1000 resultados para Llagostins -- Cria i desenvolupament -- Pacífic (Amèrica del Nord : Costa)
Resumo:
Il presente lavoro di tesi ha riguardato lo studio dello smantellamento di un reattore gas grafite di potenza di I Gen. L’indagine è stata focalizzata in particolare al recupero della grafite irraggiata che ne costituisce il core. Viene presentata una descrizione referenziata del reattore e dei suoi componenti per mettere in evidenza la particolare architettura e le specifiche problematiche ad essa correlate. A valle di un’indagine sulle esperienze internazionali in merito al decommissioning e allo smantellamento di questi tipi di reattori, si forniscono una possibile sequenza di accesso alla cavità del reattore e una procedura per il suo smantellamento; si descrivono sommariamente le tecnologie di taglio e di handling, attualmente allo stato dell’arte, considerate come più idonee a questo tipo di applicazione. Vengono descritte le principali criticità della grafite nuclear grade ed illustrati i fenomeni caratteristici che ne determinano l’evoluzione nel reattore. Sulla base dei dati resi disponibili dalla Sogin S.p:A. e ricorrendo ai dati di letteratura per quelli non disponibili, è stato effettuato un assessment della grafite irraggiata costituente il nocciolo del reattore, rivolto in particolare a determinarne le caratteristiche meccaniche e la resistenza residua post-irraggiamento. Per valutare la possibilità di prelevare la grafite dal nocciolo è stato ipotizzato un dispositivo di presa che agganci per attrito i blocchi di grafite del moderatore attraverso il canale assiale. Infine è stata valutata la fattibilità di tale metodo attraverso una serie di simulazioni agli elementi finiti dirette a verificare la resistenza del blocco in varie condizioni di carico e vincolo. Come risultato si è dimostrata la fattibilità, almeno in via preliminare, del metodo proposto, determinando l’inviluppo di utilizzo del dispositivo di presa nonché la compatibilità del metodo proposto con le tecnologie di handling precedentemente individuate.
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Bussi Officine è tra i più antichi impianti petrolchimici italiani. I residui di produzione venivano sversati nella discarica I Tre Monti sin dagli anni '70. A circa 2 km di distanza dalla discarica si trova il campo pozzi di Colle S’Angelo, che ha erogato acqua potabile alla città di Pescara fino al 2007. Dal 1992, solventi clorurati sono stati sversati in concentrazioni che variavano nell'ordine di 1x10-1 ppb. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di effettuare uno studio piezometrico, sullo stato di contaminazione dell’area ed uno studio isotopico sulle unità acquifere contaminate. Nel 2017 è stato effettuato il campionamento delle acque sotterranee coinvolgendo 8 piezometri situati nelle zone di contaminazione più gravi applicandovi poi la tecnica CSIA per le analisi isotopiche sui contaminanti ed è stato rilevato il livello piezometrico dei piezometri insieme al livello idrico del fiume Pescara per ricostruire la relazione fiume-falda che è stata riscontrata su tutta l’area; l’andamento si presenta però differente: per gli acquiferi più superficiali si osserva un effetto alimentante del fiume rispetto alla falda; nel caso dell’acquifero più profondo, questo effetto è confermato solo nell’area della discarica, la falda diventa poi alimentante rispetto al fiume nei pressi del campo pozzi. I dati isotopici mostrano un trend verso l’arricchimento che aumenta con la distanza dalla zona sorgente di contaminazione, indice di un processo di degradazione attribuibile alle opere messe in atto per la Messa in Sicurezza d’Emergenza che nel tempo avrebbero causato una riduzione del flusso di ossigeno cambiando le condizioni redox, come testimoniano i valori fortemente negativi del potenziale. Per gli isotopi del cloro l’andamento è più complesso ed apparentemente anomalo rispetto al carbonio: il trend è in verso opposto con un progressivo impoverimento dalla zona sorgente, imputabile ad una possibile coesistenza di più processi provocati dalle opere costruite nel 2012.
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La presente tesi di laurea vuole affrontare il tema degli allagamenti in ambito urbano e si inserisce all’interno di un progetto già in essere riguardante la realizzazione di un modello numerico del sistema di drenaggio della città di Ravenna. L'obbiettivo è la modellazione in 2D delle aree della città del comparto nord caratterizzate da eventi di Pluvial flooding con particolare riguardo ai siti di interesse archeologico facenti parte del patrimonio UNESCO. Il caso di studio, inoltre, è ripreso dal programma SHELTER (Sustainable Historic Environments hoListic reconstruction through Technological Enhancement and community based Resilience) finanziato nell’ambito del programma per la ricerca europea Horizon 2020. Nel presente elaborato verranno dunque simulati i vari scenari idraulici caratterizzati da eventi di precipitazione riferiti a tempi di ritorno differenti al fine di analizzare la risposta del comparto nord della rete di Ravenna, per valutarne le critica tramite l’utilizzo del software EPA SWMM. I risultati ottenuti saranno dunque rielaborati per essere utilizzati nella realizzazione di carte tematiche grazie all’utilizzo del software GIS. Tali carte permetteranno quindi di valutare le aree maggiormente soggette a fenomeni di allagamento. I risultati verranno infine analizzati attraverso il software di modellazione bidimensionale HEC-RAS riuscendo così a comprendere meglio il fenomeno dell’allagamento urbano. Verrà posta una particolare attenzione nelle zone dove sono presenti i siti facenti parte del patrimonio UNESCO: Basilica di San Vitale e Battistero Ariani. I risultati ottenuti dalla modellazione, permetteranno infine, di valutare le metodologie e gli approcci per ridurre i deflussi superficiali durante la precipitazione e, quindi le portate in fognatura, andando così a garantire una protezione idraulica e ambientale del territorio aumentando la resilienza del comparto urbano.
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La presente tesi di laurea è finalizzata allo sviluppo di nuovi trattamenti protettivi autopulenti a base di biossido di titanio (TiO2) per la conservazione dei materiali cementizi storici tipici dell’architettura del XX secolo. Tale studio nasce dal crescente interesse verso i temi del restauro del Moderno così come testimoniato dalla recente pubblicazione del “Documento di Madrid – New Delhi” redatto dall’ICOMOS. Vengono analizzati i caratteri peculiari del restauro del Moderno, trovando punti di unione e di divergenza con il restauro tradizionale dell’architettura. In particolare, ci si concentra sulla descrizione delle attuali tecnologie in uso per il restauro dei materiali cementizi storici e sulle problematiche connesse alla scarsa considerazione di cui ancora godono tali materiali nell’ambito del restauro dell’architettura. In tale contesto, i trattamenti fotocatalitici sviluppati si propongono come soluzioni per la conservazione delle superfici architettoniche cementizie con pregio decorativo. Vista la scarsa presenza in letteratura di applicazioni a base di TiO2 su substrati cementizi, sono stati messi a punto alcuni trattamenti innovativi che vedono la dispersione di nanoparticelle di TiO2 in matrici inorganiche di silicato di etile e idrossiapatite. Tali consolidanti sono tra i più affermati nell’ambito del restauro dei materiali e la loro compatibilità con i substrati cementizi è stata attestata da precedenti studi. I trattamenti così elaborati vengono valutati in termini di efficacia autopulente e compatibilità coi substrati.
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Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior (CAPES)
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Este trabalho revê e discute a literatura sobre as motivações dos voluntários para doarem o seu tempo às ONG’s. Quanto melhor uma organização conhecer os voluntários, mais essa organização poderá ir de encontro às necessidades e expectativas desses mesmos indivíduos. Por isso, compreender as motivações que podem levar um indivíduo a doar o seu tempo a uma determinada organização é relevante na gestão das ONG’s. Primeiro, o artigo discute o estado da arte do voluntariado formal e as motivações dos indivíduos voluntários não dirigentes. Apresenta-se uma pesquisa a bases de dados bibliográficas, que inclui revistas especializadas na investigação de voluntariado. Depois, o artigo mostra e compara os diferentes tipos de motivações associadas ao trabalho voluntário e propõe uma tipologia que agrupa as motivações dos voluntários em quatro tipos: altruísmo, pertença, ego e reconhecimento social e aprendizagem e desenvolvimento. Por fim, efectua-se uma análise que indica três lacunas na literatura das motivações dos voluntários que justificam investigação adicional: (i) a omissão de diferenças entre as motivações relacionadas com a “Atracção” versus a “Retenção” dos voluntários; (ii) a focalização das investigações no contexto norte-americano e australiano; e (iii) a ausência de análises comparativas que relacionem as motivações por tipos de ONG’s.
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Within a research project on «academic excellence in the state school», this paper is a contribution to the sociological reflection on the cultural and organisational characteristics of the school and its relationship with the academic success of students. The data we present stem from a case study underway at a secondary school in the north of Portugal, referring to the universe of students that since 2003 have distinguished themselves for achieving grades equal to or greater than 18 (on a scale of 0 to 20) and have thus been included in the school’s Framework of Excellence. From a contextual approach to this educational practice, we focused on the cultural characteristics of the school/subject as analytical support for the study of school and non-school dimensions in their mutual connections. To this end, we used the information from document analysis and data collected from a questionnaire survey administered to more than two-thirds of the students included in the above-mentioned Framework of Excellence. Subsequently, we will use the data from this survey to understand the extent to which academic excellence is perceived as an indivisible social construction of the school’s political and organisational matrix, particularly in terms of the educational and teaching guidelines adopted by the management body. We will conclude by questioning the meaning of the school’s management policies regarding the emphasis on educational outcomes, with particular focus on the representations of excellent students in the processes of school leadership, teaching organisation, school merit and justice.
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El crecimiento de los sistemas radicales de las plantas depende estrechamente de las posibilidades de provisión de glúcidos por la parte aérea y de los factores ambientales del suelo. La velocidad de elongación decrece con el incremento de las tensiones mecánicas que actúan externamente sobre la raíz (Dexter, 1987). La resistencia mecánica de los suelos a la penetración y vías de circulación preferencial para la progresión de las raíces, depende principalmente de la textura, porosidad, estabilidad de agregados y de la humedad del suelo, variable en el tiempo y en el espacio. Los poros del suelo sirven simultáneamente como el mejor camino para el drenaje del agua, el intercambio de gases entre la atmósfera y el suelo y la irrestricta penetración de las raíces (Drew,1983); la continuidad de estos poros es interrumpida por la presencia de panes inducidos por el laboreo, que son un verdadero obstáculo para el crecimiento de las plantas con consecuentes mecanismos de daños. El pasaje del ápice de la raíz a través del suelo requiere de la expansión de poros inicialmente más pequeños que ella o bien implica que la cofia y la región meristemática involucradas en este proceso reciban un estrés mecánico va a depender del grado de compactación del suelo. (...) Los rendimientos de los cultivos disminuyen cuando la resistencia del suelo aumenta; Flocker (1960) encontró disminuciones de hasta el 50 %; estas reducciones a menudo son atribuidas al estrés hídrico pero se debe analizar la disminución del volumen radical producido por compactación del suelo como parámetro adicional. Objetivos: El objetivo de este trabajo es estudiar modelos de crecimiento de sistemas radicales y la secuencia temporal de su formación en cultivos regionales, en función de las distintas condiciones físico-morfológicas de los suelos, para poder establecer en qué medida la alteración de la morfología de las raíces en estas distintas condiciones incide en el rendimiento del cultivo. Objetivos Específicos: - Se estudiarán los sistemas radicales en "maní" (<i> Arachis hypogaea i> L.), desde implantación del cultivo hasta cosecha, en lotes con suelos Hapludoles típicos que presentan diferentes condiciones físicas y distintos tipos de laboreo. - Se realizarán estudios morfológicos e histológicos comparativos de raíces de distinto orden. - Se calcularán parámetros de rendimiento. - Se determinarán variables físicas de los suelos.
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El objetivo de este trabajo es caracterizar la respuesta de <i>P. putidai> frente a condiciones ambientales adversas dadas por la presencia del detergente catiónico tetradeciltrimetilamonio (TDTMA). El objetivo final que se persigue es el de utilizar este microorganismo como vehículo en procesos de biorremediación. El proyecto comprende aspectos relacionados con la degradación y con la respuesta adaptativa que le permiten a <i>P. putidai> tolerar altas concentraciones del biocida. La degradación de TDTMA por <i>P. putidai> involucra una actividad monooxigenasa, que produce trimetilamina (TMA) y tetradecilalcanal. Parte de la TMA producida es demetilada, por una TMAdehidrogenasa (TMADH), e utilizada por la bacteria como fuente de nitrógeno y parte es acumulada intracelularmente, inhibiendo el crecimiento bacteriano. Considerando la importancia de las oxigenasas y dehidrogenasas en la transformación química de compuestos recalcitrantes, se identificarán los genes responsables de la actividad monooxigenasa y de la TMADH, se caracterizarán las enzimas, lo que permitirá conocer, además, datos evolutivos de las mismas. Teniendo en cuenta que la acumulación intracelular TMA conduce a la degradación parcial del detergente, efecto contrarrestado por la adición de aluminio (Al), se investigarán si otros factores nutricionales participan en el control de la degradación de TDMA por <i>P. putidai>. Se investigará si el regulador global NtrC, que se activa en respuesta a limitación de nitrógeno, participa en el metabolismo de TDTMA. Se prevé construir mutantes en los genes que codifican para monoxigenasa y TMADH y analizar la respuesta de estas cepas frente al estrés ocasionado por TDTMA y Al. En este proyecto se postula además que los cambios a nivel de fosfolípidos (PL) de membrana son una estrategia de <i>P. putidai> para sobrevivir en presencia del TDTMA. Para concluir si fosfatidilglicerol es el principal responsable de la adaptación de <i>P. putidai> frente al estrés ocasionado por TDTMA, se pretenden obtener mutantes afectadas en la biosíntesis de novo de PL, particularmente en cardiolipina sintasa. Paralelamente se estudiará si fosfolipasa D participa en la respuesta, lo que permitirá asignar un rol a esta enzima en procesos de señalización análogos a los que ocurren en organismos eucariotas. En presencia de TDTMA y Al, P. putida responde aumentando el contenido de fosfatidilcolina y posiblemente este PL actúe como un reservorio temporario del ión. Identificar en <i>P. putidai> los genes que codifican para las enzimas responsables de su biosíntesis, particularmente fosfatidilcolina sintasa y/o fosfolípido N-metiltranferasa, conducirá a conocer el mecanismo por el cual fosfatidilcolina estaría involucrada en la respuesta a Al.
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El objetivo de este trabajo es identificar la política óptima (considerando producción, transporte y regulación) para la integración de la industria de gas natural en el Mercosur. Se analizarán factores que promueven o limitan la integración en la región. Utilizando un modelo matemático de flujo de redes, se minimizará el costo total (producción y transporte) para la región en su conjunto, satisfaciendo las restricciones de producción, capacidad de transporte y equilibrio (oferta igual a demanda) en cada nodo. El costo total (CT) de la producción y transporte de gas natural (considerando nodos para cada país en la región) es la función objetivo. El proceso de optimización consiste en identificar el nivel de gas natural producido y transportado que minimiza el costo total del sistema para la región. El modelo es estático, no considerando una optimización dinámica con relación a las reservas remanentes. Restricciones Consideramos cuatro restricciones en operación, a saber: 1. Equilibrio en los nodos: esta ecuación establece el equilibrio entre la oferta y la demanda de gas natural en cada nodo. La oferta incluye la producción local y las importaciones. Por su parte, la demanda incluye el consumo doméstico más las exportaciones. 2. Capacidad de producción en cada cuenca: esta restricción establece que las cantidades producidas en cada cuenca debería ser menor o igual a su capacidad de producción. Ello también permite la existencia de una utilización no plena de la capacidad. La capacidad máxima de producción en cada cuenca está determinada sobre la base de una medida de política para cada país a través de la cual el horizonte de consumo de las reservas probadas está establecido. Dada esta relación, el límite sobre la producción de cada año está fijado. En otras palabras, el nivel de producción no está basado ni en la capacidad instalada de producción ni en los precios, sino en la política de agotamiento decidida sobre las reservas probadas en el año de calibración del modelo. Esto permite diferentes escenarios para el análisis. Para las simulaciones se tomó el ratio de reservas a producción en el año de calibración del modelo. 3. Capacidad de transporte: el gas transportado a través de un gasoducto (los operativos y aquellos que están en plan de construcción), en general, y el gas transportado desde cada cuenca a cada mercado, en particular, debería ser menor o igual a la capacidad del gasoducto. 4. Nivel no negativo de gas natural producido: esto evita la existencia de soluciones inconsistentes no sólo desde un punto de vista económico sino también técnico. Referencias Banco Interamericano de Desarrollo BID (2001). Integración Energética en el Mercosur Ampliado, Washington DC. Beato, Paulina and Juan Benavides (2004). Gas Market Integration in the Southern Cone. Inter-American Development Bank. Washington, D.C. Conrad, Jon M. (1999). Resource Economics. Cambridge University Press. United States of America. Dasgupta, P.S. and G. M. Heal (1979). Economic Theory and Exhaustible Resources. Cambridge University Press. United States of America. Dos Santos, Edmilson M, Victorio E. Oxilia Dávalos, and Murilo T. Werneck Fagá (2006). “Natural Gas Integration in Latin America: Forward or Backwards?”. Revue de l’Energie, Nº 571, mai-juin. Fagundes de Almeida, E.L. y Trebat, N. (2004). “Drivers and barriers to cross-border gas trade in the southern cone”. Oil, Gas & Energy Law Intelligence, Vol. 2, Nº 3, Julio. Givogri, Pablo (2007). “Condiciones de abastecimiento y precios de la industria del gas de Argentina en los próximos años”. Fundación Mediterránea. Julio. Córdoba, Argentina. Kozulj, Roberto (2004). “La industria del gas natural en América del Sur: situación y posibilidades de la integración de los mercados”. Serie Recursos Naturales e Infraestructura. Nº 77. CEPAL. Santiago de Chile, Chile. Diciembre.
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Argentina procesó en los últimos años alrededor de 5 millones de toneladas de trigo pan anualmente, y obtuvo poco menos de 4 millones de toneladas de harina de trigo. El 86% de la producción de harina de trigo tuvo como destino el mercado interno. El producto se industrializó de diferente manera: 71,3% para elaborar pan de panadería, 8,6% para pastas, 8,1% para consumo como harina fraccionada y otros, 7,3% para galletitas y bizcochos y 4,7% para pan industrial (SAGPyA). Las semillas de los cereales necesitan almacenar energía para el desarrollo posterior del embrión, la principal molécula de reserva es el almidón. Durante la molturación de los granos de cereales, en la obtención de harinas, una fracción de los gránulos es lesionada, produciendo así lo que se denomina almidón dañado. El almidón dañado afecta las propiedades de las harinas, fundamentalmente, provoca un aumento en la capacidad de absorción de agua, lo que produce masas de difícil manipulación y, en ciertos productos, como galletitas, afecta los tiempos de cocción de los productos debido a que se deben eliminar excedentes de agua. En productos con mayor contenido de agua y con largos períodos de fermentación, como el pan, el incremento en el contenido de gránulos dañados de almidón disminuye la consistencia de las masas. Pese al avance en el conocimiento de las modificaciones en las propiedades de las harinas que produce la presencia de almidón dañado, no se ha establecido claramente su incidencia sobre la calidad panadera de las harinas independientemente del papel que juegan los demás componentes. Además, poco se conoce hasta el momento sobre las posibles acciones que puedan contribuir a compensar los efectos del almidón dañado sobre los productos de panificación, y las modificaciones que podrían llegar a generarse, sobre los parámetros reológicos de las masas y la calidad del pan, a causa de los efectos de una posible mitigación. En el presente proyecto se plantea como objetivo general estudiar la influencia del contenido de almidón dañado sobre la calidad de las harinas para elaborar productos de panificación y analizar los efectos ocasionados por el uso de enzimas en la atenuación de los inconvenientes provocados por el almidón dañado. Se plantea los objetivos específicos: (i) Evaluar el efecto del contenido de almidón dañado sobre las pruebas fisicoquímicas utilizadas para predecir la calidad de las harinas. (ii) Analizar el efecto del contenido de almidón dañado sobre el comportamiento reológico, la microestructura de las masas y las transiciones de fase sufridas por el almidón. (iii) Estudiar el impacto del almidón dañado sobre la calidad de los productos de panificación. (iv) Investigar el efecto del contenido del almidón dañado sobre el envejecimiento del pan. (v) Estudiar el posible efecto mitigante de diferentes enzimas sobre los problemas de calidad derivados de harinas con niveles elevados de almidón dañado.
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Objectiu: Donar informació sobre els riscos del tabac, avaluar l’hàbit tabàquic i el compliment de la normativa vigent per part de la comunitat universitària a través d’una campanya de sensibilització. Metodologia: Prèviament a l’inici de les activitats es van dissenyar i passar unes enquestes per avaluar l’hàbit tabàquic als estudiants (a l’aula) i treballadors de l’Escola de Ciències de la Salut. Durant la setmana d’activitats, que coincidia amb el Dia Internacional de LLuita Antitabàquica, es va crear una taula informativa a càrrec dels estudiants de l’assignatura Atencions d’Infermeria a Addiccions i Toxicomanies, per tal d’informar de forma àmplia sobre el tabaquisme, conseqüències i tractaments. Al mateix temps i de forma passiva en uns monitors de TV es donava més informació, amb una material creat per aquesta campanya. Resultats: Els mitjans de comunicació van demostrar, des de l’inici de la campanya, un gran interès. Respecte a la participació per part de la comunitat universitària podem dir que va ser acceptable, al voltant de 1000 persones van passar per la taula informativa. El perfil dels estudiants que van contestar l’enquesta va ser dona (66.4%), alumne de fisioteràpia (49%), fumadors (regulars i ocasionals 52%). Dintre del grup de fumadors regulars per gèneres les dones fumen més 37%, front als homes 27.7%. Consum setmanal de cigarretes (regulars i ocasionals), presenta una mitjana de 59 (D.E=49). La majoria ha fet algun intent de deixar de fumar, 61%. Respecte al temps d’ abstinència un 69.9% no ha passat de 3 mesos i un 96% pensa que fumar en un espai tancat és perjudicial pels altres. Per últim, de tots el entrevistats la gran majoria (97.8%), declaren que fumen davant seu i a un 41.4 % els molesta. Conclusions: La Comissió fa una valoració positiva general, de com es van desenvolupar les diferents activitats. No obstant s’observa poca sensibilització per una part de la comunitat universitària respecte a la llibertat de viure.
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My work seeks, to observe if there is some variation at some evolutionary stage starting from the knowledge obtained starting from the study of learning and development motor, with reference to a controlled group. My research details the types of aquatic abilities that take place as a consequence of a specific program. My investigation uses a quantitative methodology that compares the moments of appearance of different evolutionary stages in a first phase and a qualitative methodology for the second phase that makes those learnings thake place as a consequence of my intervention. To elaborate this process I have used an inductive and deductive method, I have based my reserach on fifteen years, of experience of these practices and used the data that has been provided to me from other's author's investigations.
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Estudi realitzat a partir d’una estada a Roma entre el 7 de gener i el 28 de febrer de 2006. S’ estudia la influència de les produccions bizantines i orientals a la península Ibèrica, a l’època visigoda i més enllà, fins i tot justificant una cronologia dels segles VIII-X dC per a molts dels capitells tradicionalment denominats mossàrabs del nord-oest peninsular. A més, s’enuncia una via per la investigació de les possibles influències llombardes a la península Ibèrica. També es comenten les relacions entre els capitells del nord-est peninsular i els de la Gàl.lia.
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S’ha estudiat la vegetació actual del parc de l'Oreneta, l’únic de Barcelona en el qual es conserva en part la vegetació natural que hi havia abans de la seva destinació com a parc. L’objectiu és veure com l'impacte antròpic ha modificat la que segurament era la vegetació natural de la zona - un alzinar amb marfull empobrit- per una pineda de pi blanc. A més, s’analitza les diferents adaptacions de la vegetació del parc als factors del biòtop, i molt en particular del marfull i l'aladern. S’ha començat estudiant els factors ambientals propis del parc. Posteriorment, s’ha dividit el biòtop del parc de l'Oreneta en sis zones de vegetació amb característiques específiques estudiant-ne les espècies existents, els índexs de diversitat de cada zona, l'abundància de les espècies, etc.