985 resultados para Teatro Cuyas


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Il lavoro di tesi si propone di valutare il livello di sicurezza sismica di una parte del complesso edilizio e monumentale del Baraccano. Nella tesi sono illustrati tutti i passaggi per la valutazione della vulnerabilità, per la moderazione della struttura, nonché un'ampia sintesi dei risultati ottenuti

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Nel presente elaborato mi sono proposta di analizzare in che modo il testo viene percepito in maniera diversa da ognuno di noi, a seconda dell’esperienza estetica, e su come questo si rifletta sulla traduzione. Al fine di poter sviluppare tale questione, ho voluto esaminare la traduzione delle opere teatrali La vida es sueño di Pedro Calderón de La Barca e The tempest di William Shakespeare che è stata portata a termine rispettivamente da Pier Paolo Pasolini attraverso l’opera Calderón e da Giorgio Strehler insieme a Agostino Lombardo attraverso la messa in scena de La tempesta. Da un lato, Pasolini adatta e traspone il testo attraverso il suo modo di fare teatro, un “Teatro di Parola”, che non è solo impegno civile e dibattito critico, ma anche poesia e autoriflessione, in cui l’attore rappresenta un veicolo di idee. D’altro canto, la traduzione portata a termine da Giorgio Strehler e Agostino Lombardo è intesa come messa in scena, dove l’attore incarna il testo, con il fine di trasmettere la profondità del testo stesso. La prima parte è dedicata ad una riflessione su tematiche relative a quello che mi sono proposta di sviluppare nell’elaborato, come per esempio l’ermeneutica del testo, l’esperienza estetica, l’esistenza o meno di una traduzione definitiva. La parte centrale, invece, si concentra sulle due opere sopra citate, in particolar modo sui due approcci traduttivi differenti, che rappresentano due modi diversi di interpretare il testo.

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L'elaborato consiste in una proposta di traduzione delle didascalie dell'opera teatrale La casa degli uomini zoppi o Edipo liberato, interpretata dal Laboratorio teatro (In)stabile. Il primo capitolo ripercorre la nascita, l'affermazione e i principali riconoscimenti ottenuti dal collettivo teatrale (In)stabile, soffermandosi in particolar modo sull'ideazione e sul percorso di realizzazione dello spettacolo La casa degli uomini zoppi o Edipo liberato. Seguirà poi un capitolo incentrato sulla comparsa delle didascalie, la loro evoluzione nel corso dei secoli e la loro funzione attuale, concentrandosi sulle varianti esistenti e il problema del doppio destinatario del testo teatrale. Il terzo capitolo presenta la proposta di traduzione delle didascalie dell'opera. Il capitolo che segue è dedicato, a completare il precedente, al commento della traduzione. Verranno messi in luce i problemi incontrati nella resa in lingua straniera e le strategie utilizzate per giungere alla soluzione più appropriata, con l'obiettivo di mantenere quanto più possibile inalterati il significato e lo stile del testo di partenza. Per concludere, saranno presentati i commenti e le riflessioni scaturiti dal lavoro di traduzione dell'opera.

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Questa tesi si pone come scopo quello di studiare la scena teatrale contemporanea russa, utilizzando come pretesto la traduzione della piéce “Žara” dell’autrice Natalija Mošina. Mošina fa parte del movimento teatrale chiamato ‘novaja drama’, che si è sviluppato in Russia a partire da fine anni Novanta. Nel primo capitolo tratteremo brevemente la storia del teatro russo del Novecento, per osservare come si è giunti alla formazione di questo nuovo movimento. Passeremo poi ad analizzare il movimento vero e proprio, concentrandoci sulle posizioni artistiche dei suoi membri e sul tipo di innovazione che vogliono portare al teatro russo. Proporremo poi una selezione dei luoghi che rinnovano la scena teatrale moscovita. Il secondo capitolo è interamente dedicato ad uno di questi luoghi, il Teatr Praktika, primo teatro statale ad occuparsi esclusivamente di testi contemporanei, di cui vedremo la storia dalla sua fondazione ai giorni nostri e analizzeremo il repertorio vedendo come gli spettacoli messi qui in scena riflettano le posizioni del novaja drama. Nel capitolo conclusivo parleremo più approfonditamente della pièce da noi tradotta vedendo come si colloca all’interno della produzione dell’autrice e del novaja drama, analizzandone la messa in scena al Praktika. Proporremo poi delle riflessioni sulla traduzione di testi teatrali facendo riferimento alla traduzione da noi svolta, che proporremo di seguito.

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Signatur des Originals: S 36/F10561

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Signatur des Originals: S 36/F10563

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La conquista que de América hicieron los países de Europa, representa, en primer término la expresión de la soberbia de creer que el mayor desarrollo tecnológico justificaba el dominio, la expollación económica o la sublimación de la voluntad de los vencidos a través de la conquista espiritual. Son muchos los documentos que dan testimonio de la utilización de representaciones dramáticas en la evangelización. Es este Teatro de carácter didáctico el que ha motivado nuestro interés. Los jesuitas lo utilizaron en las "Misiones de Indios guaranies" y también entre los Tupíes y con la misma finalidad lo usó el Padre Anchieta, en el Brasil.En ambos casos el evangelizador operó con una realidad similar: los fundamentos míticos de la cultura tupí-guaraní.

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En el presente trabajo, nos proponemos la reconstrucción de la realidad cultural generada en la provincia por las instituciones y agentes legitimantes del campo teatral (Bourdieu:135) y el posterior abordaje de la circulación y recepción "productiva" y "reproductiva" (Gimm, 1977:142) de las textualidades brechtianas y del teatro barrial de creación colectiva mediante una perspectiva metodológica comparatistica. Para ello analizaremos el discurso metateatral de la critica periodística y las puestas escénicas de Cristóbal Arnold y Ernesto Suárez, con la pretensión de destacar los rasgos de apropiación originales.