995 resultados para Uva de mesa-Publicidad-Benicàssim.
Resumo:
Purpose: To present 7 cases of peripheral sterile corneal infiltrates that occurred after corneal cross-linking (CXL) for progressive keratectasia. Methods: Seven patients who had their progressive keratoconus documented underwent corneal deepithelization and subsequently CXL, which was performed with the application of 0.1% riboflavin with 20% dextran, and exposure to UVA light (370 nm, 2.9-3.1 mW/cm(2)) for 30 minutes. Results: Nearly a week after the procedure, the patients presented with peripheral stromal infiltrates. The ring-like infiltrates were superficial and were present at the 9.0-mm zone. Sterile infiltration was diagnosed. Patients were treated with topical corticosteroids, and complete resolution was achieved after a few weeks of treatment. Conclusions: We hypothesize that the phototoxic effect on the corneal stroma may be the main mechanism that triggers these infiltrates. Alternatively, alterations in antigenicity that occur in native proteins after CXL could result in patients recognizing the proteins as nonself and mounting immune responses.
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UVA light (320–400 nm) represents approximately 95% of the total solar UV radiation that reaches the Earth’s surface. UVA light induces oxidative stress and the formation of DNA photoproducts in skin cells. These photoproducts such as pyrimidine dimers (cyclobutane pyrimidine dimers, CPDs, and pyrimidine (6-4) pyrimidone photoproducts, 6-4PPs) are removed by nucleotide excision repair (NER). In this repair pathway, the XPA protein is recruited to the damage removal site; therefore, cells deficient in this protein are unable to repair the photoproducts. The aim of this study was to investigate the involvement of oxidative stress and the formation of DNA photoproducts in UVA-induced cell death. In fact, similar levels of oxidative stress and oxidised bases were detected in XP-A and NER-proficient cells exposed to UVA light. Interestingly, CPDs were detected in both cell lines; however, 6-4PPs were detected only in DNA repairdeficient cells. XP-A cells were also observed to be significantly more sensitive to UVA light compared to NER-proficient cells, with an increased induction of apoptosis, while necrosis was similarly observed in both cell lines. The induction of apoptosis and necrosis in XP-A cells using adenovirus-mediated transduction of specific photolyases was investigated and we confirm that both types of photoproducts are the primary lesions responsible for inducing cell death in XP-A cells and may trigger the skin-damaging effects of UVA light, particularly skin ageing and carcinogenesis.
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[ES] Se plantea la cuestión de las prospecciones petrolíferas en aguas de Canarias desde el punto de vista de la geología del petróleo como recurso mineral, como fuente de energía y energías alternativas y el impacto que para la vida marina tendría la posible explotación del petróleo en aguas de Canarias
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“ Per anni ho creduto essere cresciuto in una periferia di Buenos Aires, periferia di strade avventurose e di tramonti visibili. In realtà sono cresciuto in un giardino, dietro le lance di un cancellata, e in una biblioteca di infiniti volumi inglesi. Quel Palermo del coltello e la chitarra (mi assicurano) era agli angoli delle strade, ma chi popolava le mie mattine e procurava un gradevole orrore alle mie notti erano il bucaniere cieco di Stevenson, agonizzante sotto gli zoccoli dei cavalli, e il traditore che abbandonò l’amico sulla luna, e il viaggiatore del tempo che riportò dal futuro un fiore appassito, e il genio prigioniero per secoli nell’anfora salomonica, e il profeta velato del Khorasan, che dietro le gemme e la seta nascondeva la lebbra. Cosa succedeva, nel frattempo, oltre le lance della cancellata? Quali destini vernacoli e violenti andavano compiendosi a pochi passi da me, nella sordida bettola o nello spazio turbolento? Com’era quel Palermo o come sarebbe stato bello che fosse? A tali domande vuole rispondere questo libro, più d’immaginazione che documentato.” E’ così che Jorge Luis Borges apre il libro Evaristo Carriego, saggio biografico che passò quasi inosservato all’interno degli ambienti intellettuali della capitale dei quali faceva parte lo scrittore stesso. Il libro era dedicato alla figura, estranea a quegli ambienti, del poeta “bohemien, tisico ed anarchico” Evaristo Carriego, vissuto tra otto e novecento nel quartiere Palermo, in quei tempi periferia malfamata di Buenos Aires. Buenos Aires è la città borgesiana per eccellenza: priva di caratteristiche tipologiche precise, volubile allo sguardo, specchio e metafora di tutte le grandi città del mondo. Ma soprattutto Buenos Aires è una città “inventata” da Borges, che le ha dato un’immagine letteraria che si relaziona in maniera complessa con quella reale. Segnerà nell’immaginario di Borges l’inizio e la fine della sua vita, una sorta di centralità, unico stralcio di stabilità, al quale l’inquieta mente dell’argentino possa far ritorno.
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Il seguente elaborato prende le mosse da un progetto, denominato Nutrid’Uva, promosso e attivamente concretizzato dall’azienda bresciana “Cascina Belmonte” di concerto con il laboratorio del Campus di Scienze Alimentari di Cesena (Università di Bologna). In particolare, si è voluta sperimentare l’applicazione di processi innovativi per la produzione di succo d’uva bio e bevande a base di succo d’uva bio proveniente da uve biologiche coltivate nell’areale della Valténesi (sponda occidentale del Garda), stabilizzati mediante l’uso di alte pressioni idrostatiche e senza trattamento termico. In questi termini, il presente lavoro ha l’obiettivo di: delineare il quadro generale in cui si inserisce il progetto, arricchendolo con spunti tratti dalle pratiche di processo seguite in loco; determinare il contenuto delle classi polifenoliche presenti nei campioni di alcuni succhi sottoposti a differenti tecnologie di macerazione in confronto all’abituale processo di lavorazione aziendale (vitigni ibridi diretti produttori, Barbera, Merlot, Cabernet). Si è proceduto dunque attraverso l’analisi spettrofotometrica delle principali classi di composti fenolici e dell’attività antiossidante.
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Die antilateinischen Traktate von Gregorios Palamas und Barlaam von Kalabrien stellten für die serbischen Übersetzer des 14. Jahrhunderts eine grosse Herausforderung dar – nicht nur wegen ihres dogmatischen Inhalts, sondern auch wegen des ausgeprägt polemischen Charakters ihrer Argumentation. In diesem Aufsatz wird die argumentative Form der zwei Traktate („opuscula“ ) Barlaams von Kalabrien analysiert, die in cod. Dečani 88 enthalten sind (fol. 38r-81r). Der zweite von ihnen (fol. 69v-81r) richtet sich an ein griechisches (orthodoxes) Auditorium; die Anreden an die Lateiner, die sich darin finden, haben rein rhetorischen Charakter. Der erste Traktat (fol. 39r-69r), der während der Unionsverhandlungen des Jahres 1334/1335 entstand, hat jedoch eine für die byzantinische Unionspolemik eher ungewöhnliche Form: der Dialog mit der Gegenseite ist hier keine rhetorische Fiktion, sondern ein ernstes Anliegen des Autors. Dies hat bereits bei der Rezeption des Traktats im griechisch-athonitischen Milieu den Verdacht geweckt, Barlaam habe den Lateinern unzulässige Zugeständnisse gemacht. Barlaam hat versucht, diesen Verdacht durch metakommunikative Kommentare zu entkräften, die ausschliesslich in der serbisch-kirchenslavischen Übersetzung von Dečani 88 enthalten sind. Der Übersetzer der Traktate hat deren argumentative Form im wesentlichen nicht angetastet und nur gelegentlich versucht, die Zugehörigkeit der einzelnen Argumente dem Leser durch Marginalscholien deutlich zu machen.