893 resultados para Paraopeba - MG


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Le biomasse sono attualmente la più promettente alternativa ai combustibili fossili per la produzione di sostanze chimiche e fuels. A causa di problematiche di natura etica la ricerca oggi si sta muovendo verso l'uso delle biomasse che sfruttano terreni non coltivabili e materie prime non commestibili, quali la lignocellulosa. Attualmente sono state identificate diverse molecole piattaforma derivanti da biomasse lignocellulosiche. Tra queste ha suscitato grande interesse la 2-furaldeide o furfurale (FU). Tale molecola può essere ottenuta mediante disidratazione di monosaccaridi pentosi e possiede elevate potenzialità; è infatti considerata un intermedio chiave per la sintesi di un’ampia varietà di combustibili alternativi come il metilfurano (MFU) e prodotti ad elevato valore aggiunto per l’industria polimerica e la chimica fine come l’alcol furfurilico (FAL). In letteratura tali prodotti vengono principalmente ottenuti in processi condotti in fase liquida mediante l’utilizzo di catalizzatori eterogenei a base di metalli nobili come: Ni-Co-Ru-Pd, Pt/C o Pt/Al2O3, NiMoB/γ-Al2O3, in presenza di idrogeno molecolare come agente riducente. La riduzione del gruppo carbonilico mediante l’utilizzo di alcoli come fonti di idrogeno e catalizzatori a base di metalli non nobili tramite la reazione di Meerwein–Ponndorf–Verley (MPV), rappresenta un approccio alternativo che limita il consumo di H2 e permette di utilizzare bio-alcoli come donatori di idrogeno. Lo scopo di questo lavoro di tesi è stato quello di mettere a punto un processo continuo, in fase gas, di riduzione della FU a FAL e MFU, utilizzando metanolo come fonte di idrogeno tramite un meccanismo di H-transfer. In dettaglio il lavoro svolto può essere così riassunto: Sintesi dei sistemi catalitici MgO e Mg/Fe/O e loro caratterizzazione mediante analisi XRD, BET, TGA/DTA, spettroscopia RAMAN. Studio dell’attività catalitica dei catalizzatori preparati nella reazione di riduzione in fase gas di FU a FAL e MFU utilizzando metanolo come fonte di idrogeno.

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Primitive kohlige Chondrite sind Meteorite, die seit ihrer Entstehung im frühen Sonnensystem kaum verändert wurden und dadurch einen Einblick in Prozesse geben, die zur Bildung und Veränderung der ersten festen Materie führten. Solche Prozesse können anhand von Bruchstücken dieser Meteorite detailliert im Labor studiert werden, sodass Rückschlüsse auf die Entwicklung unseres Sonnensystems im frühen Stadium getroffen werden können. Ca-, Al-reiche Einschlüsse (CAIs) aus chondritischen Meteoriten sind die ersten Festkörper des Sonnensystems und enthalten viele refraktäre Metallnuggets (RMNs), welche hauptsächlich aus den Elementen Os, Ir, Ru, Mo und Pt bestehen. Nach weit verbreiteter Ansicht sind diese Nuggets wahrscheinlich im Gleichgewicht mit dem solaren Nebel kondensiert, bereits früher oder gleichzeitig mit Oxiden und Silikaten. Die exakten Mechanismen, die zu ihren heute beobachteten Eigenschaften führten, sind allerdings unklar. Um frühere Arbeiten fortzuführen, wurde eine hohe Anzahl RMNs in vier unterschiedlichen Typen von Meteoriten detailliert studiert, darunter solche aus dem nahezu unveränderten Acfer 094, Allende (CV3ox), Leoville (CV3red) und Murchison (CM2). Die RMNs wurden in-situ, assoziiert mit ihren Wirtsmineralen und auch in Säurerückständen gefunden, deren Präparationsprozedur in dieser Arbeit speziell für RMNs durch eine zusätzliche Dichtetrennung verbessert wurde.rnDie Ergebnisse decken eine Reihe von Ungereimtheiten zwischen den beobachteten RMN-Eigenschaften und einer Kondensationsherkunft auf, sowohl für Kondensation in solarer Umgebung, als auch für Kondensation aus Material von Supernovae oder roten Riesen, für die die Kondensationssequenzen refraktärer Metalle speziell für diesen Vergleich berechnet wurden. Stattdessen wurden in dieser Arbeit neue Einblicke in die RMN-Entstehung und die Entwicklung der ersten Festkörper (CAIs) durch eine Kombination aus experimentellen, isotopischen, strukturellen und petrologischen Studien an RMNs gewonnen. Viele der beobachteten Eigenschaften sind mit Ausfällung der RMN aus einer CAI-Schmelze vereinbar. Ein solches Szenario wird durch entsprechende Untersuchungen an synthetisch hergestellten, mit refraktären Metallen im Gleichgewicht stehenden CAI-Schmelzen bestätigt. Es folgt aus den Ergebnissen, dass die Mehrzahl der RMNs isotopisch solar ist und alle untersuchten RMNs innerhalb von CAIs bei rascher Abkühlung (um bis zu 1000 °C/40 sek.) einer CAI-Schmelze gebildet wurden. rn

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L'utilizzo dell'idrogeno come vettore energetico è uno dei temi, riguardanti la sostenibilità energetica, di maggior rilievo degli ultimi anni. Tuttavia ad oggi è ancora in corso la ricerca di un sistema che ne permetta un immagazzinamento efficiente. Il MgH2 costituisce un valido candidato per la produzione di sistemi per lo stoccaggio di idrogeno allo stato solido. In questa tesi, per migliorare le proprietà cinetiche e termodinamiche di cui questo sistema, sono stati sintetizzati dei campioni nanostrutturati composti da Mg-Ti attraverso la tecnica Inert Gas Condensation. I campioni così ottenuti sono stati analizzati dal punto di vista morfologico e composizionale, mediante la microscopia elettronica a scansione, la microanalisi e la diffrazione di raggi X. Tali analisi hanno mostrato che le dimensioni delle nanoparticelle sono comprese tra i 10-30 nm e che la tecnica IGC permette una distribuzione uniforme del titanio all'interno della matrice Mg. Le misure di caratterizzazione per l'assorbimento reversibile di idrogeno sono state effettuate attraverso il metodo volumetrico, Sievert. I campioni sono stati analizzati a varie temperature (473K-573K). Cineticamente la presenza di titanio ha provocato un aumento della velocità delle cinetiche sia per i processi di desorbimento che per quelli di assorbimento ed ha contribuito ad una diminuzione consistente delle energie di attivazione di entrambi i processi rispetto a quelle note in letteratura per il composto MgH2. Dal punto di vista termodinamico, sia le pressioni di equilibrio ottenute dalle analisi PCT a diverse temperature, che l'entalpia e l'entropia di formazione risultano essere in accordo con i valori conosciuti per il sistema MgH2. All'interno di questo lavoro di tesi è inoltre presentata un'analisi preliminare di un campione analizzato con la tecnica Synchrotron Radiation-Powder X Ray Diffraction in situ, presso la facility MAX-lab (Svezia), all’interno dell’azione COST, MP1103 per la ricerca di sistemi per lo stoccaggio di idrogeno allo stato solido.

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Stress corrosion cracking susceptibility was investigated for an ultra-fine grained (UFG) AI-7.5Mg alloy and a conventional 5083 H111 alloy in natural seawater using slow strain rate testing (SSRT) at very slow strain rates between 1E(-5) s(-1), 1E(-6) s(-1) and 1E(-7) s(-1). The UFG Al-7.5Mg alloy was produced by cryomilling, while the 5083 H111 alloy is considered as a wrought manufactured product. The response of tensile properties to strain rate was analyzed and compared. Negative strain rate sensitivity was observed for both materials in terms of the elongation to failure. However, the UFG alloy displayed strain rate sensitivity in relation to strength while the conventional alloy was relatively strain rate insensitive. The mechanical behavior of the conventional 5083 alloy was attributed to dynamic strain aging (DSA) and delayed pit propagation while the performance of the UFG alloy was related to a diffusion-mediated stress relaxation mechanism that successfully delayed crack initiation events, counteracted by exfoliation and pitting which enhanced crack initiation. (C) 2014 Elsevier B.V. All rights reserved.

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BACKGROUND: The objective of this study was to compare cycle control, cycle-related characteristics and bodyweight effects of NuvaRing with those of a combined oral contraceptive (COC) containing 30 microg of ethinyl estradiol and 3 mg of drospirenone. METHODS: A randomized, multicentre, open-label trial in which 983 women were treated (intent-to-treat population) with NuvaRing or the COC for 13 cycles. RESULTS: Breakthrough bleeding or spotting during cycles 2-13 was in general less frequent with NuvaRing than that with the COC (4.7-10.4%) and showed a statistically significant odds ratio of 0.61 (95% confidence interval: 0.46, 0.80) with longitudinal analysis. Intended bleeding was significantly better for all cycles with NuvaRing (55.2-68.5%) than that with the COC (35.6-56.6%) (P < 0.01). Changes from baseline in mean bodyweight and body composition parameters were relatively small for both groups with no notable between-group differences. CONCLUSION: NuvaRing was associated with better cycle control than the COC, and there was no clinically relevant difference between the two groups in bodyweight.

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BACKGROUND: A high proportion of patients with essential hypertension need a combination therapy to reach the therapeutic goal. In the present study, the tolerability and efficacy of a fixed, once daily combination of the AT1 blocker Losartan (100 mg) and the diuretic hydrochlorothiazide (HCTZ) (25 mg) for patients in the real-life situation was investigated. Special consideration was given to the results of ambulatory 24-hourblood pressure (ABP) measurements. METHODS: The open label, prospective non-interventional surveillance study took place from October 2005 to June 2006. A total of 1139 patients over 18 years in age were included whose blood pressures could not be adequately treated with HCTZ alone and for whom an individual dose titration for Losartan and HCTZ had already been performed. RESULTS: The average age (+/- standard deviation) of the patients was 61.2 +/- 11.6 years; 55.8% were men. Comorbidities were common. Specifically, left ventricular hypertrophy was present in 3.1% of the patients, coronary heart disease in 30.1%, chronic heart failure in 11.8% and status post myocardial infarction in 10.5%, respectively. In addition to the Losartan/HCTZ treatment, 61.0% of the patients received a second antihypertensive medicine. After an average treatment duration of 50.4 +/- 17.2 days, the base line systolic blood pressure of 160.8 +/- 16.3 mmHg decreased by 24.0 +/- 17.0 mmHg (-14.4%) and the diastolic blood pressure of 94.4 +/- 9.9 mmHg decreased by 11.8 +/- 10.2 mmHg (-11.8%). For the ABP measurements, the overall average systolic and diastolic blood pressures fell by 16.9 +/- 14.2 mmHg and 8.8 +/-10.3 mmHg, the day average by 17.3 +/- 14.8 mmHg and 9.0 +/- 10.2 mmHg and the night average by 15.1 +/- 17.6 mmHg and 7.8 +/- 11.7 mmHg, respectively. In twelve of the 1139 patients (1.1%), a total of 15 adverse events occurred. A causal connection with the medication was suspected in only in one case (one patient with three). CONCLUSION: The combination of Losartan/HCTZ 100/25 mg, as the exclusive therapy or in addition to other antihypertensive medicines, was for patients, many of whom who had comorbidities, in the real-life situation well tolerated and effective. The efficacy was demonstrated also during the night through ABP.

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Two single-dose regimens of ciprofloxacin, 100 and 250 mg, were compared in the treatment of uncomplicated urinary tract infections in women. Cure rates 5 days after therapy did not significantly differ, being 16 of 19 (84%) with the 100-mg dose and 17 of 19 (89%) with the 250-mg dose. Ciprofloxacin was well tolerated.