984 resultados para Guggenheim-museo


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Esta investigación realiza una observación etnográfica profunda a uno de los programas más exitosos de Turismo de Favela en Rio de Janeiro, los esfuerzos para el controle de la violencia y para la sostenibilidad del Turismo Justo como forma de incluir los habitantes de la comunidad entre los actores de esto destino peculiar denominado Favela da Providência. A partir del análisis de esta experiencia, se buscan extraer líneas de acción que permitan generar nuevas políticas para el controle de la violencia en áreas marginales y acciones que incluyen los habitantes de las Favelas en la actividad turística. Este trabajo presupone, por ende, una exhaustiva descripción de las dinámicas sociales al interior de esta comunidad, de su configuración histórica, de sus espacios y actores, y de las condiciones socio-culturales que permitieron el éxito y manutención de este proceso de desarrollo turístico Sostenible.

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Fil: Dicroce, Carlos. Universidad Nacional de La Plata. Facultad de Humanidades y Ciencias de la Educación; Argentina.

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Es una revisión e interpretación profunda de la Teoría Institucional de Arte cuya reflexión se extiende hasta la Curaduría Creativa, un fenómeno del arte contemporáneo, del que podría predicarse un estatus de obra de arte. El objetivo principal pretende defender las condiciones bajo las cuales la curaduría puede considerarse una obra de arte.

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El Museo de la Arepa es un restaurante que estará ubicado en la localidad de La Candelaria en la ciudad de Bogotá, con un enfoque de autoservicio que ofrece arepas típicas colombianas en cinco variedades distintas, cada una de las cuales representa una región del país. Sera constituida a través de la Sociedad por Acciones Simplificada S.A.S. El proyecto nace de la iniciativa de dos familias y de sus gustos gastronómicos y tradiciones familiares. Queremos crear un espacio de ocio dedicado a la cultura y a la cocina y que resalte uno de los productos insignias, símbolo de nuestra identidad colombiana e icono de nuestra gastronomía: la arepa. Queremos convertirnos en la mejor opción para comer arepas en Bogotá y ofrecerle a nuestros comensales, además de un producto delicioso y de la mejor calidad, un lugar de esparcimiento diferente en el que se encuentren con el arte local de esta zona por medio de exposiciones de artistas urbanos, presentaciones musicales y de danza y una conceptualización tipo museo del lugar. Nos encontramos en una etapa de consolidación y se espera realizar la apertura del restaurante en enero de 2017. Actualmente, se está realizando la búsqueda del establecimiento donde nos ubicaremos en La Candelaria entre los barrios La Catedral y la Concordia.

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La tesi si propone di approfondire il tema dell’Alternanza scuola-lavoro (ASL) al museo, un ambito di interesse che ha ricevuto un’importante attenzione a seguito della promulgazione della L.107/2015. La legge ha, infatti, stabilito l’obbligatorietà per tutti gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado di svolgere dei percorsi di ASL in contesti di lavoro differenti, con un esplicito riferimento a quello museale. Il contesto di riferimento scelto per la ricerca è l’Emilia-Romagna, una scelta fatta tenendo conto dell’impegno che la regione ha portato avanti, già dalla fine degli anni Novanta, in direzione di valorizzazione di percorsi integrati scuola-formazione professionale. La ricerca è partita dall’analisi della letteratura di riferimento sul rapporto istruzione-mondo del lavoro in ambito nazionale e internazionale e ha previsto due successive fasi: la prima con una esplorazione qualitativa del fenomeno su un campione ristretto di testimoni privilegiati, appartenenti all’ambito istituzionale, scolastico e museale mediante interviste; la seconda con un’esplorazione quantitativa del fenomeno tramite survey su un campione più ampio mediante la sommistrazione di questionari rivolti agli studenti e ai referenti e tutor ASL delle scuole e dei musei. Nello specifico l’analisi ha coinvolto 430 studenti di 28 scuole della regione che hanno partecipato a 495 percorsi di alternanza scuola-lavoro realizzati nel corso del triennio e a partire dall’anno scolastico 2015-2016. Inoltre hanno preso parte alla ricerca 56 referenti e tutor ASL di 45 scuole e 86 referenti e tutor ASL provenienti da 83 musei.

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Il Museo Monumento al Deportato politico e razziale nel Castello dei Pio a Carpi (MO), a pochi passi dal Campo nazionale della deportazione razziale e politica di Fossoli, è il risultato di un concorso pubblico nazionale bandito nel 1963, frutto dell’impegno civile tra istituzioni, associazioni e intellettuali. Tra questi il gruppo BBPR il quale, in collaborazione con l’artista Renato Guttuso, si aggiudicheranno la vittoria del concorso. Il progetto vincitore, pur apportando alcune modifiche in fase di realizzazione, manterrà la sua impostazione antiretorica, utilizzando un linguaggio rigoroso e astratto. Partendo dalle caratteristiche che rendono quest’opera una struttura unica nel suo genere, obiettivo principale di questa ricerca di Dottorato è quello di restituire una genealogia del Museo Monumento al Deportato politico e razziale dei BBPR, ricostruendo il quadro culturale e politico italiano nel lasso di tempo che intercorre dalla fine della Seconda Guerra Mondiale (1945) e l’anno della sua inaugurazione (1973). Tale approccio metodologico scelto costituisce l’aspetto di novità della ricerca: un punto di vista ancora inedito con cui guardare il Museo-Monumento, differenziandosi, così, dalle più recenti pubblicazioni sullo stesso, le quali si concentrano soprattutto sulle logiche progettuali del Museo. In conclusione, lo scopo di questa tesi è quella di dare una nuova chiave interpretativa al Museo, che sia non solo un arricchimento alla sua conoscenza ma che, altresì, attesti l’esistenza di un’identità, altrettanto unica e irripetibile, della memoria della deportazione nella cultura architettonica italiana presa in esame, frutto di una “cultura condivisa” tra architetti, artisti, scrittori, politici e intellettuali, accumunati dalle tragiche vicende che in quest’opera si vogliono narrare.

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In questo elaborato viene proposta la traduzione in lingua russa dei pannelli esplicativi e delle didascalie presenti nel Museo di Casa Vasari di Arezzo, un esempio di dimora d’artista che, ancora dopo secoli, si conserva in gran parte inalterata. La struttura della tesi di laurea ricalca il percorso di visita del museo. Al commento, in cui si analizzano le principali difficoltà traduttive e si elencano le strategie adottate, segue la traduzione dei testi collocati all’ingresso, che offrono una panoramica generale sul periodo storico e sulla vita dell’artista. Si propone poi la traduzione dei pannelli e delle didascalie presenti nella Camera della Fama e delle Arti, la prima sala a cui il visitatore accede. Si procede successivamente con lo Stanzino vasariano, la Camera di Apollo e delle Muse e la Cucina. A seguire il Corridoio di Cerere, che conduce agli “Orti” di Casa Vasari, un giardino pensile in stile rinascimentale, la Camera di Abramo e la Sala del trionfo della Virtù, sala di rappresentanza della residenza aretina. Per finire, si propone la traduzione dei testi presenti nella Cappellina, un piccolo ambiente con cui si conclude il percorso di visita. Pannelli e didascalie sono tradotti con l’aiuto di strumenti enciclopedici e dizionari. Rientrano nelle ricerche svolte anche le visite fatte al museo per osservare gli affreschi e le opere esposte.

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La tesi si pone l’obiettivo di indagare quelli che sono gli avvenimenti successivi all’unità d’Italia in uno dei simboli più importanti per la città di bologna, la Basilica di San Petronio. Lo studio si colloca come proseguimento e completamento di due tesi precedentemente compilate, andando ad approfondire sia il cambiamento dal punto di vista legislativo ma anche le azioni restaurative compiute nel periodo di riferimento preso in analisi. La prima fase di lavoro è stata caratterizzata dalla ricerca dei cambiamenti legislativi e normativi avvenuti dal 1860 che accompagnano la creazione della legge di tutela dei monumenti, varata agli inizi del ’900. La seconda fase è iniziata con una significativa ricerca archivistica e con una successiva analisi dei documenti che ha portato ad evidenziare i lavori di restauro sia all’esterno della basilica e che all’interno. Successivamente è stato svolto un approfondimento sui dibattiti relativi al completamento della facciata caratteristici di fine ‘800 e inizi ‘900, andando ad analizzare nei rispettivi concorsi, i principi e modalità di analisi e scelta della soluzione più adeguata. La terza fase ha riguardato il progetto per l’allestimento di una sala museale, che va a creare un proseguimento con quelle che sono le due sale museali già esistenti, ma non adeguate a creare un percorso tale da raccontare gli avvenimenti più recenti della fabbrica. Quindi con il progetto in esame si propone di aumentare lo spazio di allestimento, dedicando l’area interessata alla storia della basilica, ai restauri ottocenteschi, ai progetti per il completamento della facciata e ai recenti restauri eseguiti, lasciando il museo attuale alla conservazione degli oggetti sacri ed ecclesiastici. Inoltre, si è posto l’obiettivo di illuminare efficacemente l’intero ambiente, di conseguenza è stato progettato un impianto d’illuminazione tale da aumentare il confort visivo e permettere una semplice lettura e visualizzazione dei materiali esposti.

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Il lavoro proposto si pone l’obiettivo di progettare l’impianto di climatizzazione del Museo Nazionale della Resistenza, sito in Milano, sulla base dei criteri di riduzione delle emissioni climalteranti e valorizzando l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili presenti nel territorio, nella fattispecie attraverso lo sfruttamento dell’acqua di falda e dell’energia solare. Il primo capitolo è dedicato alla descrizione del processo di dimensionamento effettuato ed ai criteri di progettazione adottati. Lo sfruttamento diretto dell’energia solare avviene attraverso un impianto fotovoltaico integrato alla struttura museale; nel secondo capitolo viene stimata la sua capacità di produzione elettrica annuale. Vengono quindi messi a confronto i risultati ottenuti, calcolati sia su base mensile in relazione alla norma UNI 10349, sia attraverso una simulazione energetica di tipo dinamico condotta su base oraria mediante l’utilizzo del software IES VE. Viene inoltre valutata la capacità della cella fotovoltaica nel convertire la radiazione incidente in energia elettrica ed analizzato il suo comportamento al variare delle condizioni operative. Nel terzo capitolo vengono studiati gli effetti dell’irraggiamento estivo sulle pareti opache del museo, valutando la capacità delle murature di ritardare l’onda di flusso termico. È inoltre effettuata una trattazione analitica per il calcolo dei parametri necessari a determinare il comportamento dinamico dell’involucro. Attraverso la simulazione dinamica è stato possibile stimare le richieste energetiche ed elettriche, estive e invernali, della struttura museale. La soluzione impiantistica proposta per la generazione di acqua calda e refrigerata, fa uso di gruppi polivalenti acqua-acqua con possibilità di condensare o evaporare con acqua di falda. Tale soluzione viene poi analizzata e confrontata con una più versatile, ma meno efficiente, una pompa di calore aria-acqua.

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O presente trabalho teve como objetivo a obtenção de isotermas de dessorção de filés de bonito (Sarda sarda), previamente salgados a vácuo e defumados com fumaça líquida. As isotermas foram obtidas a quatro temperaturas (5, 25, 40 e 60 ºC) em condições de dessorção, através do método gravimétrico estático, com soluções salinas saturadas. Os dados experimentais foram ajustados a quatro modelos da literatura (BET linearizado, GAB, Henderson e Oswin modificado). Os resultados mostraram que as isotermas tomaram forma sigmoidal de tipo II e que o modelo de Guggenheim-Anderson-deBoer (GAB) foi aceitável para modelar os dados experimentais. O calor isostérico de dessorção, um parâmetro necessário para simular e projetar adequadamente o secador, também foi calculado e pode ser representado através de um modelo matemático simples, em função da umidade de equilíbrio.

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Background: Calcineurin, a serine/threonine-specific protein phosphatase, plays an important role in the control of cell morphology and virulence in fungi. Calcineurin regulates localization and activity of a transcription factor called CRZ1. Recently, we characterize Aspergillus fumigatus CRZ1 homologue, AfCrzA. Here, we investigate which pathways are influenced by A. fumigatus AfCrzA during a short pulse of calcium by comparatively determining the transcriptional profile of A. fumigatus wild type and.AfcrzA mutant strains. Results: We were able to observe 3,622 genes modulated in at least one timepoint in the mutant when compared to the wild type strain (3,211 and 411 at 10 and 30 minutes, respectively). Decreased mRNA abundance in the Delta crzA was seen for genes encoding calcium transporters, transcription factors and genes that could be directly or indirectly involved in calcium metabolism. Increased mRNA accumulation was observed for some genes encoding proteins involved in stress response. AfCrzA overexpression in A. fumigatus increases the expression of several of these genes. The deleted strain of one of these genes, AfRcnA, belonging to a class of endogenous calcineurin regulators, calcipressins, had more calcineurin activity after exposure to calcium and was less sensitive to menadione 30 mu M, hydrogen peroxide 2.5 mM, EGTA 25 mM, and MnCl(2) 25 mM. We constructed deletion, overexpression, and GFP fusion protein for the closely related A. nidulans AnRcnA. GFP

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Background: With nearly 1,100 species, the fish family Characidae represents more than half of the species of Characiformes, and is a key component of Neotropical freshwater ecosystems. The composition, phylogeny, and classification of Characidae is currently uncertain, despite significant efforts based on analysis of morphological and molecular data. No consensus about the monophyly of this group or its position within the order Characiformes has been reached, challenged by the fact that many key studies to date have non-overlapping taxonomic representation and focus only on subsets of this diversity. Results: In the present study we propose a new definition of the family Characidae and a hypothesis of relationships for the Characiformes based on phylogenetic analysis of DNA sequences of two mitochondrial and three nuclear genes (4,680 base pairs). The sequences were obtained from 211 samples representing 166 genera distributed among all 18 recognized families in the order Characiformes, all 14 recognized subfamilies in the Characidae, plus 56 of the genera so far considered incertae sedis in the Characidae. The phylogeny obtained is robust, with most lineages significantly supported by posterior probabilities in Bayesian analysis, and high bootstrap values from maximum likelihood and parsimony analyses. Conclusion: A monophyletic assemblage strongly supported in all our phylogenetic analysis is herein defined as the Characidae and includes the characiform species lacking a supraorbital bone and with a derived position of the emergence of the hyoid artery from the anterior ceratohyal. To recognize this and several other monophyletic groups within characiforms we propose changes in the limits of several families to facilitate future studies in the Characiformes and particularly the Characidae. This work presents a new phylogenetic framework for a speciose and morphologically diverse group of freshwater fishes of significant ecological and evolutionary importance across the Neotropics and portions of Africa.

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Background: Microarray techniques have become an important tool to the investigation of genetic relationships and the assignment of different phenotypes. Since microarrays are still very expensive, most of the experiments are performed with small samples. This paper introduces a method to quantify dependency between data series composed of few sample points. The method is used to construct gene co-expression subnetworks of highly significant edges. Results: The results shown here are for an adapted subset of a Saccharomyces cerevisiae gene expression data set with low temporal resolution and poor statistics. The method reveals common transcription factors with a high confidence level and allows the construction of subnetworks with high biological relevance that reveals characteristic features of the processes driving the organism adaptations to specific environmental conditions. Conclusion: Our method allows a reliable and sophisticated analysis of microarray data even under severe constraints. The utilization of systems biology improves the biologists ability to elucidate the mechanisms underlying celular processes and to formulate new hypotheses.

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Males of solitary bees usually spend the night in clusters on small branches of plants, cavities and flowers. The individuals usually return to the same location each evening during their life, exhibiting site fidelity to a particular plant. We report on the sleeping roosts of the males of some oil-collecting bees of the genera Centris, Paratetrapedia, Lanthanomelissa, Monoeca, and Tetrapedia, as well as the host plants. We discuss the role of the male clusters to the associated plants.