999 resultados para 616.5 Malattie del tegumento, dei peli, delle unghie


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L’innovazione ed il trasferimento tecnologico rappresentano una delle leve fondamentali per rispondere alla sfida della competizione economica internazionale ed al progresso economico del proprio paese. Una delle attività che più implementa tale processo consiste nella ricerca scientifica finalizzata all'applicazione industriale dei risultati accademici ottenuti. Assume particolare rilevanza il ruolo svolto dalle università in questo contesto. Il seguente elaborato si propone di analizzare il fenomeno degli spin-off accademici, ovvero realtà imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico\innovativo derivanti da un'iniziativa imprenditoriale da parte di un professore o ricercatore nel tentativo di valorizzare i risultati ottenuti durante il proprio percorso accademico. L’intento è quello di andare a strutturare tale fenomeno nel contesto italiano, tramite l’analisi di un insieme di variabili caratterizzanti ciascuno spin-off. Dal confronto di queste variabili è possibile capire quali effetti concreti questo nuovo tipo di fare impresa ha nel tessuto imprenditoriale nazionale. Il principale fattore competitivo in una economia basata sulla conoscenza consiste infatti proprio nell’innovazione tecnologica. Favorire dunque la fruibilità dei risultati della ricerca scientifica e tecnologica, incoraggiare partnership di lungo periodo fra mondo della ricerca e tessuto industriale e diffondere la cultura della innovazione e della protezione della proprietà intellettuale rappresentano gli elementi principali affinché sia possibile implementare il fenomeno degli spin-off. La parte iniziale della seguente trattazione ha lo scopo di introdurre il lettore al fenomeno degli spin-off con considerazioni e definizioni teoriche. Il secondo capitolo definisce le modalità di raccolta dati e descrive le variabili principali analizzate. Il terzo capitolo, infine, è dedicato all’analisi dei dati precedentemente introdotti con relativa discussione dei risultati ottenuti.

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Questa tesi si propone di illustrare il lavoro da me svolto presso l’azienda Ocem Airfield Technology all’interno del magazzino componentistica mirato alla riorganizzazione del supermarket delle linee di assemblaggio nell’ottica della minimizzazione dei tempi di prelievo. La continua ricerca di flessibilità sulla base delle esigenza della clientela ha un drastico effetto sul magazzino e sulla sua gestione. Il magazzino rappresenta un elemento estremamente oneroso nel bilancio aziendale e contribuisce per il 20% ai costi interni dell’impresa. Hanno un ruolo cruciale nel funzionamento aziendale: i magazzini sono il luogo di attesa per i prodotti dal punto di origine a quello di consumo, garantiscono l’immagazzinamento e lo stoccaggio della merce ed infine sono un driver fondamentale per ridurre l’incertezza. Tra le attività più costose si colloca il prelievo frazionato della merce o order picking, responsabile del 55% dei costi operativi logistici. Nell'ambito Ocem è stato implementato un progetto per la riduzione dei tempi di prelievo ispirandosi a modelli nati in letteratura. Il progetto inizialmente è stato testato su una linea pilota a bassi volumi per monitorare i possibili vantaggi. Una volta confermata la riduzione effettiva dei tempi di prelievo, il progetto è stato replicato con le opportune modifiche sulle restanti linee di assemblaggio raggiungendo incrementi di efficienza significativi. Il parametro adottato come performance index è stata la riduzione percentuale del tempo di prelievo dall’as-is al to-be.

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Con l’ultimo rapporto dell’ IPCC e gli obiettivi che le nazioni del mondo si sono poste in seguito alla conferenza sul clima tenutasi a Parigi nel dicembre del 2015, sono sempre maggiori le soluzioni che si cercano al fine di rendere la società più sostenibile e resiliente per sopportare al meglio le conseguenze dei cambiamenti climatici. Le pareti verdi fanno parte di quelle infrastrutture che si pongono in quest’ottica di sostenibilità e riconciliazione con la natura. In questo elaborato si è cercato di classificare ed esaminare alcune delle tipologie più utilizzate di sistemi di inverdimento verticale, andando ad analizzare la letteratura presente sull’argomento. In particolare ci si è soffermati sugli aspetti di sostenibilità ambientale di tali infrastrutture, con riferimento alla valutazione del loro ciclo di vita e ai benefici da loro apportati, soprattutto quelli riguardanti microclima, diminuzione dell’isola di calore, aumento della biodiversità e miglioramento della qualità dell’aria. Si sono inoltre analizzati aspetti di natura economica e progettuale, mostrando l’utilità di uno strumento quale il “process tree” in quest’ultimo ambito. In seguito, si è preso in considerazione il lavoro del gruppo di ricerca “Terracini in Transizione”, un living-lab della sostenibilità che si svolge nella sede in via Terracini, 28 della facoltà di Ingegneria e Architettura dell’Università di Bologna. Nello specifico si sono osservati alcuni dei progetti e delle analisi svolte dai vari gruppi “pareti verdi” che si sono susseguiti all’interno del corso di “Valorizzazione delle risorse primarie e secondarie” della professoressa Bonoli, tra cui l’analisi di fattibilità di una parete verde da installare nel plesso in via Terracini, l’analisi di substrati di crescita alternativi per pareti vegetate e lo studio, in collaborazione con la facoltà di Agraria, di un substrato innovativo composto da un mix di pannolini usati e fibra di cocco.

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Il presente lavoro di tesi è stato sviluppato presso l’azienda “Nuova Star” SpA di Zola Predosa, leader mondiale nella produzione di meccanismi di apertura per porte di forni domestici. Gli scopi principali di questi meccanismi sono quelli di bilanciare il peso della porta durante l’apertura della stessa e di generare, a porta chiusa, una opportuna forza di ritenuta che la tenga pressata contro le guarnizioni del forno. L’azienda produce una notevole varietà di modelli, realizzati mediante componenti in lamiera stampata che si basano su varianti dei medesimi meccanismi di base, in particolare un manovellismo di spinta (per ottenere il bilanciamento) e un sistema camma-punteria (per garantire la chiusura). In un’ottica di sperimentazione e innovazione del prodotto, l’azienda ha quindi espresso il desiderio di realizzare un nuovo modello, concepito attraverso un sistema inedito e originale e che allo stesso tempo risultasse più economico rispetto ai vari modelli attualmente in produzione. In particolare questo nuovo meccanismo dovrà sfruttare un sistema a cavi. L’obiettivo di questa tesi è quindi quello di ripensare il meccanismo attualmente esistente, analizzando le proprietà offerte da un sistema a cavi per sfruttarne i possibili vantaggi, sia in termini di funzionamento che di economicità del prodotto finale. A tale scopo si partirà con l’analisi concettuale dell’architettura e del funzionamento dei meccanismi su cui si basano i modelli attualmente in produzione. Si passerà poi a una seconda fase di progettazione concettuale, nella quale verranno ideate e proposte varie soluzioni alternative. Seguirà quindi uno studio articolato nei seguenti punti: - Analisi cinematica e cinetostatica - Analisi e scelta dei parametri ottimali di funzionamento - Disegno costruttivo dei vari componenti - Simulazione multibody del nuovo meccanismo tramite il software MSC Adams;

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Con il presente elaborato, si vuole fornire un contributo alla conoscenza sul riutilizzo degli scarti derivanti dall’estrazione e lavorazione nelle cave di marmo, per aggiungere un’ulteriore tassello per arriva ad un’economia circolare anche in questo settore. Viene descritta la realtà del comprensorio apuo-versiliese, le cave e le tecnologie utilizzate per l’estrazione e le lavorazioni. Successivamente, viene presentata la regolamentazione europea e regionale sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti di cava, definiti rifiuti speciali. È stata presentata una breve sintesi delle regolamentazioni europee e regionali riguardanti l’attività estrattiva, con particolare riguardo alla problematica del trattamento dei rifiuti speciali dal punto di vista legislativo. Attraverso il caso della Cooperativa Apuana Vagli, si prende in esame uno studio reale dove analizzare le problematiche legate allo smaltimento dei rifiuti generati dall’attività estrattiva. Il materiale prodotto dai tagli dei blocchi in cava è stato campionato e sottoposto ad analisi granulometriche di laboratorio. Dai risultati è stato possibile ottenere le proprietà fisiche del materiale analizzato, grazie alle quali sono stati ipotizzati i possibili riutilizzi.

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La risalita capillare di umidità nelle murature storiche è la principale responsabile del degrado dei materiali. La metodologia ad oggi più utilizzata in tale campo è quella basata sull’iniezione di prodotti chimici in grado di formare barriere artificiali che blocchino il flusso ascendente dell’acqua, ma è ancora in fase di perfezionamento. Per potere svolgere tale perfezionamento, è utile disporre di una metodologia attendibile per la valutazione dell’esito dei trattamenti, ossia un metodo standardizzato che possa garantire una corretta misurazione del contenuto di umidità nelle murature pre e post iniezioni. Nella presente tesi, che ha lo scopo di valutare l’efficacia di alcuni prodotti per barriere chimiche nelle murature, si è utilizzato un metodo di laboratorio standardizzato proposto dai ricercatori del LASTM (DICAM), che permette di riprodurre in laboratorio il processo di risalita dell’umidità e, allo stesso tempo, permette di potere svolgere le misurazioni del contenuto d’acqua interno ai materiali con il metodo diretto. I trattamenti, svolti in collaborazione con la Azienda inglese “Safeguard”, produttrice di resine impermeabilizzanti, sono stati effettuati su vari modelli, costituiti di laterizi e malta, preventivamente sottoposti a differenti condizioni ambientali. Successivamente si è svolto un monitoraggio periodico per potere determinare sia l’efficacia dell’intervento che l’attendibilità del modello. Dopo avere studiato un sistema di controllo delle condizioni di laboratorio, si è ritenuto opportuno svolgere anche alcune prove di caratterizzazione dei materiali utilizzati nella costruzione dei vari modelli, per conoscerne appieno le caratteristiche e potere valutare con maggiore attendibilità i risultati dei trattamenti. Infine, per approfondire le dinamiche di diffusione dei formulati chimici all’interno dei materiali, si sono svolte prove su travetti di malta.

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Objectives: Autosomal dominant osteopetrosis (ADO) is a rare genetic disease characterized by increased bone mass and density due to defective bone resorption. The aim of this case study is to present the clinical and radiographic features of a 22-year-old male patient with ADO and to serve as a reminder that this rare disease should be considered in the differential diagnosis of chronic low back pain. Materials and methods: A 22-year-old patient with ADO is presented in this case report. Results: Clinical and radiographic features of the patient were consistent with ADO. Conclusions: ADO should be taken into consideration in differential diagnosis of low back pain.

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The authors describe the unusual case of a 63-year-old patient who was referred with fever and lethargy, and was found to be hyponatraemic. The patient subsequently developed hemiparesis, and neuroradiology showed several space-occupying brain lesions. The cause was later identified as cerebral toxoplasmosis in undiagnosed Acquired Immunodeficiency Syndrome (AIDS).

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Nel mito, quindi, bene e male si stringono nel fuoco, in un abbraccio fatale. Nonostante esso abbia per sempre cambiato in meglio le sorti dell’umanità, racchiude in se il mistero: fonte di calore e di luce, elemento dalla materialità domestica, resta però inafferrabile agli uomini, a volte irrefrenabile, spesso temibile e altrettanto seducente. È da ricercare perciò in questa sua dualità il fascino che il fuoco provoca negli uomini: esso divora, con la sua fiamma distruttiva, tutto quello che incontra nel suo passaggio, lasciando dietro di sé terreni ristorati, nutriti dalla decomposizione dei vegetali. Con la sua luce e calore permettel’esistenza, ma nel contempo ha la possibilità di distruggerla per sempre. Proprietà che hanno fatto del fuoco un potente simbolo rappresentativo sia della vita che della morte, introducendolo di conseguenza nel “mondo del soprannaturale”, come facoltà e prerogativa degli Dei entrando così a far parte dei miti, delle credenze e delle tradizioni di molti popoli.

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El trauma abdominal es la tercera causa de muerte. Durante años se han utilizado muchos métodos diagnósticos para la evaluación del trauma abdominal: actualmente los utilizados son el lavado peritoneal diagnóstico, el cual es muy sensible pero invasivo y la ultrasonografía en formato enfocado FAST, una buena opción. Igualmente la tomografía computarizada ha mostrado buena sensibilidad diagnostica y ser no invasiva. Materiales y métodos: Se realizó un estudio descriptivo de seguimiento de una cohorte de pacientes que consultaron con trauma abdominal en la Unidad de Emergencia del HNR en el periodo de junio 2012 a mayo 2013, en quienes se utilizó métodos diagnósticos para dicho trauma abdominal. Se realizó también evaluación de pruebas diagnósticas. Resultados: Se encontró una muestra de 278 pacientes que cumplían criterios de inclusión. El lavado peritoneal fue el método más utilizado en nuestra serie en 147 pacientes (52.9%) seguido por el FAST 128 (46%). La modalidad de uso del lavado peritoneal fue de indicación en los pacientes con estado de choque y Glasgow más severo, y en traumas abiertos. La sensibilidad del lavado peritoneal fue de 100%, con especificidad del 87.5, y del FAST sensibilidad del 100% y especificidad del 91,80%. Conclusiones: El lavado peritoneal diagnóstico en nuestra serie fue el método más utilizado y en los pacientes con mayor grado de severidad de choque y Glasgow.

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Ante la situación de la problemática observada sobre la falta de un modelo de gestión de riesgo que afecta la prevención del lavado de dinero y financiamiento al terrorismo en las cooperativas reguladas por Instituto Salvadoreño de Fomento Cooperativo, y ante la respuesta de las principales causas que la originan. Se realizó la investigación, con el objeto de establecer si la falta del modelo de gestión de riesgos se debe a que no realiza una administración adecuadamente los mismos o no existen los controles idóneos para su mitigación de forma adecuada o prevista por las unidades de análisis. De igual manera el objetivo de la investigación es brindar los insumos o herramienta al oficial de cumplimiento del sector cooperativo objeto de estudio, con la finalidad de que éstas desarrollen el modelo de gestión de riesgos para la prevención del lavado de dinero y activos, de acuerdo con los procesos o plan anual de trabajo y la solicitud por parte de las autoridades competente INSAFOCOOP y la Superintendencia del Sistema Financiero. La indagación se desarrolló en base al enfoque hipotético deductivo, empleando un estudio de tipo descriptivo. La cual se estableció mediantes técnicas e instrumentos como la encuesta y entrevista recurrir a cuestionarios y la sistematización bibliográfica la cual permitió determinar las conclusiones siguientes: Aun cuando el oficial de cumplimiento, tenga la experiencia necesaria para realizar el trabajo de verificación y evaluación de los controles relacionados a la gestión de riesgos, no se aplica una metodología estándar para la gestión en este caso del delito de lavado de dinero y activos que podría impactar en las operaciones que realizan las asociaciones cooperativas de ahorro y crédito. A pesar de que no se le han solicitado a las autoridades competentes una aporte más efectivo en materia de lavado de dinero, las asociaciones no reciben capacitaciones para prevención y detección de operaciones sospechosas en la área antes mencionada, razón por la cual se hace referencia a que la experiencia que posee el personal de las unidades de análisis no es la adecuado a la hora de presentarse transacciones inusuales. No obstante a lo anterior, se concluye que el oficial de cumplimiento además que posee la experiencia y conocimiento en el área técnica y legal, se determinó que las causas principales de que no se cuente con un modelo de gestión de riesgos para la prevención de lavado de dinero y activos y financiamiento al terrorismo adecuado, es que los estándares aplicados no está encaminados a establecer los principios y guías de diseño, implementación y mantenimiento de la gestión de riesgos. Partiendo de lo dicho anteriormente se recomienda que el oficial de cumplimiento del sector cooperativo implemente un modelo de gestión de riesgos idóneo con la metodología estándar más adecuada, y dispongan de la herramienta que les ayude a evaluar en las 5 etapas del sistema de gestión de riesgo de acuerdo a la normativa técnica y legal exigida por la INSAFOCOOP, de igual manera los procesos, controles de las asociaciones cooperativas y verificar si estos son los adecuados para salvaguardar los recursos y ejecutarlos de forma transparente.

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ANTECEDENTES: El trastorno disfórico premenstrual (TDPM) es una afección en la cual la mujer que lo padece puede volverse lo suficientemente incapacitante para desempeñarse en su vida normal. Se basa en una combinación de síntomas somáticos y psíquicos que se presentan durante la fase lútea de la menstruación, afectando entre un 3 a un 8 % de las mujeres jóvenes iniciando en la adolescencia. (3)(18) OBJETIVO GENERAL: Determinar la Prevalencia y Factores asociados al Trastorno Disfórico Premenstrual en estudiantes del Colegio Manuela Garaicoa de Calderón, Cuenca 2015. METODOLOGÍA: Se realizó un estudio de tipo transversal. Área de estudio: Colegio Manuela Garaicoa de Calderón. Universo: 1703 estudiantes. Muestra: 440 estudiantes que se obtuvieron mediante el programa Epi Info 7, con un intervalo de confianza de 95%, con una frecuencia esperada más 3%, límite de confianza 5%, efectos del diseño 1%. La selección de la muestra se obtuvo del programa Epidat 3.1 mediante muestreo simple aleatorio. Para obtener los datos se aplicó una encuesta basada en los criterios del DSM V y sobre factores asociados. La tabulación de los datos se realizó en el programa SPSS versión 15.0. Para el análisis se utilizó frecuencias, porcentajes, razón de prevalencia, Índice de confianza al 95% y valor de p para determinar asociación estadística. Se elaboraron tablas de acuerdo a los objetivos, utilizando el programa Microsoft Excel 2010. RESULTADOS: Basado en los criterios del DSM V la prevalencia de Trastorno Disfórico Premenstrual encontrada fue de 8.41%. De los factores asociados estudiados se encontró que la herencia fue un factor de riesgo con una RP: 4.76 Valor de p: 0.02, la cual fue valorada subjetivamente. CONCLUSIONES: Las adolescentes con mayor riesgo de presentar TDPM en el colegio Manuela Garaicoa de Calderón son aquellas estudiantes que tienen relación en cuanto a herencia.

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ANTECEDENTES: La OMS recomienda adoptar un estilo de vida saludable a lo largo de todo el ciclo vital. En estudios previos se obtuvo que 4 de cada 5 médicos tienen una vida poco saludable. OBJETIVO GENERAL: Determinar los estilos de vida y los factores individuales asociados a los médicos que trabajan en ambiente hospitalario frente los que trabajan a nivel comunitario del MSP en la provincia del Azuay en el 2015. METODOLOGÍA DE ESTUDIO: Se realizó un estudio analítico transversal. Con un universo de 630 médicos, mediante el software Epi-Info; y una frecuencia esperada del 16% con peor resultado del 10% y con nivel de confianza del 95%, se obtuvo una muestra estadística de 120 médicos, divididos en un grupo de médicos que trabajan en medio hospitalario y otro grupo perteneciente al medio comunitario. Los datos fueron recolectados directamente y analizados en Excel y SPPS en tablas para determinar asociación y significancia respecto a la prevalencia de buenos estilos de vida. RESULTADOS: La prevalencia de estilos de vida saludable corresponde al 67,5%, seguido del estilo poco saludable con el 32,5%. A nivel comunitario 85% tiene estilo de vida saludable, mientras que al estilo de vida poco saludable pertenecen el 15%. En el ambiente hospitalario el 50% tienen estilo de vida saludable y el otro 50% el estilo poco saludable. CONCLUSIÓN: Los médicos que laboran a nivel comunitario tiene mejor estilo de vida que los médicos que trabajan en el nivel hospitalario ya que el primero obtuvo 85% en el estilo de vida saludable, mientras el segundo solo el 50%