774 resultados para Ius aedificandi


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Il danno da perdita di chance rappresenta la categoria giuridica di cui la giurisprudenza si serve per ampliare i confini della tutela risarcitoria, in diversi casi in cui, alla stregua dell’impostazione dogmatica tradizionale, non potrebbe dirsi configurabile un danno-conseguenza (né sotto forma di danno emergente, né sotto forma di lucro cessante). Lo studio, una volta delimitato il campo dell’indagine e dato conto delle opinioni dottrinali sulla ricostruzione della figura, ha preso le mosse dall’illustrazione degli orientamenti della giurisprudenza, la quale, a partire dagli anni ’80 del secolo scorso, è andata via via applicando l’istituto nei settori del diritto del lavoro, della responsabilità professionale (in particolare dell’avvocato), e del danno alla persona (nel quale ultimo si è messo in luce come il danno da perdita di chance possa rivestire funzione unicamente descrittiva di tipologie di pregiudizio riconducibili alle “tradizionali” voci di danno). Nel secondo capitolo si è analiticamente esaminata la fattispecie del danno da perdita di chance, alla luce delle categorie e dei principi generali della responsabilità civile, vagliando i margini di “armonizzabilità” dell’istituto rispetto alle classificazioni in termini di danno emergente/lucro cessante, danno presente/futuro, danno-evento/danno-conseguenza, nonché rispetto alle regole sulla causalità, al requisito dell’ingiustizia del danno, e alle tecniche di liquidazione del danno. Nell’ultimo capitolo, si è proceduto, poi, a “calare” l’istituto del danno da perdita di chance nel “sottosettore” della responsabilità sanitaria, sottoponendo a verifica la “tenuta teorica” della sua “variante” non patrimoniale al cospetto della recente novella legislativa rappresentata dalla l. n. 24/17, nonché degli orientamenti giurisprudenziali che, negli ultimi due anni, hanno interessato i temi dell’onere della prova del nesso causale e dello stesso danno da perdita di chance non patrimoniale. A conclusione dello studio, si sono svolte, infine, alcune considerazioni sulle criticità che precludono un’armonica “riconduzione a sistema” dell’istituto, consigliandone il definitivo abbandono.

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La tesi intende analizzare l’unitarietà della vicenda contrattuale dell’appalto pubblico nell’ottica del superamento della tradizionale visione dicotomica tra la fase della scelta del contraente e quella esecutiva. Sullo sfondo della funzionalizzazione del contratto alla realizzazione dell’interesse pubblico in concreto, oggi più che mai comprensivo dei fini ambientali, sociali e occupazionali, l’attenzione sarà posta in particolare sulla compresenza in entrambe le fasi di “momenti” (e quindi di regimi) pubblicistici e privatistici. A tal fine, l’attenzione sarà principalmente riservata, da un lato, all’estensione del regime delle trattative precontrattuali anche al momento che precede quello dell’aggiudicazione e, dall’altro lato, all’applicazione dello statuto pubblicistico all’esecuzione del contratto, specialmente in relazione all’esercizio del recesso, in ciò esprimendosi con maggior forza il senso dell’unitarietà fra le due fasi. Rilevata infine la frammentazione delle giurisdizioni, valorizzata l’esigenza di un giudice specializzato sulla materia e preso atto di alcune trasformazioni (potenziali e attuali) sul fronte più generale del riparto, si cercherà di fornire una lettura atta ad estendere, a Costituzione invariata, la giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo su tutta l’unitaria vicenda contrattuale.

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Nell’epoca di profonda transizione dell’era «pos-moderna», il modello tradizionale di legalità che conferisce al Parlamento il monopolio in materia penale entra in crisi in ragione della frammentazione delle fonti del diritto - a livello nazionale e sovranazionale - nonché delle spinte di globalizzazione capaci di incidere, ormai, ben oltre il mero piano economico. A fronte della incapacità del legislatore di rispondere in termini effettivi alla urgenza di razionalizzare e riformare il sistema penale, quindi, il potere giudiziario ha assunto una funzione di sostanziale supplenza, generando inevitabili attriti con il nullum crimen e i suoi corollari. Ne deriva che il Giudice di legittimità sempre più si preoccupa di assicurare la prevedibilità dei mutamenti interpretativi, specie se in malam partem, tenendo a mente gli ultimi approdi della giurisprudenza di Strasburgo in riferimento all’art. 7 CEDU. In particolare, tanto nelle motivazioni delle decisioni quanto nei contributi dottrinali, si diffonde graduale il riferimento a istituti propri del modello di common law: la recente riforma dell’art. 618, co 1 bis, c.p.p., del resto, è stata descritta a più voci come l’avvio della diffusione nell’ordinamento interno della c.d. “cultura del precedente”. In tale frangente, diviene utile approfondire l’opportunità dell’accostamento tra il modello di common law e di civil law, conducendo uno studio comparato tra i due ordinamenti quanto all’esercizio del potere punitivo che intende esaminare l’opportunità di acquisire rimedi propri della esperienza secolare del diritto judge-made in un ordinamento governato dalla soggezione del giudice alla legge.

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Il lavoro affronta le problematiche emerse per gli obbligazionisti subordinati a seguito dall'applicazione nel contesto italiano della nuova disciplina in materia di gestione delle crisi bancarie. Nella prima parte del lavoro sono stati analizzati gli orientamenti della Commissione europea in merito ai criteri adottati per valutare la compatibilità dell’intervento pubblico nel settore bancario e la loro evoluzione; sono inoltre illustrati i nuovi strumenti introdotti per gestire le crisi degli istituti creditizi operanti sul mercato unico. Nella seconda parte del lavoro, lo studio si è concentrato sull’analisi dello strumento obbligazionario e, in particolar modo, delle obbligazioni bancarie subordinate, in quanto, in caso di crisi dell’istituto di credito emittente, i sottoscrittori di questo strumento saranno – verosimilmente – la prima categoria di creditori chiamata a sopportare i costi della ristrutturazione. L’ultima parte del lavoro è dedicata all’esame del grado e di tutela offerto dall’ordinamento italiano ai creditori coinvolti nei dissesti di alcune banche italiane. Oltre alle decisioni adottate dalla magistratura italiana in merito, l’analisi ha riguardato anche le misure di indennizzo adottate dal legislatore a tutela dei risparmiatori danneggiati dalla crisi degli istituti in cui investirono.

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Le recenti novelle e l’evoluzione delle tecniche riproduttive scientifiche hanno promosso un progressivo processo di frammentazione della figura genitoriale, che sino ad allora era considerata unitaria ed intimamente connessa all’incontro tra uomo e donna. A tale concezione unitaria del legame genitoriale corrispondeva la considerazione che la coincidenza tra vincolo genetico e verità legale fosse foriera del soddisfacimento del superiore interesse del minore. La genitorialità può ad oggi essere suddivisa tra genetica, qualora tra il genitore condivida con il figlio il medesimo patrimonio genetico; biologica, nell’accezione di gestazionale e dunque caratterizzante il rapporto tra madre e figlio; e sociale, qualora l’adulto, seppur in mancanza di un titolo legale e altrettanto di un legame di sangue con il figlio, adempie ai doveri di cura e di mantenimento propri dell’esercente la responsabilità genitoriale. A fronte della pluralità dei soggetti che latu senso possono essere considerati genitoriali in forza di una pluralità e eterogeneità di legami, l’interprete deve interrogarsi circa la effettività e la cogenza delle tradizioni definizioni di madre e di padre e soprattutto la resilienza dei criteri attributivi dello stato di filiazione.

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This dissertation assesses the impact of the EU Directive on Bank Recovery and Resolution (BRRD) on bank corporate governance and investigates a fundamental question. Can the resolution framework for distressed banks enhance the quality of banks’ decision making? According to the Directive, the Resolution Authority can impose losses on bank’s creditors in case of distress through a bail-in. Bail-inable creditors become residual claimants of the bank, contingent on its distress. The first part of the dissertation establishes an analytical framework for bank governance, starting from the problem of what can be defined as “good governance” in banking. The dissertation hypothesizes that governance regulation represents a necessary link between the incentives of corporate constituencies and the goals of substantive regulation. The second part builds upon this analytical framework and carries out a positive analysis encompassing three channels of debt governance; namely, price internalisation of risk; contractual arrangements and the discrete impact of different type of creditors. The existence of a resolution framework should incentivise bail-inable creditors to better discipline the borrowing bank; yet, the design of both the capital and resolution regulation largely foreclose such possibility to creditors. Against this backdrop, the third part of the dissertation moves to normative considerations. The approach to this normative part combines and complements the study of cash flow rights of the management with the study of the voting rights to bail-inable creditors. On the cash flow side, the dissertation proposes to include bail-inable debt as part of the variable remuneration for bank risk-takers. On the voting right, the proposal is to grant a limited basket of ex-ante governance rights to bail-inable creditors. Such a unified approach is rather uncommon in the literature, where cash flow rights and voting rights are often approached separately whereas those complement each other in the dissertation.

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I sistemi fiscali contemporanei applicano l’imposizione diretta a persone fisiche e persone giuridiche. In ciascuno Stato tuttavia una varietà di figure intermedie, definibili non- corporate-entities, sono dotate di gradi diversi di soggettività di diritto. Fra queste rientrano le partnership. Con l’obiettivo di ricondurre la fiscalità delle partnership all’interno del regime domestico generale previsto per persone fisiche o giuridiche, ogni Stato impiega proprie regole di caratterizzazione fiscale delle partnership. Di conseguenza, ciascuno Stato può considerare le partnership fiscalmente opache o trasparenti. Ciò vale sia per le partnership domestiche che per quelle estere. Quando l’attività di una partnership domestica presenta elementi di internazionalità, gli approcci domestici di caratterizzazione fiscale interferiscono spesso con quelli adottati da altri Stati. Tali inevitabili conflitti producono un alto rischio di doppia imposizione o doppia non imposizione dei redditi internazionali. La soluzione di tale genere di problemi non trova sistematica considerazione né nei Trattati fiscali, né nei Trattati UE così come interpretati dalla CGUE. Essa resta affidata all’autonoma iniziativa di ciascuno Stato. Questo studio esamina l’imposizione diretta delle partnerships internazionali che presentino un qualche collegamento con il sistema fiscale italiano. Esso inoltre propone una comparazione con altri sistemi fiscali selezionati sulla base di alcuni criteri. La comparazione mira alla individuazione dei problemi scaturenti dalla simultanea applicazione della tassazione italiana ed estera, considerando il ruolo spesso modesto dei Trattati fiscali. Ove un Trattato includa clausole specifiche per le partnership, ne viene esaminato l’effetto. Se i Paesi considerati sono Stati membri UE, i risultati dell’analisi sono esaminati rispetto alla normativa europea, con particolare riguardo ai profili di compatibilità con le libertà del Trattato UE e con i relativi orientamenti della CGUE.

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La scomposizione dei servizi finanziari rappresenta un processo in essere da diverso tempo, che tuttavia ha subito una significativa accelerazione negli ultimi anni, a causa di alcuni fattori, tra cui l’incremento degli scambi commerciali conseguente alla globalizzazione, la crescente finanziarizzazione dell’economia e, da ultimo, l’avvento di Internet, che ha progressivamente cannibalizzato i canali tradizionali del commercio e della finanza. In questo contesto hanno assunto un rilievo crescente, da un lato, la concentrazione degli intermediari finanziari, i quali, aumentando le proprie dimensioni, mirano a beneficiare dei rendimenti di scala crescenti tipici del settore in cui operano, dall’altro, la specializzazione degli operatori, anche non finanziari, che, al fine di aumentare la propria efficienza e diminuire i costi di produzione, si focalizzano su singoli processi o sottoprocessi dei servizi finanziari tradizionali, talvolta innovandoli o creandoli ex novo allo scopo di conquistare quote di mercato. Di fronte a tutto ciò, l’applicazione dell’esenzione IVA rappresenta una sfida per gli interpreti del diritto, in quanto, derogando al principio cardine della neutralità dell’IVA, può divenire o costituire già ora un fattore distorsivo del mercato, alterando la parità di condizioni in cui dovrebbero operare gli intermediari finanziari ed influenzando le scelte organizzative dei medesimi, a discapito dell’efficienza cui dovrebbero fisiologicamente tendere in condizioni di libera concorrenza.

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Il concetto di danno punitivo evoca una peculiare forma di risarcimento del danno la cui funzione, lungi dal risolversi in una prospettiva meramente compensativa del soggetto danneggiato, si carica di una valenza punitiva e deterrente. L’obiettivo del presente lavoro è quello di indagare l’ammissibilità e la compatibilità dell’istituto con la sistematica della responsabilità da illecito aquiliano. Un piano di indagine sollecitato dal recente fervore pretorio sul tema, soprattutto in relazione alla verifica dialettica della compatibilità dell’istituto in parola con il concetto di ordine pubblico interno e internazionale: l’attuale impianto normativo dell’illecito aquiliano può legittimamente ambire ad una vocazione polifunzionale e dinamica in una più ampia prospettiva di effettività e completezza della tutela non solo interprivata ma anche superindividuale, nella consapevolezza, che “una responsabilità civile che non accarezzi la deterrenza non è una vera responsabilità civile”.

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In the digital age, e-health technologies play a pivotal role in the processing of medical information. As personal health data represents sensitive information concerning a data subject, enhancing data protection and security of systems and practices has become a primary concern. In recent years, there has been an increasing interest in the concept of Privacy by Design, which aims at developing a product or a service in a way that it supports privacy principles and rules. In the EU, Article 25 of the General Data Protection Regulation provides a binding obligation of implementing Data Protection by Design technical and organisational measures. This thesis explores how an e-health system could be developed and how data processing activities could be carried out to apply data protection principles and requirements from the design stage. The research attempts to bridge the gap between the legal and technical disciplines on DPbD by providing a set of guidelines for the implementation of the principle. The work is based on literature review, legal and comparative analysis, and investigation of the existing technical solutions and engineering methodologies. The work can be differentiated by theoretical and applied perspectives. First, it critically conducts a legal analysis on the principle of PbD and it studies the DPbD legal obligation and the related provisions. Later, the research contextualises the rule in the health care field by investigating the applicable legal framework for personal health data processing. Moreover, the research focuses on the US legal system by conducting a comparative analysis. Adopting an applied perspective, the research investigates the existing technical methodologies and tools to design data protection and it proposes a set of comprehensive DPbD organisational and technical guidelines for a crucial case study, that is an Electronic Health Record system.

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Big data are reshaping the way we interact with technology, thus fostering new applications to increase the safety-assessment of foods. An extraordinary amount of information is analysed using machine learning approaches aimed at detecting the existence or predicting the likelihood of future risks. Food business operators have to share the results of these analyses when applying to place on the market regulated products, whereas agri-food safety agencies (including the European Food Safety Authority) are exploring new avenues to increase the accuracy of their evaluations by processing Big data. Such an informational endowment brings with it opportunities and risks correlated to the extraction of meaningful inferences from data. However, conflicting interests and tensions among the involved entities - the industry, food safety agencies, and consumers - hinder the finding of shared methods to steer the processing of Big data in a sound, transparent and trustworthy way. A recent reform in the EU sectoral legislation, the lack of trust and the presence of a considerable number of stakeholders highlight the need of ethical contributions aimed at steering the development and the deployment of Big data applications. Moreover, Artificial Intelligence guidelines and charters published by European Union institutions and Member States have to be discussed in light of applied contexts, including the one at stake. This thesis aims to contribute to these goals by discussing what principles should be put forward when processing Big data in the context of agri-food safety-risk assessment. The research focuses on two interviewed topics - data ownership and data governance - by evaluating how the regulatory framework addresses the challenges raised by Big data analysis in these domains. The outcome of the project is a tentative Roadmap aimed to identify the principles to be observed when processing Big data in this domain and their possible implementations.

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La identidad nacional es una categoría jurídica central del Derecho de la Unión que puede ser particularmente apta a los fines de articular un mejor encaje entre los ordenamientos jurídicos nacionales y el sistema jurídico europeo. Se enmarca en un debate clásico de la construcción europea relativo a cómo conciliar una integración cada vez más acentuada con el debido respeto a la diversidad estatal. Se caracteriza por tratarse de una figura jurídica sumamente controvertida, existiendo una rica y abierta discusión en relación a su sentido y a su alcance. Con la entrada en vigor del Tratado de Lisboa en el año 2009, la nueva redacción de la cláusula de identidad nacional ha suscitado un interés renovado tanto por parte de la doctrina como de la jurisprudencia nacional y europea gracias a su mayor elaboración y a la ampliación de las potestades de la jurisdicción supranacional. La presente tesis doctoral ofrece un análisis integral de esta norma desde una aproximación dialéctica, que comprende tanto la visión acuñada por el Tribunal de Justicia como la percepción que de la misma mantienen los Tribunales Constitucionales nacionales, en tanto que guardianes supremos del ordenamiento constitucionales interno. Cada uno de los cuales sostiene una visión no exactamente coincidente sobre la norma suprema y la autoridad judicial última en el complejo sistema constitucional común europeo. Se lleva a cabo un estudio desde una perspectiva histórica y actual, sustantiva y procesal, descriptiva y valorativa, así como una parte propositiva por medio de la cual se propone un modelo para la resolución de este tipo de conflictos en sede judicial.

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El estudio del reaseguro puede abordarse desde múltiples puntos de vista (actuarial, financiero, jurídico...) para hacer frente a las cuestiones y a los problemas de diversa índole derivados del mismo. En el presente trabajo de investigación se examina la configuración jurídica del contrato de reaseguro como técnica de transferencia de riesgos y, en particular, el examen se centra en los riesgos de la navegación marítima. La relevancia del reaseguro marítimo se explica por su utilidad especialmente en el comercio internacional ya que sin este contrato ninguna actividad de transporte ni aseguradora podría llevarse a cabo. La especialidad y la gravedad de los riesgos asociados a la navegación junto con la entidad de los siniestros acaecidos en el mar impide que los cuantiosos gastos sean asumidos por la empresa de la navegación o que las elevadas indemnizaciones sean abonadas exclusivamente por una sola empresa aseguradora. La tesis aborda, con especial atención, aspectos esenciales de la estructura de esta institución mercantil como la relación con el seguro marítimo del que trae causa, los riesgos e intereses, las funciones y los principios, entre otros muchos. A lo largo del texto se ofrece un análisis de Derecho comparado recurriendo a la legislación, la doctrina y la jurisprudencia de España e Italia pero, atendiendo al carácter eminentemente internacional del contrato y con el objetivo de ofrecer un tratamiento sistemáticamente completo de la materia, también se han incluido referencias a otros sistemas jurídicos. El tratamiento del reaseguro, desde una perspectiva jurídica, obliga además a tener en cuenta las cláusulas de los contratos como expresión de la práctica profesional y de la realidad del Derecho del seguro privado.

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Smart contracts are the most advanced blockchain applications. They can also be used in the contractual domain for the encoding and automatic execution of contract terms. Smart contracts already existed before the blockchain, but they take advantage of the characteristics of that technology. Namely, the decentralised and immutable characters of the blockchain determine that no single contracting party can control, modify, or interrupt the execution of smart contracts. As every new phenomenon, blockchain-based smart contracts have attracted the attention of institutions. For example, in its Resolution of 3 October 2018 on distributed ledger technologies and blockchain, the European Parliament has stressed the need to undertake an in-depth assessment of the legal implications,starting from the analysis of existing legal frameworks. Indeed, the present research thesis aims to verify how blockchain-based smart contracts fit into contract law. To this end, the analysis starts from the most discussed and relevant aspects and develops further considerations. Before that, it provides a detailed description and clarifications about the characteristics, the functioning, and the development of the technology, which is an essential starting point for a high-level quality legal analysis. It takes into considerations already existing rules concerning the use of technology in the life cycle of contracts, from vending machines to computable contracts, and verifies its applicability to blockchain-based smart contracts. The work does not limit to consider the mere technology, but some concrete scenarios of adoption of blockchain-based smart contracts in the contractual domain. Starting from the latter, it focuses on the implications of blockchain-based smart contracts on contract formation, contract performance, and applicable law and jurisdiction.

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La tesi approfondisce gli aspetti problematici del rapporto tra processo penale e informazione giornalistica. Si è così ritenuto opportuno suddividere la ricerca in due sezioni, una casistica, l’altra prettamente teorica. Nella sezione teorica si è posta l’attenzione sulle questioni più dibattute: tutela della verginità cognitiva del giudice, dei segreti processuali, della libertà di cronaca, della riservatezza di quanti siano anche solo occasionalmente accostati ad un’indagine penale, dell’autodeterminazione delle persone che partecipano al processo e del sereno svolgimento di quest’ultimo. Il fine ultimo è stato quello di porre sotto esame gli attuali equilibri delineati dal codice. Laddove si è potuta osservare una inadeguatezza legislativa si è tentato di avanzare una proposta di riforma. Sul punto, da un lato si sono potute osservare alcune incongruenze oggi riscontrabili nell’art. 114 c.p.p. Il tutto nella ritrovata consapevolezza che il dilemmatico rapporto tra processo e mass media può rischiare finanche di impattare sulle dinamiche probatorie, col serio rischio di inquinamento di alcune prove dichiarative. Il futuribile testimone esposto all’influenza dell’opinione pubblica può restarne scosso o turbato, al punto da potere soffrire di un’alterazione mnemonica del suo ricordo. Non per ultimo, di ausilio si è mostrata la prospettiva comparata, dalla quale si sono potuti trarre validi spunti per una ideale soluzione dei problemi passati in rassegna. Su questo versante, si è osservato il sistema spagnolo, interessati a cogliere gli equilibri costituzionali sui quali si erge il rapporto tra libertà di cronaca e processo penale e le regole codicistiche in tema di propalazione di atti giudiziari all’opinione pubblica iberica. All’esito, si sono potute trarre le conclusioni ripercorse nel testo.