751 resultados para 920401 Behaviour and Health
Resumo:
Negli ultimi anni i modelli VAR sono diventati il principale strumento econometrico per verificare se può esistere una relazione tra le variabili e per valutare gli effetti delle politiche economiche. Questa tesi studia tre diversi approcci di identificazione a partire dai modelli VAR in forma ridotta (tra cui periodo di campionamento, set di variabili endogene, termini deterministici). Usiamo nel caso di modelli VAR il test di Causalità di Granger per verificare la capacità di una variabile di prevedere un altra, nel caso di cointegrazione usiamo modelli VECM per stimare congiuntamente i coefficienti di lungo periodo ed i coefficienti di breve periodo e nel caso di piccoli set di dati e problemi di overfitting usiamo modelli VAR bayesiani con funzioni di risposta di impulso e decomposizione della varianza, per analizzare l'effetto degli shock sulle variabili macroeconomiche. A tale scopo, gli studi empirici sono effettuati utilizzando serie storiche di dati specifici e formulando diverse ipotesi. Sono stati utilizzati tre modelli VAR: in primis per studiare le decisioni di politica monetaria e discriminare tra le varie teorie post-keynesiane sulla politica monetaria ed in particolare sulla cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015) e regola del GDP nominale in Area Euro (paper 1); secondo per estendere l'evidenza dell'ipotesi di endogeneità della moneta valutando gli effetti della cartolarizzazione delle banche sul meccanismo di trasmissione della politica monetaria negli Stati Uniti (paper 2); terzo per valutare gli effetti dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria in Italia in termini di implicazioni di politiche economiche (paper 3). La tesi è introdotta dal capitolo 1 in cui si delinea il contesto, la motivazione e lo scopo di questa ricerca, mentre la struttura e la sintesi, così come i principali risultati, sono descritti nei rimanenti capitoli. Nel capitolo 2 sono esaminati, utilizzando un modello VAR in differenze prime con dati trimestrali della zona Euro, se le decisioni in materia di politica monetaria possono essere interpretate in termini di una "regola di politica monetaria", con specifico riferimento alla cosiddetta "nominal GDP targeting rule" (McCallum 1988 Hall e Mankiw 1994; Woodford 2012). I risultati evidenziano una relazione causale che va dallo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo alle variazioni dei tassi di interesse di mercato a tre mesi. La stessa analisi non sembra confermare l'esistenza di una relazione causale significativa inversa dalla variazione del tasso di interesse di mercato allo scostamento tra i tassi di crescita del PIL nominale e PIL obiettivo. Risultati simili sono stati ottenuti sostituendo il tasso di interesse di mercato con il tasso di interesse di rifinanziamento della BCE. Questa conferma di una sola delle due direzioni di causalità non supporta un'interpretazione della politica monetaria basata sulla nominal GDP targeting rule e dà adito a dubbi in termini più generali per l'applicabilità della regola di Taylor e tutte le regole convenzionali della politica monetaria per il caso in questione. I risultati appaiono invece essere più in linea con altri approcci possibili, come quelli basati su alcune analisi post-keynesiane e marxiste della teoria monetaria e più in particolare la cosiddetta "regola di solvibilità" (Brancaccio e Fontana 2013, 2015). Queste linee di ricerca contestano la tesi semplicistica che l'ambito della politica monetaria consiste nella stabilizzazione dell'inflazione, del PIL reale o del reddito nominale intorno ad un livello "naturale equilibrio". Piuttosto, essi suggeriscono che le banche centrali in realtà seguono uno scopo più complesso, che è il regolamento del sistema finanziario, con particolare riferimento ai rapporti tra creditori e debitori e la relativa solvibilità delle unità economiche. Il capitolo 3 analizza l’offerta di prestiti considerando l’endogeneità della moneta derivante dall'attività di cartolarizzazione delle banche nel corso del periodo 1999-2012. Anche se gran parte della letteratura indaga sulla endogenità dell'offerta di moneta, questo approccio è stato adottato raramente per indagare la endogeneità della moneta nel breve e lungo termine con uno studio degli Stati Uniti durante le due crisi principali: scoppio della bolla dot-com (1998-1999) e la crisi dei mutui sub-prime (2008-2009). In particolare, si considerano gli effetti dell'innovazione finanziaria sul canale dei prestiti utilizzando la serie dei prestiti aggiustata per la cartolarizzazione al fine di verificare se il sistema bancario americano è stimolato a ricercare fonti più economiche di finanziamento come la cartolarizzazione, in caso di politica monetaria restrittiva (Altunbas et al., 2009). L'analisi si basa sull'aggregato monetario M1 ed M2. Utilizzando modelli VECM, esaminiamo una relazione di lungo periodo tra le variabili in livello e valutiamo gli effetti dell’offerta di moneta analizzando quanto la politica monetaria influisce sulle deviazioni di breve periodo dalla relazione di lungo periodo. I risultati mostrano che la cartolarizzazione influenza l'impatto dei prestiti su M1 ed M2. Ciò implica che l'offerta di moneta è endogena confermando l'approccio strutturalista ed evidenziando che gli agenti economici sono motivati ad aumentare la cartolarizzazione per una preventiva copertura contro shock di politica monetaria. Il capitolo 4 indaga il rapporto tra spesa pro capite sanitaria, PIL pro capite, indice di vecchiaia ed aspettativa di vita in Italia nel periodo 1990-2013, utilizzando i modelli VAR bayesiani e dati annuali estratti dalla banca dati OCSE ed Eurostat. Le funzioni di risposta d'impulso e la scomposizione della varianza evidenziano una relazione positiva: dal PIL pro capite alla spesa pro capite sanitaria, dalla speranza di vita alla spesa sanitaria, e dall'indice di invecchiamento alla spesa pro capite sanitaria. L'impatto dell'invecchiamento sulla spesa sanitaria è più significativo rispetto alle altre variabili. Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che le disabilità strettamente connesse all'invecchiamento possono essere il driver principale della spesa sanitaria nel breve-medio periodo. Una buona gestione della sanità contribuisce a migliorare il benessere del paziente, senza aumentare la spesa sanitaria totale. Tuttavia, le politiche che migliorano lo stato di salute delle persone anziane potrebbe essere necessarie per una più bassa domanda pro capite dei servizi sanitari e sociali.
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PURPOSE: We sought to analyze whether the sociodemographic profile of battered women varies according to the level of severity of intimate partner violence (IPV), and to identify possible associations between IPV and different health problems taking into account the severity of these acts. METHODS: A cross-sectional study of 8,974 women (18-70 years) attending primary healthcare centers in Spain (2006-2007) was performed. A compound index was calculated based on frequency, types (physical, psychological, or both), and duration of IPV. Descriptive and multivariate procedures using logistic regression models were fitted. RESULTS: Women affected by low severity IPV and those affected by high severity IPV were found to have a similar sociodemographic profile. However, divorced women (odds ratio [OR], 8.1; 95% confidence interval [CI], 3.2-20.3), those without tangible support (OR, 6.6; 95% CI, 3.3-13.2), and retired women (OR, 2.7; 95% CI, 1.2-6.0) were more likely to report high severity IPV. Women experiencing high severity IPV were also more likely to suffer from poor health than were those who experienced low severity IPV. CONCLUSIONS: The distribution of low and high severity IPV seems to be influenced by the social characteristics of the women involved and may be an important indicator for estimating health effects. This evidence may contribute to the design of more effective interventions.
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Poster submitted to the 22nd International Conference Stress and Anxiety Research Society (STAR), Palma de Mallorca, July, 12-14, 2001.
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Trachoma currently represents one of the three main causes of ‘avoidable' blindness and reaches intolerable dimensions in many developing countries. It was endemic in many regions of eastern Spain until well into the twentieth century. The aim of this paper is to analyze the epidemiological development of this disease in contemporary Spain; to examine its determining factors, particularly environmental and sanitary/health factors, and, finally, to study the health care, environmental and socio-economic measures that led to its control and eradication. We believe that the historical approach not only highlights the role of environmental factors in the development of trachoma, but may also aid in understanding the current epidemiology of trachoma.
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Background: This study aimed to analyse how immigrant workers in Spain experienced changes in their working and employment conditions brought about Spain's economic recession and the impact of these changes on their living conditions and health status. Method: We conducted a grounded theory study. Data were obtained through six focus group discussions with immigrant workers (n = 44) from Colombia, Ecuador and Morocco, and two individual interviews with key informants from Romania living in Spain, selected by theoretical sample. Results: Three categories related to the crisis emerged – previous labour experiences, employment consequences and individual consequences – that show how immigrant workers in Spain (i) understand the change in employment and working conditions conditioned by their experiences in the period prior to the crisis, and (ii) experienced the deterioration in their quality of life and health as consequences of the worsening of employment and working conditions during times of economic recession. Conclusion: The negative impact of the financial crisis on immigrant workers may increase their social vulnerability, potentially leading to the failure of their migratory project and a return to their home countries. Policy makers should take measures to minimize the negative impact of economic crisis on the occupational health of migrant workers in order to strengthen social protection and promote health and well-being.
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Background. There are a significant number of studies assessing the negative health consequences of violence against women. However, a limited number of studies analyse the health consequences of violence committed against young women by different types of aggressors. Objectives. The goal of this study is to assess the prevalence of interpersonal violence against young women in Spain and analyse its impact on the physical and mental health of the victims. Methods. A total of 1076 women aged 18–25 years attending Spanish primary care services were selected. We estimated the prevalence of interpersonal violence and compared the health data and demographic characteristics of abused and non-abused young women, multi-logistic regression models were fitted. The Wald test was used to assess whether there were differences in the negative health consequences of intimate partner (IPV) versus non-IPV. Results. As many as 27.6% young women reported a history of abuse, of whom 42.7% had been assaulted by their partner, 41.1% by someone other than their partner and 16.2% both by their partner and another person. The distribution of social and demographic characteristics was similar for IPV and non-IPV victims. Young abused women were three times more likely to suffer psychological distress and have somatic complaints, and they were four times more likely to use medication as compared to non-abused women. Conclusion. Our results suggest that all forms of violence compromise young women’s health seriously. Including patients’ history of abuse in their health record may help make more informed clinical decisions and provide a more integrated care.
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The risk of disease, disability, and mortality as well as access to health services are unfairly distributed among the population, with certain groups bearing an unequally larger burden of ill health and poorer access to care due to gender, sexual identity/orientation, ethnic background, or class. According to the WHO Commission on Social Determinants of Health (CSDH), these health inequalities emanate from socioeconomic and political factors (governance, cultural values, macroeconomic policies), which generate a set of socioeconomic positions in society according to which populations are stratified based on gender, ethnicity, education, income, or other factors. These societal inequalities influence people’s material and psychosocial circumstances as well as behavioral and biological factors, which in turn impact on health inequalities. Tackling gender, race/ethnic, and socioeconomic inequalities in society is thus recognized as the most powerful action to cope with unequal health risks distribution, and social innovations focusing on these ‘root causes’ are needed in order to prevent and stop endemic social inequalities and social exclusion in health within low-income as well as high-income countries. Increasing existing knowledge and making visible the health status of the most vulnerable and invisible groups are critical in order to contribute to this imperative challenge.