997 resultados para Anatomia artistica
Resumo:
Background: Non-invasive monitoring of respiratory muscle function is an area of increasing research interest, resulting in the appearance of new monitoring devices, one of these being piezoelectric contact sensors. The present study was designed to test whether the use of piezoelectric contact (non-invasive) sensors could be useful in respiratory monitoring, in particular in measuring the timing of diaphragmatic contraction.Methods: Experiments were performed in an animal model: three pentobarbital anesthetized mongrel dogs. The motion of the thoracic cage was acquired by means of a piezoelectric contact sensor placed on the costal wall. This signal is compared with direct measurements of the diaphragmatic muscle length, made by sonomicrometry. Furthermore, to assess the diaphragmatic function other respiratory signals were acquired: respiratory airflow and transdiaphragmatic pressure. Diaphragm contraction time was estimated with these four signals. Using diaphragm length signal as reference, contraction times estimated with the other three signals were compared with the contraction time estimated with diaphragm length signal.Results: The contraction time estimated with the TM signal tends to give a reading 0.06 seconds lower than the measure made with the DL signal (-0.21 and 0.00 for FL and DP signals, respectively), with a standard deviation of 0.05 seconds (0.08 and 0.06 for FL and DP signals, respectively). Correlation coefficients indicated a close link between time contraction estimated with TM signal and contraction time estimated with DL signal (a Pearson correlation coefficient of 0.98, a reliability coefficient of 0.95, a slope of 1.01 and a Spearman's rank-order coefficient of 0.98). In general, correlation coefficients and mean and standard deviation of the difference were better in the inspiratory load respiratory test than in spontaneous ventilation tests.Conclusion: The technique presented in this work provides a non-invasive method to assess the timing of diaphragmatic contraction in canines, using a piezoelectric contact sensor placed on the costal wall.
Resumo:
La tesi di Dottorato, condotta in accordo di colutela tra l'Università di Roma Tor Vergata e l'UNIL di Losanna, ha affrontato l'analisi di un gruppo di undici disegni custodia presso la National Gallery of Scotland di Edimburgo, copie di alcuni dei più significativi mosaici medioevali delle chiese di Roma, ricostruendone la genesi, quindi le vicende legate alla committenza, e il percorso collezionistico. I disegni scozzesi, oggetto di un importante articolo di Julian Gardner pubblicato sul Burlington Magatine nel 1973, furono commissionati intorno agli anni Settanta del XVII secolo dall'antiquario romano Giovanni Giustino Ciampini (1633-1698) in connessione alla stesura della sua opera di erudizione più avvertita e famosa: i Vetera Mommenta in' quibus praecipue Musiva Opera, sacrarum, profanan,mque, Aedìum structura, ac nonnulli antiqui ritus dissertationibus iconìbusque illustrantur. La composizione dei Vetera Mommenta - un'opera riccamente illustrata che nasce per rispondere alle esigenze della ideologia della Chiesa di Roma in un momento di rinnovata crisi del sistema - impone a Ciampini di porsi da un lato nella prospettiva della più alta tradizione antiquaria cinque e seicentesca, di cui recupera i metodi di lettura e di analisi applicati allo studio delle monete e dei monumenti antichi interpretati quali prove per la ricostruzione storica, e dall'altra, come è emerso dalle mie ricerche, lo pone immediatamente in contatto con gli avamposti del più moderno metodo di indagine storica e filologica applicato alle fonti e ai documenti della storia ecclesiastica, inaugurato dall'ambiente bollandista e inaurino. I monumenti paleocristiani e medioevali assumono in quest'ottica lo status di 'fatti incontestabili', le fonti primarie attraverso le quali Ciampini ricuce le tappe salienti della storia della Chiesa, da Costantino fino al XV secolo. Nel 1700 le copie di Edimburgo arrivano nelle mani del mercante e connoisseur milanese il padre oratoriano Sebastiano Resta (1635-1714), di stanza a Roma presso la Chiesa Nuova della Vallicella dal 1660, che decide di rilegarle tutte insieme in un volume da donare al suo maggiore acquirente e patrono, il vescovo di Arezzo Giovanni Matteo Marchetti. Come spiega Resta in alcune sue lettere, il presente avrebbe dovuto costituire insieme una curiosità ed offrire un confronto: infatti «le copie delli mosaici di Roma che erano di Monsignor Ciampini» - afferma Resta - avrebbero mostrato al Marchetti «le maniere di que' tempi gottici, barbari e divoti de cristiani e [fatto] spiccare i secoli seguenti». Questa indagine infatti ha fatto riemergere aspetti della precoce attenzione di Sebastiano Resta per l'arte dei "secoli bassi", mai debitamente affrontata dagli studi. E' infatti sulla scorta di una profonda conoscenza dei testi della letteratura artistica, e in connessione alla esplosione vivacissima della controversia Malvasia/Baldinucci sul primato del risorgere delle arti in Toscana, che Sebastiano a partire dagli anni Ottanta del Seicento comincia a meditare sul Medioevo artistico con il fine di spiegare l'evoluzione del linguaggio tecnico e formale che ha condotto alla perfezione dell'atte moderna. In questa prospettiva ι disegni del XIV e XV secolo che egli riuscì ad intercettare sul mercato valgono quali testimonianze delle maniere degli artefici più antichi e sono imbastiti nei molteplici album che Resta compone nel rispetto della successione cronologica dei presunti autori, e ordinati in base alle scuole pittoriche di pertinenza. La tesi permette perciò di descrivere nelle loro diverse specificità: da un lato il modo dei conoscitori come Resta, interessati nell'opera al dato stilistico, con immediate e sensibili ricadute sul mercato, e disposti anche con passione a ricercare i documenti relativi all'opera in quanto pressati dall'urgenza di collocarla nella sequenza cronologica dello sviluppo del linguaggio formale e tecnico; dall'altro gli antiquari come Ciampini e come Bianchini, per i quali le opere del passato valgono come prove irrefutabili della ricostruzione storica, e divengono quindi esse stesse, anche nel loro statuto di copia, documento della stona. Sono due approcci che si manifestano nel Seicento, e talvolta in una medesima persona, come mostra il caso anche per questo cruciale di Giovati Pietro Bellori, ma che hanno radici cinquecentesche, di cui i protagonisti di queste vicende sono ben consapevoli: e se dietro Resta c'è palesemente Vasari, dietro Ciampini e soprattutto Bianchini c'è la più alta tradizione antiquaria del XVI secolo, da Antonio Augustin a Fulvio Orsini.
Resumo:
Eija Vuori
Resumo:
Objetivo: Determinación de la fuerza de prensión de la mano como indicador de la capacidad funcional y grado de autonomía para actividades cotidianas en personas de la tercera edad. Diseño: Se realizó un estudio observacional de diseño transversal. Emplazamiento: Medio comunitario. Centros cívicos, centros culturales y residencias de la tercera edad de la comarca del Bages (Barcelona). 2 Participantes: Se estudió a 61 personas, 40 mujeres y 21 hombres, con un rango de edad comprendido entre los 65 y 90 años, quienes no presentaban afecciones invalidantes graves. Se solicitó su colaboración y aceptación voluntaria tras informar del objetivo del estudio. Mediciones principales: El grado de autonomía funcional se valoró mediante el test de Barthel y el test de Lawton-Brody, y el riesgo de caída mediante el test de Tinetti. La fuerza muscular máxima voluntaria (FMMV) se determinó mediante el test de prensión de la mano (handgrip). Resultados: Los hombres mostraron una correlación positiva y estadísticamente significativa (p=0.001) entre la fuerza prensil de la mano y el grado de autonomía funcional y el menor riesgo de caída (p=0.037). Dicha correlación no fue observada en las mujeres respecto al grado de autonomía (p=0.232) y fue escasa para el riesgo de caída (p=0.048). Conclusiones: El test de handgrip es una herramienta potencialmente útil para estimar la autonomía funcional e instrumental y el riesgo de caídas, especialmente en varones que sobrepasan los 65 años.
Resumo:
L'objectiu del nostre estudi va ser conèixer si l'esport extraescolar i el temps dedicat setmanalment a les tecnologies de la informació i la comunicació (TIC) i jocs electrònics, tenen influència en el desenvolupament de la força de prensió de la mà i avantbraç en nens entre els 14 i 16 anys. Es va realitzar un estudi observacional de disseny transversal. La població objecte d'estudi van ser 39 nens de segon cicle de l'ESO. L'activitat física extraescolar i el temps dedicat setmanalment a les TIC i als jocs electrònics es van recollir mitjançant qüestionaris. Es va utilitzar el test d'handgrip per a la valoració de la força màxima voluntària de la mà i avantbraç del costat dominant. L'edat i la força de la mà dominant estan associades de forma estadísticament significativa, la força màxima voluntària (F=5,86; p=0,006) i el valor mig de la força sostinguda per sobre del 60% (F=4,5; p=0,02). A l'analitzar el grau d'activitat física (Kcal/setmana) respecte a la força màxima voluntària (r= 0,07; p= 0,716) i força sostinguda per sobre del 60% (r= 0,30; p= 0,09) observem una associació feble positiva i no estadísticament significativa. Si analitzem les hores setmanes TIC en relació a la força màxima voluntària observem una associació molt feble i no estadísticament significativa. La força de prensió de la mà en escolars està relacionada de forma positiva i estadísticament significativa amb l'edat i el pes corporal. No es relaciona amb el nivell d'activitat física i les hores dedicades a les TIC.
Resumo:
A germinação de sementes e o desenvolvimento de protocórmios de Oncidium flexuosum (Orchidaceae) induzidos simbioticamente são descritos pela primeira vez. As sementes de O. flexuosum foram inoculadas com dez fungos micorrízicos rizoctonióides, previamente isolados de micorrizas de dez espécies de orquídeas neotropicais do Brasil, incluindo O. flexuosum. Foram utilizados um isolado pertencente à espécie Epulorhiza repens, dois pertencentes à Epulorhiza epiphytica, seis de Ceratorhiza spp. e um de Rhizoctonia sp. Sementes inoculadas com o isolado M2 de Ceratorhiza sp., originalmente isolado do sistema radicular de O. flexuosum em habitat natural, promoveu a germinação das sementes em sete dias e em, aproximadamente, 30 % das plântulas, houve formação de folhas após 50 dias de incubação, apresentando pelotons em algumas células do protocórmio e das radicelas. Os demais isolados promoveram a germinação das sementes; entretanto, não promoveram um desenvolvimento ótimo dos protocórmios. Sementes incubadas na ausência de fungos micorrízicos não germinaram. A especificidade e a alta dependência de O. flexuosum pela associação micorrízica ficaram claras. Aspectos relativos à especificidade, anatomia da interação fungo-planta e a importância da seleção de estirpes fúngicas, previamente ao uso de fungos micorrízicos para o cultivo simbiótico a partir de sementes de O. flexuosum são discutidos.
Resumo:
S'ha portat a terme una analisi estadística de les dades craniometriques de les principals poblacions catalano-balears del passat, des de J'Edat del Bronze fins a l'Edat Mitjana, i posteriorment s'han integrat les poblacions en un context peninsular més ampli. S'han analitzalles relacions entre poblacions per mitja d'un analisi d'agrupament (cluster), emprant els algoritmes UPGMA i del "veí més proper" i la distancia euclídea al quadrat. Així mateix, s'ha realitzat un re-mostreig (bootstrap) per comprovar la robustes de les agrupacions obtingudes i un test de Mantel per comprovar el grau de concordan~a entre les poblacions femenines i masculines. Els resultats mostren que, a nivell peninsular, els Bascos són la població més diferenciada de la resta des d'un punt de vista morfologic, la qual cosa pot estar relacionada amb una major antiguitat d'aquesta població, potser present des de temps pre-neolítics. La segona font de variació peninsular la constitueixen dues poblacions amb possibles influencies foranies d'origen africa: jueus i musulmans. La resta de poblacions, incloent-hi les de Mallorca, són notablement homogenies a pesar de la seva heterogene'itat cultural, temporal i geogràtfica. Finalment, es conclou que no hi ha cap analisi estadística que objectivament recolzi I'existencia deIs tipus racials tradicionalmcnt descrits a la Península Iberica, i que responen a una visió tipologica i estatica de la diversitat humana.
Resumo:
Inicialmente são abordados alguns aspectos relativos ao conceito de poder e suas várias formas de manifestação, com destaque para seu exercício pelo Estado. A seguir, é construído um quadro sobre a anatomia do poder e destacada a importância da compreensão sobre os fenômenos que o cercam. Nesse contexto, a informação é apresentada como peça de apoio e, ao mesmo tempo, alavanca dos processos sociais, sendo registradas algumas observações sobre o "apartheid digital". Por fim, são apresentadas ponderações sobre a responsabilidade do Estado como agente capaz de evitar o agravamento dos desequilíbrios sociais e regionais, e de assegurar o pleno exercício da cidadania na sociedade da informação.
Resumo:
O objetivo deste trabalho foi avaliar o efeito da compactação do solo na anatomia da raiz e no desenvolvimento de duas cultivares de soja (Glycine max (L.) Merrill), IAC-8 e IAC-14, em vasos. O solo utilizado foi um Latossolo Roxo, tirado da camada superficial (0-200 mm). Os níveis de compactação consistiram de 0,95 (controle), 1,20, 1,35 e 1,50 kg L-1, e foram obtidos pela compactação de determinada massa de solo por prensa hidráulica, em cilindros de ferro. A compactação do solo não afetou a estrutura anatômica da raiz, em nenhuma das duas cultivares. Na cultivar IAC-8, o número de folhas, a altura das plantas e o peso da matéria seca da raiz e do caule diminuíram com o aumento da densidade do solo, e o comprimento da raiz aumentou. Na cultivar IAC-14, o número de folhas, a área foliar, o número de vagens, a altura das plantas, o peso da matéria seca da raiz, do caule e das folhas foram diminuindo à medida que aumentava a densidade do solo, embora nas densidades intermediárias (1,20 e 1,35) se tenha notado uma tendência de aumento naquelas variáveis. A produção de soja não foi afetada pela compactação do solo, com exceção do número de vagens da cultivar IAC-14, que apresentou diferenças em razão do tratamento. Os resultados sugerem que as duas cultivares podem ser bem adaptadas a solos compactados, nos níveis analisados.
Resumo:
La correcta identificación del conducto dentario inferior o conducto mandibular, por el que discurre el nervio dentario inferior, es esencial cuando se precisa realizar cualquier intervención de Cirugía Bucal en la región mandibular posterior. En este artículo se revisa la literatura publicada referida a la anatomía del nervio dentario inferior y se relaciona con las diferentes técnicas de diagnóstico por la imagen (radiología y tomografía) así como con la disección anatómica de mandíbulas de cadáver, lo que nos permite conocer las variaciones en cuanto a la morfología, el recorrido del nervio dentario inferior por el interior de la mandíbula y sus relaciones con las diversas estructuras con las que entra en contacto.
Resumo:
O objetivo deste trabalho foi comparar cafeeiros das espécies Coffea arabica L. cv. Catuaí-Vermelho e C. canephora Pierre cv. Conilon quanto à fotossíntese líquida e a aspectos da anatomia foliar a esta relacionados. Verificaram-se taxas fotossintética líquida, transpiratória e de condutância estomática maiores em plantas de C. canephora. As plantas de C. arabica apresentaram menor eficiência do sistema "antena", e folhas menores, porém mais espessas. As duas espécies diferiram, ainda, quanto ao tipo, dimensões e número dos estômatos presentes na epiderme foliar: paracíticos em C. arabica e actinocíticos em C. canephora, e maiores, mas em menor número, em C. arabica.
Resumo:
Se estudian las distintas partes del aparato vocal y cómo interactúan para producir la voz.
Resumo:
O presente trabalho objetivou avaliar as características anatômicas e físico-químicas de pêssegos (Prunus persica (L.) Batsch) 'Aurora-1' e 'Dourado-2', armazenados em diferentes temperaturas e períodos. No primeiro experimento, os frutos foram armazenados a 0, 3 e 6ºC por 14, 21, 28 e 35 dias (mais dois dias de simulação à comercialização, sob 25ºC). No segundo experimento, os frutos foram armazenados a 0 e 3ºC por 7, 14, 21, 28 e 35 dias (mais dois dias de simulação à comercialização, sob 25ºC). O delineamento experimental empregado foi inteiramente ao acaso, em esquema fatorial, com quatro repetições em parcelas de seis frutos. Pêssegos 'Dourado-2', após sete dias de armazenamento a 3ºC ou 14 dias de armazenamento a 0ºC, apresentaram lanosidade caracterizada pela queda brusca na firmeza e pouca sucosidade. Os sintomas no mesocarpo foram caracterizados pelo afastamento das paredes de células adjacentes e acúmulo de substâncias pécticas no interior das células e dos espaços intercelulares. Pêssegos 'Aurora-1' sofreram redução na firmeza sem comprometer a qualidade dos frutos, podendo ser conservados por até 35 dias a 0 e 3ºC; mesmo aos 35 dias de armazenamento, o mesocarpo não apresentou alterações típicas da lanosidade. Aos 35 dias de armazenamento a 6ºC, os frutos de ambas cultivares estavam sobremaduros.