981 resultados para Belmont, Ferdinand, 1890-1915.


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Luciferid shrimps have short life spans and a rapid turnover of generations, engage in sequential spawning, and protect their eggs during incubation. This study investigates the ecology of Lucifer faxoni Borradaile, 1915 in the littoral zone, Ubatuba region, São Paulo. Sampling was conducted monthly from July 2005 to December 2006 using a Renfro net trawled over a distance of 50 m for a total sampling effort of 50 m² at each station. Nine stations were sampled, ranging from 1 to 15 m deep. Three stations each were grouped into zones 1, 2 and 3 (Z1, Z2 and Z3). Monthly values of salinity, temperature and rainfall were recorded at each station. The pre-buccal somite length (SL) of each specimen was measured. The results showed that in shallower zones (Z1 and Z2), 6306 individuals were captured, whereas in the deeper zone (Z3), 3808 specimens were captured, but no significant differences in SL was detected between the specimens from Z1 and Z2 and those from Z3 (ANOVA, p=0.25). The abundance of shrimps did not differ significantly between seasons (Tukey’s test, p=0.02) except in the spring. The sex ratio differed significantly over the seasons (χ², p<0.05). The results were closely associated with environmental factors with respect to the spatial and seasonal distribution of L. faxoni. Rainfall affected salinity directly, and contributed to the displacement of these shrimps to deeper areas.

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With discovery and examination of type specimens in the Natural History Museum, London, UK, we reassign Stephanoscyphistoma simplex (Kirkpatrick, 1890) to the genus Nausithoe Kolliker, 1853, as Nausithoe simplex, comb. nov., and designate a lectotype for the species. Use of morphometric measurements is considered important in coronate systematics, but key features also include the unique whorl of internal cusps and the shape of these cusps. All previous records of N. simplex must be re-evaluated, taking into consideration the morphology of these internal cusps.

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El artículo analiza la evolución de la regulación del sector eléctrico en Argentina y Brasil entre 1890 y 1960. Desde la instalación de las primeras usinas eléctricas a fines del siglo diecinueve hasta los años treinta, el control de las empresas concesionarias estuvo a cargo de las autoridades municipales en ambos países. No obstante, la similar estructura de los sistemas eléctricos en Argentina y en Brasil, la participación del estado en la regulación de este sector estratégico para el desarrollo económico, se produjo en diferentes coyunturas. Como resultado de la crisis de 1930, el gobierno brasileño transformó los principios jurídicos que reglamentaban la gestión de la electricidad aplicando un criterio de regulación discrecional; mientras que el estado argentino intervino una década más tarde, nacionalizando las empresas. Mediante la comparación de las trayectorias regulatorias en ambos países, se identifican las divergencias en las políticas eléctricas y su impacto en los sistemas eléctricos en los años de la segunda posguerra.

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Questa tesi parte da un evento “minore” della storia del XIX secolo per tendere, poi, ad alcuni obiettivi particolari. L’evento è costituito da uno strano funerale postumo, quello di Piero Maroncelli, carbonaro finito alla Spielberg, graziato, poi emigrato in Francia e in America, il cui corpo viene sepolto a New York nell’estate del 1846. Quarant’anni dopo, nel 1886, i resti di Maroncelli vengono esumati e – attraverso una “trafila” particolare, di cui è protagonista la Massoneria, da una sponda all’altra dell’Atlantico – solennemente trasferiti nella città natale di Forlì, dove vengono collocati nel pantheon del cimitero monumentale, inaugurato per l’occasione. Gli eventi celebrativi che si consumano a New York e a Forlì sono molto diversi fra loro, anche se avvengono quasi in contemporanea e sotto regie politiche ispirate dal medesimo radicalismo anticlericale. E’ chiaro che Maroncelli è un simbolo e un pretesto: simbolo di un’italianità transnazionale, composta di un “corpo” in transito, fuori dello spazio nazionale, ma appartenente alla patria (quella grande e quella piccola); pretesto per acquisire e rafforzare legami politici, mercè mobilitazioni di massa in un caso fondate sul festival, sulla festa en plein air, nell’altro sui rituali del cordoglio per i “martiri” dell’indipendenza. L’opportunità di comparare questi due contesti – l’Italia, colta nella sua periferia radicale e la New York della Tammany Hall -, non sulla base di ipotesi astratte, ma nella concretezza di un “caso di studio” reale e simultaneo, consente di riflettere sulla pervasività dell’ideologia democratica nella sua accezione ottocentesca, standardizzata dalla Massoneria, e, d’altro canto, sui riti del consenso, colti nelle rispettive tipicità locali. Un gioco di similitudini e di dissomiglianze, quindi. Circa gli obiettivi particolari – al di là della ricostruzione del “caso” Maroncelli -, ho cercato di sondare alcuni temi, proponendone una ricostruzione in primo luogo storiografica. Da un lato, il tema dell’esilio e del trapianto delle esperienze di vita e di relazione al di fuori del proprio contesto d’origine. Maroncelli utilizza, come strumento di identitario e di accreditamento, il fourierismo; la generazione appena successiva alla sua, grazie alla Giovine Italia, possiede già un codice interno, autoctono, cui fare riferimento; alla metà degli anni Cinquanta, ad esso si affiancherà, con successo crescente, la lettura “diplomatica” di ascendenza sabauda. Dall’altro, ho riflettuto sull’aspetto legato ai funerali politici, al cordoglio pubblico, al trasferimento postumo dei corpi. La letteratura disponibile, al riguardo, è assai ricca, e tale da consentire una precisa classificazione del “caso” Maroncelli all’interno di una tipologia della morte laica, ben delineata nell’Italia dell’Ottocento e del primo Novecento. E poi, ancora, ho preso in esame le dinamiche “festive” e di massa, approfondendo quelle legate al mondo dell’emigrazione italiana a Mew York, così distante nel 1886 dall’élite colta di quarant’anni prima, eppure così centrale per il controllo politico della città. Dinamiche alle quali fa da contrappunto, sul versante forlivese, la visione del mondo radicale e massonico locale, dominato dalla figura di Aurelio Saffi e dal suo tentativo di plasmare un’immagine morale e patriottica della città da lasciare ai posteri. Quasi un’ossessione, per il vecchio triumviro della Repubblica romana (morirà nel 1890), che interviene sulla toponomastica, sull’edilizia cemeteriale, sui pantheon civico, sui “ricordi” patriottici. Ho utilizzato fonti secondarie e di prima mano. Anche sulle prime, quantitativamente assai significative, mi sono misurata con un lavoro di composizione e di lettura comparata prima mai tentato. La giustapposizione di chiavi di lettura apparentemente distanti, ma giustificate dalla natura proteiforme e complicata del nostro “caso”, apre, a mio giudizio, interessanti prospettive di ricerca. Circa le fonti di prima mano, ho attinto ai fondi disponibili su Maroncelli presso la Biblioteca comunale di Forlì, alle raccolte del Grande Oriente d’Italia a Roma, a periodici italoamericani assai rari, sparsi in diverse biblioteche italiane, da Milano a Roma. Mi rendo conto che la quantità dei materiali reperiti, sovente molto eterogenei, avrebbero imposto una lettura delle fonti più accurata di quella che, in questa fase della ricerca, sono riuscita a condurre. E’ vero, però, che le suggestioni già recuperabili ad un’analisi mirata al contenuto principale – le feste, la propaganda, il cordoglio – consentono la tessitura di una narrazione non forzata, nella quale il ricordo della Repubblica romana viaggia da una sponda all’altra dell’Atlantica, insieme ai resti di Maroncelli; nella quale il rituale massonico funge da facilitatore e da “mediatore culturale”; nella quale, infine, il linguaggio patriottico e la koinè democratica trans-nazionale riescono incredibilmente a produrre o a incarnare identità. Per quanto tempo? La risposta, nel caso forlivese, è relativamente facile; in quello della “colonia” italiana di New York, presto alterata nella sua connotazione demografica dalla grande emigrazione transoceanica, le cose appaiono più complesse. E, tuttavia, nel 1911, cinquantesimo dell’Unità, qualcuno, nella grande metropoli americana, si sarebbe ricordato di Maroncelli, sia pure in un contesto e con finalità del tutto diverse rispetto al 1886: segno che qualcosa, sotto traccia, era sopravvissuto.

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The American Geographical Society (AGS) serves as a case study for considering the nature of “gendered geography” in the nineteenth-century United States. This article links the ideals and programmatic interests of the society—which were fundamentally commercial in nature—with the personal subjectivity of its chief protagonist, Charles P. Daly, AGS president from 1864 until his death in 1899. Daly is presented as an “armchair explorer” who shifted the focus of the society away from statistical representations of the world toward the action packed narrative descriptions of the world supplied by embodied explorers in the field. The gender dynamics associated with the center versus the field provide a useful way to contrast both sides of Daly’s persona—as a scholar performing detached, careful study yet someone who also derived a great deal of personal authority by staging popular and dramatic spectacles in New York City, speechifying and presenting himself on stage at geographical society meetings with returning heroic explorers. Daly not only served as New York’ smost influential access point to the Arctic at the time, he also served as an important node in the reproduction of masculine culture in promotion of a particularly masculinist commercial geography. Key Words: American Geographical Society, Charles Patrick Daly, gender and geography, history of geography, masculinity.

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During the 1870s and 1880s, several British women writers traveled by transcontinental railroad across the American West via Salt Lake City, Utah, the capital of the Church of Jesus Christ of Latter-day Saints, or Mormons. These women subsequently wrote books about their travels for a home audience with a taste for adventures in the American West, and particularly for accounts of Mormon plural marriage, which was sanctioned by the Church before 1890. "The plight of the Mormon woman," a prominent social reform and literary theme of the period, situated Mormon women at the center of popular representations of Utah during the second half of the nineteenth century. "The Mormon question" thus lends itself to an analysis of how a stereotyped subaltern group was represented by elite British travelers. These residents of western American territories, however, differed in important respects from the typical subaltern subjects discussed by Victorian travelers. These white, upwardly mobile, and articulate Mormon plural wives attempted to influence observers' representations of them through a variety of narrative strategies. Both British women travel writers and Mormon women wrote from the margins of power and credibility, and as interpreters of the Mormon scene were concerned to established their representational authority.

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Civic Discipline argues that the story of the origins of American geography is a distinctly "New York story." Wealthy businessmen began America's first geographical society - the American Geographical Society - in 1851, inspired by what geographical knowledge of the globe could offer an expanding American commercial Empire at home and abroad. AGS meetings were spectacularly popular among the public and press. At them, geography was cast as a science in the service of the public and civic good. Meanwhile though, AGS men's spatial and financial "missions" became closely linked. They helped improve derelict spaces in New York City and weighed in on controversial scientific questions of the day in the Arctic, yet the geographical knowledge they advanced - such as in the American West and in Central Africa - also created enormous personal wealth. Civic Discipline shows that it was not just that historical events shaped geography, but rather, that geography shaped historical events.