929 resultados para LCA processi chimici impatto ambientale benzene n-butano


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Il seguente lavoro di tesi è nato durante un’attività di stage della durata di 7 mesi svolto all’interno della divisione Tea&Coffe di IMA S.p.A., azienda leader mondiale nella produzione di macchine automatiche per il confezionamento di prodotti farmaceutici, cosmetici, alimentari, tè e caffè. Le attività svolte si collocano all’interno di un progetto avviato da IMA per promuovere il passaggio ad un modello di industria necessariamente più evoluta, facendo leva sull’attitudine ad integrare e sviluppare nuove conoscenze e nuove tecnologie interdisciplinari e, allo stesso tempo, di massimizzare la sinergia tra le dimensioni tecnica ed economica, comportando una reale riduzione di sprechi nella filiera produttiva, commerciale ed ambientale. I moderni impianti di produzione devono infatti affrontare una sfida che li vede alla continua ricerca della produttività, ovvero di una produzione che remuneri velocemente e con ampi margini gli investimenti effettuati, della qualità dei prodotti e dei processi di produzione, ovvero della garanzia di soddisfacimento delle aspettative espresse ed inespresse del cliente, e della sicurezza per la salvaguardia della collettività e dell’ambiente. L’obiettivo di questo elaborato è stato quello di effettuare lo studio affidabilistico di una macchina automatica per la produzione di bustine di tè al fine di poterne studiare il suo comportamento al guasto e di elaborare in un secondo momento le politiche manutentive ottimizzate che ne permettano una gestione più efficiente. In questo ambito la macchina è stata scomposta in gruppi e sono stati esaminati tutti i pezzi di ricambio che sono stati richiesti in un arco temporale di durata pari a dieci anni, il fine è quello di poter individuare ed effettuare un’analisi affidabilistica dei componenti critici per poi procedere, attraverso l’uso di piattaforme software quali Weibull++ e Blocksim, col modellarne le distribuzioni statistiche e simulare il funzionamento del sistema nel suo complesso.

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L’obiettivo del presente lavoro di tesi è quello di approfondire i processi di rigenerazione cosiddetti bottom-up o dal basso, poiché sono promossi da gruppi di cittadini, associazioni, cooperative o altre forme del terzo settore, che, esprimendo le proprie esigenze ed idee innovative, ottengono poi approvazione dall’amministrazione o dai proprietari dei beni. Si tratta di un fenomeno ancora poco presente in letteratura, poiché piuttosto recente e tuttora riscontrabile in maniera spontanea e disorganica. Per questo motivo una congrua parte della ricerca si è concentrata sull’analisi di casi studio italiani, per i quali sono state eseguite interviste ai protagonisti e sopralluoghi al fine di comprendere nel dettaglio il processo di riattivazione. A questi, si sono poi studiati alcuni esempi di realtà associative che mirano a mappare e a sistematizzare il fenomeno dell’abbandono architettonico. Sebbene le esperienze si siano dimostrate differenti tra loro e specifiche per il contesto e il territorio in cui sono collocate. si sono tuttavia individuate caratteristiche e dinamiche comuni che inducono a pensare a una tipologia di processo. Alla luce delle analisi dei casi studio, si è formulata una strategia possibile per un edificio che pur serbando valore storico e grandi potenzialità, si trova in stato di abbandono da più di quaranta anni: Villa Ghigi a Bologna. Si tratta di un’ex-villa padronale, all’interno di uno dei più importanti parchi pubblici bolognesi per la sua varietà vegetale e animale e per la sua posizione prossima al centro storico. Il progetto-processo che si propone si fonda su ipotesi realistiche e concrete di rigenerazione e si sviluppa secondo cinque fasi temporali differenti. Nell’iter si è infatti previsto l’alternarsi di momenti più astratti, incentrati sul networking e la definizione di prospettive, con tempi più fisici. dedicati all’intervento architettonico e alle trasformazioni concrete.

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The archaeological excavations carried out in 2013 in the hut n. 16 of the protohistoric settlement of Brunku ’e s’Omu (central-western Sardinia) returned some metal products. The morpho-metric and functional study of these artifacts al-lowed the identification of two mending strips and other remains related to Bronze Age (late II millennium BC) ceramic vessels reparing. Some uncertainly dated slags and metal fragments were also identified. Visual examination and archaeometric investigation carried out by means of portable energy dispersive X-ray fluores-cence spectrometry (pXRF) were performed on these metals. The analyses were able to relate some remains to iron manufacturing and highlighted the lead composition of the other ones. The chosen approach further clarified some as-pects of nuragic metallurgists’ behaviour in selecting and processing metalliferous geo-materials.

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I fenomeni di contaminazione antropica da mercurio sono sempre più diffusi e preoccupanti, tanto da spingere all’ attivazione di politiche nazionali ed internazionali atte a ridurre o almeno “contenere” i rischi legati a questo metallo tossico. Con quest’obiettivo è prioritaria la necessità di determinare la concentrazione del metallo in maniera veloce, economica ed efficiente. Il seguente report intende fornire informazioni utili nell’utilizzo dello spettrofotometro DMA-80 nell’analisi di Hg in varie matrici ambientali. Lo strumento è stato acquistato dall’IAMC-CNR di Capo Granitola per rispondere alle esigenze progettuali del progetto “Dinamica dei processi di evasione e deposizione del mercurio nell’area industrializzata della Rada di Augusta e definizioni delle mappe di rischio sanitario per le popolazioni residenti” (prot.n°0000466 18/2/2011) finanziato dall’Assessorato alla Salute della Regione Sicilia con l’obbiettivo di verificare il potenziale impatto del mercurio, derivato dalle emissioni dei reflui non trattati dell’impianto di cloro-soda SYNDIAL Priolo-Gargallo sulle popolazioni residenti nell’aria fortemente industrializzata di Augusta-Melilli (Siracusa).

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La legge n.354 del 1975 ha apportato importanti cambiamenti nella vita detentiva. Viene messa in luce un nuovo senso della sanzione: una pena più umana in cui il detenuto non può più essere considerato un soggetto da diagnosticare, ma da conoscere e reinserire nel contesto sociale. Tuttavia il carcere resta una realtà complessa piena di problematiche e contraddizioni. Il seguente lavoro ha cercato di comprendere l’opinione dei detenuti su tematiche che quotidianamente ruotano intorno al carcere: recidiva, finalità rieducativa e sorveglianza dinamica. A tal proposito è stato somministrato un questionario appositamente strutturato su tali tematiche ad un campione di 161 detenuti. Il carcere aperto e la sorveglianza dinamica risultano una nuova conquista trattamentale. Solo un carcere più vivibile, pieno di opportunità può realmente rieducare il soggetto ed insegnargli ad essere libero nel rispetto della legge.

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Il numero di nuove sostanze psicoattive (NSP) acquistabile in internet e le informazioni relative alla loro modalità di assunzione a scopi curativi, ricreazionali e spirituali, stanno aumentando costantemente. Nomi come “legal highs”, “herbal highs” e “etno-drugs”, inducono i consumatori a credere che questi prodotti siano sicuri e naturali, sottostimandone o volutamente trascurandone le loro potenzialità farmaco-tossicologiche. Oltre a questo, l’impiego di sostanze naturali tradizionalmente impiegate all’interno di un rituale ben definito in etnie specifiche, in nuovi contesti ricreativi, porta spesso all’abuso delle stesse sostanze (Marti, 2013; 2015). Infatti, mentre l’uso tradizionale/etnico di queste sostanze naturali, non sembra essere associato a dipendenza, intossicazioni o problemi legati alla salute, una volta raggiunto il mercato mondiale, si assiste invece ad una escalation di problematiche ed intossicazioni. Queste derivano soprattutto dal fatto che uscendo da un contesto tradizionale per accedere in uno prettamente ricreazionale, cambiano numerosi fattori fondamentali tra cui: la via di somministrazione, la quantità assunta, l’assunzione di sostanze pure e la co-somministrazione con altre sostanze psicoattive.

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Introducción En los últimos años se ha llegado a un consenso mundial acerca de la necesidad de un desarrollo sostenible. Este hecho ha permitido contar con un cambio de perspectiva respecto del desarrollo, que se entiende como un proceso en el cual es necesario reconciliar aspectos económicos y sociales con las dimensiones biofísicas e los recursos naturales, y la capacidad del ecosistema para brindar servicios ambientales, para que la sociedad pueda continuar su proceso evolutivo…

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La pianificazione e la gestione dei processi è diventata un elemento critico a causa della crescente complessità delle attività all’interno delle organizzazioni. Nell’era dell’impresa digitale, la gestione dei processi di businesss viene coadiuvata mediante l’utilizzo di sistemi software che sono in grado di gestire una grande quantità di informazioni ovvero i sistemi BPM. Il Business Performance Management è una disciplina gestionale che si occupa di descrivere e gestire i processi di business di una organizzazione. L’obiettivo della seguente tesi è verificare se il modello del processo realizzato precedentemente all’implementazione del sistema reale possa permettere una più dettagliata analisi del sistema e anticipare relative problematiche che talvolta si evincono solamente durante il mero sviluppo. Inoltre si vuole verificare se il modello realizzato in fase di discussione di un nuovo progetto cliente possa poi migliorare anche lo scambio di informazioni nel team di sviluppo. A supporto di questa tesi è stato sviluppato un caso di studio reale in una società di gestione del risparmio specializzata in fondi di investimento immobiliare. Inizialmente si è proceduto con una prima fase di raccolta dei requisiti dell’applicativo che si è conclusa con la realizzazione dei modelli creati utilizzando due linguaggi che sono il Business Process Model and Notation (BPMN) e il Decision Model and Notation (DMN); il medesimo applicativo è stato successivamente implementato seguendo i modelli realizzati. I tempi globali di sviluppo del sistema e la migliore comprensione del modello da parte del team di sviluppo hanno fatto evincere l’utilità della modellazione a fronte di maggiori giornate uomo. Inoltre è stata riscontata maggiore manutenibilità complessiva del sistema.

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La influencia de Ernesto Nathan Rogers fue decisiva en la formación de gran parte de los arquitectos de la posguerra europea. A través de los numerosos libros' y escritos que publicó, entre los que destacan sus editoriales de la revista Casabella, que dirigió entre 1953 y 1965, desarrolló un corpus teórico en el que intentó establecer un puente entre la modernidad y la tradición. El pensamiento de Rogers quedó esbozado en el primer editorial que escribió para la revista Casabella a la que añadió el famoso término Continuitá. Las enseñanzas de Rogers calaron profundamente en tres jóvenes arquitectos que se formaron bajo el influjo de sus teorías: dos de ellos italianos, Vittorio Garatti y Roberto Gottardi, y otro cubano, Ricardo Porro. Durante sus años de formación, los tres entraron en contacto con la figura de Rogers. Garatti lo tuvo como profesor en el Politécnico de Milán. Gottardi fue el que más contacto tuvo, trabajando en su oficina entre 1956 y 1957, antes de su partida hacia Venezuela. Y Porro, de forma más efímera, a través de un curso de verano del CIAM en el año 1951 que se desarrolló en Venecia, en el que Rogers participó. Las Escuelas Nacionales de Arte de La Habana fueron sin lugar a dudas un laboratorio experimental donde estos tres jóvenes arquitectos idealistas pusieron en práctica una nueva forma de entender la arquitectura, que en ese momento se estaba gestando, a partir de una mirada crítica hacia el Movimiento Moderno. Pero este proyecto no se hubiese llevado a cabo con éxito sin las enseñanzas recogidas de uno de sus maestros, Ernesto Nathan Rogers, y que se podrían resumir en siguientes aspectos primordiales: el valor que para Rogers tenia la tradición en la arquitectura, tradición que los tres arquitectos recogerán claramente en La Habana; en la valoración de las preexistencias ambientales; en la continuidad que debía tener la nueva arquitectura con los ideales de los maestros del Movimiento Moderno; y, por último, la responsabilidad del intelectual y del artista en el contexto de la sociedad.

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Wind energy is evaluated positively, from the environmental point of view, considering the wind a renewable resource to produce electricity, avoiding the use of fossil resources during operation, but not much has been studied about the impacts associated with the materials of the wind turbines. This study aims to contribute to an improved understanding of the environmental implications of the materials in the moving parts of a wind turbine and how the Eco strategies as recycling are increasingly adopted to ensure the minimization of environmental impacts. First, we investigate the moving parts of a wind turbine highlighting possible hot spots of impacts. Second, we assess the benefit of introducing recycling materials instead of the originals. © Research India Publications.

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Until now health impact assessment and environmental impact assessment are two different issues, often not addressed together. Both issues have to be dealt with for sustainable building. The aim of this paper is to link healthy and sustainable housing in life cycle assessment. Two strategies are studied: clean air as a functional unity and health as a quality indicator. The strategies are illustrated with an example on the basis of Eco-Quantum, which is a Dutch whole-building assessment tool. It turns out that both strategies do not conflict with the LCA methodology. The LCA methodology has to be refined for this purpose.

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The occurrence and levels of airborne polycyclic aromatic hydrocarbons and volatile organic compounds in selected non-industrial environments in Brisbane have been investigated as part of an integrated indoor air quality assessment program. The most abundant and most frequently encountered compounds include, nonanal, decanal, texanol, phenol, 2-ethyl-1-hexanol, ethanal, naphthalene, 2,6-tert-butyl-4-methyl-phenol (BHT), salicylaldehyde, toluene, hexanal, benzaldehyde, styrene, ethyl benzene, o-, m- and pxylenes, benzene, n-butanol, 1,2-propandiol, and n-butylacetate. Many of the 64 compounds usually included in the European Collaborative Action method of TVOC analysis were below detection limits in the samples analysed. In order to extract maximum amount of information from the data collected, multivariate data projection methods have been employed. The implications of the information extracted on source identification and exposure control are discussed.

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Objective The review addresses two distinct sets of issues: 1. specific functionality, interface, and calculation problems that presumably can be fixed or improved; and 2. the more fundamental question of whether the system is close to being ready for ‘commercial prime time’ in the North American market. Findings Many of our comments relate to the first set of issues, especially sections B and C. Sections D and E deal with the second set. Overall, we feel that LCADesign represents a very impressive step forward in the ongoing quest to link CAD with LCA tools and, more importantly, to link the world of architectural practice and that of environmental research. From that perspective, it deserves continued financial support as a research project. However, if the decision is whether or not to continue the development program from a purely commercial perspective, we are less bullish. In terms of the North American market, there are no regulatory or other drivers to press design teams to use a tool of this nature. There is certainly interest in this area, but the tools must be very easy to use with little or no training. Understanding the results is as important in this regard as knowing how to apply the tool. Our comments are fairly negative when it comes to that aspect. Our opinion might change to some degree when the ‘fixes’ are made and the functionality improved. However, as discussed in more detail in the following sections, we feel that the multi-step process — CAD to IFC to LCADesign — could pose a serious problem in terms of market acceptance. The CAD to IFC part is impossible for us to judge with the information provided, and we can’t even begin to answer the question about the ease of using the software to import designs, but it appears cumbersome from what we do know. There does appear to be a developing North American market for 3D CAD, with a recent survey indicating that about 50% of the firms use some form of 3D modeling for about 75% of their projects. However, this does not mean that full 3D CAD is always being used. Our information suggests that AutoDesk accounts for about 75 to 80% of the 3D CAD market, and they are very cautious about any links that do not serve a latent demand. Finally, other system that link CAD to energy simulation are using XML data transfer protocols rather than IFC files, and it is our understanding that the market served by AutoDesk tends in that direction right now. This is a subject that is outside our area of expertise, so please take these comments as suggestions for more intensive market research rather than as definitive findings.

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Manufacture, construction and use of buildings and building materials make a significant environmental impact internally (inside the building), locally (neighbourhood) and globally. Life cycle assessment (LCA) methodology is being applied for evaluating the environmental impact of building/or building materials. One of the major applications of LCA is to identify key issues of a product system from cradle to grave. Key issues identified in an LCA lead one to the right direction in assessing the environmental aspects of a product system and help to identify the areas for improvement of the environmental performance of a product as well. The purpose of this paper is to suggest two methods for identifying key issues using an integrated tool (LCADesign), which has been developed to provide a method of determining the best alternative for reducing environmental impacts from a building or building materials, and compare both methods in the case study. This paper assists the designers or marketers related to building or building materials in their decision making by giving information on activities or alternatives which are identified as key issues for environmental impacts.

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Understanding the differences between the temporal and physical aspects of the building life cycle is an essential ingredient in the development of Building Environmental Assessment (BEA) tools. This paper illustrates a theoretical Life Cycle Assessment (LCA) framework aligning temporal decision-making with that of material flows over building development phases. It was derived during development of a prototype commercial building design tool that was based on a 3-D CAD information and communications technology (ICT) platform and LCA software. The framework aligns stakeholder BEA needs and the decision-making process against characteristics of leading green building tools. The paper explores related integration of BEA tool development applications on such ICT platforms. Key framework modules are depicted and practical examples for BEA are provided for: • Definition of investment and service goals at project initiation; • Design integrated to avoid overlaps/confusion over the project life cycle; • Detailing the supply chain considering building life cycle impacts; • Delivery of quality metrics for occupancy post-construction/handover; • Deconstruction profiling at end of life to facilitate recovery.