotto in Italia solo nel 2011, sta portando ottimi risultati, e il problema di raccolta degli PFU è in via di risoluzione. Gli studi dinamici documentano che gli under rail paid (URP) costruiti da PFU rispettano tutte le necessità tecniche per l'utilizzo nelle linee ferroviarie sia convenzionali che ad alta velocità. Invece il Life Cycle Assessment (LCA) dimostra che il processo di costruzione degli URP da PFU decostruiti impatta meno rispetto a quello dei PFU triturati. I risultati del Life Cycle Cost (LCC) fanno propendere per un utilizzo degli URP nelle vie ferroviarie in quanto si ha una diminuzione dei costi di manutenzione.

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Universities in the United States are applying more sustainable approaches to their dining service operations. "The increase in social consciousness and environmental stewardship on college campuses has spurred an array of new and innovative sustainability programs"(ARAMARK Higher Education 2008). University residence dining is typically cafeteria style, with students using trays to carry food. Studies report that food served without trays substantially reduces food waste and water and electrical consumption associated with washing trays. Commonly, these reported results are estimates and not measurements taken under actual operating conditions. This study utilizes measurements recorded under actual dining service conditions in student residence halls at Michigan Technological University to develop the following: 1) operational-specific data on the issues and potential savings associated with a conversion to trayless dining and 2) life cycle assessment (LCA) cost and environmental impact analyses comparing dining with and without trays. For the LCA, the entire life cycle of the system is considered, from the manufacturing to the usage and disposal phases. The study shows that trayless dining reduces food waste because diners carry less food. The total savings for the diner shifts when not using trays for the standard academic year (205 days), with an average number of 700 diners, is 7,032 pounds of food waste from the pre-rinse area (33% reduction) and 3,157 pounds of food waste from the pan washing area (39% reduction). In addition, for each day of the study, the diners consumed more food during the trayless portion of the experiment. One possible explanation for the increased food consumption during this short duration study could be that the diners found it more convenient to eat the extra food on their plate rather than carrying it back for disposal. The trayless dining experiment shows a reduction in dishwasher water, steam, and electrical consumption for each day of the study. The average reduction of dishwasher water, steam, and electrical consumption over the duration of the study were 10.7%, 9.5%, and 6.4% respectively. Trayless dining implementation would result in a decrease of 4,305 gallons of consumption and wastewater discharge, 2.87 mm BTU of steam consumption, and 158 kWh of electrical consumption for the dinner shift over the academic year. Results of the LCA indicate a total savings of $190.4 when trays are not used during the dinner shift. Trayless dining requires zero CO2 eq and cumulative energy demand in the manufacturing stage, reductions of 1005 kg CO2 eq and 861 MJ eq in the usage phase, and reductions of 6458 kg CO2 eq and 1821 MJ eq in the end of the life cycle.

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Biofuels are alternative fuels that have the promise of reducing reliance on imported fossil fuels and decreasing emission of greenhouse gases from energy consumption. This thesis analyses the environmental impacts focusing on the greenhouse gas (GHG) emissions associated with the production and delivery of biofuel using the new Integrated Hydropyrolysis and Hydroconversion (IH2) process. The IH2 process is an innovative process for the conversion of woody biomass into hydrocarbon liquid transportation fuels in the range of gasoline and diesel. A cradle-to-grave life cycle assessment (LCA) was used to calculate the greenhouse gas emissions associated with diverse feedstocks production systems and delivery to the IH2 facility plus producing and using these new renewable liquid fuels. The biomass feedstocks analyzed include algae (microalgae), bagasse from a sugar cane-producing locations such as Brazil or extreme southern US, corn stover from Midwest US locations, and forest feedstocks from a northern Wisconsin location. The life cycle greenhouse gas (GHG) emissions savings of 58%–98% were calculated for IH2 gasoline and diesel production and combustion use in vehicles compared to fossil fuels. The range of savings is due to different biomass feedstocks and transportation modes and distances. Different scenarios were conducted to understand the uncertainties in certain input data to the LCA model, particularly in the feedstock production section, the IH2 biofuel production section, and transportation sections.

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Algae are considered a promising source of biofuels in the future. However, the environmental impact of algae-based fuel has high variability in previous LCA studies due to lack of accurate data from researchers and industry. The National Alliance for Advanced Biofuels and Bioproducts (NAABB) project was designed to produce and evaluate new technologies that can be implemented by the algal biofuel industry and establish the overall process sustainability. The MTU research group within NAABB worked on the environmental sustainability part of the consortium with UOP-Honeywell and with the University of Arizona (Dr. Paul Blowers). Several life cycle analysis (LCA) models were developed within the GREET Model and SimaPro 7.3 software to quantitatively assess the environment viability and sustainability of algal fuel processes. The baseline GREET Harmonized algae life cycle was expanded and replicated in SimaPro software, important differences in emission factors between GREET/E-Grid database and SimaPro/Ecoinvent database were compared, and adjustments were made to the SimaPro analyses. The results indicated that in most cases SimaPro has a higher emission penalty for inputs of electricity, chemicals, and other materials to the algae biofuels life cycle. A system-wide model of algae life cycle was made starting with preliminary data from the literature, and then progressed to detailed analyses based on inputs from all NAABB research areas, and finally several important scenarios in the algae life cycle were investigated as variations to the baseline scenario. Scenarios include conversion to jet fuel instead of biodiesel or renewable diesel, impacts of infrastructure for algae cultivation, co-product allocation methodology, and different usage of lipid-extracted algae (LEA). The infrastructure impact of algae cultivation is minimal compared to the overall life cycle. However, in the scenarios investigating LEA usage for animal feed instead of internal recycling for energy use and nutrient recovery the results reflect the high potential variability in LCA results. Calculated life cycle GHG values for biofuel production scenarios where LEA is used as animal feed ranged from a 55% reduction to 127% increase compared to the GREET baseline scenario depending on the choice of feed meal. Different allocation methods also affect LCA results significantly. Four novel harvesting technologies and two extraction technologies provided by the NAABB internal report have been analysis using SimaPro LCA software. The results indicated that a combination of acoustic extraction and acoustic harvesting technologies show the most promising result of all combinations to optimize the extraction of algae oil from algae. These scenario evaluations provide important insights for consideration when planning for the future of an algae-based biofuel industry.

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This paper examined the potentialities of Life Cycle Assessment (LCA) as instrument for policy-support. To this respect, the adoption of an initiative within the Madrid Air Quality Plan (AQP) 2011–2015 regarding the substitution of diesel taxis with hybrid, natural gas and LPG alternatives was studied. Four different scenarios were elaborated, a business-as-usual scenario (BAU), the scenario of the AQP, and two extreme-situation scenarios: all-diesel (ADI) and all-ecologic (AEC). Impacts were characterized according to the ILCD methodology, focusing especially on climate change (CC) and photochemical ozone formation (PO). SimaPro 7.3 was used as analysis and inventory-construction tool. The results indicate that the shift to ecologic alternatives reduced impacts, especially those related to CC and PO. For the complete life cycle, reductions of 13% (CC) and 25% (PO) were observed for AQP against BAU (CC:1365 GgCO2, PO:13336 MgNMVOC). Deeper reductions were observed for AEC (CC:34%, PO:59%), while ADI produced slight increases in impacts if against BAU. The analysis of the use-phase revealed that the central and highest speed zones of the city benefit from the adoption of AQP. This is especially evident in zone 7, with reductions of 16% in CC and 31% in PO respectively against BAU (CCzone1:3443 kgCO2/veh·km, POzone7:11.1 kgNMVOC/veh·km).