996 resultados para ZOLA, EMILE,


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La tesi è incentrata sull'analisi dell'organizzazione retorica della prosa di Giorgio Manganelli, indagando il sistema ritmico attraverso il quale l'autore è in grado di creare un fluire sintattico che sfugge alle classificazioni di genere. Per Manganelli, infatti, il linguaggio è solamente organizzazione di se stesso, e perciò la scrittura ruota attorno a un centro narrativo vuoto, dissimulando l'assenza di necessità. Egli è un retore puntuale dotato di una straordinaria abilità compositiva, che gli consente di mettere in scena l'ambiguità insita nella retorica. Per affrontare questa analisi è stato opportuno avvalersi della critique du rythme ideata da Henri Meschonnic, a partire dalle riflessioni di Emile Benveniste sul concetto eracliteo di ritmo, poiché essa fornisce una prospettiva duttile, dinamica e svincolata da pregiudizi critici. Meschonnic infatti considera il ritmo non come schema metrico ma in quanto organizzazione del senso nel discorso, volto alla signifiance del testo. In quest'ottica si è tentato di costruire un percorso attraverso le opere di Manganelli per descrivere il sistema retorico su cui si fonda la sua scrittura, a partire dai materiali del suo laboratorio (poesie, prose, appunti di diario, scambi epistolari) fino all'ideazione di discorsi pseudo-teologici che si presentano come allegoria stessa della scrittura. Si sono analizzati in particolare la trasposizione letteraria della tecnica musicale della variazione in Nuovo commento (1969), e il ritmo del periodo ipotetico in Rumori o voci (1987), testo emblematico della ricerca di Manganelli sulle potenzialità del linguaggio. Infine la prosa manganelliana è stata messa a confronto con quella di altri importanti autori italiani del Novecento (Pavese, Gadda, Camporesi, Celati), al fine di comparare tra loro diverse organizzazioni ritmiche del linguaggio, e ricollocando così Manganelli al centro del panorama letterario italiano con tutta la sua eversiva marginalità.

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Lo studio effettuato si inserisce all’interno di una collaborazione tra il DICAM e la Provincia di Bologna ed ha come obiettivo l’analisi di sicurezza della SP26 “Valle del Lavino”, poichè risulta la terza tratta stradale a maggior costo sociale di tutta la rete provinciale. Il rapporto di analisi redatto a seguito del Road Safety Review ha infatti evidenziato numerosi deficit in termini di sicurezza dell’infrastruttura, tra cui gli attraversamenti pedonali. Obiettivo specifico della tesi è stato quello di valutare lo stato attuale di sicurezza degli attraversamenti pedonali presenti lungo il tracciato stradale in esame, in maniera tale da individuare, sulla base di una correlazione fra l’ubicazione degli attraversamenti stessi e il comportamento degli utenti alla guida dei veicoli, le intersezioni pedonali più gravosi, che per questo, in un piano di riqualifica della tratta stradale, richiederebbero opportuni interventi di adeguamento e messa in sicurezza. Con questa finalità è stata programmata ed eseguita una campagna di prove su strada che ha coinvolto un campione di 10 utenti, aventi determinati requisiti di base, del tutto ignari dell’obiettivo che si voleva perseguire e inesperti del tracciato di prova. La sperimentazione ha previsto l’impiego, fondamentale, di metodologie innovative, quali il V-Box e il Mobile Eye Detector, in grado di tener conto del comportamento degli utenti alla guida: il primo permette di rilevare l’andamento delle velocità dei partecipanti lungo il tracciato, il secondo restituisce il tracciamento del punto di vista del conducente alla guida. A ciascun partecipante è stato richiesto di condurre un veicolo, non di loro proprietà, per l’intero tratto della SP26 posto esame, compreso tra la progressiva 0+000, in comune di Zola Predosa, e la progressiva 19+200, in località Badia (comune di Monte San pietro), in andata e in ritorno per un complessivo di 38,4 km di tracciato da esaminare. Al conducente alla guida è stato richiesto di indossare durante tutta la guida l’occhiale Mobile Eye mentre l’auto di prova è stata dotata della strumentazione V-Box.

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Il presente elaborato è dedicato alla proposta di traduzione, dallo spagnolo in italiano, del romanzo di Antonio Ventura "Un amor en tres tiempos". Protagonisti della storia sono Emile e Alexandra e il sentimento amoroso che li lega lungo i ventotto anni in cui essa si sviluppa. Attraverso le loro emozioni e le loro paure, Ventura ci fa entrare, in modo mirabile, nel mondo dei due protagonisti, con un’approfondita indagine introspettiva nella loro vita, seguendo l’evoluzione di un sentimento che si modula, nei tre tempi cui fa accenno il titolo, dall’infanzia, quindi l’adolescenza, infine, l’età adulta. Oltre all’introduzione e alle conclusioni, il lavoro si compone di cinque capitoli: il primo è dedicato all’autore che ho avuto modo di conoscere di persona e di incontrare più volte, sia in Italia sia in Spagna, e con cui ho mantenuto uno stretto rapporto di collaborazione lungo tutto il percorso traduttivo; nel secondo sviluppo la mia analisi del testo focalizzandomi su trama, paratesto, temi, personaggi, narratore, tempo e spazio della storia e stile dell’autore; il terzo, che contiene la proposta di traduzione, è seguito dal commento alla traduzione, argomento sia del quarto capitolo, di carattere teorico, che del quinto, in cui si analizzano più da vicino i problemi traduttivi riscontrati e le strategie messe in atto per risolverli.

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La presente ricerca è stata svolta con l’obbiettivo di valutare le caratteristiche prestazionali di pavimentazioni in conglomerato bituminoso con aggiunta di PFU. Il prodotto è un legante bituminoso modificato, al quale il polverino di gomma da PFU è aggiunto manualmente (meccanicamente) al mescolatore tramite tecnologia Dry, nella quale la frazione di gomma è impiegata in sostituzione a una porzione di inerti fini. Ai fini di tale studio sono stati stesi 300 metri di SMA lungo la S.P. 569 nel centro abitato di Zola Predosa (BO) durante la quale sono state effettuate le analisi ambientali. Di questi 300 metri, una parte è costituita da SMA tradizionale, mentre la parte restante è divisa tra SMA contenente 1,20% in peso di PFU e SMA contenente 0,75% in peso di PFU. Sono state predisposte 3 diverse indagini sperimentali: a 2 mesi dalla stesa (31 Luglio 2014), a 6 mesi e la terza ad 1 anno dalla prima sessione di controllo. Nella prima campagna è stato eseguito il prelievo di campioni carotati per la verifica fisico-meccanica delle miscele posate e degli spessori, mentre per tutte le campagne di prova tutte sono state effettuate analisi per la valutazione dell’aderenza, della tessitura e dell’emissione e assorbimento acustico della pavimentazione. L’elaborato è sviluppato nel seguente modo: sarà prima presentata una panoramica sul problema del riciclaggio di PFU. Verranno poi riportate le norme che regolano l’uso delle strumentazioni utilizzate durante le prove e la trattazione dei dati che ne derivano. Verrà poi descritto il campo prove, la stesa sperimentale e tutti i test effettuati sul sito di Zola Predosa. Successivamente verrà effettuata l’analisi dei dati rispettivamente per l’analisi ambientale, il pendolo, l’altezza in sabbia, l’analisi dei livelli acustici, il LaserProf, lo Skiddomter BV11 e il Laser NextEngine HD. Infine verranno tratte le conclusioni, basate sulle analisi condotte, al fine di valutare il rendimento delle pavimentazioni indagate.

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I campi di impiego della gomma da pneumatici fuori uso (PFU) nel settore stradale sono vari ed il numero di studi che comprovano l'utilizzo di questo materiale di riciclo è crescente. Il prodotto esaminato nella seguente ricerca è un legante bituminoso modificato (PmB tradizionale), al quale il poverino di gomma da PFU è aggiunto manualmente (meccanicamente) al miscelatore. La tecnologia è di tipo Dry, nella quale la frazione di gomma è impiegata in sostituzione a una porzione di inerti fini, direttamente nel conglomerato. Ai fini di tale studio sono stati stesi 300 metri di SMA (Splitt Mastix Asphalt) lungo la S.P. 569 nel centro abitato di Zola Predosa (BO). Di questi una parte è costituita da SMA tradizionale, mentre la parte restante è divisa tra SMA contenente 1,20% in peso di PFU e SMA contenente 0,75% in peso di PFU. Durante la stesa sono effettuate delle prove sull'esposizione dei lavoratori a inquinanti presenti in miscele bituminose con addizione di poverino da PFU e prove di esposizione ambientale. Sono state successivamente predisposte 3 diverse indagini sperimentali: la prima nell'arco di due giorni (02-03 Ottobre 2014) a due mesi dalla stesa del materiale (31 Luglio 2014), la seconda oltre sei mesi dalla stesa (14-15 Aprile 2015) e la terza ad 1 anno dalla prima sessione di controllo (Ottobre 2015). Nella prima campagna di indagine è stato eseguito il prelievo di campioni carotati per la verifica fisico-meccanica delle miscele posate e degli spessori. In tutte e tre le campagne di indagine sono state effettuate prove per la valutazione dell'emissione e dell'assorbimento acustico della pavimentazione tramite tecnologia Close Proximity Index (CPX). I dati raccolti riguardati le emissioni ambientali e l'inquinamento acustico sono stati poi analizzati al in di determinare il grado di deterioramento delle caratteristiche superficiali e di confrontare il comportamento dei diversi materiali all'usura.

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Background In the 19th century, eminent French sociologist Emile Durkheim found suicide rates to be higher in the Protestant compared with the Catholic cantons of Switzerland. We examined religious affiliation and suicide in modern Switzerland, where assisted suicide is legal. Methods The 2000 census records of 1 722 456 (46.0%) Catholics, 1 565 452 (41.8%) Protestants and 454 397 (12.2%) individuals with no affiliation were linked to mortality records up to December 2005. The association between religious affiliation and suicide, with the Protestant faith serving as the reference category, was examined in Cox regression models. Hazard ratios (HRs) with 95% confidence intervals (CIs) were adjusted for age, marital status, education, type of household, language and degree of urbanization. Results Suicide rates per 100 000 inhabitants were 19.7 in Catholics (1664 suicides), 28.5 in Protestants (2158 suicides) and 39.0 in those with no affiliation (882 suicides). Associations with religion were modified by age and gender (P < 0.0001). Compared with Protestant men aged 35–64 years, HRs (95% CI) for all suicides were 0.80 (0.73–0.88) in Catholic men and 1.09 (0.98–1.22) in men with no affiliation; and 0.60 (0.53–0.67) and 1.96 (1.69–2.27), respectively, in men aged 65–94 years. Corresponding HRs in women aged 35–64 years were 0.90 (0.80–1.03) and 1.46 (1.25–1.72); and 0.67 (0.59–0.77) and 2.63 (2.22–3.12) in women aged 65–94 years. The association was strongest for suicides by poisoning in the 65–94-year-old age group, the majority of which was assisted: HRs were 0.45 (0.35–0.59) for Catholic men and 3.01 (2.37–3.82) for men with no affiliation; 0.44 (0.36–0.55) for Catholic women and 3.14 (2.51–3.94) for women with no affiliation. Conclusions In Switzerland, the protective effect of a religious affiliation appears to be stronger in Catholics than in Protestants, stronger in older than in younger people, stronger in women than in men, and particularly strong for assisted suicides.

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Background The evaluation of the hepatic parenchyma in patients with chronic liver disease is important to assess the extension, localization and relationship with adjacent anatomical structures of possible lesions. This is usually performed with conventional abdominal ultrasound, CT-scan or magnetic resonance imaging. In this context, the feasibility and the safety of intravascular ultrasound in the liver have not been assessed yet. Methods We tested the safety and performance of an intracardiac echography (ICE) catheter applied by a transjugular approach into the hepatic veins in patients with chronic liver disease undergoing hepatic hemodynamic measurements. Results Five patients were enrolled in this pilot study. The insertion of the ICE catheter was possible into the right and middle, but not into the left hepatic vein. The position of the ICE was followed using fluoroscopy and external conventional ultrasound. Accurate imaging of focal hepatic parenchymal lesions, Doppler ultrasound of surrounding blood vessels and assessment of liver surface and ascites were achieved without complications. Conclusions This study demonstrated that a diagnostic approach using an ICE device inserted in the hepatic veins is feasible, safe and well tolerated. However, it remains for the moment only an experimental investigative tool. Whether ICE adds further information regarding parenchymal lesions and associated vascular alterations as compared to other techniques, needs additional investigation.

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The Krebs cycle is of fundamental importance for the generation of the energetic and molecular needs of both prokaryotic and eukaryotic cells. Both enantiomers of metabolite 2-hydroxyglutarate are directly linked to this pivotal biochemical pathway and are found elevated not only in several cancers, but also in different variants of the neurometabolic disease 2-hydroxyglutaric aciduria. Recently we showed that cancer-associated IDH2 germline mutations cause one variant of 2-hydroxyglutaric aciduria. Complementary to these findings, we now report recessive mutations in SLC25A1, the mitochondrial citrate carrier, in 12 out of 12 individuals with combined D-2- and L-2-hydroxyglutaric aciduria. Impaired mitochondrial citrate efflux, demonstrated by stable isotope labeling experiments and the absence of SLC25A1 in fibroblasts harboring certain mutations, suggest that SLC25A1 deficiency is pathogenic. Our results identify defects in SLC25A1 as a cause of combined D-2- and L-2-hydroxyglutaric aciduria.

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There has been a discontinuous but fairly persistent long-term decline in homicide rates in core European countries since about 1500. Since the 1950s, however, we observe an upward trend in violent crime not only in Europe but in almost all of the economically advanced nations that combine democratic political structures with free-market economies. The paper presents an explanatory scheme designed to account for both, the long decline and its apparent reversal. The theoretical model draws heavily upon ideas taken from the sociological work of Emile Durkheim and Norbert Elias—with some modifications and extensions. It seeks to integrate sociological and historical perspectives and to give due weight to both, structural and developmental forces. A key hypothesis is that the pacifying effects of the erosion of traditional collectivism can only be maintained to the extent by which “cooperative individualism” dominates over against the forces of “disintegrative individualism.” Some suggestions are made concerning the selection of appropriate indicators and the handling of methodological problems related to causal attribution.

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K`4 decays are interesting for several reasons: They allow an accurate measurement of a combination of S-wave pp scattering lengths, one form factor of the decay is connected to the chiral anomaly and the decay is the best source for the determination of some low energy constants of ChPT. We present a dispersive approach to K`4 decays, which takes rescattering effects fully into account. Some fits to NA48/2 and E865 measurements and results of the matching to ChPT are shown.

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par Emile Vandervelde. Suivi de Les Oevres d'assistance en Palestine juive par Jeanne-Emile Vandervelde

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par Emile Auguste Bégin

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Emil Zola. Iberzetzṭ fun frantzozišen durch J. Ḥ. Zagaradski

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[Rédigé et mis en ordre par Emile Picot] [[Elektronische Ressource]] : Bd. 1