877 resultados para PSICOLOGIA COGNITIVA


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O trabalho emocionalmente desgastante dos profissionais das áreas de saúde implica não só a necessidade de uma habilitação acadêmica, mas, acima de tudo, uma adaptação, um equilíbrio emocional satisfatório, premissa básica para um serviço eficaz à saúde da população. Preocupando-se com o futuro profissional de Psicologia, esta pesquisa teve por finalidade verificar o grau de eficácia adaptativa de alunos do curso de Psicologia da Universidade Metodista de São Paulo, São Bernardo do Campo SP e, quando necessário, fazer-lhes indicação terapêutica. Este trabalho foi desenvolvido com a utilização da EDAO (Escala Diagnóstica Adaptativa Operacionalizada). Durante os anos de 1999 e 2000, foram feitas entrevistas diagnósticas individuais no NEPAP (Núcleo de Estudos, Pesquisa e Atendimento Psicológico), da UMESP, em 10% dos alunos do curso de Psicologia, dos períodos matutino e noturno. Os resultados foram analisados individualmente e inter-grupos com a finalidade de se obter um panorama geral do grau de eficácia adaptativa desses alunos. Com base nos resultados obtidos, verificou-se que embora alguns alunos apresentassem dificuldades nos setores Afetivo-Relacional e Produtividade, a grande maioria foi considerada normal .(AU)

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Elemento centrale della presente tesi dottorale è il costrutto di perspective taking, definibile come l’abilità, emergente nei bambini intorno a 4-5 anni, di assumere la prospettiva altrui secondo tre differenti dimensioni: emotiva, cognitiva e percettiva (Bonino, Lo Coco, Tani, 1998; Moll e Meltzoff, 2011). Dalla letteratura emerge come il perspective taking, in quanto abilità di comprensione sociale, rivesta un ruolo adattivo e sia fondamentale per lo sviluppo, non solo intellettivo, ma anche per la formazione di adeguate capacità relazionali e sociali (Jenkins e Astington, 2000; Weil et al., 2011). Sulla base di tali considerazioni, alcuni ricercatori si sono interrogati sulla possibilità di insegnare questa abilità, elaborando specifiche e differenti procedure di intervento finalizzate ad incrementare l’abilità di perspective taking sia in bambini a sviluppo normativo (Cigala e Mori, 2015), sia in gruppi di bambini a sviluppo atipico (Fisher e Happé, 2005; Heagle e Rehfeldt, 2006; Paynter e Peterson, 2012). A partire da una prospettiva teorica socio-costruzionista, secondo cui l’acquisizione del perspective taking si configura come un’impresa di co-costruzione continua, all’interno di interazioni quotidiane con figure significative per il bambino, si è deciso di analizzare il perspective taking non solo in relazione a variabili individuali (genere, età del bambino, regolazione emotiva, abilità sociali) ma anche e soprattutto a variabili contestuali quali le caratteristiche del contesto familiare (caratteristiche disposizionali e stili genitoriali di socializzazione emotiva, presenza di fratelli). Sono stati in particolare indagati un contesto familiare normativo ed uno caratterizzato da maltrattamento psicologico, contrassegnato dalla reiterazione di comportamenti inadeguati (critiche svalutanti, denigrazione, umiliazione, minacce verbali, indifferenza) nei confronti del minore, che convogliano sul bambino l’idea di non essere amato e di avere poco valore. Con i termini “a sviluppo tipico” si intendono i bambini per i quali non sussista una diagnosi clinica e con quelli di “famiglie normative” ci si riferisce a nuclei per i quali non ci siano state segnalazioni da parte dei Servizi Educativi e Sociali di riferimento, indipendentemente dalle caratteristiche della composizione del nucleo familiare (nucleare, estesa, multipla, ricostituita o ricomposta). Tale studio rientra in un ampio progetto di ricerca e formazione che ha coinvolto più di 250 prescolari frequentanti 8 scuole dell’infanzia e 15 comunità terapeutiche e di accoglienza mamma-bambino, situate in differenti province del Nord Italia. Il gruppo dei partecipanti alla ricerca si è composto di 256 bambini in età prescolare, compresa quindi tra 3 e 5 anni (M=54,39; DS=5,705): 128 maschi (M=54,08; DS=5,551) e 128 femmine (M=54,70; DS=5,860). In particolare, 213 bambini appartenevano a famiglie normative e 43 a nuclei familiari caratterizzati dalla presenza di maltrattamento psicologico. Oltre ai bambini, la ricerca ha previsto il coinvolgimento di 155 coppie di genitori, 43 madri ospitate in comunità, 18 insegnanti e 30 operatori. Obiettivo centrale è stato l’indagine della possibilità di poter promuovere il perspective taking in bambini di età prescolare a sviluppo tipico appartenenti a due differenti tipologie di contesto familiare (normativo e psicologicamente maltrattante), attraverso l’applicazione di uno specifico percorso di training di natura “ecologica” all’interno della scuola dell’infanzia e della comunità, assimilabile a quelli di tipo evidence based. In particolare è stata prevista una procedura quasi sperimentale di tipo pre-test, training, post-test e follow-up. Dopo una preliminare valutazione dello sviluppo del perspective taking nelle sue tre componenti, in bambini appartenenti ad entrambi i contesti, si è voluto verificare l’esistenza di eventuali relazioni tra questa abilità ed alcune capacità socio-emotive dei bambini, con particolare riferimento alla disposizione prosociale, rilevate nel contesto scolastico attraverso differenti metodologie (osservazioni dirette non partecipanti, questionari self report compilati dalle insegnanti). Inoltre, data l’importanza del contesto familiare per lo sviluppo di tale abilità, la ricerca ha avuto lo scopo di verificare l’esistenza di eventuali relazioni tra le abilità di perspective taking mostrate dai bambini e gli stili di socializzazione emotiva delle figure familiari, caratteristiche di entrambi i contesti (maltrattante e non maltrattante). È stato inoltre previsto uno studio di confronto tra i due campioni rispetto alle dimensioni indagate. I risultati ottenuti sono stati particolarmente interessanti. Innanzitutto, le esperienze di training hanno determinato, in entrambi i contesti, miglioramenti nell’abilità dei prescolari di mettersi nei panni altrui. Tale training ha inoltre dimostrato effetti positivi sulla competenza sociale dei bambini, che, a seguito del percorso, hanno manifestato un incremento dei comportamenti prosociali ed una diminuzione di quelli aggressivi. Per lo studio in contesto normativo, è stato inoltre dimostrato un mantenimento delle abilità acquisite a seguito del training attraverso un follow-up a distanza di 4 mesi dal termine dell’intervento. Il positivo esito di tale percorso sembra quindi rappresentare un’importante risorsa per i prescolari, soprattutto in caso di situazioni in cui l’abilità di perspective taking risulti deficitaria. Il confronto dei due gruppi a seguito del training ha evidenziato come non siano emerse differenze significative, rispetto al perspective taking, ad eccezione della dimensione emotiva, in cui le prestazioni dei prescolari maltrattati sono risultate inferiori, come già evidenziato prima del training. Tali risultati non giungono però inaspettati, poiché, sebbene il percorso abbia agito significativamente sull’abilità di comprensione delle emozioni altrui di questi bambini, non si configura come sufficiente a ristrutturare così profondamente le problematiche presentate. Interessanti sono stati altresì i risultati ottenuti dall’analisi degli stili di socializzazione emotiva, dei genitori (madri e padri) dei prescolari non maltrattati e delle mamme dei bambini residenti in comunità. In particolare è emerso come, stili accettanti e di tipo coaching nei confronti delle emozioni negative dei bambini, siano positivamente correlati con il perspective taking dei figli, e come all’opposto, stili rifiutanti rispetto alle espressioni emotive negative dei propri bambini, mostrino correlazioni negative con le abilità di perspective taking dei figli. Oltre ad interessi di ordine teorico e metodologico, è possibile quindi affermare come, il presente lavoro di tesi, sia stato guidato da fini applicativi, affinché la ricerca scientifica possa tradursi in pratiche educative quotidiane da applicare ai contesti di vita significativi per i bambini.

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El estudio de la emoción y la cognición constituyen dos de las grandes áreas de interés en la psicología desde su origen. Fue necesaria la llegada del paradigma cognitivo-conductual para que el análisis de ambas áreas de estudio alcanzaran su mayor interés y desarrollo empírico, a través del estudio de su interrelación, implicaciones, evaluación y tratamiento, permitiendo dar validez científica a los supuestos teóricos y así alcanzar el nivel de ciencia en el que depositar todo ello. Centrándonos en el desarrollo de los modelos cognitivos, revisaremos en primer lugar los conceptos fundamentales para el estudio del Trastorno Obsesivo Compulsivo (en adelante TOC), continuaremos con un acercamiento a los principales modelos explicativos, haciendo hincapié en el análisis de los sesgos cognitivos, especialmente aquellos que afectan a la tendencia obsesiva, es decir, los sesgos atencionales y los sesgos de interpretación, así como los más novedosos modelos metacognitivos de estudio e investigación. Así en el análisis de la actividad cognitiva, especialmente aquella que subyace al procesamiento de los pacientes con tendencias obsesivas o con un diagnóstico de TOC, partimos tanto de los enfoques que la explican a través de la perspectiva de que el pensamiento obsesivo es debido a un fallo en el procesamiento de la información, como aquellos modelos explicativos que postulan que la importancia para entender la actividad cognitiva TOC radica en la tendencia a desarrollar creencias disfuncionales que determinan el pensamiento y por tanto, las obsesiones y las consecuentes compulsiones que dificultan la vida de nuestros pacientes. Junto a ambas perspectivas, que nos sitúan en el marco de lo cognitivo, nos acercaremos, ya de forma experimental al TOC y al pensamiento con tendencias obsesivas, para ahondar en su vinculación con los aspectos emocionales a través del papel que tienen el sentido de culpa y la empatía...

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Para comparar la eficacia para dejar de fumar de la terapia cognitiva conductual intensiva (TCC/I), la TCC/I con parches de nicotina (TCC/I+PN) y la terapia cognitiva conductual no intensiva con parches de nicotina (TCC/NI+PN) se realizó un estudio experimental de medidas repetidas con 235 fumadores adultos asignados aleatoriamente a uno de esos tres tratamientos. Entre los pacientes que completaron el tratamiento (n = 152) la TCC/I+PN mostró tasas de abstinencia a los 6 meses y al año, mayores que la TCC/NI+PN, mientras que la TCC/I mostró tasas de abstinencia que no eran significativamente diferentes de las de los otros dos tratamientos. Estos resultados sugieren que los parches de nicotina se deberían utilizar siempre con una terapia cognitiva conductual lo más intensiva posible y que la utilización de esta última terapia en solitario debería gozar de mayor relevancia en las guías clínicas para dejar de fumar.

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En l’àmbit científic hi ha una invisibilització de les aportacions de les dones a la ciència i la tecnologia. El treball que han portat a terme no ha rebut la difusió suficient ni el reconeixement que es mereixen. Per aquest motiu, la introducció de la perspectiva de gènere en aquesta assignatura afavoreix una mirada diferent, amb la finalitat de descobrir les contribucions que les dones científiques han fet. Amb aquesta metodologia d’assignació de noms de científiques destacades, estarem donant valor al treball que han portat a terme i que ha passat desapercebut en els manuals de psicologia i pedagogia.

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A continuació s’indiquen algunes orientacions dirigides a facilitar la comprensió i l’ús d’aquesta guia, tant per als estudiants com per als docents. La guia consta de set capítols: capítol 1, “Fitxes de pràctiques” composta per 12 pràctiques; capítol 2, “Estudi de casos pràctics” compost per 13 casos; capítol 3, “Estils de referència”; capítol 4, “Dinàmica de grups”; capítol 5, “Sistema d’avaluació”; capítol 6, “Bibliografia general” i un capítol 7 d’annexos.

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El document conté una relació de pràctiques utilitzades per al desenvolupament de la part pràctica de l'assignatura de Psicologia Evolutiva de 3 a 6 anys.

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Els objectius a treballar són: a) Detectar aspectes o variables personals i contextuals que afecten el desenvolupament integral de la xiqueta. b) Conèixer l’impacte que determinades situacions personals o ambientals produeixen en els diferents àmbits del desenvolupament. c) Analitzar les relacions que hi ha entre els diferents agents i com afecten el desenvolupament de la xiqueta. d) Debatre propostes i actuacions per a minimitzar o potenciar l’impacte de determinats agents en el desenvolupament de la xiqueta.

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a) Detectar aspectes o variables personals i contextuals que afecten el desenvolupament integral del xiquet/a. b) Conèixer l’impacte que determinades situacions personals o ambientals produeixen en els diferents àmbits del desenvolupament. c) Analitzar les relacions que hi ha entre els diferents agents i com afecten el desenvolupament del xiquet/a. d) Debatre propostes i actuacions per a minimitzar o potenciar l’impacte de determinats agents en el desenvolupament del xiquet/a.

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a) Detectar aspectes o variables personals i contextuals que afecten el desenvolupament integral del xiquet/a. b) Conèixer l’impacte que determinades situacions personals o ambientals produeixen en els diferents àmbits del desenvolupament. c) Analitzar les relacions que hi ha entre els diferents agents i com afecten el desenvolupament del xiquet/a. d) Debatre propostes i actuacions per a minimitzar o potenciar l’impacte de determinats agents en el desenvolupament del xiquet/a.

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a) Detectar aspectes o variables personals i contextuals que afecten el desenvolupament integral del xiquet/a. b) Conèixer l’impacte que determinades situacions personals o ambientals produeixen en els diferents àmbits del desenvolupament. c) Analitzar les relacions que hi ha entre els diferents agents i com afecten el desenvolupament del xiquet/a. d) Debatre propostes i actuacions per a minimitzar o potenciar l’impacte de determinats agents en el desenvolupament del xiquet/a.