989 resultados para 1902-1975. -- Puppe


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[ES]Tras la derrota de la República española, la estructura educativa fue desmontada en toda España y sustituida por una escuela centrada en los valores religiosos y patrios propugnados por el régimen franquista. El libro de actas de la Junta Municipal de Educación Primaria de Aller es una fuente privilegiada, inédita hasta el momento, para analizar la organización educativa durante el extenso periodo analizado. Este documento atestigua asimismo la dimensión política franquista y tardofranquista y la situación socio-laboral, como evidencian los objetivos de este artículo. Dentro de los programas paternalistas, activos hasta 1970 inclusive, las compañías mineras ya habían creado centros escolares religiosos en Aller durante el primer cuarto del siglo XX. Sin embargo, la mayor parte de los hijos de los mineros recibieron su instrucción en las escuelas nacionales, afianzadas sobre los rígidos esquemas de obediencia y sumisión. La educación franquista se ha esforzado en perpetuar los cometidos sociales de niños y niñas por medio de una educación segregada y represiva.[EN]After the defeat of the Spanish Republic, rpublican educational structure in Spain was dismantled around the whole country and replaced by one focused on the religious and patriotic values espoused by the Franco regime. The minute book contains the local board’s agreements between 1940 and 1975, not only in terms of educational management, which are exposed along the aims of this article. The source used for this article, unpublished until now, has also facilitated the study of the political and social-labour paternalistic dimension during the long period of time analysed. Within the paternalistic programmes, active until and including 1970, mining companies had already established faith schools in Aller, but most of the miners’ children received their education in state schools entrenched in severe patterns of obedience and submission. The educational system within Franco’s regime has strived to perpetuate the social roles of girls and boys through single-sex education.

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Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico.

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L’obiettivo di questo studio è comprendere come si sia evoluto il concetto di bene culturale in Italia nella seconda metà del Novecento. Pertanto si ritiene rilevante l’analisi delle vicende storiche e politiche sulla gestione, valorizzazione e tutela del patrimonio culturale. In particolare si focalizza l’attenzione sullo sviluppo delle politiche pubbliche in Italia tra la fine degli anni Sessanta e la prima metà degli anni Settanta. Un momento che si definisce come un punto cardine del dibattito e delle azioni politiche che prendono avvio, in Italia, nel periodo post-unitario. Passaggi centrali di questo processo si considerano l’istituzione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali e le prime iniziative regionali nel campo della cultura. Ed è proprio nel rapporto tra centro e periferia che emerge una nuova attenzione ai beni culturali e all’elaborazione di politiche in questo campo. Al fine di uno sguardo europeo, nell’evoluzione delle politiche culturali, si considera peculiare il caso francese, con la creazione del Ministero degli Affari Culturali, alla fine degli anni Cinquanta.