970 resultados para Sessions, Kate Olivia, 1857-1940


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[ES] Este estudio de caso analiza las políticas de vivienda obrera promovidas por la SNIACE desde una perspectiva amplia y alejada de señalar, únicamente, su interés como un mero conjunto de entes arquitectónicos. Además, atiende a la relevancia que, en este ámbito, tiene una fuente primaria como es la revista editada por la propia empresa entre 1955 y 1978, informadora y aglutinadora principal de todos los acontecimientos que implicaban a los trabajadores. Los resultados y conclusiones llevan a comprender aspectos tales que el espacio y el ambiente en los que se desarrollaba la vida de los productores y se desenvolvían las relaciones de sociabilidad fuera de la fábrica y, en correspondencia, hasta qué punto se trasladaba la jerarquía del taller a las viviendas, entre otras cuestiones. [EN] This case study examines workers’ housing policies promoted by the SNIACE from a wide perspective that differs from their only interest as a simple set of architectural entity. In addition, it addresses the relevance that, in this area, has a primary source like the magazine published by this company between 1955 and 1978, which reportedall events involving workers. The findings and conclusions lead us to understand, for example, issues such as the space and environment in which the lives of producers and social relations outside the factory were developed, and correspondingly, how the hierarchy in the workshop was adapted to housing.

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[ES]Tras la derrota de la República española, la estructura educativa fue desmontada en toda España y sustituida por una escuela centrada en los valores religiosos y patrios propugnados por el régimen franquista. El libro de actas de la Junta Municipal de Educación Primaria de Aller es una fuente privilegiada, inédita hasta el momento, para analizar la organización educativa durante el extenso periodo analizado. Este documento atestigua asimismo la dimensión política franquista y tardofranquista y la situación socio-laboral, como evidencian los objetivos de este artículo. Dentro de los programas paternalistas, activos hasta 1970 inclusive, las compañías mineras ya habían creado centros escolares religiosos en Aller durante el primer cuarto del siglo XX. Sin embargo, la mayor parte de los hijos de los mineros recibieron su instrucción en las escuelas nacionales, afianzadas sobre los rígidos esquemas de obediencia y sumisión. La educación franquista se ha esforzado en perpetuar los cometidos sociales de niños y niñas por medio de una educación segregada y represiva.[EN]After the defeat of the Spanish Republic, rpublican educational structure in Spain was dismantled around the whole country and replaced by one focused on the religious and patriotic values espoused by the Franco regime. The minute book contains the local board’s agreements between 1940 and 1975, not only in terms of educational management, which are exposed along the aims of this article. The source used for this article, unpublished until now, has also facilitated the study of the political and social-labour paternalistic dimension during the long period of time analysed. Within the paternalistic programmes, active until and including 1970, mining companies had already established faith schools in Aller, but most of the miners’ children received their education in state schools entrenched in severe patterns of obedience and submission. The educational system within Franco’s regime has strived to perpetuate the social roles of girls and boys through single-sex education.

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[ES]El objeto de estudio del presente trabajo es la emigración canaria al continente africano durante el siglo XX (1940-1980). El marco cronológico escogido, viene determinado por ser el periodo de mayor movimiento poblacional hacia África desde Canarias, junto a la emigración hacia América.

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Oggetto della ricerca è il tema dello spazio delle centrali idroelettriche costruite nella prima metà del Novecento dagli architetti Giovanni Muzio e Piero Portaluppi. L’individuazione del tema sorge dalla volontà di indagare quali siano stati gli sviluppi dal punto di vista architettonico all’interno di un genere così specifico durante un periodo di tempo in cui gli stili architettonici e le tendenze hanno subito stravolgimenti ed evoluzioni che ancora oggi trovano una difficile connotazione e definizione precisa. L’analisi dell’architettura delle centrali idroelettriche, effettuata ripercorrendo le principali vicende del settore idroelettrico dalla fine del secolo scorso al secondo dopoguerra, oltre a considerare il rapporto con il contesto territoriale e culturale del nostro Paese vuole prendere in considerazione anche il particolare rapporto che in più casi si è venuto a creare tra committenti e progettisti. Compito della tesi è rileggere un settore poco indagato finora e capire se vi sia stata effettivamente una evoluzione architettonica dal punto di vista tipologico o se la centrale sia stata sempre affrontata come semplice esercizio di “vestizione” di un involucro precostituito da precise esigenze tecniche. La ricerca infatti si pone come obiettivo lo studio delle centrali non solo dal punto di vista tipologico e spaziale dei suoi principali elementi, ma si pone come obiettivo anche lo studio della loro distribuzione nel sito in cui sono sorte, distribuzione che spesso ha portato alla formazione di una sorta di vera e propria “città elettrica”, in cui la composizione dei vari elementi segue una logica compositiva ben precisa. Dal punto di vista del contributo originale la ricerca vuole proporre una serie di riflessioni ed elaborati inerenti alcune centrali non ancora indagate. Nel caso specifico di Portaluppi l’apporto originale consiste nell’aver portato alla luce notizie inerenti centrali che sono sempre state poste in secondo piano rispetto le ben più note e studiate centrali della Val d’Ossola. Nel caso invece di Muzio il contributo consiste in una analisi approfondita e in una comparazione di documenti che di solito sono sempre stati pubblicati come semplice apparato iconografico, ma che messi a confronto danno una lettura di quelle che sono state le fasi e le elaborazioni progettuali apportate dall’autore. Il tema della ricerca è stato affrontato poi attraverso una lettura delle fonti dirette relative agli scritti degli autori, con una contemporanea lettura di testi, articoli e interventi tratti dalle riviste appartenenti al periodo in esame per comprendere al meglio il panorama culturale e architettonico che hanno fatto da scenario alle esperienze di entrambe le figure oggetto di studio. Infine la ricerca si è concentrata sull’analisi di alcune opere in particolare - due centrali idroelettriche per ciascun autore oggetto della tesi - scelte perché considerate rappresentative sia per impianto spaziale e tipologico, sia per le scelte compositive e stilistiche adottate. La lettura dei manufatti architettonici scelti è stata condotta con l’analisi di copie di elaborati grafici originali, foto d’epoca e altri documenti reperiti grazie ad una ricerca condotta in vari archivi. Le centrali scelte nell’ambito delle esperienze maturate da Muzio e Portaluppi sono state individuate per rappresentare il quadro relativo allo sviluppo e alla ricerca di un nuovo linguaggio formale da adottare nell’ambito dell’architettura di questi manufatti. Per entrambi i protagonisti oggetto della ricerca sono state individuate due centrali in grado di dare una visione il più possibile completa dell’evoluzione della tematica delle centrali idroelettriche all’interno della loro esperienza, prendendo in considerazione soprattutto gli aspetti legati all’evoluzione del loro linguaggio compositivo e stilistico. L’individuazione delle centrali da analizzare è stata dettata prendendo in considerazione alcuni fattori come il tipo di impianto, le relazioni e confronto con il contesto geografico e naturale e le soluzioni adottate.

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The dissertation regards The memory on the Italian Risorgimento in “Justice and Freedom”(1929-1940) a theoretical core point in the history of the Movement, which so far has not been granted due attention. The work herewith presented is therefore aimed at filling a storiographical gap, analysing the historical events which continue to operate as traditions, raising feelings and passions and hence operating in politics, although as secondary factors. The point made is that the Justice and Freedom Movement, an antifascist political movement born in Paris in October 1929, bases its strength on the heroic choice of the antifascism movement to fight a Second Risorgimento, connecting the fight against the regime to the battles previously fought for the justice and the freedom, an entirely isolated event in the political opposition’s panorama. The dissertation, thus, attempts to explain how and why Justice and Freedom is so tightly interconnected in its political action to the Risorgimento tradition. The first chapter sets the cultural background of the foundation of the Justice and Freedom Movement. The centre of such foundation was Florence, where Gaetano Salvemini, along with a group of young people, would later on carry out some cultural experiences that ideally prepare the ground for the movement’s birth. In the second chapter are found the sites of the memory where the passage of the Risorgimento tradition between the generations takes place. The work therefore shifts from a public to a private level, concentrating on biographical paths. The choice made was for Nello Rosselli, a man very close to the Justice and Freedom Movement but who, as opposed to his comrades-in-arms, did not chose the political way to express his ethical choice, but rather the theoretical one, becoming a Risorgimento historian. The third chapter concentrates on the birth of the Justice and Freedom Movement in France, trying to reconstruct the cultural ties and the confrontation places and sites where the members of the Movement could interact with the French intellectual milieu, bringing back to light the propagandistic usage of the Risorgimento myth carried out by the Movement. Lastly, the fourth chapter focuses on the cultural debate on the Risorgimento, which took place on the press organs of the Movement, pointing out and periodizing the theoretical passages and the propagandistic uses of the myth as related to the stages of the Movement and the political needs.

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Il presente lavoro di ricerca si inserisce all’interno degli ambiti di interesse del settore disciplinare dell’ICAR 10 – Architettura Tecnica, rappresentato dalla Storia della costruzione. In questo quadro, lo studio sulla Costruzione Moderna a Bologna tra il 1920 e il 1940, costituisce un tassello di una ricerca più ampia ed intesa a delineare l’importanza assunta dalla vicenda bolognese nel definire il profilo teorico ed applicativo della tecnica in cemento armato nella genesi del linguaggio architettonico che connota l’esperienza del Modernismo italiano degli anni trenta. La ricaduta più diretta della ricerca è rintracciabile nella creazione di una base informativa ipertestuale strutturata secondo diversi livelli di lettura tra loro correlati: la localizzazione, i progettisti e le imprese costruttrici, l’anno di realizzazione, la tipologia, le tecniche costruttive impiegate, la storia dell’edificio, le trasformazioni, la localizzazione della documentazione e le fonti bibliografiche, con collegamenti ipertestuali che consentono di consultare il materiale documentario. Gli esiti di tale studio hanno una duplice finalità: da un lato tale lavoro restituisce una mappatura analitica del patrimonio edilizio costruito nel ventennio analizzato, consentendo una registrazione sintetica ma puntuale delle fonti archivistiche e dei relativi apparati documentali. Un lavoro di supporto indispensabile per ogni futura ricerca intesa ad indagare le singole vicende che hanno accompagnato lo sviluppo edilizio della città di Bologna. In seconda istanza questo studio consente di porre in luce l’importanza assunta dai magisteri tecnici nel definire le scelte di ordine architettonico, ovvero di evidenziare come la conoscenza della storia materiale degli edifici induca a formulare una valutazione più appropriata e stringente sugli esiti architettonici conseguiti, superando così l’astrattezza di una interpretazione votata ai soli aspetti figurativi.

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Modern software systems, in particular distributed ones, are everywhere around us and are at the basis of our everyday activities. Hence, guaranteeing their cor- rectness, consistency and safety is of paramount importance. Their complexity makes the verification of such properties a very challenging task. It is natural to expect that these systems are reliable and above all usable. i) In order to be reliable, compositional models of software systems need to account for consistent dynamic reconfiguration, i.e., changing at runtime the communication patterns of a program. ii) In order to be useful, compositional models of software systems need to account for interaction, which can be seen as communication patterns among components which collaborate together to achieve a common task. The aim of the Ph.D. was to develop powerful techniques based on formal methods for the verification of correctness, consistency and safety properties related to dynamic reconfiguration and communication in complex distributed systems. In particular, static analysis techniques based on types and type systems appeared to be an adequate methodology, considering their success in guaranteeing not only basic safety properties, but also more sophisticated ones like, deadlock or livelock freedom in a concurrent setting. The main contributions of this dissertation are twofold. i) On the components side: we design types and a type system for a concurrent object-oriented calculus to statically ensure consistency of dynamic reconfigurations related to modifications of communication patterns in a program during execution time. ii) On the communication side: we study advanced safety properties related to communication in complex distributed systems like deadlock-freedom, livelock- freedom and progress. Most importantly, we exploit an encoding of types and terms of a typical distributed language, session π-calculus, into the standard typed π- calculus, in order to understand their expressive power.

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Background. To explore effects of a health risk appraisal for older people (HRA-O) program with reinforcement, we conducted a randomized controlled trial in 21 general practices in Hamburg, Germany. Methods. Overall, 2,580 older patients of 14 general practitioners trained in reinforcing recommendations related to HRA-O-identified risk factors were randomized into intervention (n = 878) and control (n = 1,702) groups. Patients (n = 746) of seven additional matched general practitioners who did not receive this training served as a comparison group. Patients allocated to the intervention group, and their general practitioners, received computer-tailored written recommendations, and patients were offered the choice between interdisciplinary group sessions (geriatrician, physiotherapist, social worker, and nutritionist) and home visits (nurse). Results. Among the intervention group, 580 (66%) persons made use of personal reinforcement (group sessions: 503 [87%], home visits: 77 [13%]). At 1-year follow-up, persons in the intervention group had higher use of preventive services (eg, influenza vaccinations, adjusted odds ratio 1.7; 95% confidence interval 1.4–2.1) and more favorable health behavior (eg, high fruit/fiber intake, odds ratio 2.0; 95% confidence interval 1.6–2.6), as compared with controls. Comparisons between intervention and comparison group data revealed similar effects, suggesting that physician training alone had no effect. Subgroup analyses indicated favorable effects for HRA-O with personal reinforcement, but not for HRA-O without reinforcement. Conclusions. HRA-O combined with physician training and personal reinforcement had favorable effects on preventive care use and health behavior.

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Long-term concentration records of carbonaceous particles (CP) are of increasing interest in climate research due to their not yet completely understood effects on climate. Nevertheless, only poor data on their concentrations and sources before the 20th century are available. We present a first long-term record of organic carbon (OC) and elemental carbon (EC) concentrations – the two main fractions of CP – along with the corresponding fraction of modern carbon (fM) derived from radiocarbon (14C) analysis in ice. This allows a distinction and quantification of natural (biogenic) and anthropogenic (fossil) sources in the past. CP were extracted from an ice archive, with resulting carbon quantities in the microgram range. Analysis of 14C by accelerator mass spectrometry (AMS) was therefore highly demanding. We analysed 33 samples of 0.4 to 1 kg ice from a 150.5 m long ice core retrieved at Fiescherhorn glacier in December 2002 (46°33'3.2" N, 08°04'0.4" E; 3900 m a.s.l.). Samples were taken from bedrock up to the firn/ice transition, covering the time period 1650–1940 and thus the transition from the pre-industrial to the industrial era. Before ~1850, OC was approaching a purely biogenic origin with a mean concentration of 24 μg kg−1 and a standard deviation of 7 μg kg−1. In 1940, OC concentration was about a factor of 3 higher than this biogenic background, almost half of it originating from anthropogenic sources, i.e. from combustion of fossil fuels. The biogenic EC concentration was nearly constant over the examined time period with 6 μg kg−1 and a standard deviation of 1 μg kg−1. In 1940, the additional anthropogenic input of atmospheric EC was about 50 μg kg−1.