1000 resultados para Citomegalovirus, Malalties de la retina, Sida


Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Incluye Bibliografía

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

A través de cuadros y gráficos se presentan las cifras correspondientes a la situación de la epidemia del VIH/SIDA en Chile con énfasis en el número de enfermos de SIDA, la distribución por sexo y edad de los casos notificados, la distribución regional, las categorías de exposición y el patrón de diseminación de la epidemia.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Inclut la bibliographie

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Introduzione. La movimentazione manuale di carichi è stata recentemente proposta come un possibile determinante del distacco di retina. Al fine di confortare quest’ipotesi, sono stati analizzati i tassi di incidenza di distacco di retina regmatogeno (DRR) idiopatico, trattato chirurgicamente, tra i residenti in Toscana addetti ad attività lavorative manuali, non manuali e casalinghe. Metodi. Le schede di dimissione ospedaliera (SDO) della Toscana contengono anche informazioni codificate sulla categoria generica di impiego. Sono stati utilizzati i dati di tutti i pazienti residenti in Toscana con una SDO emessa da un qualsiasi ospedale italiano nel periodo 1997-2009, con diagnosi principale di DRR (ICD-9: 361,0-361,07 e 361,9) e con DRG 36 (“interventi sulla retina”). Dopo l’eliminazione dei soggetti che non soddisfacevano i criteri di eligibilità, è stato deciso di restringere la popolazione in studio ai soggetti di età 25-59 anni, successivamente classificati in addetti ad attività lavorative manuali, non manuali o casalinghe. Risultati. Sono stati identificati 1.946 casi. Tra gli uomini, gli addetti ad attività lavorative manuali hanno riportato un tasso di incidenza standardizzato per età 1,8 volte più alto rispetto agli addetti ad attività lavorative non manuali (17,4 [IC95%, 16,1–18,7] vs. 9,8 [IC95%, 8,8–10,8]). Tra le donne, i tassi di incidenza standardizzati per età erano 1,9 volte più alti negli addetti ad attività lavorative manuali (11,1 [IC95%, 9,8–12,3]) e 1,7 volte più alti nelle casalinghe (9,5 [IC95%, 8,3–10,8]) rispetto agli addetti ad attività lavorative non manuali (5,7 [IC95%, 4,8–6,6]). Conclusioni. Lo studio mette in evidenza come gli addetti ad attività lavorative manuali siano maggiormente affetti da DRR idiopatico rispetto agli addetti ad attività lavorative non manuali. Questi risultati supportano l’ipotesi che la movimentazione manuale di carichi, che difficilmente può ritrovarsi come compito di attività lavorative non manuali, possa avere un ruolo causale nella genesi della patologia.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Il CMV è l’agente patogeno più frequente dopo trapianto (Tx) di cuore determinando sia sindromi cliniche organo specifiche sia un danno immunomediato che può determinare rigetto acuto o malattia coronarica cronica (CAV). I farmaci antivirali in profilassi appaiono superiori all’approccio pre-sintomatico nel ridurre gli eventi da CMV, ma l’effetto anti-CMV dell’everolimus (EVE) in aggiunta alla profilassi antivirale non è stato ancora analizzato. SCOPO DELLO STUDIO: analizzare l’interazione tra le strategie di profilassi antivirale e l’uso di EVE o MMF nell’incidenza di eventi CMV correlati (infezione, necessità di trattamento, malattia/sindrome) nel Tx cardiaco. MATERIALI E METODI: sono stati inclusi pazienti sottoposti a Tx cardiaco e trattati con EVE o MMF e trattamento antivirale di profilassi o pre-sintomatico. L’infezione da CMV è stata monitorata con antigenemia pp65 e PCR DNA. La malattia/sindrome da CMV è stato considerato l’endpoint principale. RISULTATI: 193 pazienti (di cui 10% D+/R-) sono stati inclusi nello studio (42 in EVE e 149 in MMF). Nel complesso, l’infezione da CMV (45% vs. 79%), la necessità di trattamento antivirale (20% vs. 53%), e la malattia/sindrome da CMV (2% vs. 15%) sono risultati significativamente più bassi nel gruppo EVE che nel gruppo MMF (tutte le P<0.01). La profilassi è più efficace nel prevenire tutti gli outcomes rispetto alla strategia pre-sintomatica nei pazienti in MMF (P 0.03), ma non nei pazienti in EVE. In particolare, i pazienti in EVE e strategia pre-sintomatica hanno meno infezioni da CMV (48 vs 70%; P=0.05), e meno malattia/sindrome da CMV (0 vs. 8%; P=0.05) rispetto ai pazienti in MMF e profilassi. CONCLUSIONI: EVE riduce significamene gli eventi correlati al CMV rispetto al MMF. Il beneficio della profilassi risulta conservato solo nei pazienti trattati con MMF mentre l’EVE sembra fornire un ulteriore protezione nel ridurre gli eventi da CMV senza necessità di un estensivo trattamento antivirale.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Obiettivo Valutare l’ipotesi secondo cui la movimentazione manuale di carichi possa essere un fattore di rischio per il di distacco di retina. Metodi Si è condotto uno studio caso-controllo ospedaliero multicentrico, a Bologna, (reparto di Oculistica del policlinico S. Orsola Malpighi, Prof. Campos), e a Brescia (reparto di oculistica “Spedali Civili” Prof. Semeraro). I casi sono 104 pazienti operati per distacco di retina. I controlli sono 173 pazienti reclutati tra l’utenza degli ambulatori del medesimo reparto di provenienza dei casi. Sia i casi che i controlli (all’oscuro dall’ipotesi in studio) sono stati sottoposti ad un’intervista, attraverso un questionario strutturato concernente caratteristiche individuali, patologie pregresse e fattori di rischio professionali (e non) relativi al distacco di retina. I dati relativi alla movimentazione manuale di carichi sono stati utilizzati per creare un “indice di sollevamento cumulativo―ICS” (peso del carico sollevato x numero di sollevamenti/ora x numero di anni di sollevamento). Sono stati calcolati mediante un modello di regressione logistica unconditional (aggiustato per età e sesso) gli Odds Ratio (OR) relativi all’associazione tra distacco di retina e vari fattori di rischio, tra cui la movimentazione manuale di carichi. Risultati Oltre alla chirurgia oculare e alla miopia (fattori di rischio noti), si evidenzia un trend positivo tra l’aumento dell’ICS e il rischio di distacco della retina. Il rischio maggiore si osserva per la categoria di sollevamento severo (OR 3.6, IC 95%, 1.5–9.0). Conclusione I risultati, mostrano un maggiore rischio di sviluppare distacco di retina per coloro che svolgono attività lavorative che comportino la movimentazione manuale di carichi e, a conferma di quanto riportato in letteratura, anche per i soggetti miopi e per coloro che sono stati sottoposti ad intervento di cataratta. Si rende quindi evidente l’importanza degli interventi di prevenzione in soggetti addetti alla movimentazione manuale di carichi, in particolare se miopi.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

L’occhio è l’organo di senso responsabile della visione. Uno strumento ottico il cui principio di funzionamento è paragonabile a quanto avviene in una macchina fotografica. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (WHO 2010) sulla Terra vivono 285 milioni di persone con handicap visivo grave: 39 milioni sono i ciechi e 246 milioni sono gli ipovedenti. Si evince pertanto la necessità di tecnologie in grado di ripristinare la funzionalità retinica nelle differenti condizioni fisiopatologiche che ne causano la compromissione. In quest’ottica, scopo di questa tesi è stato quello di passare in rassegna le principali tipologie di sistemi tecnologici volti alla diagnosi e alla terapia delle fisiopatologie retiniche. La ricerca di soluzioni bioingegneristiche per il recupero della funzionalità della retina in condizioni fisiopatologiche, coinvolge differenti aree di studio, come la medicina, la biologia, le neuroscienze, l’elettronica, la chimica dei materiali. In particolare, sono stati descritti i principali impianti retinali tra cui l’impianto di tipo epiretinale e subretinale, corticale e del nervo ottico. Tra gli impianti che ad oggi hanno ricevuto la certificazione dell’Unione Europea vi sono il sistema epiretinale Argus II (Second Sight Medical Products) e il dispositivo subretinale Alpha IMS (Retina Implant AG). Lo stato dell’arte delle retine artificiali, basate sulla tecnologia inorganica, trova tuttavia limitazioni legate principalmente a: necessità di un’alimentazione esterna, biocompatibilità a lungo termine, complessità dei processi di fabbricazione, la difficoltà dell’intervento chirurgico, il numero di elettrodi, le dimensioni e la geometria, l’elevata impedenza, la produzione di calore. Approcci bioingegneristici alternativi avanzano nel campo d’indagine della visione artificiale. Fra le prospettive di frontiera, sono attualmente in fase di studio le tecnologie optogenetiche, il cui scopo è la fotoattivazione di neuroni compromessi. Inoltre, vengono annoverate le tecnologie innovative che sfruttano le proprietà meccaniche, optoelettroniche e di biocompatibilità delle molecole di materiali organici polimerici. L’integrazione di funzioni fotoniche nell’elettronica organica offre nuove possibilità al campo dell’optoelettronica, che sfrutta le proprietà ottiche e elettroniche dei semiconduttori organici per la progettazione di dispositivi ed applicazioni optoelettronici nel settore dell’imaging e del rilevamento biomedico. La combinazione di tecnologie di tipo organico ed organico potrebbe aprire in prospettiva la strada alla realizzazione di dispositivi retinici ed impianti di nuova generazione.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

El video presenta a través de un microprograma uno de los grandes enemigos de nuestra sociedad: el SIDA. Las causas por las cuales podemos contraerlo, las medidas de prevención que todos debemos asumir, los mitos que se han creado alrededor de esta enfermedad, y la concientización acerca de las principales conductas de riesgo

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Objetivo: Determinar etiología, manifestaciones clínicas, morbimortalidad y recursos diagnósticos y terapéuticos utilizados en pacientes internados con pancitopenia. Material y métodos: Estudio protocolizado, descriptivo y observacional de 14 meses. Criterios de inclusión: pacientes internados con pancitopenia definida por hemoglobina (Hb) <12 g/dL; plaquetas <150.000/ mL y leucocitos <3.800/mL. Los datos fueron analizados con Epi Info 6.04. Resultados: Se diagnosticaron 54 casos de pancitopenia. Prevalencia: 22/1.000 egresos. Edad media: 48,72 años (DS±20,64); 29,63% fueron > 65 años y 53,70% hombres. Permanencia media: 17,13 días (DS±13,22) vs 7,25 días (DS±5,4) del Servicio (p<0.0001). Charlson medio: 7,16 (DS±2,96) y APACHEII medio: 12 (DS±5,04). El 83,33% (45/54, IC95%70,71-92,08) de las pancitopenias fueron secundarias a compromiso medular, 22 casos (40,74%; IC95%27,57-54,97) postquimioterapia (15 en neoplasias oncohematológicas y 7 en sólidas), 11 (20,37%; IC95%10,63-33,53) por mieloptisis y 4 casos (7,41%; IC95%2,06-17,89) por megaloblastosis. El 16,66% (9/54; IC95%7,92- 29,29) fue secundaria a hiperesplenismo y el 16,66% asociadas a infecciones (3 casos por SIDA). Se realizó estudio de médula ósea en 19 casos (35,18%). El 96,29% (IC95%87,25-99,55) presentó comórbidas. El síndrome de respuesta inflamatoria sistémica (85,19%), síndrome anémico (77,8%) y púrpura (50%) fueron las manifestaciones clínicas más frecuentes. Presentó sepsis el 81,48% (IC95%68,57-90,75) y el 29,63% (IC95%17,98-46,31) hemorragias. El 81,48% tuvo infecciones; el 50% de origen nosocomial y el 65,91% clínicamente documentadas. El 34,09% (IC95%20,49-49,92) tuvo aislamiento microbiológico, con hemocultivos positivos en 29,55%. El 51,85% (IC95%37,84-65,66) desarrolló neutropenia febril (75% postquimioterapia). El 64,81% recibió hemoderivados y factores estimulantes de colonias (G-CSF) el 46,34% (IC95%32,62-60,39). La mortalidad fue mayor a la media global del Servicio (16,66 vs 8,65%)(p=0.07).- Conclusiones: Las pancitopenias en pacientes hospitalizados se caracterizaron por ser secundarias a compromiso medular, hiperesplenismo e infecciones, asociarse a permanencia prolongada, altos índices de comorbilidad, complicaciones infecciosas, y mayor mortalidad que la media global del Servicio.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

La pseudoangiomatosis eruptiva se caracteriza por la aparición brusca de múltiples pápulas eritematosas, asintomáticas, rodeadas de un halo blanquecino, con remisión espontánea. Histológicamente se observa dilatación vascular con escaso infiltrado inflamatorio. Su etiología permanece incierta a pesar de ser relacionada con virus o picaduras de insectos. Basados en el compromiso vascular, el objetivo del trabajo fue investigar la actividad de la enzima endotelial oxido nítrico sintetasa (eNOS) y la expresión del factor NF-kB por inmunohistoquimica en un intento de esclarecer su patogenia. Material y métodos: Se estudiaron diez pacientes con diagnóstico clínico de pseudoangiomatosis eruptiva (PAE) que presentaron la dermatosis en forma epidémica. Se realizaron biopsias teñidas con Hematoxilina-Eosina y Tricrómico de Masson. Se efectuó estudio virológico de los pacientes Nª 4, 9 y 10 mediante determinaciones serológicas para echovirus, enterovirus, citomegalovirus, parvovirus B19 y hepatitis A, B y C. En cinco pacientes se obtuvo material para determinación de eNOS y NF-kB. Resultados: Todos los pacientes, 5 hombres y 5 mujeres presentaron pápulas eritematosas rodeadas por un halo blanquecino, especialmente en las extremidades, alrededor de las rodillas. Histológicamente mostraron vasos dilatados y células endoteliales prominentes con un infiltrado discreto perivascular. Todos los estudios serológicos fueron negativos. La actividad de eNOS fue significativamente menor comparada con la piel normal (p= 0,002) y la expresión de NF- ĸB fue fuertemente positiva en los vasos de la dermis papilar y reticular. Conclusiones: Todos los pacientes fueron afectados en verano, por lo que la picadura del mosquito debe ser considerada como un factor etiológico. La baja expresión de eNOS está relacionada con la vasodilatación y la expresión aumentada de NF-ĸB confirma que el proceso es de tipo inflamatorio.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

La pérdida involuntaria de peso es un predictor independiente de morbimortalidad, especialmente en ancianos, pacientes con cáncer, SIDA y postoperatorios. Con el objeto de determinar la significación clínica de la pérdida de peso en pacientes internados, se estudiaron 100 pacientes. La edad media fue de 57.6 años (DS±11.04); 38% mayores de 65 años y 62% hombres. La permanencia hospitalaria media fue de 13 días, superior a la media del servicio (7,3 días). El 61% pertenecían a clase social baja y 25% eran desocupados. En el 100% fue involuntaria y en ninguno fue causa de hospitalización. Tenían hiporexia 61 pacientes y 57 malnutrición. El IMC fue inferior a 20 en el 50% de los casos. La causa fue determinada en el 70% y en 72% se relacionó con la enfermedad de base, en 27% con trastornos alimentarios y con fármacos en 1%. Las etiologías más frecuentes fueron: neoplasias (34 pacientes), enfermedades crónicas (24), TBC (3) y SIDA (3). El 46% desarrollaron infecciones nosocomiales y el 100% tenían comórbidas (alcoholismo 26%, depresión 22%, diabetes 20%, EPOC 11%, insuficiencia cardiaca, cirrosis y demencia 8% c/u e insuficiencia renal 6%). La mortalidad fue del 18% y las causas más frecuentes fueron sepsis severa, fallo multiorgánico y neoplasias. Conclusiones: La pérdida significativa de peso en el paciente hospitalizado se caracterizó por ser involuntaria, asociada a clase social baja, a malnutrición, a alta taza de comorbilidad, a predisposición a infecciones nosocomiales, secundaria a enfermedades crónicas, neoplasias, tuberculosis y SIDA y a una tasa de mortalidad elevada.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

Este trabajo buscó reflexionar sobre la influencia y la importancia de la comunicación estratégica. Concretamente, el interés radicó en ver cómo se desarrolla la comunicación en una determinada organización. Nuestra inquietud surgió de la necesidad de incursionar en el conocimiento y la práctica profesional sobre comunicación organizacional y es por eso, que formamos parte de un programa de auditorías comunicacionales que surgió en nuestra Facultad como resultado de un seminario que realizamos de manera optativa. El programa recibió el nombre de Proyecto GECOM (Gestión de la Comunicación) y fue realizado desde la Secretaría de Extensión de la Facultad de Ciencias Políticas y Sociales de la Universidad Nacional de Cuyo. Este programa comenzó con una convocatoria para participar en el Proyecto a ONG de la provincia que abordan diferentes temáticas, tales como: cuidado del medio ambiente, salud infantil, prevención, educación, contención social, defensa del género. Luego del relevamiento de las postulantes se efectuó una preselección, y finalmente se seleccionaron tres del total. A nuestro equipo le fue asignada la Asociación Redes Nueva Frontera ONG que se dedica a la prevención del VIH/SIDA. Al abordar esta institución, el propósito del trabajo radicó en profundizar el análisis de su situación comunicacional, a través del desarrollo de una investigación de campo y mediante las herramientas de recolección de datos, que fueron llevadas a cabo sobre los distintos componentes y actores. Esto implicó desarrollar un Diagnóstico y posteriormente proponer un Plan estratégico de comunicación, que les permitió reorganizar la filosofía organizacional y el uso de las herramientas internas de comunicación de la ONG.

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

En la presente comunicación nos centraremos en los libros narrativos de Daniel Link, especialmente en La ansiedad (2004), pero en permanente diálogo (y tensión) con sus intervenciones ensayísticas y críticas. Perseguiremos la interrogación acerca del modo en que se plantea esa relación, atendiendo especialmente a la "invención" de realidades, performativamente hablando, y en clara confrontación con la concepción de un realismo mimético. En esta dirección, puntualizaremos acerca del modo en que, en dicho autor, se plantea una lectura y, en el caso concreto de sus ficciones, una "carnalización" (muchas veces coqueteando con la autoficción, o resueltamente autofigurativa) de la monstruosidad inclasificable (no-normalizable) y que da lugar a la invención de realidades fugadas que conservan la potencia indeterminada de los fantasmas, con lo cual la "aventura" es esencialmente formal. Será de particular importancia, en esta dirección, el recurso a ciertas categorías conceptuales y operativas del pensamiento contemporáneo (entre ellas, la teoría queer) como así también al modo en que funcionan ciertas tradiciones literarias en las ficciones de Daniel Link a las cuales, en su trabajo crítico, lee con particular perspicacia

Relevância:

30.00% 30.00%

Publicador:

Resumo:

En el texto Loco afán. Crónicas de Sidario, de Pedro Lemebel, abundan las escenas, imágenes y situaciones grotescas. En las crónicas del texto, el grotesco es utilizado para introducir el elemento sida: todos los personajes o hechos grotescos se relacionan con esta enfermedad y con su destino fatal, la muerte. La utilización del grotesco en Loco afán descomprime las situaciones trágicas y, mediante la combinación de diversos elementos, se narra el caos que el sida produce. Comunidad enferma. Sociedad enferma. Para Lemebel la América Latina actual es un continente enfermo que, grotescamente, se dirige con lentitud pero inexorablemente hacia un destino fatal. La penetración de la plaga es, entonces, inversión del mito de procedencia: el sida no vino, para Latinoamérica, desde Africa sino desde Estados Unidos. Es, además, una nueva forma de dictadura: produce tantos o más muertos/desaparecidos. Lemebel parece plantear que el sida es el arma más fatídica del gobierno militar, nueva irrupción neocolonial que empobrece aún más a los países más pobres. Esta errancia de la enfermedad que va de un cuerpo al otro se difunde como el sida: de cuerpo a cuerpo, hasta hacerlo desaparecer. De esta forma, Latinoamérica, colonia estadounidense por la dictadura y por la inclusión de la enfermedad, se ve condenada a la marginación eterna que, en el texto, está representada por el marginado más periférico: el travesti sidoso que se prostituye, embelesado con las luces del Norte pero conciente de lo que produjo en él. Lemebel asocia el sida con la dictadura, otra forma brutal de colonización yanqui