940 resultados para Construction waste management


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La ricerca ha per oggetto la messa a punto e applicazione di un approccio metaprogettuale finalizzato alla definizione di criteri di qualità architettonica e paesaggistica nella progettazione di aziende vitivinicole medio-piccole, che effettuano la trasformazione della materia prima, prevalentemente di propria produzione. L’analisi della filiera vitivinicola, della letteratura scientifica, della normativa di settore, di esempi di “architetture del vino eccellenti” hanno esplicitato come prevalentemente vengano indagate cantine industriali ed aspetti connessi con l'innovazione tecnologica delle attrezzature. Soluzioni costruttive e tecnologiche finalizzate alla qualità architettonica ed ambientale, attuali dinamiche riguardanti il turismo enogastronomico, nuove funzionalità aziendali, problematiche legate alla sostenibilità dell’intervento risultano ancora poco esplorate, specialmente con riferimento a piccole e medie aziende vitivinicole. Assunto a riferimento il territorio ed il sistema costruito del Nuovo Circondario Imolese (areale rappresentativo per vocazione ed espressione produttiva del comparto vitivinicolo emiliano-romagnolo) è stato identificato un campione di aziende con produzioni annue non superiori ai 5000 hl. Le analisi svolte sul campione hanno permesso di determinare: modalità di aggregazione funzionale degli spazi costruiti, relazioni esistenti con il paesaggio, aspetti distributivi e materico-costruttivi, dimensioni di massima dei locali funzionali alla produzione. Il caso studio relativo alla riqualificazione di un’azienda rappresentativa del comparto è stato utilizzato per la messa a punto e sperimentazione di criteri di progettazione guidati da valutazioni relative alle prestazioni energetiche, alla qualità architettonica e alla sostenibilità ambientale, economica e paesaggistica. L'analisi costi-benefici (pur non considerando le ricadute positive in termini di benessere degli occupanti ed il guadagno della collettività in termini di danni collegati all’inquinamento che vengono evitati in architetture progettate per garantire qualità ambientale interna ed efficienza energetica) ha esplicitato il ritorno in pochi anni dell’investimento proposto, nonostante gli ancora elevati costi di materiali di qualità e dei componenti per il corretto controllo climatico delle costruzioni.

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A fundamental assumption for by-product from winery industy waste-management is their economic and commercial increase in value. High energetic value recovery from winery industry is an attractive economic solution to stimulate new sustainable process. Approach of this work is based about physic and biological treatment with grape stalks and grape marc to increase polysaccharides components of cell wall and energetic availability of this by-products. Grape stalks for example have a high percentage of lignin and cellulose and can’t be used, whitout pretreatment, for an anaerobic digestion process. Our findings show enzymatic and thermo-mechanical pre-treatments in combined application for optimise hydrolytic mechanism on winemaking wastes which represents 0,9 milion ton/year in Italy and on straw, cereal by-products with high lignin content. A screening of specifically industrial enzymatic complex for the hydrolysis lignocellulosic biomass were tested using the principal polysaccharides component of the vegetal cells. Combined thermo-mechanical and enzymatic pretreatment improve substrates conversion in batch test fermentation experiment. The conservation of the grape stalks, at temperature above 0°C, allow the growth of spontaneus fermentation that reduce their polysaccharides content so had investigated anarobic condition of conservation. The other objective of this study was to investigate the capability of a proprietary strain of L.buchneri LN 40177 to enhance the accessibility of fermentable forage constituents during the anaerobic conservation process by releasing the enzyme ferulate esterase. The time sequence study by batch tests showed that the L. buchneri LN-40177 inoculated grape stalk substrate was more readily available in the fermenter. In batch tests with grape stalk, after mechanical treatment, the L. buchneri LN41077 treated substrate yielded on average 70% more biogas per kg/DM. Thermo-mechanical, enzymatic and biological treatment with L. buchneri LN-40177 can increase the biogas production from low fermented biomasses and the consequent their useful in anaerobic biodigesters for agro-bioenergy production.

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This research deals with the deepening and use of an environmental accounting matrix in Emilia-Romagna, RAMEA air emissions (regional NAMEA), carried out by the Regional Environment Agency (Arpa) in an European project. After a depiction of the international context regarding the widespread needing to integrate economic indicators and go beyond conventional reporting system, this study explains the structure, update and development of the tool. The overall aim is to outline the matrix for environmental assessments of regional plans, draw up sustainable reports and monitor effects of regional policies in a sustainable development perspective. The work focused on an application of a Shift-Share model, on the integration with eco-taxes, industrial waste production, energy consumptions, on applications of the extended RAMEA as a policy tool, following Eurostat guidelines. The common thread is the eco-efficiency (economic-environmental efficiency) index. The first part, in English, treats the methodology used to build a more complete tool; in the second part RAMEA has been applied on two regional case studies, in Italian, to support decision makers regarding Strategic Environmental Assessments’ processes (2001/42/EC). The aim is to support an evidence-based policy making by integrating sustainable development concerns at all levels. The first case study regards integrated environmental-economic analyses in support to the SEA of the Regional Waste management plan. For the industrial waste production an extended and updated RAMEA has been developed as a useful policy tool, to help in analysing and monitoring the state of environmental-economic performances. The second case study deals with the environmental report for the SEA of the Regional Program concerning productive activities. RAMEA has been applied aiming to an integrated environmental-economic analysis of the context, to investigate the performances of the regional production chains and to depict and monitor the area where the program should be carried out, from an integrated environmental-economic perspective.

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Questo studio, che è stato realizzato in collaborazione con Hera, è un'analisi della gestione dei rifiuti a Bologna. La ricerca è stata effettuata su diversi livelli: un livello strategico il cui scopo è quello di identificare nuovi metodi per la raccolta dei rifiuti in funzione delle caratteristiche del territorio della città, un livello analitico che riguarda il miglioramento delle applicazioni informatiche di supporto, e livello ambientale che riguarda il calcolo delle emissioni in atmosfera di veicoli adibiti alla raccolta e al trasporto dei rifiuti. innanzitutto è stato necessario studiare Bologna e lo stato attuale dei servizi di raccolta dei rifiuti. È incrociando questi componenti che in questi ultimi tre anni sono state effettuate modifiche nel settore della gestione dei rifiuti. I capitoli seguenti sono inerenti le applicazioni informatiche a sostegno di tali attività: Siget e Optit. Siget è il programma di gestione del servizio, che attualmente viene utilizzato per tutte le attività connesse alla raccolta di rifiuti. È un programma costituito da moduli diversi, ma di sola la gestione dati. la sperimentazione con Optit ha aggiunto alla gestione dei dati la possibilità di avere tali dati in cartografia e di associare un algoritmo di routing. I dati archiviati in Siget hanno rappresentato il punto di partenza, l'input, e il raggiungimento di tutti punti raccolta l'obiettivo finale. L'ultimo capitolo è relativo allo studio dell'impatto ambientale di questi percorsi di raccolta dei rifiuti. Tale analisi, basata sulla valutazione empirica e sull'implementazione in Excel delle formule del Corinair mostra la fotografia del servizio nel 2010. Su questo aspetto Optit ha fornito il suo valore aggiunto, implementando nell'algoritmo anche le formule per il calcolo delle emissioni.

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Il concetto di Smart City ha iniziato a svilupparsi negli ultimi anni, acquisendo un'importanza sempre maggiore anche in seguito ai cambiamenti sociali e tecnologici dell'ultimo periodo. La tesi si concentra sull'analisi della situazione italiana per quanto riguarda questo tema, cercando di capire quali sfide dovranno affrontare le città italiane per fronteggiare i cambiamenti in atto; si è quindi cercato di rispondere a questa domanda sviluppando tre delle principali aree tematiche che contribuiscono a definire il concetto di Smart City: Smart Mobility, Smart Waste Management e Smart Water Management; ne vengono quindi analizzate le maggiori criticità e i vantaggi, sia economici che ambientali, che si potrebbero ottenere attraverso una gestione più efficiente di questi settori.

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In questo lavoro si analizza la soluzione individuata per la gestione dei RSU del Distretto (Caza) di Baalbek. Il progetto “Integrated Waste Management in Baalbek Caza” rientra nell'ambito del programma comunitario ENPI-Med, mirato a diffondere tecnologie ambientali pulite e innovative nelle regioni del Medio Oriente. In un’area rurale a circa 3 km dalla città di Baalbek è previsto l’insediamento di un complesso di tre impianti strettamente interconnessi, attualmente dimensionati per servire esclusivamente l’Unione Comunale del distretto di Baalbek. I tre impianti sono un Impianto per il Trattamento Meccanico Biologico dei RSU indifferenziati, una Discarica Sanitaria e un impianto pilota per la Produzione di Biogas, che insieme prendono il nome di Waste Compound. La valutazione che si svolge in questo documento mantiene un assetto multidisciplinare e multisettoriale, realizzando un’analisi economico-finanziaria sulla gestione, affiancata da una valutazione ambientale del sistema, mediante l’analisi del ciclo di vita (LCA) ed integrata infine con delle considerazioni di natura legislativa, istituzionale, politica, culturale e sociale. Inoltre una quantizzazione dei vantaggi sociali legati alla realizzazione del progetto è stata introdotta nello studio LCA inserendo alcuni indicatori sociali costruiti ad hoc.

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This paper estimates the average social cost of municipal waste management as a function of the recycling rate. Social costs include all municipal costs and revenues, costs to recycling households to prepare materials estimated with an original method, external disposal costs, and external recycling benefits. Results suggest average social costs are minimized with recycling rates well below observed and mandated levels in Japan. Cost-minimizing municipalities are estimated to recycle less than the optimal rate. These results are robust to changes in the components of social costs, indicating that Japan and perhaps other developed countries may be setting inefficiently high recycling goals. (C) 2014 Elsevier Inc. All rights reserved.

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Three archived core samples from boreholes DGR-4, DGR-5 and DGR-6 from the Salina F Unit, Queenston Formation and the Georgian Bay Formation were subjected to squeezing tests at pressures of up to 500 MPa. Two samples did not yield any water, while a total of 0.88 g pore water was obtained from a clay-rich sample from the Blue Mountain Formation (water content = 2.8 wt.%, porosity = 8 %). This water mass was sufficient for a full chemical and water-isotope analysis – the first direct determination of pore-water composition in rocks from the DGR boreholes. The results are generally in reasonable agreement with those of independent methods, or the observed differences can be explained. Ancillary investigations included the determination of water content, densities and mineralogy, aqueous extraction of squeezed cores, and SEM investigations to characterise the microtexture of unsqueezed and squeezed rock materials. It is concluded that squeezing is a promising method of pore-water extraction and characterisation and is recommended as an alternative method for future studies. Selection criteria for potentially squeezable samples include high clay-mineral content (correlating in a high water content) and low carbonate content (low stiffness, limited cementation). Potential artefacts of the method, such as ion filtration or pressure solution, should be explored and quantified in future efforts.

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The chemical and isotopic characterization of porewater residing in the inter- and intragranular pore space of the low-permeability rock matrix is an important component with respect to the site characterization and safety assessment of potential host rocks for a radioactive waste disposal. The chemical and isotopic composition of porewater in such low permeability rocks has to be derived by indirect extraction techniques applied to naturally saturated rock material. In most of such indirect extraction techniques – especially in case of rocks of a porosity below about 2 vol.% – the original porewater concentrations are diluted and need to be back-calculated to in-situ concentrations. This requires a well-defined value for the connected porosity – accessible to different solutes under in-situ conditions. The derivation of such porosity values, as well as solute concentrations, is subject to various perturbations during drilling, core sampling, storage and experiments in the laboratory. The present study aims to demonstrate the feasibility of a variety of these techniques to charac-terize porewater and solute transport in crystalline rocks. The methods, which have been de-veloped during multiple porewater studies in crystalline environments, were applied on four core samples from the deep borehole DH-GAP04, drilled in the Kangerlussuaq area, Southwest Greenland, as part of the joint NWMO–Posiva–SKB Greenland Analogue Project (GAP). Potential artefacts that can influence the estimation of in situ porewater chemistry and isotopes, as well as their controls, are described in detail in this report, using specific examples from borehole DH-GAP04

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Few, if any studies, have attempted to identify the specific environmental factors associated with the incidence of diarrheal disease and to rank these by their contribution to the total incidence of diarrheal illness. Potentially those factors with the greatest contribution are the variables on which intervention could be expected to have the greatest impact on the incidence of diarrhea.^ In 317 rural Egyptian households participating in a longitudinal study of diarrheal disease, selected environmental characteristics were observed and recorded on a questionnaire. Characteristics of the environment were classified into seven categories including water usage, proximity of animals to the house, waste management, food preparation area, toilet area, the household structure and hygiene. The variables from each of the seven major groupings most associated with the incidence of diarrhea in infants were selected through the application of stepwise multiple regression. Each area was then ranked by the portion of the incidence of diarrhea in infants that each composite group of area-specific variables alone would explain. The groups of household structure and water usage variables were found to be more associated with the incidence of diarrhea in infants than variables describing the toilet area, proximity to animals or others. It was also found that 24.7% of the total variance in incidence of diarrheal illness was explained by environmental variables. ^

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In December, 1980, following increasing congressional and constituent-interest in problems associated with hazardous waste, the Comprehensive Environmental Recovery, Compensation and Liability Act (CERCLA) was passed. During its development, the legislative initiative was seriously compromised which resulted in a less exhaustive approach than was formerly sought. Still, CERCLA (Superfund) which established, among other things, authority to clean up abandoned waste dumps and to respond to emergencies caused by releases of hazardous substances was welcomed by many as an important initial law critical to the cleanup of the nation's hazardous waste. Expectations raised by passage of this bill were tragically unmet. By the end of four years, only six sites had been declared by the EPA as cleaned. Seemingly, even those determinations were liberal; of the six sites, two were identified subsequently as requiring further cleanup.^ This analysis is focused upon the implementation failure of the Superfund. In light of that focus, discussion encompasses development of linkages between flaws in the legislative language and foreclosure of chances for implementation success. Specification of such linkages is achieved through examination of the legislative initiative, identification of its flaws and characterization of attendant deficits in implementation ability. Subsequent analysis is addressed to how such legislative frailities might have been avoided and to attendant regulatory weaknesses which have contributed to implementation failure. Each of these analyses are accomplished through application of an expanded approach to the backward mapping analytic technique as presented by Elmore. Results and recommendations follow.^ Consideration is devoted to a variety of regulatory issues as well as to those pertinent to legislative and implementation analysis. Problems in assessing legal liability associated with hazardous waste management are presented, as is a detailed review of the legislative development of Superfund, and its initial implementation by Gorsuch's EPA. ^

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Este proyecto de investigación se propone, en términos generales, entender cómo interviene el sistema de medios sobre los modos de producción de la discursividad política en un espacio público mediatizado. Puntualmente, interesa analizar las condiciones que la televisión -concebida en su triple condición de medio, institución y dispositivo tecnológico- impone a la construcción y gestión de identidades colectivas durante el denominado "conflicto del campo" en Argentina, entre Marzo y Julio de 2008. Entendemos que la mediatización es una dimensión misma del conflicto, y no un añadido impropio. En este sentido, nos preguntamos por el vínculo entre la lógica del discurso político y la lógica del discurso mediático cuando se trata de producir o gestionar entidades del imaginario político (colectivos de identificación, meta-colectivos, meta-colectivos singulares, etc.), y por las estrategias específicas, implicadas en cada lógica, para vincular lo individual (el lugar del líder, del representante, del periodista o del ciudadano) y lo colectivo (ya que ninguno de ellos puede evitar gestionar, en su discurso, el contacto con las identidades colectivas en pugna).

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Habiéndose instalado como principio operativo hegemónico a nivel mundial, la perspectiva del desarrollo sustentable rige actualmente las políticas medioambientales en Argentina. La gestión integral de residuos sólidos urbanos (GIRSU) es consecuente con la idea de compatibilidad entre conservación del medio ambiente y crecimiento económico que postula el desarrollo sustentable. La Estrategia Nacional que busca instalarla en el país menciona una serie de fases dentro de las cuales se encuentra la segregación en origen. Por lo tanto, el programa de Separación de basura en origen implementado por la Municipalidad de La Plata desde 2008, parecería responder a dicha propuesta. Sin embargo, la ausencia de un marco normativo correspondiente y de una política que contemple la totalidad de las etapas de gestión de la basura, hacen del programa una fase operativa desvinculada del proceso global de GIRSU. Entonces, partiendo del enfoque conceptual de la Sociología Medioambiental, esta investigación busca dar cuenta del posicionamiento actual de la población respecto de la cuestión del medio ambiente y del RSU a través de reconocer las opiniones, actitudes y prácticas de los ciudadanos de La Plata en torno al ambiente en general y al RSU en particular en el marco del programa de separación de basura en origen. Mediante la indagación de la opinión pública a través de un cuestionario semiestructurado, se llega a la conclusión de que existe entre la población de La Plata un alto conocimiento aunque escasa participación en el Programa de Separación de Basura en Origen. Sin embargo, el alto porcentaje de población que realiza un tipo alternativo de segregación de basura domiciliaria, demuestra una fuerte predisposición entre la población frente a dicha práctica. Por otro lado, si bien la población sostiene un discurso y unas prácticas altamente conservacionistas, los 3 mismos no implican necesariamente una conciencia y prácticas activas de índole conservacionista, no existiendo un activismo conservacionista propiamente dicho

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Habiéndose instalado como principio operativo hegemónico a nivel mundial, la perspectiva del desarrollo sustentable rige actualmente las políticas medioambientales en Argentina. La gestión integral de residuos sólidos urbanos (GIRSU) es consecuente con la idea de compatibilidad entre conservación del medio ambiente y crecimiento económico que postula el desarrollo sustentable. La Estrategia Nacional que busca instalarla en el país menciona una serie de fases dentro de las cuales se encuentra la segregación en origen. Por lo tanto, el programa de Separación de basura en origen implementado por la Municipalidad de La Plata desde 2008, parecería responder a dicha propuesta. Sin embargo, la ausencia de un marco normativo correspondiente y de una política que contemple la totalidad de las etapas de gestión de la basura, hacen del programa una fase operativa desvinculada del proceso global de GIRSU. Entonces, partiendo del enfoque conceptual de la Sociología Medioambiental, esta investigación busca dar cuenta del posicionamiento actual de la población respecto de la cuestión del medio ambiente y del RSU a través de reconocer las opiniones, actitudes y prácticas de los ciudadanos de La Plata en torno al ambiente en general y al RSU en particular en el marco del programa de separación de basura en origen. Mediante la indagación de la opinión pública a través de un cuestionario semiestructurado, se llega a la conclusión de que existe entre la población de La Plata un alto conocimiento aunque escasa participación en el Programa de Separación de Basura en Origen. Sin embargo, el alto porcentaje de población que realiza un tipo alternativo de segregación de basura domiciliaria, demuestra una fuerte predisposición entre la población frente a dicha práctica. Por otro lado, si bien la población sostiene un discurso y unas prácticas altamente conservacionistas, los 3 mismos no implican necesariamente una conciencia y prácticas activas de índole conservacionista, no existiendo un activismo conservacionista propiamente dicho

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Este proyecto de investigación se propone, en términos generales, entender cómo interviene el sistema de medios sobre los modos de producción de la discursividad política en un espacio público mediatizado. Puntualmente, interesa analizar las condiciones que la televisión -concebida en su triple condición de medio, institución y dispositivo tecnológico- impone a la construcción y gestión de identidades colectivas durante el denominado "conflicto del campo" en Argentina, entre Marzo y Julio de 2008. Entendemos que la mediatización es una dimensión misma del conflicto, y no un añadido impropio. En este sentido, nos preguntamos por el vínculo entre la lógica del discurso político y la lógica del discurso mediático cuando se trata de producir o gestionar entidades del imaginario político (colectivos de identificación, meta-colectivos, meta-colectivos singulares, etc.), y por las estrategias específicas, implicadas en cada lógica, para vincular lo individual (el lugar del líder, del representante, del periodista o del ciudadano) y lo colectivo (ya que ninguno de ellos puede evitar gestionar, en su discurso, el contacto con las identidades colectivas en pugna).