712 resultados para omega-3 polyunsaturated fatty acids
Resumo:
Questa relazione finale è stata frutto di un lavoro sperimentale svolto in collaborazione con un’azienda del territorio ed ha avuto come obiettivo principale quello di verificare i parametri qualitativi e compositivi di una nuova tipologia di salume in fase di studio. L’azienda sta studiando una nuova tipologia di “prodotto funzionale” addizionando componenti ad attività nutraceutica al salame ottenuto da sole parti magre di suino. L’intenzione dell’azienda è di arricchire il proprio prodotto con acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (da olio di semi di lino), noti per gli effetti benefici che possono esercitare sulla salute umana. A questo scopo, sul prodotto di nuova formulazione (ed in parallelo sul prodotto a formulazione classica e su un prodotto del tutto simile commercializzato da un’altra azienda) sono state effettuate sia la determinazione della percentuale lipidica, al fine di individuare il quantitativo totale di grasso, che una caratterizzazione gascromatografica del profilo quali-quantitativo in acidi grassi, analsi fondamentale per verificare la conformità con i requisiti indicati dal Reg. 1924/06, e successive modifiche, previsti per le indicazioni da inserire in etichetta (claims). Inoltre, è stato importante controllare che la concentrazione voluta di acido alfa-linolenico si mantenga tale durante tutto il periodo di shelf-life del prodotto (45 gg), perciò per soddisfare quest’ultima finalità, le analisi sono state eseguite sia all’inizio (T0) che alla fine (T1) della vita commerciale del prodotto. E’ apparso poi fondamentale monitorare un possibile decadimento/modifica della qualità organolettica del prodotto di nuova formulazione, a causa del possibile aumento di ossidabilità della frazione lipidica causata da una maggiore presenza di acidi grassi polinsaturi; ed infine, con l’intento di verificare se la nuova formulazione potesse comportare una variazione significativa delle caratteristiche sensoriali del prodotto, sono stati condotti un test descrittivo quantitativo (QDA), in grado di descrivere il profilo sensoriale del prodotto ed un test discriminante qualitativo (metodo triangolare) capace di valutare l’eventuale comparsa di cambiamenti in seguito alle modifiche apportate al prodotto; per ultimo è stato poi eseguito un test affettivo quantitativo (test di preferenza, condotto su scala di laboratorio) in grado fornire informazioni sul gradimento e di evidenziare i principali vettori che guidano le scelte dei consumatori. I risultati delle analisi chimiche e sensoriali, eseguite per soddisfare tali richieste, hanno evidenziato come il salume presenti un quantitativo di tali acidi grassi polinsaturi in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, (requisiti indicati dal Reg. 1924/06 e successive modifiche), risultato confermato sia all’inizio che al termine della vita commerciale del prodotto (pari a circa 45 giorni). Inoltre, esso risulta essere piuttosto interessante dal punto di vista nutrizionale, poiché caratterizzato da un contenuto di grasso per la categoria dei salumi, relativamente limitato, pari a circa il 15%, con percentuali più favorevoli in acidi grassi insaturi. L’analisi del profilo sensoriale condotta ad inizio shelf-life ha invece evidenziato come questa tipologia di prodotto sia caratterizzata sia al gusto che all’olfatto da note più sapide e speziate , oltre ad una maggiore consistenza della fetta, rispetto agli altri campioni analizzati, mentre i risultati relativi al termine della shelf-life hanno evidenziato come esso tenda ad essere soggetto ad alterazioni sensoriali rilevabili proprio al termine della fase di conservazione dovute nello specifico alla formazione di composti responsabili dell’odore di rancido. I test discriminanti, condotti con giudici non allenati, non hanno invece fatto registrare differenze sensoriali significative tra il prodotto con formulazione classica e quello di nuova formulazione, confrontati ad inizio e a fine shelf-life. Riassumendo, dai risultati ottenuti da questo lavoro sperimentale, il prodotto di nuova formulazione, arricchito in acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, risulta essere in linea con il claim “Alimento fonte di acidi grassi omega-3”, presenta in generale un contenuto di grasso totale inferiore a quello di altre tipologie di salumi ed un rapporto più favorevole tra acidi grassi insaturi e saturi, per questo può essere considerato un prodotto interessante dal punto di vista della salute e della nutrizione. Proprio per la sua formulazione più ricca in acidi grassi polinsaturi, tende però a fine shelf-life a presentare una leggera nota di rancido, riconducibile ad una maggiore ossidabilità della frazione lipidica. Tale variazione sensoriale è risultata comunque percepita solo da un panel allenato, mentre un test di tipo discriminante, condotto con giudici non allenati, non ha messo in luce differenze significative tra il salume di nuova formulazione e quello con formulazione classica né all’inizio, né al termine della vita commerciale del prodotto.
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Alzheimer's disease (AD) is a fatal neurodegenerative condition characterized clinically by progressive memory loss and irreversible cognitive deterioration. It has been shown that there is a progressive degeneration of the brain cholinergic neurons which leads to the appearance of cognitive symptoms of the disease. The aim of this work was the formulation of multifunctional nanocarriers for nasal administration of tacrine-HCl (THA). This route has many advantages; in particular is possible to convey the drug directly to the Central Nervous System, through the olfactory bulb. In particular, were prepared Albumin nanoparticles carrying beta cyclodextrin and two different beta cyclodextrin derivatives (hydroxypropyl beta cyclodextrin and sulphobutylether beta cyclodextrin), and Multifunctional liposomes, prepared using traditional excipients (cholesterol and phosphatidylcholine), partly enriched with α-tocopherol (Toc) and/or polyunsaturated fatty acids (eicosapentaenoic acid and docosahexaenoic acid) (Ω3). Both nanosystems were characterized in terms of size, Zeta potential and encapsulation efficiency. Were also evaluated their functional properties such as mucoadhesion and permeability, using an ex-vivo assay based on nasal sheep mucosa. On Liposomes were also assessed drug neuronal uptake, cell toxicity, antioxidant and, cytoprotective activity in the human neuronal cell line SH-SY5Y and finally tocopherol trans-membrane diffusion. Both the nanocarriers produced presented excellent properties and a high potential as new systems for CNS-delivery of anti-Alzheimer drugs via the nasal route.
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Questa relazione finale è incentrata sul lavoro sperimentale richiesto dalla collaborazione con l’azienda Natural Salumi ed ha come obiettivo principale quello di verifica dei parametri qualitativi e compositivi di una nuova tipologia di salume in fase di studio. L’azienda ha infatti messo a punto un nuovo “prodotto funzionale” addizionando componenti aventi attività nutraceutica al salame ottenuto da sole parti magre di suino (tipo NaturalFetta) e si propone di arricchire il proprio prodotto con acidi grassi polinsaturi della serie omega-3 (da olio di semi di lino), noti per gli effetti benefici esercitati sulla salute umana. Sul prodotto di nuova formulazione si effettueranno sia la determinazione della percentuale lipidica mediante metodo ufficiale Soxhlet ed automatizzato Soxtec, al fine di individuare il quantitativo totale della parte grassa, che una caratterizzazione del profilo quali-quantitativo in acidi grassi, fondamentale per verificare la conformità con i requisiti indicati dal Reg. 1924/06 (e successivi come il Reg. UE 432/2012) previsti per le indicazioni da inserire in etichetta (claims) per i prodotti arricchiti con acidi grassi polinsaturi (PUFA). La determinazione del profilo in acidi grassi e, nello specifico, del contenuto in acido -linolenico, sarà realizzata mediante gascromatografia previa estrazione della frazione lipidica dei salumi con metodo di Folch modificato, che prevede un'estrazione solido-liquido. La concentrazione di acido alfa-linolenico sarà inoltre monitorata durante tutto il periodo di shelf-life del prodotto (45 gg) al fine di valutare eventuali variazioni durante la conservazione. Per soddisfare quest’ultima finalità, le analisi saranno eseguite sia all’inizio (T0) che alla fine (T1) della vita commerciale del prodotto. Le stesse analisi verranno inoltre condotte sia sul prodotto a formulazione classica che su un prodotto del tutto simile, commercializzato da un’altra azienda e considerato come leader di mercato. In relazione ad un possibile aumento di ossidabilità della frazione lipidica, sarà realizzato un controllo dei parametri chimici, qualitativi e compositivi, con particolare riferimento ai prodotti di ossidazione del colesterolo (date le loro implicazioni in ambito biomedico). La maggiore presenza in formulazione di acidi grassi polinsaturi potrebbe infatti favorire un incremento dei COPs (Cholesterol Oxidation Products), che saranno separati, identificati e quantificati mediante la procedura SPE/GC-MS (estrazione e purificazione in fase solida accoppiata ad analisi gascromatografica con rivelazione mediante spettrometria di massa).
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The gut microbiota (GM) is essential for human health and contributes to several diseases; indeed it can be considered an extension of the self and, together with the genetic makeup, determines the physiology of an organism. In this thesis has been studied the peripheral immune system reconstitution in pediatric patients undergoing allogeneic hematopoietic stem cell transplantation (aHSCT) in the early phase; in parallel, have been also explored the gut microbiota variations as one of the of primary factors in governing the fate of the immunological recovery, predisposing or protecting from complications such as the onset of acute graft-versus-host disease (GvHD). Has been demonstrated, to our knowledge for the first time, that aHSCT in pediatric patients is associated to a profound modification of the GM ecosystem with a disruption of its mutualistic asset. aGvHD and non-aGvHD subjects showed differences in the process of GM recovery, in members abundance of the phylum Bacteroidetes, and in propionate fecal concentration; the latter are higher in the pre-HSCT composition of non-GvHD subjects than GvHD ones. Short-chain fatty acids (SCFAs), such as acetate, butyrate and propionate, are end-products of microbial fermentation of macronutrients and distribute systemically from the gut to blood. For this reason, has been studied their effect in vitro on human DCs, the key regulators of our immune system and the main player of aGvHD onset. Has been observed that propionate and, particularly, butyrate show a strong and direct immunomodulatory activity on DCs reducing inflammatory markers such as chemokines and interleukins. This study, with the needed caution, suggests that the pre-existing GM structure can be protective against aGvHD onset, exerting its protective role through SCFAs. They, indeed, may regulate cell traffic within secondary lymphoid tissues, influence T cell development during antigen recognition, and, thus, directly shape the immune system.
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Soybean lipoxygenase-1 (SBLO-1) catalyzes the oxygenation of polyunsaturated fatty acids into conjugated diene hydroperoxides. The three dimensional structure of SBLO-1 is known, but it is not certain how substrates bind. One hypothesis involves the transient separation of helix-2 and helix-11 located on the exterior of the molecule in front of the active site iron. A second hypothesis involves a conformational change in the side chains of residues leucine 541 and threonine 259. To test these hypotheses, site directed mutagenesis was used to create a cysteine mutation on each helix, which could allow for the formation of a disulfide linkage. Disulfide formation between the two cysteines in the T259C,S545C mutant was found to be unfavorable, but later shown to be present at higher pH values using SDS-PAGE. Treatment of the T259C,S545C with the crosslinker 2,3-dibromomaleimide (DBM) resulted in a 50% reduction in catalytic activity. No loss of activity was observed when the single mutant, S545C, or the wild type was treated with DBM. Single mutants T259C and L541C both showed approximately 20% reduction in the rate after addition of DBM. Double mutants T259C,L541C and S263C,S545C showed approximately 30% reduction in the rate after addition of DBM. Single mutants T259C and L541C showed an increase in activity after incubation with NEM. Double mutants T259C,S545C and T259C,L541C showed an increase in activity after incubation with NEM. The S263C,S545C double mutant showed a slight decrease in activity in the presence of NEM. It is unclear how the NEM and DBM are interacting with the molecule, but this can easily be determined through mass spectrometry experiments.
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A subclass of eukaryotic proteins is subject to modification with fatty acids, the most common of which are palmitic and myristic acid. Protein acylation allows association with cellular membranes in the absence of transmembrane domains. Here we examine POMP39, a protein previously described to be present in the outer mitochondrial membrane proteome (POMP) of the protozoan parasite Trypanosoma brucei. POMP39 lacks canonical transmembrane domains, but is likely both myristoylated and palmitoylated on its N-terminus. Interestingly, the protein is also dually localized on the surface of the mitochondrion as well as in the flagellum of both insect-stage and the bloodstream form of the parasites. Upon abolishing of global protein acylation or mutation of the myristoylation site, POMP39 relocates to the cytosol. RNAi-mediated ablation of the protein neither causes a growth phenotype in insect-stage nor bloodstream form trypanosomes.
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Three features of the heat shock response, reorganization of protein expression, intracellular accumulation of trehalose, and alteration in unsaturation degree of fatty acids were investigated in the thermophilic fungus Chaetomium thermophile and compared to the response displayed by a closely related mesophilic species, C. brasiliense. Thermophilic heat shock response paralleled the mesophilic response in many respects like (i) the temperature difference observed between normothermia and the upper limit of translational activity, (ii) the transient nature of the heat shock response at the level of protein expression including both the induction of heat shock proteins (HSPs) as well as the repression of housekeeping proteins, (iii) the presence of representatives of high-molecular-weight {HSPs} families, (iv) intracellular accumulation of trehalose, and finally (v) modifications in fatty acid composition. On the other hand, a great variability between the two organisms was observed for the proteins expressed during stress, in particular a protein of the {HSP60} family that was only observed in C. thermophile. This peptide was also present constitutively at normal temperature and may thus fulfil thermophilic functions. It is shown that accumulation of trehalose does not play a part in thermophily but is only a stress response. C. thermophile contains less polyunsaturated fatty acids at normal temperature than C. brasiliense, a fact that can be directly related to thermophily. When subjected to heat stress, both organisms tended to accumulate shorter and less unsaturated fatty acids.
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The lipid and organic nitrogen isotopic (delta15N) compositions of two common deep-water corals (Lophelia pertusa and Madrepora oculata) collected from selected locations of the NE Atlantic are compared to the composition of suspended particulate organic matter, in order to determine their principle food source. Initial results suggest that they may feed primarily on zooplankton. This is based on the increased abundances of mono-unsaturated fatty acids and alcohols and the different ratios of the polyunsaturated fatty acids, 22:6/20:5 of the corals when compared to those of the suspended particulate organic matter. There is enrichment in L. pertusa of mono-unsaturated fatty acids and of delta15N relative to M. oculata. It is unclear whether this reflects different feeding strategies or assimilation/storage efficiencies of zooplankton tissue or different metabolism in the two coral species.
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Seamounts are of great interest to science, industry and conservation because of their potential role as 'stirring rods' of the oceans, their enhanced productivity, their high local biodiversity, and the growing exploitation of their natural resources. This is accompanied by rising concern about the threats to seamount ecosystems, e.g. through over-fishing and the impact of trawling. OASIS described the functioning characteristics of seamount ecosystems. OASIS' integrated hydrographic, biogeochemical and biological information. Based on two case studies. The scientific results, condensed in conceptual and mass balanced ecosystem models, were applied to outline a model management plan as well as site-specific management plans for the seamounts investigated. OASIS addressed five main objectives: Objective 1: To identify and describe the physical forcing mechanisms effecting seamount systems Objective 2: To assess the origin, quality and dynamics of particulate organic material within the water column and surface sediment at seamounts. Objective 3: To describe aspects of the biodiversity and the ecology of seamount biota, to assess their dynamics and the maintenance of their production. Objective 4: Modelling the trophic ecology of seamount ecosystems. Objective 5: Application of scientific knowledge to practical conservation.
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Organic-geochemical bulk parameter (Total organic carbon contents, C/N ratios and d13Corg values), biogenic opal and biomarkers (n-alkanes, fatty acids, sterols and amino acids) were determined in surface sediments from the Ob and Yenisei estuaries and the adjacent southern Kara Sea. Maximum TOC contents were determined in both estuaries, reaching up to 3 %. Relatively high C/N ratios around 10, light d13Corg values of -26.5 per mil (Yenisei) and -28 to -28.7 per mil (Ob), and maximum concentrations of long-chain n-alkanes of up to about 10 µg/g Sed clearly show the predominance of terrigenous organic matter in the sediments from the estuaries. Towards the open Kara Sea, all p arameters indicate a decrease in terrigenous organic carbon. Brassicasterol as well as the short-chain n-alkanes parallel this trend, suggesting that these biomarkers are probably also related to a terrigenous (fresh-water phytoplankton) source. Amino acid spectra show characteristic trends from the Yenisei Estuary to the open Kara Sea revealing increasing state of degradation. Sedimentary organic matter in the Yenisei Estuary is relatively less degraded compared to the Ob Estuary and the open Kara Sea.
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The Darwin Mounds are a series of small (<=5 m high, 75-100 m diameter) sandy features located in the northern Rockall Trough. They provide a habitat for communities of Lophelia pertusa and associated fauna. Suspended particulate organic matter (sPOM) reaching the deep-sea floor, which could potentially fuel this deep-water coral (DWC) ecosystem, was collected during summer 2000. This was relatively "fresh" (i.e. dominated by labile lipids such as polyunsaturated fatty acids) and was derived largely from phytoplankton remains and faecal pellets, with contributions from bacteria and microzooplankton. Labile sPOM components were enriched in the benthic boundary layer (~10 m above bottom (mab)) relative to 150 mab. The action of certain benthic fauna that are exclusively associated with the DWC ecosystem (e.g. echiuran worms) leads to the subduction of fresh organic material into the sediments. The mound surface sediments are enriched in organic carbon, relative to off-mound sites. There is no evidence for hydrocarbon venting at this location.