998 resultados para ROMA
Resumo:
Introdução: A validação de instrumentos é essencial na investigação epidemiológica, especialmente para a definição consensual de caso e comparação de resultados. Atualmente, o instrumento mais utilizado para identificar a dispepsia funcional é o questionário Roma III, o qual não se encontra validado para a população portuguesa. Objetivos: Validar o questionário Roma III para dispepsia funcional em adultos Portugueses. Métodos: O questionário foi traduzido seguindo as recomendações de Roma III. Um total de 166 indivíduos responderam ao questionário. A identificação da categoria dispepsia funcional em adultos baseou-se em um ou mais sintomas dos 4 sintomas que a escala permite avaliar através de 6 itens. A consistência interna, reprodutibilidade e análise de conteúdo foram avaliados com recurso ao SPSS 23.0. Resultados: O coeficiente de alfa de Cronbach no total dos 18 itens avaliados foi de 0.89. Para a categoria dispepsia funcional (avaliada através de 6 itens) foi de 0.76 e o alfa de Cronbach com base em itens padronizados foi de 0.85. Conclusões: validamos, para Portugal, o Questionário Roma III para o diagnóstico de doenças gastrointestinais funcionais, designadamente para a categoria dispepsia funcional em adultos. Estes resultados sugerem que este instrumento será útil para a investigação na população Portuguesa.
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“La Unidad de Víctimas de la Fiscalía de la CPI envió en agosto de 2015 a la Clínica Jurídica Internacional de la Universidad del Rosario la siguiente pregunta: “En cuanto al rechazo de la cámara de la solicitud de autorización para apelar presentada por la Defensa en el caso Ntaganda contra la “Solicitud de Defensa de autorización para apelar la decisión sobre la confirmación de los cargos de fecha 09 de junio 2014” de la Sala de cuestiones preliminares I, No ICC-01/04-02/06-322, 7 de Julio de 2014), el artículo 8(2)(e)(viii) del Estatuto de Roma requiere que la Fiscalía demuestre que una orden específica fue dada por el autor para ejecutar el desplazamiento ilegal de la población civil? ¿Y cuál es la relación (semejanzas y diferencias) entre el delito de desplazamiento ilegal en virtud del artículo 8 (2) (e) (viii) del Estatuto de Roma, y el crimen de persecución en virtud del artículo 7 (1) (h)? En términos más generales, ¿cuál es el ámbito de aplicación del crimen de guerra de desplazar a la población civil en virtud del artículo 8 (2) (e) (viii) del Estatuto de Roma? Por favor, incluya en su respuesta un análisis de la historia de la redacción de la disposición pertinente (s) del Estatuto de Roma y los Elementos de los crímenes, así como de la jurisprudencia pertinente de otros tribunales penales internacionales sobre el crimen de guerra de desplazar a la población civil…”
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Le Social Street sono gruppi di vicini di casa che vogliono ricreare legami di convivialità avendo notato un indebolimento delle relazioni sociali nei loro quartieri. Nascono come gruppi online, tramite la piattaforma Facebook, per materializzarsi in incontri offline andando a costruire legami conviviali grazie pratiche di socialità, inclusività e gratuità. Questa Tesi ha come obiettivo l’analisi dei profili socio-demografici degli Streeter e dei quartieri coinvolti per comprendere come sia possibile creare convivialità e come la variabile urbana intervenga in questi processi. Inoltre, si vuole comprendere le dinamiche di attaccamento al quartiere, gli interessi portati avanti dagli Streeter, il loro profilo civico e il posizionamento di quest’esperienza rispetto all’associazionismo tradizionale. Per perseguire l’obiettivo della ricerca, sono state studiate le tre città che vedono la maggiore presenza di Social Street: Milano, Bologna, Roma. La ricerca ha previsto sia un’analisi degli Streeter grazie a un questionario online replicato in tutti i contesti. Inoltre, sono state realizzate 131 interviste ad amministratori e fondatori di Social Street e condotte osservazioni etnografiche e netnografiche. I risultati mostrano come gli Streeter siano appartenenti alle classi medio-alte, tra trenta e cinquanta anni, che hanno sperimentato la mobilità tra un quartiere e l’altro o tra diversi contesi nazionali ed internazionali e trovano nelle Social Street un modo per creare legami di vicinato che hanno perso nei loro trasferimenti. Gli stessi quartieri dove si diffondono le Social Street sono agiati e vi è una buona corrispondenza tra Streeter e modello della centralità sociale elaborato da Milbrath (1965) per cui anche la partecipazione civica è molto sentita tra gli aderenti alle Social Street. Il contributo di questa Tesi al dibattito sociologico risiede nell’aver offerto un’analisi empirica di un’azione collettiva a livello urbano, quella delle Social Street, mostrando come vi sia circolarità tra azione e contesto grazie all’azione mutualistica conviviale.
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Il presente lavoro si pone come conclusione del Laboratorio di Sintesi “Riqualificare la città del dopoguerra”, nel corso del quale si sono condotte analisi sulla città di Ravenna con una attenzione particolare al suo asse stradale ‘Via di Roma’ e ai possibili scenari di riqualificazione dei suoi spazi pubblici. L’intento di questo lavoro è, dunque, rigenerare gli spazi pubblici dei quartieri risalenti al periodo del ‘dopoguerra’– i quali si trovano lungo l’asse di Via di Roma – intervenendo direttamente su di essa con un progetto che si ponga in continuità con la città esistente e che abbia l’obiettivo di migliorarne qualitativamente alcuni suoi aspetti, senza di fatto voler modificare le preesistenze architettoniche.La strategia di riqualificazione dell’area si sostanzia in una focalizzazione del progetto sugli spazi pubblici. È proprio la fruizione di questi luoghi, unitamente all’attaccamento ad essi da parte della collettività, ad aver guidato e motivato l’intervento. Esso è, dunque, concepito come un sistema unitario, in quanto elemento che uniforma Via di Roma, che tuttavia non ignora la tripartizione di questa area. È infatti possibile indentificare nell’intervento due diverse tipologie di azioni, dettate dal contesto cittadino circostante. A nord e a sud viene preso in considerazione il tessuto periferico progettato e costruito nel ‘dopoguerra’, mentre nella parte di città compresa tra le porte l’intervento mira a valorizzare la posizione centrale rispetto al nucleo Romano originale. Ne risulta una suddivisione del paesaggio urbano simmetrica rispetto al centro storico ed in armonia con la pre-esistente tripartizione sopra menzionata.
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La tesi è incentrata sul rapporto tra una comunità religiosa maschile, la Congregazione dell'Oratorio di Roma dei secoli XVI e XVII, e il concetto di cura, mettendo in dialogo storia sociale, storia religiosa e storia della medicina. La prima parte indaga il coinvolgimento degli Oratoriani nella rete caritativa urbana, sottolineando il loro contributo nello sviluppo e nell'amministrazione di una serie di ospedali, ma anche il loro impegno pratico nella cura spirituale e corporale dei malati. La seconda parte prende in esame i professionisti sanitari che frequentavano l'Oratorio, inquadrando il loro rapporto con i padri nel quadro di una più ampia rete di connessioni sociali e politiche nella Roma pontificia. Inoltre, mettendo in rilievo le specificità di speziali, barbieri-chirurghi e medici, l'indagine considera il loro coinvolgimento nella vita religiosa della comunità e la messa a frutto del loro sapere, in ambito umanistico e anatomico. La terza parte studia il complesso rapporto dei sacerdoti con il proprio corpo e con la salute. Viene rilevato il peso delle condizioni sanitarie nell’accettazione di nuovi membri, i legami tra estetica, identità sociale e medicina, ma si prendono in considerazione anche l’ambigua funzione del cibo – inteso come strumento di ascesi che di cura – e il funzionamento concreto dell'organizzazione medica della comunità. Inoltre, un capitolo analizza la circolazione del sapere medico, evidenziando il ruolo della biblioteca, la raccolta e lo scambio di ricette mediche e l'importanza della spezieria comunitaria, mentre un altro capitolo si focalizza sui viaggi terapeutici e sulla pratica del termalismo. L'ultima parte è incentrata sulla peste romana del 1656-57, analizzando il modo in cui la Congregazione affrontò lo scoppio e lo sviluppo dell'epidemia, sia in casa che in città, per sottolineare il fragile e ambiguo equilibrio che definirono tra carità e tutela della salute.
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En la civilización de la antigua Roma, tres de los aspectos más importantes de la vida cotidiana estaban vinculados a la arquitectura: las termas, los acueductos y las tumbas. Esta investigación propone el estudio de la integración de sistemas avanzados para la documentación, gestión y valorización del patrimonio arquitectónico funerario de la Vie Latina y la Appia Antica, en estrecha relación con el tema del Paisaje Cultural. De hecho, el Parque de las Tumbas Latinas alberga uno de los complejos funerarios más importantes, que en la actualidad conserva el aspecto tradicional del antiguo paisaje romano. A lo largo de una vía empedrada, como todas las vías consulares, la Vía Latina (al igual que la Vía Appia Antica), que, como recordaba Tito Livio, conectaba en su día las ciudades de Roma con Capua, sigue manteniendo "congelado" el antiguo trazado urbano/paisajístico. El sistema multiforme del Ager Romanus y del sitio cultural Via Latina/Appia Antica estudiado en esta investigación es, por tanto, comparable a una estructura viva y dinámica y, como tal, debe ser analizada. Por lo tanto, para diseñar una herramienta de protección y gestión tan "potente" y adecuada para un sitio histórico de enorme importancia, fue necesario utilizar las técnicas de levantamiento arquitectónico más avanzadas que se utilizan actualmente (como el escaneo láser y la fotogrametría, junto con un software de análisis específico), acompañadas de un estudio en profundidad de las técnicas de construcción antiguas. El último aspecto clave que pretende abordar la investigación es la catalogación. De hecho, los sitios y monumentos históricos no se pueden mantener sólo mediante su uso y utilización pasiva, sino activando todas las operaciones de protección y conservación mediante intervenciones directas (mantenimiento/restauración) e indirectas, como la catalogación constante de las obras históricas y la consiguiente "catalogación dinámica".
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A infecção por subtipos oncogênicos do Papilomavírus Humano (HPV) é responsável por cerca de 70% dos cânceres cervicais. Este câncer é responsável pela morte de cerca de 265 mil mulheres por ano no mundo, o que torna o HPV um grande problema para a saúde pública. A prevenção do câncer de colo do útero é uma das ações prioritárias de intervenção como consta no Pacto pela Vida. Por esse motivo, o Sistema Único de Saúde (SUS) incluiu a vacina contra o HPV no calendário universal de imunização, visando à redução da incidência e mortalidade de câncer de colo de útero a médio e longo prazo. Trata-se de um projeto de intervenção cujo objetivo foi adequar a cobertura vacinal da vacina contra o HPV na população do sexo feminino de 11 a 13 anos na Clínica da Família Jardim Roma, Nova Iguaçu, Rio de Janeiro, no ano de 2015. Com esse projeto esperou-se administrar a vacina anti-HPV na população-alvo conforme preconizado pelo Ministério da Saúde (MS). Foi observado uma redução na cobertura vacinal de 78% para 75%, entre a 1º dose de 2014 e 2015. A taxa de abandono entre os anos diminuiu de 62,4% para 24,6%, sendo ainda considerada elevada.
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Purpose: Amblyopia is the most common form of visual problem in children and for more than 250 years occlusion therapy is the standard treatment. Thus our purpose is to identify the factors that influence the outcome of amblyopia treatment with occlusion therapy. Methods: We reviewed 169 amblyopic children seen in the outpatient clinic of amblyopia of the Campinas State University, between January 1996 and May 1998. Patients were analyzed regar-ding sex, age at start of treatment (3 groups), affected eye, type of amblyopia (strabismic, anisometropic, visual depri-vation, associated), follow-up, initial visual acuity (light, moderate, severe), compliance with treatment (good, poor) and outcome (fully treated, partially treated, not treated). Results: Compliance was not seen to be significantly related to age at start of treatment (p=0.68) or initial visual acuity (p=0.82). 52.67% of the patients were fully treated while 19.52% were partially treated and 27.81% were not treated. Children recorded as showing good compliance had a significantly better outcome than those with poor complian-ce (p=0.0009). Neither the age at start of treatment (p=0.39) nor the initial visual acuity (p=0.30) were significantly corre-lated with the final outcome. Conclusions: We concluded that the main factor affecting the final outcome of amblyopia treatment is compliance.
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Neste trabalho foi avaliado o desempenho produtivo de nove animais jovens Zebu × Holandês em comparação a nove animais da raça Holandesa para produção de vitelos. Todos os animais foram mantidos em condições idênticas de ambiente, manejo e alimentação, com acompanhamento individual da ingestão de matéria seca. As medidas de avaliação do desenvolvimento animal, conversão e eficiência alimentar possibilitaram comparações entre os tratamentos, a partir de delineamento inteiramente casualizado. Os bezerros Zebu × Holandês apresentaram maior ganho de perímetro torácico (23,3 cm) e ganho de peso diário (1,45 kg), além de conversão alimentar (2,77 kg de MS/kg de peso corporal), se comparados aos bezerros da raça Holandesa, com, respectivamente, 18,5 cm de perímetro torácico, 1,16 kg de ganho de peso diário e conversão alimentar de 3,48 kg de MS/kg de peso corporal. Não houve diferença na ingestão de matéria seca entre os animais avaliados. Quanto ao estudo econômico da produção de carne de vitelo, os animais mestiços apresentaram o menor custo de produção por quilo de carne produzida e, conseqüentemente, o melhor potencial de produção de vitelos a partir de animais Zebu × Holandês, como atividade complementar à produção de leite.
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OBJETIVO: Analisar a tendência das internações e da mortalidade por diarréia em crianças menores de um ano. MÉTODOS: Foi realizado um estudo ecológico de séries temporais entre 1995 e 2005, para o Brasil e para as capitais dos estados. Foram utilizados dados secundários do Ministério da Saúde, obtidos do Sistema de Informação Hospitalar e do Sistema de Informação sobre Mortalidade. Durante o período de estudo foram registradas 1.505.800 internações e 39.421 mortes por diarréia de crianças menores de um ano de idade. Para as análises das tendências da taxa de internação e de mortalidade foram utilizados modelos de regressão polinomial. RESULTADOS: Houve redução tanto nas internações por diarréia quanto na mortalidade infantil por diarréia no País e em 13 capitais. Oito capitais tiveram queda somente na mortalidade por diarréia, enquanto três apresentaram decréscimo somente nas taxas de internação por diarréia. Na análise conjunta dos indicadores de diarréia e dos indicadores gerais, observou-se que houve decréscimo em todas as séries históricas somente no Brasil e em quatro capitais. CONCLUSÕES: A redução nas taxas de internações e mortalidade por diarréia observada pelas séries temporais podem ser resultado das medidas de prevenção e controle empregadas
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An assessment is made of the atmospheric emissions from the life cycle of fuel ethanol coupled with the cogeneration of electricity from sugarcane in Brazil. The total exergy loss from the most quantitative relevant atmospheric emission substances produced by the life cycle of fuel ethanol is 3.26E+05 kJ/t of C(2)H(5)OH, Compared with the chemical exergy of 1 t of ethanol (calculated as 34.56E + 06 kJ). the exergy loss from the life cycle`s atmospheric emission represents 1.11% of the product`s exergy. The activity that most contributes to atmospheric emission chemical exergy losses is the harvesting of sugarcane through the methane emitted in burning. Suggestions for improved environmental quality and greater efficiency of the life cycle of fuel ethanol with cogenerated energy are: harvesting the sugarcane without burning, renewable fuels should be used in tractors, trucks and buses instead of fossil fuel and the transportation of products and input should be logistically optimized. (C) 2009 Elsevier Ltd. All rights reserved.
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This paper presents the lifecycle assessment (LCA) of fuel ethanol, as 100% of the vehicle fuel, from sugarcane in Brazil. The functional unit is 10,000 km run in an urban area by a car with a 1,600-cm(3) engine running on fuel hydrated ethanol, and the resulting reference flow is 1,000 kg of ethanol. The product system includes agricultural and industrial activities, distribution, cogeneration of electricity and steam, ethanol use during car driving, and industrial by-products recycling to irrigate sugarcane fields. The use of sugarcane by the ethanol agribusiness is one of the foremost financial resources for the economy of the Brazilian rural area, which occupies extensive areas and provides far-reaching potentials for renewable fuel production. But, there are environmental impacts during the fuel ethanol lifecycle, which this paper intents to analyze, including addressing the main activities responsible for such impacts and indicating some suggestions to minimize the impacts. This study is classified as an applied quantitative research, and the technical procedure to achieve the exploratory goal is based on bibliographic revision, documental research, primary data collection, and study cases at sugarcane farms and fuel ethanol industries in the northeast of SA o pound Paulo State, Brazil. The methodological structure for this LCA study is in agreement with the International Standardization Organization, and the method used is the Environmental Design of Industrial Products. The lifecycle impact assessment (LCIA) covers the following emission-related impact categories: global warming, ozone formation, acidification, nutrient enrichment, ecotoxicity, and human toxicity. The results of the fuel ethanol LCI demonstrate that even though alcohol is considered a renewable fuel because it comes from biomass (sugarcane), it uses a high quantity and diversity of nonrenewable resources over its lifecycle. The input of renewable resources is also high mainly because of the water consumption in the industrial phases, due to the sugarcane washing process. During the lifecycle of alcohol, there is a surplus of electric energy due to the cogeneration activity. Another focus point is the quantity of emissions to the atmosphere and the diversity of the substances emitted. Harvesting is the unit process that contributes most to global warming. For photochemical ozone formation, harvesting is also the activity with the strongest contributions due to the burning in harvesting and the emissions from using diesel fuel. The acidification impact potential is mostly due to the NOx emitted by the combustion of ethanol during use, on account of the sulfuric acid use in the industrial process and because of the NOx emitted by the burning in harvesting. The main consequence of the intensive use of fertilizers to the field is the high nutrient enrichment impact potential associated with this activity. The main contributions to the ecotoxicity impact potential come from chemical applications during crop growth. The activity that presents the highest impact potential for human toxicity (HT) via air and via soil is harvesting. Via water, HT potential is high in harvesting due to lubricant use on the machines. The normalization results indicate that nutrient enrichment, acidification, and human toxicity via air and via water are the most significant impact potentials for the lifecycle of fuel ethanol. The fuel ethanol lifecycle contributes negatively to all the impact potentials analyzed: global warming, ozone formation, acidification, nutrient enrichment, ecotoxicity, and human toxicity. Concerning energy consumption, it consumes less energy than its own production largely because of the electricity cogeneration system, but this process is highly dependent on water. The main causes for the biggest impact potential indicated by the normalization is the nutrient application, the burning in harvesting and the use of diesel fuel. The recommendations for the ethanol lifecycle are: harvesting the sugarcane without burning; more environmentally benign agricultural practices; renewable fuel rather than diesel; not washing sugarcane and implementing water recycling systems during the industrial processing; and improving the system of gases emissions control during the use of ethanol in cars, mainly for NOx. Other studies on the fuel ethanol from sugarcane may analyze in more details the social aspects, the biodiversity, and the land use impact.
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People listening to speakers during the Union for Civil Liberties Demonstration September 1967 in Brisbane. The demonstration was called by the Trades and Labour Council of Queensland to protest against police treatment of university students and staff in Roma Street, Brisbane during a protest march. The march, from the University of Queensland to the city, had been held a few days earlier.
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Truck from Jackson Pty Ltd with banner for equal pay for equal work during the 1965 May Day march, in Roma Street, Brisbane, Australia. Truck also has Queensland Trades and Labour Council of Queensland and affiliated unions banner. Facade of buildings including Vetoy and Foley Bros can be seen in the background.
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Fibroblasts are thought to be partially responsible for the persisting contractile forces that result in burn contractures. Using a monolayer cell culture and fibroblast populated collagen lattice (FPCL) three-dimensional model we subjected hypertrophic scar and non-cicatricial fibroblasts to the antifibrogenic agent pentoxifylline (PTF - 1 mg/mL) in order to reduce proliferation, collagen types I and III synthesis and model contraction. Fibroblasts were isolated from post-burn hypertrophic scars (HSHF) and non-scarred skin (NHF). Cells were grown in monolayers or incorporated into FPCL`s and exposed to PTF. In monolayer, cell number proliferation was reduced (46.35% in HSHF group and 37.73% in NHF group, p < 0.0001). PTF selectively inhibited collagen III synthesis in the HSHF group while inhibition was more evident to type I collagen synthesis in the NHF group. PTF also reduced contraction in both (HSHF and NHF) FPCL. (C) 2009 Elsevier Ltd and ISBI. All rights reserved.