999 resultados para Blennerhassett, Harman, 1765-1831


Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Mode of access: Internet.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Mode of access: Internet.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Mode of access: Internet.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

DUE TO COPYRIGHT RESTRICTIONS ONLY AVAILABLE FOR CONSULTATION AT ASTON UNIVERSITY LIBRARY AND INFORMATION SERVICES WITH PRIOR ARRANGEMENT

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Cadbury showed concern for the welfare of its labour force in a variety of ways and not least in the provision of educational and educative-recreational facilities. The firm regarded the education of employees as having a positive effect on the efficiency of the business at the same time as being of benefit to the individual, the local community and the nation. The life-long education of people was seen as essential for personal fulfilament, social improvement, economic competitiveness and the proper functioning of democratic procedures. The educational system built up at Cadbury, and the philosophy on which it was founded, acquired both a domestic and international reputation. Its main components were the day continuation education of juniors; the Bournville Works Evening Institute; vocational and non-vocational scholarships; emphasis on the primary importance of general education as a basis for life, work and technical training; stress on equality of educational opportunity for females; and leisure and sporting amenities which the firm felt to be educative in the sense that they contributed to personal psychological and physical development and social skills. The system was primarily shaped and constructed in the first three decades of the twentieth century and went into decline and eventual demise in the 1960's and 1970's as a result of economic pressures, social changes, enhanced state arrangements for education, shifts in Cadbury management thinking and the merger with Schweppes in 1969.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Il contenuto di questo volume non vuole rappresentare un testo didattico per lo studio in generale della vulcanologia in quanto in esso si tratta unicamente quell’a-spetto della disciplina che riguarda il vulcanismo esplosivo. In tal senso l’autore ritiene che questo testo possa essere utile per gli studenti di Scienze Geologiche che, vivendo nelle aree vulcaniche italiane di età quaternaria ed anche attive, possano, da laureati, svolgere attività professionali mirate alla individuazione e definizione di Pericolosità, Vulnerabilità e Rischio Vulcanico. Trattare gli argomenti che seguono non è stato facile e forse si poteva, in alcuni casi, renderli più semplici, ma talvolta la semplicità non sempre è sinonimo di precisione; inoltre, per descrivere certi aspetti non quantitativi si è costretti ad utilizzare un linguaggio quanto più possibile “ad hoc”. L’autore ha svolto la propria attività di ricerca in aree vulcaniche, sia in Italia che all’estero. Le ricerche in Italia sono state da sempre concentrate nelle aree di vulcanismo attivo in cui l’attività del vulcanologo è finalizzata fondamentalmente alla definizione della Pericolosità Vulcanica supporto indispensabile per la definizione dell’aree a Rischio Vulcanico, intendendo per Rischio il prodotto della Pericolosità per il Danno in termini, questo, di numero di vite umane ovvero di valore monetario dei beni a rischio nell’area vulcanica attiva. Le ricerche svolte dall’autore in Africa Orientale (Etiopia e Somalia) e nello Yemen hanno contribuito ad assimilare i concetti di vulcanologia regionale, rappresentata dall’ampia diffusione del vulcanismo di plateau, variabile per spessore dai 1500 ai 3000 metri, fra i quali si inseriscono, nella depressione dell’Afar, catene vulcaniche inquadrabili, dal punto di vista geodinamico, come “oceaniche” alcune delle quali attive e che si sviluppano per decine/centinaia di chilometri. Nelle aree vulcaniche italiane le difficoltà che sorgono durante il rilevamento risiedono nella scarsa continuità di affioramenti, talvolta incompleti per la descrizione delle variazioni di facies piroclastiche, non disgiunta dalla fitta vegetazione ovvero ur banizzazione specialmente nelle aree di vulcanismo attivo. Il rilevamento vulcanologico richiede competenze e l’adozione di scale adatte a poter cartografare le variazioni di facies piroclastiche che, a differenza dalle assise sedimentarie, in un’area vulcanica possono essere diffuse arealmente soltanto per alcune centinaia di metri. I metodi di studio delle rocce piroclastiche sono del tutto simili a quelli che si usano per le rocce clastiche, cioè dall’analisi delle strutture e delle tessiture alla litologica fino a quella meccanica; su questi clasti inoltre le determinazioni della densità, della mineralogia e della geochimica (Elementi in tracce e Terre Rare), ottenute sulla frazione vetrosa, rappresentano parametri talvolta identificativi di un’area vulcanica sorgente. Non esistono testi nei quali venga descritto come si debba operare nelle aree vulcaniche per le quali l’unica certezza unificante è rappresentata dall’evidenza che, nelle sequenze stratigrafiche, il termine al top rappresenta quello più relativamente recente mentre quello alla base indica il termine relativo più vecchio. Quanto viene riportato in questo testo nasce dall’esperienza che è stata acquisita nel tempo attraverso una costante azione di rilevamento che rappresenta l’uni- ca sorgente di informazione che un vulcanologo deve ricavare attraverso un attento esame dei depositi vulcanici (dalla litologia alla mineralogia, alla tessitura, etc.) la cui distribuzione, talvolta, può assumere un carattere interegionale in Italia nell’ambito dell’Olocene. Soltanto l’esperienza acquisita con il rilevamento produce, in un’area di vulcanismo attivo, risultati positivi per la definizione della Pericolosità, sapendo però che le aree vulcaniche italiane presentano caratteristiche ampiamente differenti e di conseguenza il modo di operare non può essere sempre lo stesso. Un esempio? Immaginate di eseguire un rilevamento vulcanico prima al Somma-Vesuvio e poi nei Campi Flegrei: sono mondi completamente differenti. L’autore desidera ribadire che questo testo si basa sulla esperienza acquisita sia come geologo sia come docente di Vulcanologia; pertanto il libro potrà forse risultare più o meno bilanciato, in forza dell’argomento trattato, in quanto durante l’attività di ricerca l’autore, come tutti, ha affrontato alcuni argomenti più di altri. Questo approccio può essere considerato valido per chiunque voglia scrivere un libro in maniera autonoma e originale, non limitandosi, come molte volte avviene, a tradurre in italiano un libro su tematiche analoghe diffuso, ad esempio, nel mondo anglosassone.Diversamente, si sarebbe potuto concepire un libro come un collage di capitoli scritti da vari autori, che magari avevano esperienza più specifica nei singoli argomenti, ma in tal senso si sarebbe snaturato lo spirito con cui si è impostato il progetto. L’autore, infine, ha fatto ricorso al contributo di altri autorevoli colleghi solo per temi importantissimi, ma in qualche modo complementari rispetto al corpus costitutivo del Vulcanismo Esplosivo.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Anais do Parlamento Brasileiro, 1831.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Anais do Parlamento Brasileiro, 1831.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Neogobius caspius is a small benthic fish that is native to the Caspian Sea. The importance of this fish is because of it is role as a main food resource of the sturgeon fish. The genetic diversity of N. caspius population in the Caspian Sea was studied using PCR- RFLP technique. A total of 135 samples of N. caspius were collected from coastal line in the north Caspian sea, including specimens from coasts of Anzali , Torkman Port and Chalus. Genomic DNA was extracted by phenol-chloroform method and then was amplified using a pair primer of cytochrom b gene, 2 tRNA gene and the control region sequences by a thermal cycler. D2 (5'-CCGGAGTATGTAGGGCATTCTCAC-3'), CY1 (5'-YYTAACCRRGACYAATGACTTGA-3') 12 restriction enzyme were used to digest the target gene region including: Alul HincII —Tas1 —Rsa1 -MboI -DraI -BSeNI(BSRI) Alw261(BsmAI). Bsul 51 Hin11 Bsh12851- BsuRI(HaeIII) digested PCR products were observed by silver staining method followed by Polyacrylamide gel electrophoresis (PAGE). The results were shown the same pattern among the species. There was no polymorphism and no differentiation in population in the Neogobius caspius fish and all individuals have shown homogenous genotype.

Relevância:

20.00% 20.00%

Publicador:

Resumo:

Electric rays, thought to be the most primitive of the skates and rays, have stout tails but have rather expansive disc. This group is distinguished by the presence of powerful electric organs, derived from branchial muscles in head region. Torpedo sinuspersici found inshore in sandy bottoms, and well offshore from the surf zone down to 200 m. Also on or near coral reefs (like Kish Island in Persian Gulf). Common in shallow sandy areas. Occasionally hooked by anglers, more often seen by divers; can deliver a strong shock. Flesh is edible. T. sinuspersici can survive for hours after being stranded on the beach. Little is known of the life history of the Gulf torpedo. It is a sluggish predator of bony fishes. At night it actively hunts for food, sculling slowly through the water about a meter above the bottom; during the day it usually rests on the bottom and opportunistically ambushes unwary prey. It uses its broad pectoral fins to envelop the target fish before delivering an electric shock to stun it. Usually solitary, they may form groups during the mating season. Reproduction is a placental viviparous, with the developing embryos initially surviving on their yolk sacs, and then on enriched uterine fluid produced by the mother. Litters of 9-22 young are birthed in the summer. Newborns measure about 10 cm wide; males mature at a disc width of 39 cm and females at 45 cm.