1000 resultados para Lasso, Orlando di, 1532-1594
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Port cities have represented one of the first forms of urbanization in which maritime culture has had an important role in the construction of the city. This culture has often been the foundation of an evolving tendency confronted with other lines of development, against which it has alternately integrated itself creatively, or has had to compete. The study of the multiplicity of these evolving processes, with their corresponding conflicts, can be useful to develop a critical vision of the grand transformations of industrial ports in urban areas and to initiate a critical reflection which would help to interpret current tendencies. The Barcelona case seems to be exemplary because the new projects for the transformation of the old port, focused on providing a service for luxury boats, have reopened a discussion on urban transformation works carried out in the past and have mostly revealed that the relationship between the port and the city is in constant evolution.For this reason there is a discussion about the extent to which large scale port transformations can have repercussions on maritime culture in a locality and what the role of maritime culture is with respect to fundamental economic strategies linked mostly to the construction of the post-Fordist city
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El treball que es presenta a continuació pretén fer un aprofundiment en la metodologia pedagògica “Emozione di conoscere e desiderio di esistere”, nascuda a Itàlia i usada com a referent en l’Educació Especial, amb la intensió de poder valorar de quina manera afecta la seva pràctica en el desenvolupament de l’autonomia de l’infant. Per fer-ho, s’ha fet un recull dels estudis més rellevants relacionats amb el mètode “Emozione di conocscere” i amb el concepte d’autonomia. Seguidament, s’ha fet una observació acurada per poder descriure la posada en pràctica d’un projecte basat en aquesta metodologia i analitzar com aquest intervé en desenvolupar dita competència en els alumnes. Tot això, emmarcat dins l’escenari de la “Scuola Elementare Pirazzini”, situada al centre – nord d’Itàlia.
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BACKGROUND: Autologous blood transfusion (ABT) efficiently increases sport performance and is the most challenging doping method to detect. Current methods for detecting this practice center on the plasticizer di(2-ethlyhexyl) phthalate (DEHP), which enters the stored blood from blood bags. Quantification of this plasticizer and its metabolites in urine can detect the transfusion of autologous blood stored in these bags. However, DEHP-free blood bags are available on the market, including n-butyryl-tri-(n-hexyl)-citrate (BTHC) blood bags. Athletes may shift to using such bags to avoid the detection of urinary DEHP metabolites. STUDY DESIGN AND METHODS: A clinical randomized double-blinded two-phase study was conducted of healthy male volunteers who underwent ABT using DEHP-containing or BTHC blood bags. All subjects received a saline injection for the control phase and a blood donation followed by ABT 36 days later. Kinetic excretion of five urinary DEHP metabolites was quantified with liquid chromatography coupled with tandem mass spectrometry. RESULTS: Surprisingly, considerable levels of urinary DEHP metabolites were observed up to 1 day after blood transfusion with BTHC blood bags. The long-term metabolites mono-(2-ethyl-5-carboxypentyl) phthalate and mono-(2-carboxymethylhexyl) phthalate were the most sensitive biomarkers to detect ABT with BTHC blood bags. Levels of DEHP were high in BTHC bags (6.6%), the tubing in the transfusion kit (25.2%), and the white blood cell filter (22.3%). CONCLUSIONS: The BTHC bag contained DEHP, despite being labeled DEHP-free. Urinary DEHP metabolite measurement is a cost-effective way to detect ABT in the antidoping field even when BTHC bags are used for blood storage.
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L'obésité est un problème de santé qui augmente fortement dans tous les pays industrialisés. L'obésité infantile suit la même tendance vers le haut. Ce travail traite de l'éducation nutritionnelle adaptée aux enfants de 8 à 12 ans. Deux instruments pédagogiques sont présentés : le premier consiste en un conte qui révèle l'importance de l'alimentation pour la santé, le rôle que les différents aliments jouent dans le corps et les règles pour avoir une alimentation équilibrée; le deuxième est un jeu de société dont le but est de composer des repas équilibrés.
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Nel contributo è pubblicata la prima redazione conosciuta dell'Orazione con cui Giovanni della Casa nel 1549 chiese all'imperatore Carlo V la restituzione di Piacenza ai Farnese, loro sottratta dopo l'uccisione di Pier Luigi nel 1547. L'edizione documenta l'elaborazione d'autore con un apparato evolutivo del testo trasmesso dal manoscritto Vaticano Chigiano O vi 80. This article provides an edition of the first known version of Giovanni della Casa's request to the Emperor Charles V (1549) for the restitution of Piacenza to the Farnese family after Pier Luigi's murder in 1547. This edition documents the Author's working out with an evolutional apparatus of the text transmitted by the manuscript Chigiano O vi 80.
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Despite the difficulty of examining isolated cantos in Orlando Furioso and thus separating the text from the overall narrative structure, there are features present in Canto X which would encourage just such an approach. In addition to the borrowings from the Latin tradition to be found in the episode of Olimpia and the allegorical machine at work in the story of Ruggiero and Alcina, the canto evinces a consonance with the courtier spirit which was particularly active in the courts of Northern Italy and which went beyond a mere attention to heraldry and emblems. There is indeed a continuity with the figurative arts flourishing in Ferrara at the time, which saw Mantegna's antiquarian and sculpturesque works triumphed over by Titian's mythological paintings. So too with Ariosto, who after his initial "classicist" phase came to be inspired by Titian's work in a move that openly affirmed the originality and strength of his poetry.
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Antonio Brocardo è ricordato per essere entrato in polemica con Pietro Bembo, suscitando clamore e indignazione. Le fonti antiche sulla vita del Bembo lo descrivono come un folle intento a distruggere qualcosa che non riusciva bene a comprendere Vitaliani lo definisce, nel titolo della sua monografia del 1902 (l'unica fino ad ora dedicata al poeta), «vittima del bembismo», probabilmente risentendo dei pesanti giudizi sul cardinale già presenti in Leopardi e poi nel De Sanctis. Eppure, già a partire da Croce, si cerca di ricostruire in maniera meno pregiudizievole la figura del poeta veneziano, considerando più da vicino i testi pervenuti. Ci si trova, però, di fronte ad uno scarto imponente: la tradizione lo vuole opposto al bembismo, mentre la lirica brocardiana non sembra per molti aspetti differenziarsi così platealmente dal canone bembesco, a giudizio di molte storie letterarie. Questa nuova edizione mira: a ricostruire scrupolosamente la biografia del poeta, l'ambiente frequentato ed i rapporti con altri poeti/intellettuali del suo tempo; a fare finalmente chiarezza sulle polemiche che videro il giovane veneziano come protagonista, a partire dalle fonti contemporanee (correggendo quanto riportato dalle biografìe del Bembo o dalle storie letterarie); a fornire un adeguato commento alle sue rime, dopo aver ristabilito un sicuro testo critico; a fare maggior chiarezza sul rapporto tra Brocardo ed il furbesco letterario; a collocare il poeta in una ben determinata fase del petrarchismo.
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La tesi descrive il fenomeno di ricezione del mito faustiano all'interno della tradizione letteraria italiana di Otto e Novecento (1808-1945) nel suo sviluppo diacronico, individuando i nodi processuali emergenti ritenuti sistematici accanto alle tipologie predominanti della risposta testuale e alle più proficue rifunzionalizzazioni letterarie. La storia del mito di Faust è stata considerata aristotelicamente nella sua natura complessa ed evolutiva di fabula rinarrata, e di volta in volta risemantizzata in nuovi sistemi di valori, estetici e ideologici. Ma soprattutto in nuovi sistemi testuali. Scopo primario è stato infatti quello di comprendere come il mito di Faust sia entrato dentro alla cultura letteraria italiana e come abbia agito al suo interno, interferendo con essa. Naturalmente lo scambio e gli sviluppi hanno investito in modo reciproco e la tradizione accogliente e il mito stesso, producendo un allargamento esegetico delle sue possibilità semantiche: è infatti emersa una storia testuale che tematizza nel tempo il medesimo mito lungo assi interpretative anche estremamente divergenti. La ricerca ha portato alla scoperta di una ricca testualità rimossa dal canone della storia della letteratura italiana, anche se spesso prevalgono i testi-documento sui testi esteticamente più validi e significativi in sé; si tratta di una testualità talmente quantitativamente ricca da invitare ad un ripensamento qualitativo del fenomeno generale. Il mito di Faust, per due secoli percepito dalla critica dominante come distante ed estraneo alla cultura letteraria italiana, è invece riuscito ad entrare nella tradizione letteraria italiana, anche se attraverso modalità molto controverse: in linea di massima è potuto passare dal canone statico al canone dinamico laddove ha saputo influenzare e stimolare nuove vie significative di sviluppo formale. Il confronto della cultura letteraria italiana con il mito di Faust è stato in effetti caratterizzato subito da un doppio movimento discratico di rifiuto e dialogo. Il principale fattore di rifiuto è stato di carattere culturale: la difficoltà ad accettare un equilibrio fatto non di antitesi risolte in una sintesi ma di polarità aperte, irrisolte, in perpetuo bilanciamento, anche a livello formale reso in una tragedia franta in scene apparentemente autonome, divisa in due parti così diverse e chiusa da un lieto fine, mal si confaceva ai diffusi canoni classicisti di equilibrio formale, nonché alle esigenze romantiche di poesia moralmente chiara nel suo messaggio. Da qui le diffuse accuse di scarsa chiarezza e ambiguità morale, che andavano direttamente ad incontrarsi e sommarsi con i pregiudizi più propriamente teologico- religiosi di estraneità a quel mito nato come saga luterana dichiaratamente anti-papale. La condanna di carattere moralistico-cattolico risulta nei fatti propria più di certa cultura che non del largo pubblico che invece nel corso dell'Ottocento dimostra di gradire le versioni per musica e balletto di argomento faustiano, per quanto semplificata ed edulcorate rispetto alla leggenda originaria così come rispetto alla tragedia goethiana. Rispetto a tutti questi elementi di resistenza e rifiuto l'opera Mefistofele di Boito si presenta come snodo di opposizione consapevole e riferimento duraturo d'interrogazione critica. La principale linea di avvicinamento invece tra la cultura letteraria italiana e il mito di Faust resta quella del parallelo, già ideato dagli stessi intellettuali tedeschi d'inizio Ottocento, con l'opera ritenuta massima nel nuovo canone nazionale italiano da fine Settecento ad oggi: la Divina Commedia. Tanta critica, almeno fino alla metà del XX secolo, si rifà più o meno esplicitamente a questo parallelo pregiudiziale e testualmente piuttosto infondato ma molto produttivo, come si è attestato, a livello creativo. Questa ricostruzione ha voluto nel suo complesso dimostrare sul campo il valore di questo macrotesto faustiano come una delle vie maestre della dialettica tra tradizione e modernità, ancor più significativa nell'ambito di una cultura letteraria come quella italiana che, dopo l'estinguersi della sua centralità in epoca rinascimentale, si è rivelata particolarmente resistente al dialogo con le altre letterature fino al pieno Novecento.
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Tämä yksityiskohtainen Rooman kaupungin kartta on kuuluisa kaupunkihistorian ja -suunnittelun klassikko. Kartan tekijä Nolli (ca. 1692-1756) aloitti työnsä 1736 ja työskenteli 12 vuotta tutkien ja mitaten tarkasti kaupungin rakennukset, tontit, ja rakenteet. Lopputuloksensa syntyi Nuova pianta di Roma, usein vain Pianta grandeksi kutsuttu. Nolli määrittelee kaupungin paikat sen mukaan, ovatko ne julkisia tai puolijulkisia. Kaupungin vanhat ja modernit monumentit, kirkot, teatterit, puutarhat, torit, kadut ja pasaasit, joihin yleisöllä on pääsy, kuvataan valkoisella, yksityiset tilat on sävytetty tumman harmaiksi. Julkisiin rakennuksiin liittyvät arkkitehtuurisuunnitelmat on liitetty niiden oheen. Mukana on myös antiikin arkeologisten tilojen suunnitelmia, kuten Diokletianuksen kylpylät ja Colosseum, joiden kohdalla restauroidut osat on merkitty valkoisella. Kartta siis dokumentoi Rooman kulttuurisen ja taiteellisen tilan 1700-luvulla, aikana jolloin Rooma oli eurooppalaisen intelligentsian Grand Tourien määränpää.
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La presente tesi di ricerca si propone di studiare la danza della sarabanda come capolavoro di musica, retorica e poesia in tre delle Sechs Partiten für klavier di J. S. Bach (BWV 825-830). Lo studio svolto è fondamentalmente di tipo retorico: permette di individuare e interpretare la struttura oratorialepoetica del discorso letterario-musicale nelle tre danze scelte e di imarcarne i suoi aspetti più salienti di ritmica e ornatus. L’approccio permette di osservare, con uno sguardo di comparazione, la presenza di un percorso retorico comune alle tre sarabande, che evolve con gradualità, differenziandole nettamente: ciò riesce a valorizzare a pieno la danza nella sua forza ed efficacia espressiva, che la rende di fatto il movimento di massima commozione di ogni Partita.